Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

lunes, 31 de octubre de 2022

Lunes 5 diciembre 2022, Lunes de la II semana de Adviento, feria.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A SEMINARISTI E SACERDOTI CHE STUDIANO A ROMA

Aula Paolo VI. Lunedì, 24 ottobre 2022

Domanda

Buongiorno, Santo Padre. Il sacerdote è un segno dell’amore di Dio per gli uomini. Tuttavia, purtroppo, tante volte tale segno viene sfigurato a causa delle nostre mancanze. Santità, come fare per trovare un equilibrio tra l’esperienza della misericordia per le nostre mancanze e lo sforzo per vivere la virtù e raggiungere la santità? Quali, secondo Lei, sono gli aspetti più urgenti nella formazione dei seminari che vanno sottolineati e presi in considerazione affinché i seminaristi di oggi, ma pure quelli di domani, possano rispondere alla chiamata di Dio?

Papa Francesco

Grazie. Ci sono due cose diverse, in quello che hai detto. Prima hai usato una parola che a me non piace – non ti rimprovero, l’hai usata, ma non mi piace –: la parola “equilibrio”. La vita non è un equilibrio, cari, non è un equilibrio. E se tu trovi uno che pensa: “io sono equilibrato perfetto”, a questo direi: tu non sei niente! Perché l’equilibrio, che lo faccia quello che lavora nel circo, che fa quelle cose, che fa l’equilibrista. Ma la vita è uno squilibrio continuo, perché la vita è camminare e trovare, trovare difficoltà, trovare cose belle che ti portano avanti e queste ti squilibrano, sempre. Anzi, se tu hai delle pratiche da fare, è vero, hai bisogno di un equilibrio nella pratica, ma che non manchi anche quello tuo affettivo, diciamo così, che ti bilancia da una parte e dall’altra, e dire: “Io mi sento di questa parte”. Ma l’equilibrio, nella vita, è anche l’equilibrio con l’esperienza di perdono e di misericordia per il peccato. Ma grazie a Dio che siamo peccatori, caro, e grazie a Dio che abbiamo bisogno di andare tutte le settimane o ogni quindi giorni – io lo faccio ogni quindici giorni – dal confessore perché ci perdoni. E questo è uno squilibrio grande perché ti porta all’umiltà. La vita cristiana è un continuo camminare, cadere e alzarsi. Camminare un po’ solo un po’ con gli altri: non c’è una tabella di marcia. Certo, tu metti lì il navigatore sulla macchina e vai. Ci sono dei consigli di preghiera, di cose che ti aiutano a crescere. Questo è lo squilibrio. Anzi, direi il contrario: come vivere nello squilibrio, nello squilibrio quotidiano. Non avere paura dello squilibrio: siamo umani. E nello squilibrio fare il discernimento. Una persona “equilibrata” non può fare il discernimento, perché non ha mozioni di spirito. Nello squilibrio ci sono delle mozioni di Dio che ti invitano a qualcosa, alla volontà di fare il bene, a rialzarsi dopo la caduta nel peccato… Saper vivere nello squilibrio: lì si porta un equilibrio diverso. Parlerei di un equilibrio dinamico, che non sono io a poterlo reggere: lo regge il Signore. Ti va portando avanti, con l’unzione dello Spirito. Questo riguardo all’equilibrio e allo squilibrio.

Poi, la formazione dei seminari. Io credo che qui il Cardinale [Prefetto del Dicastero per il Clero] può parlare meglio di me dei seminari perché nel Dicastero sono specialisti. Per esempio, incomincio col dire: il seminario dev’essere di un certo numero di seminaristi, che insieme facciano dire “la comunità”. “No, noi siamo cinque in diocesi”: questo non è un seminario, questo è un movimento parrocchiale. Il seminario dev’essere un numero – 25, 30 – un numero moderato. Se sono 200, divisi in piccole comunità: un numero umano di gruppo, di comunità, questo è importante. I seminari grossi – 300, tutti insieme – non vanno più! Erano l’espressione di un’altra epoca. No, piccole comunità dove si lavora, ma piccole comunità inserite in una più grande.

