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lunes, 3 de octubre de 2022

Lunes 7 noviembre 2022, Lunes de la XXXII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa por la Iglesia local).

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE UFFICIALE DELLA COSTITUZIONE «SACROSANCTUM CONCILIUM»

Sabato, 27 ottobre 1984

Signori cardinali,
venerati fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio!


1. Con viva cordialità vi rivolgo il mio saluto e vi esprimo la mia gioia per questa solenne commemorazione.

Ringrazio il pro-prefetto della Sacra congregazione per il culto divino per le cortesi parole rivoltemi e ringrazio i quattro signori cardinali per le loro testimonianze, che ho ascoltato con vivo apprezzamento.

Con particolare intensità di affetto saluto e ringrazio i presidenti e segretari delle Commissioni nazionali liturgiche venuti a Roma per una circostanza tanto significativa. Voi siete qui infatti per prendere parte al Convegno che intende celebrare il ventennale della promulgazione della costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium sulla sacra liturgia.

La ricorrenza meritava di essere sottolineata. Si tratta, infatti, di un documento del Concilio Vaticano II, che ha avuto ed ha una speciale importanza per la vita del popolo di Dio. In esso è già rinvenibile la sostanza di quella dottrina ecclesiologica, che sarà successivamente proposta dall’assemblea conciliare. La costituzione Sacrosanctum Concilium, che fu il primo documento conciliare in ordine di tempo, anticipa e suppone la Lumen Gentium. Né poteva essere altrimenti: è infatti soprattutto nella liturgia che il mistero della Chiesa è annunciato, gustato, vissuto. Nella liturgia la Chiesa comprende se stessa, si alimenta alla mensa della parola e del pane di vita, riprende lena ogni giorno per proseguire nel cammino che deve condurla alla gioia ed alla pace della “terra promessa”. Si può dire che la vita spirituale della Chiesa passa attraverso la liturgia, nella quale i fedeli trovano la sorgente sempre zampillante della grazia e la scuola concreta e convincente di quelle virtù, mediante le quali possono rendere gloria a Dio dinanzi ai fratelli.

Per questo mi compiaccio sinceramente per l’opportuna iniziativa di questo convegno che, a vent’anni di distanza, intende “fare il punto” sulla situazione, raccogliendo le testimonianze dei responsabili delle Commissioni liturgiche nazionali, per trarne una valutazione complessiva sul come la Chiesa vive la sua liturgia, sul come essa si attualizza attraverso la liturgia delle varie nazioni.

Vent’anni sono un periodo di tempo sufficiente per una riflessione serena sulla ristrutturazione della liturgia, così come il Concilio l’ha intesa e voluta; sulla sua presente attuazione e incidenza pastorale; sulle prospettive di una sua valorizzazione piena, come “vertice” della vita e dell’azione della Chiesa.

Da tempo era mio vivo desiderio avere un quadro aggiornato al riguardo, e sono perciò molto lieto dell’opportunità che la vostra riunione mi offre, recandomi la testimonianza di chi è direttamente a contatto con le situazioni locali in campo liturgico e può quindi conoscere a fondo realizzazioni, difficoltà, speranze vissute nelle singole Chiese. Nel ringraziarvi di ciò, colgo volentieri l’occasione per incoraggiarvi a proseguire generosamente nell’impegno di animazione liturgica delle comunità a cui appartenete, mantenendovi in stretto rapporto con la Sacra congregazione per il culto divino, che alcuni mesi fa è stata ristrutturata in modo da formare un dicastero autonomo, affinché potesse meglio svolgere la sua importante funzione a servizio del popolo di Dio.

2. Ho seguito con interesse l’intenso vostro lavoro di questi giorni, nei quali voi avete riferito sulle rispettive esperienze, confrontandone i dati con le indicazioni contenute nella costituzione conciliare. Ebbene, già nel primo numero di tale documento è tratteggiata, in quattro sintetiche motivazioni, la “mens” del Concilio nel varare un testo destinato a dare un soffio di vita nuova alla Chiesa.

