Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

lunes, 1 de agosto de 2022

Lunes 5 septiembre 2022, Lunes de la XXIII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa por los sacerdotes)

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARROCI E AL CLERO DI ROMA

Giovedì, 17 febbraio 1983

1. Pur avendo a disposizione un testo già preparato, non vorrei utilizzarlo, ma “reagire” brevemente alle voci che abbiamo sentito e ai temi che sono stati posti dinanzi a noi.

Parliamo innanzitutto della famiglia. Io porto ancora nei miei occhi e nelle mie orecchie il Sinodo dei Vescovi del 1980, una grande esperienza pastorale nella dimensione della Chiesa universale. Paolo VI disse una volta che per lui partecipare a queste riunioni plenarie del Sinodo contava più di molte letture e di altri atti del pontificato, perché poteva conoscere la Chiesa così come essa vive, la Chiesa nella sua esperienza vissuta. Qui noi abbiamo oggi una circostanza e una opportunità simile: la Chiesa romana, come un’esperienza vissuta, si svela e si dimostra tramite voi, le vostre voci e i vostri interventi. Una grande ricchezza: molte constatazioni, molte domande, molti incoraggiamenti, molte esperienze particolari, molti suggerimenti.

Tutto questo si doveva notare per avere il senso pieno e completo della ricchezza di questo incontro e io devo dire che preferisco questo modo di incontrare il clero di Roma: ascoltandolo. Naturalmente il dovere del Vescovo è anche quello di parlare al clero così come ai fedeli, a tutta la Chiesa. Ma ascoltare vuol dire anche parlare, sia pure in un altro senso, perché nella Chiesa vi è la comunione e la prima realtà della comunione è l’ascolto, come punto di partenza delle proprie parole.

Vi ringrazio per tutte queste osservazioni, domande, suggerimenti. Molti di questi, è vero, sono andati fuori dei due temi previsti, ma tutti appartengono a questa realtà alla quale io sono tanto profondamente legato, cioè alla Chiesa di Roma.

2. Tornando ancora al Sinodo del 1980, voglio riferirmi al documento che scaturì da quel Sinodo, la Familiaris Consortio. Si deve dire che il problema della famiglia nell’ultimo Sinodo non fu soltanto discusso, studiato, affrontato; esso fu anche in un certo senso sofferto. Questo perché c’è una realtà umana, la famiglia, che da una parte ci affascina con la sua bellezza e con la sua grandezza se si guarda all’ideale, al disegno divino della famiglia che noi dobbiamo predicare e proporre al nostri fratelli e alle nostre sorelle. Dall’altra parte, tale realtà, la famiglia, ci fa soffrire quando si guarda alle diverse esperienze umane, alle varie difficoltà e ai molteplici conflitti. Non vorrei soffermarmi troppo su questo punto, ma vorrei dire solamente che il documento, la Familiaris Consortio, che è uscito da quel Sinodo, costituisce veramente l’“abc” della pastorale della famiglia, e deve essere assiduamente letto e studiato. Si deve fare una lettura di questo documento. Penso infatti che una efficace pastorale della famiglia, in ogni diocesi, e poi in ogni parrocchia, consista nella sempre più approfondita lettura della Familiaris Consortio. Lettura non soltanto nel senso meccanico e intellettuale della parola, ma lettura pastorale, lettura tramite un certo compito, il compito pastorale.

Questo compito pastorale è affidato alla Chiesa, è affidato a noi. Per la famiglia, questo compito è affidato a lei stessa, ma con il nostro aiuto: noi dobbiamo aiutare la famiglia ad essere evangelizzatrice di se stessa, apostola di se stessa, catechista di se stessa, guida di se stessa. Il programma fondamentale della pastorale della famiglia è questo: aiutare la famiglia ad essere lei stessa a svolgere quei compiti, a scoprire la sua identità umana e cristiana, a scoprire la sua vocazione. Tutto questo si trova nella Familiaris Consortio e noi dobbiamo sempre guardare - ai diversi livelli della Chiesa di Roma, a cominciare dal centri del Vicariato per passare poi alle prefetture, alle parrocchie e alle altre comunità responsabili - noi dobbiamo sempre guardare e seguire la dottrina della Familiaris Consortio nella sua integrità: tutti i problemi, tutti i principi morali che vi si trovano, tutta la dottrina dogmatica ed etica che è espressa in questo documento. E poi dobbiamo cercare le strade e i modi per affrontare questi problemi: come affrontarli noi e che cosa fare per rendere la famiglia soggetto attivo di questo apostolato, di questa missione, di questa pastorale.