La formazione dei seminaristi: i seminaristi devono avere una buona formazione spirituale. “Io vado al seminario, sto imparando filosofia, teologia…”. Sì, ma lo spirito, che cos’è? Prima di tutto, una buona formazione spirituale. Anche nel propedeutico. Il fine del propedeutico, oggi, è questo: abituare il seminarista al discernimento spirituale, alla formazione spirituale, alla scienza, alle scienze dello spirito. Secondo, una seria formazione intellettuale. Questo non vuol dire che siano maestri delle idee, no. Che sappiano ragionare e che sappiano la teologia di base, con questo sono tranquillo, e ci vogliono quattro anni per la teologia di base. Che sappiano questo. Ma con una bella formazione spirituale. Per questo è necessario, a volte, aggregare piccole comunità seminaristiche in una, perché ci siano professori e formatori adatti. Ho detto spirituale e intellettuale. Adesso: comunitaria. In piccoli gruppi, sì, ma vita comunitaria, devono imparare a vivere comunitariamente, e non cadere dopo nella critica uno dell’altro, nei “partiti” dentro il presbiterio, e tutto questo. Questo si impara, in un seminario. E poi, la vita apostolica. Ogni seminario ha la pratica propria della vita apostolica. Di solito, il fine settimana vanno in parrocchia: questo è molto importante, perché la vita apostolica ti dà anche questa capacità, “l’odore delle pecore” di cui tu parlavi. Ti dà la capacità di situarti nella realtà. E forse ti tocca andare con un parroco nevrotico, in una parrocchia dove ci sono dei problemi, e tu vedrai come gestire questo. E la gente delle parrocchie dove voi andate vi conosce meglio – a volte – dei superiori. La mia esperienza: quando chiedevo informazioni per promuovere uno agli ordini, sia al diaconato sia al presbiterato, quando ero gesuita, chiedevo ai fratelli coadiutori, a tanti ma sempre ai fratelli coadiutori e alla gente della parrocchia; e le migliori informazioni non mi venivano dai professori: erano buone, ma le migliori venivano dai fratelli coadiutori e dalle donne delle parrocchie. È curioso: hanno il fiuto. Ricordo un caso, un bravo ragazzo, intelligente, che doveva essere ordinato diacono, questo lo ricordo bene. Una donna della parrocchia mi disse: “Io lo farei aspettare un po’ perché è bravo, ha tutte le qualità, ma c’è qualcosa che non mi convince”. Basta. E un fratello coadiutore mi ha detto: “Padre, lo faccia aspettare un anno, non gli farà male”. Gli altri, a tutto incenso. Ho seguito quella strada, e dopo quattro mesi se n’è andato di sua volontà: era scoppiata una crisi. Questo è importante. Il popolo di Dio ti capisce bene. Dunque, la formazione in seminario ha quattro cose: la formazione spirituale dev’essere seria, direzione spirituale seria; formazione intellettuale seria, non da manuale; formazione comunitaria tra i seminaristi; e formazione apostolica.

CALENDARIO

5 LUNES DE LA II SEMANA DE ADVIENTO, feria 

Misa de feria (morado). 
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. I o III Adv. 
LECC.: vol. II. 
- Is 35, 1-10. Dios viene en persona y os salvará. 
- Sal 84. R. He aquí nuestro Dios; viene en persona y nos salvará. 
- Lc 5, 17-26. Hoy hemos visto maravillas. 

Liturgia de las Horas: oficio de feria. 