Sono parole a voi ben note: “Il sacro Concilio si propone di incrementare ogni giorno di più la vita cristiana tra i fedeli; di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo; di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa. Ritiene quindi suo compito l’interessarsi in modo speciale anche della ristrutturazione e del progressivo sviluppo della liturgia” (Sacrosanctum Concilium, 1).

In questa introduzione viene indicato anzitutto l’incremento della vita cristiana. A questo mira prima di ogni altra cosa la liturgia. Un’impostazione diversa tradirebbe non solo la genuinità della liturgia, ma la stessa ragion d’essere della Chiesa, di cui la liturgia è “culmen et fons”.

Viene poi l’adattamento alle esigenze del nostro tempo. La liturgia non è disincarnata; è anzi, nei segni in cui si esprime, la ripresentazione e la riattualizzazione efficace del mistero di Cristo, cioè dell’eterna sapienza di Dio che “è apparsa sulla terra e ha vissuto tra gli uomini” (cf. Bar 3, 38). Proprio per questo essa deve adattare agli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi le sue parti soggette a mutamento (cf. Sacrosanctum Concilium, n. 21 e n. 37).

In terzo luogo, è ricordato l’impegno fattivo per l’unità di tutti i credenti in Cristo; unità che proprio nella liturgia e nel suo centro, l’Eucaristia, viene in modo particolare significata e conseguita.

E finalmente si fa cenno al rinvigorimento delle iniziative atte a promuovere l’azione missionaria della Chiesa: azione in cui deve sfociare - come spesso rammenta l’eucologia del messale - una bene intesa e piena partecipazione alla celebrazione liturgica.

Come si vede, la liturgia non può essere ridotta a puro “cerimoniale decorativo” o a “mera somma di leggi e di precetti”, concezione già riprovata dalla Mediator Dei (Pio XII, Mediator Dei, 20 nov. 1947: AAS 39 [1947] 532), e viene pure esclusa quella visione, talvolta presente nei nostri tempi, che nella liturgia sottolinea gli aspetti sociali, come il richiamo all’amicizia, la gioia di ritrovarsi insieme, il richiamo del gruppo, e simili, piuttosto che l’iniziativa di Dio, il quale convoca i credenti, e la sua parola, a cui l’uomo deve prestare ascolto per adeguare ad essa il suo pregare e il suo agire.

A questa mens del Concilio non si è giunti quasi ex abrupto, come se nulla si fosse fatto negli anni precedenti, ma c’è stata una preparazione laboriosa ad opera del movimento liturgico, che in convergenza con il movimento eucaristico e con il movimento biblico, ha saputo sensibilizzare l’ambiente e porre le basi di quelle strutture portanti, sulle quali deve poggiare ogni azione liturgica degna di questo nome.

3. A un ventennio dalla Sacrosanctum Concilium è lecito chiedersi quale sia la realtà della riforma liturgica da essa avviata. A tale domanda voi avete cercato di dare, in questi giorni, una risposta per quanto possibile oggettiva ed esauriente.

Alla luce delle testimonianze da voi recate e tenendo conto, altresì, di varie inchieste condotte precedentemente, si può senz’altro affermare che la riforma liturgica è stata in generale bene accolta in tutta la Chiesa di rito latino, sia dalle comunità che dai singoli fedeli. In particolare, sono state apprezzate l’introduzione delle lingue nazionali e la semplificazione dei riti, che hanno consentito ai fedeli di comprendere meglio quello che per loro e a nome loro si proclamava o si svolgeva all’altare.

Si può inoltre riconoscere con soddisfazione che, là dove i responsabili hanno impostato una buona catechesi sui temi fondamentali e sempre ricorrenti nella celebrazione liturgica - quali la storia della salvezza, il mistero pasquale, l’alleanza, i vari modi della presenza di Cristo nella liturgia, il sacerdozio di Cristo, il sacerdozio ministeriale e quello comune, eccetera - i fedeli hanno potuto progredire sensibilmente nella comprensione dei contenuti della fede, traendone spunto per quella maturazione cristiana che il contesto socio-culturale odierno esige con urgenza sempre maggiore.