Certamente - e questa è una idea della Familiaris Consortio - l’apostolato della famiglia si fa tramite la famiglia; famiglia per famiglia, ogni famiglia per se stessa e ciascuna per le altre. Il nostro compito è di suscitare tutto questo, evocare questo, assecondare questo. In questo senso noi possiamo salutare i genitori, gli sposi, le comunità familiari a vivere profondamente questo magnifico disegno di Dio sulla famiglia.

3. Sul tema dell’Anno Santo della Redenzione ho ascoltato con grande interesse i diversi interventi. Ho visto che ci sono molte esperienze, molte idee, molti suggerimenti su come vivere l’Anno Santo a Roma. C’è tutta una potenzialità pastorale, una creatività pastorale, che si dimostra tramite le vostre voci e devo dire che ho ascoltato tutti gli interventi con grandissimo interesse; ho imparato molto perché tra i componenti di questa assemblea vi sono persone che hanno vissuto l’Anno Santo del 1933 e anche l’Anno Santo del 1925. Ma noi dobbiamo vivere l’Anno Santo 1983, con l’esperienza del nostro tempo, approfittando delle esperienze passate.

Non vorrei entrare nei particolari - perché per la diocesi di Roma c’è un comitato che si occupa di questi problemi e spero che esso proporrà un programma adeguato -, ma vorrei dire che l’Anno Santo della Redenzione, così come è programmato nei documenti di partenza e particolarmente nella Bolla d’indizione, è visto soprattutto come una realtà ordinaria vissuta in modo straordinario, per la circostanza del “kairós”, per la circostanza dell’anno. Penso che il principio deve essere questo: l’Anno Santo deve essere vissuto dal basso, non dall’alto. Non si deve partire dalle grandi celebrazioni papali: sì, il Papa serve tutti. Ma l’Anno Santo deve essere vissuto cominciando dalla parrocchia. Questo si è cercato di sottolinearlo nei documenti, nella Bolla, nelle allocuzioni, e io intendo sottolinearlo anche nella lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo. Si deve partire dalla base della parrocchia: la parrocchia deve vivere l’Anno Santo in se stessa, anche se, naturalmente, in relazione con la diocesi, in relazione con la Chiesa di Roma, ma partendo da se stessa, dalla sua propria sostanza.

Non è un progetto straordinario o progetto di una cosa che rimane supplementare; al contrario, deve essere inquadrato nella vita della parrocchia, deve emergere dalla vita della parrocchia e manifestarsi nella sua vita ordinaria. Così io vedo l’Anno Santo in Roma, celebrato nelle 310 parrocchie, come Anno Santo delle parrocchie. Qui a Roma, naturalmente, abbiamo speciali punti di riferimento: le basiliche, San Pietro, il Papa, la Porta Santa; tutte le ricchezze e tesori che ci provengono dal passato e che appartengono alla realtà dell’Anno Santo. Queste ricchezze avranno la loro propria vita nella Chiesa di Roma, nella diocesi di Roma, se ci saranno tanti Anni Santi, tanti Giubilei, quante sono le parrocchie. Poi tutte queste parrocchie confluiranno in quei punti di riferimento e così potremo dire che la nostra diocesi, Roma, ha vissuto l’Anno Santo e così vedo l’Anno Santo vissuto in ogni diocesi del mondo.

Se in questo momento io non fossi Vescovo di Roma e fossi Vescovo di Cracovia, cercherei di organizzare così, di realizzare così: passando per le parrocchie. Tante parrocchie, tante celebrazioni o tante esperienze vissute dell’Anno giubilare della Redenzione.