Martirologio: elogs. del 6 de diciembre, pág. 707. 
CALENDARIOS: Arzobispado Castrense-Arma de Artillería; Cuerpo de Ingenieros Politécnicos del Ejército de Tierra (Armamento, Escala Superior y mecánica y Química de la Escala Técnica): Santa Bárbara (S-trasladada). 
Instituto Voluntarias de Don Bosco: Beato Felipe Rinaldi, presbítero (F). Familia Salesiana: (MO). 
Valencia: San Mauro, mártir (MO). 
Siervas de María, Ministras de los Enfermos: Beatas Aurelia Arambarri Fuente y compañeras, mártires (MO). 
Jaén: San Nicolás, obispo (ML). 
Benedictinos, O. Cist. y OCSO: San Sabas, abad (ML). 
Carmelitas Descalzos: Beato Bartolomé Fanti, presbítero (ML)

TEXTOS MISA

Lunes de la II Semana de Adviento

Antífona de entrada Cfr Jr 31, 10; Is 35, 4
Escuchad, pueblos, la palabra del Señor; anunciadla en los confines de la tierra: he aquí nuestro Salvador que viene, no temáis.
Audíte verbum Dómini, gentes, et annuntiáte illud in fínibus terrae: Ecce Salvátor noster advéniet, et iam nolíte timére.

Oración colecta
Dirige hacia ti nuestras súplicas, Señor, para que los deseos de servirte con total pureza nos conduzcan hasta el gran misterio de la encarnación de tu Unigénito. Él, que vive y reina contigo.
Dirigátur, quaesumus, Dómine, in conspéctu tuo nostrae petitiónis orátio, ut ad magnum incarnatiónis Unigéniti tui mystérium nostrae vota servitútis illibáta puritáte pervéniant. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Lunes de la II semana de Adviento, feria (Lec. II).

PRIMERA LECTURA Is 35, 1-10
Dios viene en persona y os salvará
Lectura del libro de Isaías.

El desierto y el yermo se regocijarán, se alegrará la estepa y florecerá como flor de narciso, festejará con gozo y cantos de júbilo.
Le ha sido dada la gloria del Líbano, el esplendor del Carmelo y del Sarón.
Contemplarán la gloria del Señor, la majestad de nuestro Dios.
Fortaleced las manos débiles, afianzad las rodillas vacilantes; decid a los inquietos: «Sed fuertes, no temáis.
¡He aquí vuestro Dios! Llega el desquite; la retribución de Dios.
Viene en persona y os salvará».
Entonces se despegarán los ojos de los ciegos, los oídos de los sordos se abrirán; entonces saltará el cojo como un ciervo, y cantará la lengua del mudo, porque han brotado aguas en el desierto y corrientes en la estepa.
El páramo se convertirá en estanque, el suelo sediento en manantial.
En el lugar donde se echan los chacales habrá hierbas, cañas y juncos.
Habrá un camino recto.
Lo llamarán «Vía Sacra».
Los impuros no pasarán por él.
Él mismo abre el camino para que no se extravíen los inexpertos.
No hay por allí leones, ni se acercarán las bestias feroces.
Los liberados caminan por ella y por ella retornan los rescatados del Señor.
Llegarán a Sión con cantos de júbilo: alegría sin límite en sus rostros.
Los dominan el gozo y la alegría.
Quedan atrás la pena y la aflicción.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 84, 9abc y 10. 11-12.13-14 (R.: is 35, 4ce)
R. He aquí nuestro Dios; viene en persona y nos salvará.
Ecce Deus noster véniet et salvábit nos.

V. Voy a escuchar lo que dice el Señor:
«Dios anuncia la paz
a su pueblo y a sus amigos».
La salvación está cerca de los que lo temen,
y la gloria habitará en nuestra tierra.
R. He aquí nuestro Dios; viene en persona y nos salvará.
Ecce Deus noster véniet et salvábit nos.

V. La misericordia y la fidelidad se encuentran,
la justicia y la paz se besan;
la fidelidad brota de la tierra,
y la justicia mira desde el cielo.
R. He aquí nuestro Dios; viene en persona y nos salvará.
Ecce Deus noster véniet et salvábit nos.

V. El Señor nos dará la lluvia,
y nuestra tierra dará su fruto.
La justicia marchará ante él,
Y sus pasos señalarán el camino.
R. He aquí nuestro Dios; viene en persona y nos salvará.
Ecce Deus noster véniet et salvábit nos.