Un’altra caratteristica di grande rilievo deve ritenersi il ricco e variato nutrimento della parola di Dio, che a lungo andare è destinato a lasciare un’impronta profonda nell’animo e nella vita degli ascoltatori; né si può dimenticare l’incremento della partecipazione attiva dei laici alla liturgia, anche nell’esercizio di compiti ministeriali, altra volta riservati ai “chierici”. La successiva emanazione di numerosi documenti, che precisano la parte normativa della Sacrosanctum Concilium e ne applicano quella innovativa, e la graduale pubblicazione dei vari libri liturgici hanno concorso e concorrono efficacemente non solo a ravvivare l’interesse per la liturgia, ma anche a farne comprendere e gustare spiritualmente le sfumature dell’espressione eucologica. Si può quindi ammettere che in vent’anni è stato compiuto un lungo cammino.

4. Ma insieme con gli aspetti positivi è doveroso prendere in considerazione anche quelli negativi. Ci sono state e ci sono tuttora delle resistenze da parte di singoli o gruppi, che fin dall’inizio hanno accolto con diffidenza la riforma liturgica e, globalmente, la stessa impostazione dei lavori conciliari; mentre dal lato opposto non mancano coloro che, insoddisfatti dei risultati raggiunti, introducono liturgie arbitrarie, che portano sconcerto e smarrimento nel popolo di Dio.

Vi sono inoltre certi gruppi che si credono autorizzati a creare liturgie loro proprie, prive, per la durata e per le modalità celebrative, di quell’equilibrio a cui sempre si è attenuta e di norma si attiene la liturgia della Chiesa. Costoro dimenticano che per sua natura la liturgia è propria di tutta la comunità ecclesiale e che pastori e fedeli devono agire concordemente, affinché in un settore di tanta importanza tutto si svolga in armonia con le direttive della Chiesa.

5. Quanto ho finora esposto mi porta naturalmente a ribadire alcune indicazioni, perché la riforma liturgica raggiunga pienamente gli scopi per cui fu attuata, e perché questo incontro offra una risposta più esauriente alle attese.

La prima direttiva mi è suggerita dal n. 14 della Sacrosanctum Concilium, dove si parla della “piena, consapevole e attiva partecipazione”, a cui tutti i fedeli dovrebbero essere “con cura specialissima” formati: cosa, però, che non si può sperare di ottenere - soggiunge il testo - se gli stessi pastori d’anime non sono penetrati, loro per primi, dello spirito e della forza della liturgia.

Di qui dunque occorre incominciare: dalla formazione liturgica del clero, e specialmente dei giovani seminaristi, sotto l’aspetto teologico, storico, spirituale, pastorale e giuridico (Sacrosanctum Concilium, 16). Tale formazione deve trovare i testi più indicati per lo studio e la riflessione nei libri liturgici e nei documenti che li introducono: costituzioni apostoliche, “Praenotanda”, “Institutiones generales”.

Naturalmente essa dovrà svilupparsi - ed è questa la seconda direttiva - all’insegna della fedeltà, che si basa sulla profonda convinzione che la liturgia è stabilita dalla Chiesa e che clero e fedeli non ne sono i proprietari, ma i servitori. Tale fedeltà prevede anche l’apertura e la disponibilità a quegli adattamenti che la Chiesa stessa permette e incoraggia, quando siano in armonia con i principi fondamentali della liturgia e richiesti dalla “cultura” propria di ciascun popolo.

In questa luce - ed è qui la terza direttiva - potrà essere consentita a determinate condizioni, secondo le indicazioni dei libri liturgici, quella bene intesa creatività, che nei riti e nei tempi previsti richiami l’attenzione e ravvivi la partecipazione dei fedeli con formulari di immediata rispondenza alla situazione concreta dell’assemblea celebrante. Non si dovrà però dimenticare mai che la vera creatività nasce all’interno della Chiesa e nella docilità al “creator Spiritus”, a cui si dovrà aprire, nella celebrazione, il cuore e la mente.