4. Voglio ringraziarvi per l’opportunità che mi avete offerta oggi di incontrarmi con la vostra comunità, con il presbiterio di Roma. Devo sottolineare che per me è molto prezioso ogni incontro con la mia Chiesa, la Chiesa di Roma, con ogni parrocchia di Roma; è preziosa ogni visita pastorale che cerco di compiere quando è possibile, come preziosi sono tutti gli altri incontri e le altre esperienze fatte con i fedeli, con i sacerdoti, con i religiosi e le religiose della diocesi di Roma.

Roma è una diocesi molto ricca e quando la diocesi è ricca, il Vescovo deve essere molto povero per poter affrontare questa ricchezza. Penso che tra tutti i Vescovi del mondo, il più povero deve essere il Papa, perché la sua diocesi è così ricca.

CALENDARIO

5 LUNES DE LA XXIII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- 1 Cor 5, 1-8.
Barred la levadura vieja; porque ha sido inmolada nuestra víctima pascual: Cristo.
- Sal 5. R. Señor, guíame con tu justicia.
- Lc 6, 6-11. Estaban al acecho para ver si curaba en sábado.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 6 de septiembre, pág. 536.
CALENDARIOS: Misioneras de la Caridad: Santa Teresa de Calcuta, virgen (F).
Marianistas: Reina de los Apóstoles (MO).
Sociedad del Divino Salvador (Salvatorianos): Beata María de los Apóstoles (ML).
Canónigos Regulares de Letrán: Aniversario de los religiosos, parientes y bienhechores difuntos.
Dominicos: Aniversario de los amigos y bienhechores.
Urgell: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Joan Enric Vives Sicilia, arzobispo-obispo (1993).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXIII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa por los sacerdotes:
Por los sacerdotes

Antífona de entrada Cf. Lc 4, 18
El Espíritu del Señor está sobre mí, porque él me ha ungido. Me ha enviado a evangelizar a los pobres, sanar a los contritos de corazón y poner en libertad a los oprimidos.
Spíritus Dómini super me, propter quod unxit me, evangelizáre paupéribus misit me, sanáre contrítos corde, dimíttere confráctos in remissiónem.

Monición de entrada
En esta misa pediremos especialmente por los sacerdotes, que participan en el único sacerdocio de Cristo, para que sigan siempre el ejemplo del Buen Pastor, que no vino a ser servido, sino a servir, y a dar la vida por las ovejas, como acto supremo de servicio.

Oración colecta
Oh, Dios, que constituiste a tu Unigénito sumo y eterno sacerdote, te rogamos que cuantos él eligió como ministros y administradores de tus misterios, sean hallados fieles en el cumplimiento de su servicio. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui Unigénitum tuum summum aeternúmque constituísti sacerdótem, praesta, ut, quos minístros tuorúmque mysteriórum dispensatóres elégit, in accépto ministério adimpléndo fidéles inveniántur. Per Dóminum.
O bien:
Señor Dios nuestro, que para regir a tu pueblo has querido servirte del ministerio de los sacerdotes, concédeles perseverar al servicio de tu voluntad, para que, en su ministerio y en su vida, puedan buscar tu gloria en Cristo. Él, que vive y reina contigo.
Dómine Deus noster, qui in regéndo pópulo tuo ministério úteris sacerdótum, tríbue illis perseverántem in tua voluntáte famulátum, ut ministério atque vita tuam váleant in Christo glóriam procuráre. Qui tecum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Lunes de la XXIII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par)

PRIMERA LECTURA 1 Cor 5, 1-8
Barred la levadura vieja; porque ha sido inmolada nuestra víctima pascual: Cristo

Lectura de la primera carta del apóstol san Pablo a los Corintios.

Hermanos:
Se oye decir en todas partes que hay entre vosotros un caso de inmoralidad; y una inmoralidad tal que no se da ni entre los gentiles: uno convive con la mujer de su padre.
¿Y vosotros seguís tan ufanos?
Estaría mejor ponerse de luto y expulsar de entre vosotros al que ha hecho eso.
Pues lo que es yo, ausente en el cuerpo, pero presente en espíritu, ya he tomado una decisión como si estuviera presente:
reunidos vosotros en el nombre de nuestro Señor Jesús, y yo presente en espíritu, con el poder de nuestro Señor Jesús entregar al que ha hecho eso en manos de Satanás; para destrucción de la carne, a fin de que el espíritu se salve en el día del Señor.
Ese orgullo vuestro no tiene razón de ser.
¿No sabéis que un poco de levadura fermenta toda la masa? Barred la levadura vieja para ser una masa nueva, ya que sois panes ácimos.
Porque ha sido inmolada nuestra víctima pascual: Cristo.
Así, pues, celebremos la Pascua, no con levadura vieja (levadura de corrupción y de maldad), sino con los panes ácimos de la sinceridad y la verdad.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 5, 5-6a. 6b-7. 12 (R.: 9a)
R.
 Señor, guíame con tu justicia.
Dómine, deduc me in iustítia tua.