Aleluya
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Mirad, el Rey viene, el Señor de la tierra, y él romperá el yugo de nuestra cautividad. R.
Ecce véniet Rex, Dóminus terræ, et ipse áuferet iugum captivitátis nostræ.

EVANGELIO Lc 5, 17-26
Hoy hemos visto maravillas
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

Un día, estaba Jesús enseñando, y estaban sentados unos fariseos y maestros de la ley, venidos de todas las aldeas de Galilea, Judea y Jerusalén. Y el poder del Señor estaba con él para realizar curaciones.
En esto, llegaron unos hombres que traían en una camilla a un hombre paralítico y trataban de introducirlo y colocarlo delante de él. No encontrando por donde introducirlo, a causa del gentío, subieron a la azotea, lo descolgaron con la camilla a través de las tejas, y lo pusieron en medio, delante de Jesús. Él, viendo la fe de ellos, dijo:
«Hombre, tus pecados están perdonados».
Entonces se pusieron a pensar los escribas y los fariseos:
«¿Quién es éste que dice blasfemias? ¿Quién puede perdonar pecados sino sólo Dios?».
Pero Jesús, conociendo sus pensamientos, respondió y les dijo:
«¿Qué estáis pensando en vuestros corazones? ¿Qué es más fácil, decir: “Tus pecados te son perdonados”, o decir: “Levántate y echa a andar”? Pues, para que veáis que el Hijo del hombre tiene poder en la tierra para perdonar pecados -dijo al paralítico-: “A ti te lo digo, ponte en pie, toma tu camilla y vete a tu casa”».
Y, al punto, levantándose a la vista de ellos, tomó la camilla donde había estado tendido y se marchó a su casa dando gloria a Dios
El asombro se apoderó de todos y daban gloria a Dios. Y, llenos de temor, decían:
«Hoy hemos visto maravillas.»

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Homilía en santa Marta 10-diciembre-2018
La fe infunde valentía y es el camino para tocar el corazón de Jesús. Hemos pedido la fe en el misterio de Dios hecho hombre. La fe también hoy, en el Evangelio, hace ver cómo toca el corazón del Señor. El Señor tantas veces vuelve a la catequesis de la fe, insiste. "Viendo la fe de ellos", dice el Evangelio. Jesús vio aquella fe, porque hace falta valor para hacer un agujero en el techo y descolgar una camilla con el enfermo…, hace falta valor. ¡Esa gente tenía fe! Sabían que si el enfermo llegaba ante Jesús, sería curado. (...) Con la fe todo es posible. Hoy hemos pedido esta gracia: en esta segunda semana de Adviento, prepararnos con fe para celebrar la Navidad. Es verdad que la Navidad –lo sabemos todos– muchas veces se celebra no con tanta fe, se celebra incluso mundanamente o paganamente; pero el Señor nos pide hacerlo con fe y nosotros, en esta semana, debemos pedir esta gracia: poder celebrarla con fe. No es fácil proteger la fe, no es fácil defender la fe: no es fácil.

Oración de los fieles
Oremos al Señor, nuestro Dios, que hace maravillas por nosotros.
- Por el papa, los obispos y sacerdotes, ministros de la reconciliación, para que en el ejercicio del poder de perdonar, recibido de Cristo, sean imagen viva del amor misericordioso del Padre. Roguemos al Señor.
- Por los gobernantes, para que trabajen en favor de la paz y de la justicia. Roguemos al Señor.
- Por todos los enfermos, para que sean curados en el cuerpo y en el espíritu y den gloria a Dios. Roguemos al Señor.
- Por todos nosotros, para que la esperanza en la próxima venida del Señor nos fortalezca en el bien. Roguemos al al Señor.
Que tu justicia, Señor, marche delante de nosotros, y sigamos el camino de salvación que tú nos señalas. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Acepta, Señor, los dones que te ofrecemos, escogidos de los bienes que hemos recibido de ti, y lo que nos concedes celebrar con devoción durante nuestra vida mortal sea para nosotros premio de tu redención eterna. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Súscipe, quaesumus, Dómine, múnera quae de tuis offérimus colláta benefíciis, et, quod nostrae devotióni concédis éffici temporáli, tuae nobis fiat praemium redemptiónis aetérnae. Per Christum.