6. Poiché ho la gioia di rivolgermi a membri qualificati delle Chiese locali e ai responsabili delle Commissioni liturgiche nazionali, vorrei raccomandare a voi per primi di curare e incrementare in tutti i modi la formazione liturgica, di essere fedeli alle direttive della Chiesa, di conservare quel senso del sacro che è connaturato con la celebrazione stessa della liturgia, e soprattutto, di dedicarvi al compito a voi affidato tenendo presente, con grande equilibrio, la parte di Dio e quella dell’uomo, la gerarchia e i fedeli, la tradizione e il progresso, la legge e l’adattamento, il singolo e la comunità, il silenzio e lo slancio corale.

Così la liturgia della terra si riannoderà a quella del cielo, dove, secondo sant’Ignazio di Antiochia, si formerà un solo coro, in cui tutti prenderanno la nota da Dio, concertando nella più stretta armonia per inneggiare a una sola voce al Padre, per mezzo di Gesù Cristo; egli ci ascolterà e riconoscerà, dalle nostre opere, che noi siamo il canto del suo Figlio (S. Ignatii Antiocheni, Epistula ad Ephesios, IV, 1-2: ad. Funk, I, p. 216).

A tutti voi, e ai vostri collaboratori, di cuore imparto la benedizione apostolica, pegno del mio affetto ed auspicio di copiose consolazioni celesti.

CALENDARIO

7 LUNES DE LA XXXII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- Tit 1, 1-9.
Constituye presbíteros siguiendo las instrucciones que te di.
- Sal 23. R. Esta es la generación que busca tu rostro, Señor.
- Lc 17, 1-6. Si siete veces en un día vuelve a decirte: «Me arrepiento», lo perdonarás.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 8 de noviembre, pág. 656.
CALENDARIOS: Carmelitas Misioneras y Carmelitas Misioneras Teresianas: Beato Francisco de Jesús Palau (F). Ibiza, Lleida, Mallorca, Tarragona y Carmelitas Descalzos: (ML).
Dominicos: Todos los santos de la Orden (F).
Barcelona: Santos Pedro Poveda Castroverde e Inocencio de la Inmaculada Canoura Arnau, presbíteros, y compañeros, mártires (MO).
Jerónimos: Beato Manuel de la Sagrada Familia, presbítero y mártir (MO).
León: Santa Ángela de la Cruz Guerrero González, virgen (ML).
Valencia: San Jacinto María Castañeda, presbítero mártir (ML).
Benedictinos: San Willibrordo, obispo (ML).
Canónigos Regulares de Letrán: Santos Israel, Gualtero y Teobaldo, religiosos (ML).
Franciscanas Misioneras de María: Beata María Assunta Pallota, virgen (ML).
Escolapios: Conmemoración de las religiosas difuntas de la Familia Calasancia.
Jesuitas: Conmemoración de todos los difuntos de la Compañía.
Mercedarios: Conmemoración de todos los difuntos de la Orden.

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXXII domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario)

Misa por la Iglesia Diocesana: ayer celebramos en España el Día y colecta de la Iglesia Diocesna.

Por la Iglesia local

Antífona de entrada Cf. Ap 1, 5-6
Jesucristo, que nos ama, nos ha librado de nuestros pecados por su sangre, y nos ha hecho reino y sacerdotes para Dios, su Padre; a él la gloria y el poder por los siglos de los siglos. Amén.
Iesu Christo, qui diléxit nos, et lavit nos a peccátis nostris in sánguine suo, et fecit nos regnum et sacerdótes Deo et Patri suo: ipsi glória et impérium in saecula saeculórum. Amen.

Monición de entrada
La Iglesia es una y católica, la misma en todo el mundo, pero está formada por un conjunto de Iglesias locales, como la nuestra, llamadas diócesis, presididas por su obispo, en unión con los demás miembros del colegio episcopal y con el papa a la cabeza.