V. Tú no eres un Dios que ame la maldad,
ni el malvado es tu huésped,
ni el arrogante se mantiene en tu presencia.
R. Señor, guíame con tu justicia.
Dómine, deduc me in iustítia tua.

V. Detestas a los malhechores,
destruyes a los mentirosos;
al hombre sanguinario y traicionero
lo aborrece el Señor.
R. Señor, guíame con tu justicia.
Dómine, deduc me in iustítia tua.

V. Que se alegren los que se acogen a ti,
con júbilo eterno;
protégelos, para que se llenen de gozo
los que aman tu nombre.
R. Señor, guíame con tu justicia.
Dómine, deduc me in iustítia tua.

Aleluya Jn 10, 27
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Mis ovejas escuchan mi voz -dice el Señor-, y yo las conozco, y ellas me siguen. R.
Oves meæ vocem meam áudiunt, dicit Dóminus; et ego cognósco eas, et sequúntur me.

EVANGELIO Lc 6, 6-11
Estaban al acecho para ver si curaba en sábado
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

Un sábado, entró Jesús en la sinagoga y se puso a enseñar. Había allí un hombre que tenía la mano derecha paralizada.
Los escribas y los fariseos estaban al acecho para ver si curaba en sábado, y encontrar de qué acusarlo.
Pero él conocía sus pensamientos y dijo al hombre de la mano atrofiada:
«Levántate y ponte en medio».
Y, levantándose, se quedó en pie.
Jesús les dijo:
«Os voy a hacer una pregunta: ¿Qué está permitido en sábado?, ¿hacer el bien o el mal, salvar una vida o destruirla?».
Y, echando en tomo una mirada a todos, le dijo:
«Extiende tu mano».
Él lo hizo y su mano quedó restablecida.
Pero ellos, ciegos por la cólera, discutían qué había que hacer con Jesús.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Ambrosio, Catena aurea, ad loc.
Ya has oído al que dice estas palabras: "Extiende tu mano": esta medicina es común y general; y tú que crees tener buena la mano, evita que se te seque por la avaricia o por el sacrilegio. Extiéndela muchas veces, favoreciendo a tu prójimo, y dispensando tu protección a la viuda; defiende de cualquier injuria a quien veas sufrir bajo el peso de la calumnia, extiende también tu mano al pobre que te pide; extiéndela también al Señor, pidiéndole el perdón de tus pecados. Así es como debe extenderse la mano, y así es como se cura. 