PREFACIO I DE ADVIENTO
LAS DOS VENIDAS DE CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
Quien, al venir por vez primera en la humildad de nuestra carne, realizó el plan de redención trazado desde antiguo y nos abrió el camino de la salvación eterna, para que cuando venga de nuevo en la majestad de su gloria, revelando así la plenitud de su obra, podamos recibir los bienes prometidos que ahora, en vigilante espera, confiamos alcanzar.
Por eso, con los ángeles y arcángeles, tronos y dominaciones, y con todos los coros celestiales, cantamos sin cesar el himno de tu gloria:
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptae, dispositiónis antíquae munus implévit, nobísque salútis perpétuae trámitem reserávit: ut, cum secúndo vénerit in suae glória maiestátis, manifésto demum múnere capiámus, quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:
Santo, santo Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de comunión Cf. Sal 105, 4-5; Is 38, 3
Ven, Señor, a visitarnos con tu paz para que nos alegremos delante de ti con un corazón íntegro.
Veni, Dómine, visitáre nos in pace, ut laetémur coram te corde perfécto.

Oración después de la comunión
Fructifique en nosotros, Señor, la celebración de estos sacramentos, con los que tú nos enseñas, ya en este mundo que pasa, a descubrir el valor de los bienes del cielo y a poner en ellos nuestro corazón. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Prosint nobis, quaesumus, Dómine, frequentáta mystéria, quibus nos, inter praetereúntia ambulántes, iam nunc instítuis amáre caeléstia et inhaerére mansúris. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 6 de diciembre
S
an Nicolás, obispo
 de Mira, en Licia, actual Turquía, actual famoso por su santidad y por su intercesión ante el trono de la divina gracia. (s. IV)
2. En Roma, conmemoración de santa Asela, virgen, que, como escribe san Jerónimo, vivió hasta la ancianidad dedicada a los ayunos y oraciones. (c. 385)
3. En el norte de África, conmemoración de los santos mártires* que, bajo la persecución vandálica en tiempo de Hunerico, rey arriano, por defender la fe católica, sufrieron gravísimas e innumerables torturas. De entre el grupo hay que recordar a Dionisia y a su hijo Mayórico, quien, siendo adolescente y temiendo los tormentos, fortalecido por las miradas y palabras de su madre fue el más fuerte de todos, y entregó el alma en medio de las torturas. (484)
*Entre ellos hay que recordar: san Emilio, médico, Dativa, Leoncia, Tercio, Bonifacio Sibidense, Servio y Victoriosa.
4* En Brescia, en la región de Lombardía, en la actual Italia, san Obicio, que, siendo soldado de caballería se convirtió a Dios, abrazó una vida de penitencia y distribuyó sus bienes para utilidad pública. (1204)
5*. En Granada, en España, beato mártir Pedro Pascual, obispo de Jaén, de la Orden Nuestra Señora de la Merced, el cual, mientras visitaba a su grey para exhortarla a la defensa de la fe, fue capturado por los moriscos y murió en la cárcel. (1300)
6. En Hai-Duong, en Tonkín, hoy Vietnam, san José Nguyen Duy Khang, mártir, que, siendo catequista y compañero de viaje del santo obispo Jerónimo Hermosilla, fue apresado junto con él durante la persecución bajo el emperador Tu Duc, y padeció flagelación y cárcel, para, finalmente, ser decapitado. (1861)
7*. En la localidad de Picadero de Paterna, en la región de Valencia, en España, beata Luisa María Frías Cañizares, virgen y mártir, que en tiempo de persecución contra la Iglesia consiguió en la lucha el gozo eterno de la fe. (1936)
- Beato János Scheffler (1887- Bucarest, Rumania, 1952). Obispo de Satu Mare y mártir, perseguido por el régimen comunista a causa de su fe.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.