Oración colecta
Oh, Dios, que en cada una de las Iglesias que peregrinan por el mundo manifiestas la Iglesia, una, santa, católica y apostólica, haz que tu familia se una de tal modo a su pastor que, congregada en el Espíritu Santo por el Evangelio y la Eucaristía, manifieste la universalidad de tu pueblo y sea signo e instrumento de la presencia de Cristo en el mundo. Él, que vive y reina contigo.
Deus, qui in síngulis Ecclésiis per orbem peregrínis unam, sanctam, cathólicam et apostólicam maniféstas Ecclésiam, plebi tuae concéde benígnus ita pastóri suo adunári atque per Evangélium et Eucharistíam congregári in Spíritu Sancto, ut universitátem pópuli tui digne váleat repraesentáre, et signum fiat atque praeséntiae Christi in mundo instruméntum. Qui tecum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Lunes de la XXXII semana de Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Tit 1, 1-9
Constituye presbíteros siguiendo las instrucciones que te di
Comienzo de la carta del apóstol san Pablo a Tito.

Pablo, siervo de Dios y apóstol de Jesucristo, para suscitar la fe de los elegidos de Dios y el conocimiento de la verdad, que, de acuerdo con la piedad, lleva a la esperanza de la vida eterna; esta fue prometida antes de los siglos por Dios, que nunca miente; al llegar el tiempo apropiado, él manifestó su palabra por la predicación que me fue confiada según el mandato de Dios nuestro Salvador, a Tito, verdadero hijo en la fe que compartimos: gracia y paz de parte de Dios Padre y de Cristo Jesús, Salvador nuestro.
Mi intención al dejarte en Creta era que acabaras de organizar lo que aún faltaba por hacer y constituyeses presbíteros en cada ciudad, siguiendo las instrucciones que te di.
Que el presbítero sea alguien sin tacha, marido de una sola mujer, que tenga hijos creyentes, a los que no quepa acusar de vida desenfrenada ni de ser unos insubordinados.
Porque es preciso que el obispo sea intachable, como administrador que es de la casa de Dios; que no sea presuntuoso, ni colérico, ni dado al vino, ni pendenciero, ni ávido de ganancias poco limpias.
Al contrario, ha de ser hospitalario, amigo del bien, sensato, justo, piadoso, dueño de sí.
Debe mostrar adhesión al mensaje de la fe de acuerdo con la enseñanza, para que sea capaz tanto de orientar en la sana doctrina como de rebatir a los que sostienen la contraria.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 23, 1b-2. 3-4ab. 5-6 (R.: cf. 6)
R. Esta es la generación que busca tu rostro, Señor.
Hæc est generátio quæréntium fáciem tuam, Dómine.

V. Del Señor es la tierra y cuanto la llena,
el orbe y todos sus habitantes:
él la fundó sobre los mares,
él la afianzó sobre los ríos.
R. Esta es la generación que busca tu rostro, Señor.
Hæc est generátio quæréntium fáciem tuam, Dómine.

V. ¿Quién puede subir al monte del Señor?
¿Quién puede estar en el recinto sacro?
El hombre de manos inocentes y puro corazón,
que no confía en los ídolos.
R. Esta es la generación que busca tu rostro, Señor.
Hæc est generátio quæréntium fáciem tuam, Dómine.

V. Ese recibirá la bendición del Señor,
le hará justicia el Dios de salvación.
Esta es la generación que busca al Señor,
que busca tu rostro, Dios de Jacob.
R. Esta es la generación que busca tu rostro, Señor.
Hæc est generátio quæréntium fáciem tuam, Dómine.

Aleluya Flp 2, 15d. 16A
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Brilláis como lumbreras del mundo, manteniendo firme la palabra de la vida. R.
Lucétis sicut luminária in mundo, verbum vitæ continéntes.

EVANGELIO Lc 17, 1-6
Si siete veces en un día vuelve a decirte: “Me arrepiento”, lo perdonarás
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo Jesús a sus discípulos:
«Es imposible que no haya escándalos; pero ¡ay de quien los provoca!
Al que escandaliza a uno de estos pequeños, más le valdría que le ataran al cuello una piedra de molino y lo arrojasen al mar. Tened cuidado.
Si tu hermano te ofende, repréndelo, y si se arrepiente, perdónalo; si te ofende siete veces en un día, y siete veces vuelve a decirte: “Me arrepiento”, lo perdonarás».
Los apóstoles le dijeron al Señor:
«Auméntanos la fe».
El Señor dijo:
«Si tuvierais fe como un granito de mostaza, diríais a esa morera: “Arráncate de raíz y plántate en el mar”, y os obedecería».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Del Papa Francisco, Homilía, Bakú, 2-octubre-2016
«Auméntanos la fe» (Lc 17, 6). Es una hermosa súplica, una oración que también nosotros podríamos dirigir a Dios cada día. Pero la respuesta divina es sorprendente, y también en este caso da la vuelta a la petición: «Si tuvierais fe…». Es él quien nos pide a nosotros que tengamos fe. Porque la fe, que es un don de Dios y hay que pedirla siempre, también requiere que nosotros la cultivemos. No es una fuerza mágica que baja del cielo, no es una «dote» que se recibe de una vez para siempre, ni tampoco un superpoder que sirve para resolver los problemas de la vida. Porque una fe concebida para satisfacer nuestras necesidades sería una fe egoísta, totalmente centrada en nosotros mismos. No hay que confundir la fe con el estar bien o sentirse bien, con el ser consolados para que tengamos un poco de paz en el corazón. La fe es un hilo de oro que nos une al Señor, la alegría pura de estar con él, de estar unidos a él; es un don que vale la vida entera, pero que fructifica si nosotros ponemos nuestra parte.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXXVI

Con todo el corazón, oremos, hermanos, a Dios, nuestro Padre.
- Por la paz y unidad de la Iglesia. Roguemos al Señor.
- Por el papa, los obispos, los sacerdotes y los religiosos. Roguemos al Señor.
- Por la vocación a la fe de los pueblos que no conocen a Jesucristo. Roguemos al Señor.
- Por cuantos ejercen autoridad en el mundo. Roguemos al Señor.
- Por los presos, los emigrantes, los parados, los desterrados y los pobres. Roguemos al Señor.
- Por nosotros, por nuestros familiares, amigos y conocidos. Roguemos al Señor.
Escucha, Dios de misericordia, la oración de tu pueblo, que tu bondad nos conceda lo que nuestras acciones no merecen. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa por la Iglesia local:
Oración de los fieles

Oremos a Dios Padre, quien nos convocó a la Iglesia, para que bendiga a nuestra comunidad y llene con sus dones a toda la humanidad.
- Por la Iglesia universal y por nuestra diócesis, para que haya abundantes ministros de Cristo. Oremos.
- Por nuestro obispo, para que el Espíritu Santo lo ayude en la labor pastoral de llevar el Evangelio a todas las personas de nuestra diócesis. Oremos.
- Por los que viven en nuestra parroquia, para que Dios dé luz a los incrédulos, perdón a los pecadores y alegría a los que esperan en él. Oremos.
- Por las familias de nuestra parroquia que se ven sometidas a pruebas, para que encuentren fuerza en la fe y consuelo en nuestra caridad. Oremos.
- Por los que viven en soledad, por los enfermos y los ancianos de nuestra parroquia, para que Dios les dé salud, paciencia y alegría, y puedan gozar de la caridad responsable de los hermanos. Oremos.
- Por nuestra comunidad y su pastor, para que cada uno, en nuestra propia vocación, nos consagremos al servicio de Cristo y de los hermanos. Oremos.
Padre bueno, escucha nuestras oraciones y concédenos perseverar unidos en la verdadera fe y en el bien obrar. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Al celebrar el memorial del amor infinito de tu Hijo, te suplicamos, Señor, que los frutos de su acción salvadora sirvan, por el ministerio de tu Iglesia, para la salvación de todo el mundo. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Imménsae Fílii tui caritátis memoriále celebrántes, te, Dómine, supplíciter exorámus, ut eiúsdem salutáris óperis fructus, per Ecclésiae tuae ministérium, ad totíus mundi profíciat salútem. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA D 1

Antífona de la comunión Ap 3, 20

Mira, estoy de pie a la puerta y llamo. Si alguien escucha mi voz y abre la puerta, entraré en su casa y cenaré con él y él conmigo, dice el Señor.
Ecce sto ad óstium et pulso, dicit Dóminus; si quis audíerit vocem meam et aperúerit mihi iánuam, intrábo ad illum, et cenábo cum illo, et ipse mecum.

Oración después de la comunión
Te rogamos, Señor, que florezcan con toda su fuerza y perseveren hasta el fin en esta Iglesia tuya la integridad de la fe, la santidad de las costumbres, la caridad fraterna y la devoción sincera, y a la que no dejas de alimentar con tu palabra y con el Cuerpo de tu Hijo, no ceses tampoco de conducirla bajo tu protección. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Vígeat in hac Ecclésia tua, Dómine, et usque in finem persevéret fídei intégritas, morum sánctitas, fratérna cáritas et munda relígio, et, quam Fílii tui Córpore et verbo tuo páscere non désinis, eam quoque tuis non cesses gubernáre praesídiis. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 8 de noviembre
1. Conmemoración de los santos mártires Simproniano, Claudio, Nicóstrato, Cástor y Simplicio, que, según la tradición, eran marmolistas en Sirmio, en la región de Panonia, actual Croacia, y por negarse, en fidelidad al nombre de Jesucristo, a esculpir la imagen del dios Esculapio, fueron arrojados al río por orden del emperador Diocleciano y coronados por Dios con la gracia del martirio. Sus restos fueron venerados en Roma en la basílica del monte Celio, bajo el título de los Cuatro Coronados. (306)
2. En Tours, de la Galia Lugdunense, hoy Francia, san Claro, presbítero, discípulo de san Martín, que al lado del monasterio del obispo construyó una casa, donde congregó a muchos hermanos. (397)
3. En la basílica de San Pedro, en Roma, san Diosdado I, papa, que amó a su clero y a su pueblo y brilló excepcionalmente por su sencillez y sabiduría. (618)
4. En Bremen, en la región de Sajonia, actual Alemania, san Wilehado, obispo, el cual, nacido en Northumbria y amigo de Alcuino, propagó el Evangelio en Frisia y Sajonia después de san Bonifacio, y, ordenado obispo, fundó la sede de Bremen, que gobernó sabiamente. (789)
5. En Soissons, población de Francia, muerte de san Godofredo, obispo de Amiens, que educado en la vida monástica desde los cinco años, padeció mucho en su labor incansable de dar solución a las luchas en la ciudad entre los señores y los plebeyos, así como por su dedicación a la reforma del clero y del pueblo. (1115)
6*. En Colonia, ciudad de Lotaringia, en Germania, Alemania actualmente, beato Juan Duns Escoto, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores, que, oriundo de Escocia, enseñó las disciplinas filosóficas y teológicas en Cantorbery, Oxford, París y, finalmente, en Colonia, como maestro preclaro de sutil ingenio y fervor admirable. (1308)
7*. En Ostra Vetere, en la región del Piceno, actual Las Mascas, en Italia, beata María Crucificada (Isabel María) Satellico, abadesa de la Orden de Clarisas, extraordinaria en la contemplación del misterio de la cruz y enriquecida con carismas místicos. (1745)
8. En la ciudad de Nam Dinh, en Tonkín, hoy Vietnam, santos mártires José Nguyên Dình Nghi, Pablo Nguyên Ngân, Martín Ta Dúc Thinh, presbíteros, y Martín Tho y Juan Bauatista Con, labradores, que en tiempo del emperador Thiêu Tri fueron decapitados por causa de su fe cristiana. (1840)
- Beato Antolín Pablos Villanueva (Soto de Aldovea, Madrid, 1936). Mártir. Sacerdote profeso benedictino del priorato de Montserrat de Madrid, dependiente de la abadía de Santo Domingo de Silos.

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