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXXII

Con la confianza de hijos que suscita en nuestros corazones el Espíritu de Cristo, elevemos la oración común a Dios Padre misericordioso.
- Para que la Iglesia sea siempre más comunidad de fe, de oración y de caridad. Oremos al Señor.
- Para que no falten nunca hombres y mujeres disponibles para acoger la llamada de Dios y ponerse al servicio de sus hermanos. Oremos al Señor.
- Para que los violentos dejen caer las armas, y todas las naciones de la tierra sean lugares de convivencia pacífica y cordial. Oremos al Señor.
- Para que el Espíritu del Señor conceda salud a los enfermos, consuelo a los tristes, esperanza y paz a todo el mundo. Oremos al Señor.
Oh Padre, fuente de todo bien, te hemos expuesto con humilde confianza nuestras intenciones; escucha benigno nuestra oración, movido por tu inmensa bondad. Te lo pedimos por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa votiva:
Oración de los fieles
Jesucristo, el sumo Sacerdote de la nueva Alianza, presenta al padre nuestras oraciones. Nos unimos a él, y decimos:
R. Escúchanos, Señor.
- Por la Iglesia, para que no le falten nunca sacerdotes que hagan presente a Cristo en las parroquias y demás comunidades cristianas, y atiendan con celo apostólico y caridad pastoral las necesidades de los hermanos. Oremos. R.
- Por nuestro obispo N. y por todos los sacerdotes, para que el Señor conserve en ellos la gracia del Espíritu Santo, para que sirvan con fidelidad a la Iglesia y cuiden del pueblo que tienen encomendado. Oremos. R.
- Por los sacerdotes que sufren por la enfermedad o por otros motivos, para que crezcan en la esperanza en Cristo muerto y resucitado. Oremos. R.
- Por los alejados, para que encuentren sacerdotes que los ayuden a descubrir a Cristo. Oremos. R.
- Por nuestra comunidad cristiana, para que colaboremos con nuestros pastores en el anuncio del Evangelio y en el servicio de la caridad. Oremos. R.
Dios todopoderoso, atiende las oraciones de tus fieles y concede a los sacerdotes la abundancia de tu gracia sacerdotal para el servicio de la Iglesia. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Oh, Dios, tú has querido que tus sacerdotes sean ministros del santo altar y del pueblo, concede propicio, por la eficacia de este sacrificio, que el ministerio de tus siervos te sea siempre grato y dé, en tu Iglesia, frutos que siempre permanezcan. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Deus, qui sacerdótes tuos sacris altáribus tuóque pópulo ministráre voluísti, per huius sacrifícii virtútem concéde propítius, ut eórum servítium tibi iúgiter pláceat, et fructum qui semper manet in Ecclésia tua váleat afférre. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA D 1

Antífona de la comunión Cf. Jn 17, 17-18
Padre santo, santifícalos en la verdad: tu palabra es verdad. Como tú me enviaste al mundo, así yo los envío también al mundo, dice el Señor.
Pater sancte, sanctífica eos in veritáte: sermo tuus véritas est. Sicut tu me misísti in mundum, et ego misi eos in mundum, dicit Dóminus.

Oración después de la comunión
Te pedimos, Señor, que el sacrificio santo que te hemos ofrecido y recibido en comunión llene de vida a tus sacerdotes y a tus fieles, para que, unidos a ti por un amor constante, puedan servir dignamente a tu majestad. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Sacerdótes tuos, Dómine, et omnes fámulos tuos vivíficet divína, quam obtúlimus et súmpsimus, hóstia, ut, perpétua tibi caritáte coniúncti, digne famulári tuae mereántur maiestáti. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 6 de septiembre

1. Conmemoración de san Zacarías, profeta, vaticinador de la vuelta del pueblo desterrado a la tierra de promisión. Anunció al mismo tiempo que un rey pacífico, Cristo el Señor, iba a entrar triunfante en la Ciudad Santa de Jerusalén, lo que se llevó a cumplimiento.
2. Conmemoración también de san Onesíforo, que sirvió muchas veces a san Pablo en Éfeso y, sin avergonzarse de sus cadenas, llegado a Roma, se interesó solícitamente por su suerte. (s. I)
3. Conmemoración de los santos Donaciano, Presidio, Mansueto, Germán y Fúsculo, obispos de Africa, los cuales, en la persecución de los vándalos, siendo rey el arriano Hunerico, fueron cruelísimamente apaleados y desterrados por confesar la verdad católica. También estaba con ellos Leto, obispo de Nepte, en Bizacena, actual Túnez, varón valiente y doctísimo, quien, después de sufrir una larga e inmunda prisión, fue quemado vivo. (s. V)
4. En Spoleto, en la región de Umbría, en la actual Italia, san Eleuterio, abad, cuya sencillez y compunción de espíritu alabó el papa san Gregorio Magno. (s. VI)
5. En Laon, lugar de la Galia, san Cagnoaldo, obispo, discípulo de san Columbano y único ministro ayudante en el eremo cerca de Briançon. (c. 632)
6*. En el litoral de Cumberland, en Inglaterra, santa Bega, monja, cuyo nombre adoptó después la localidad. (c. 660)
7*. En el monasterio de Füssen, en Baviera, en la actual Alemania, san Magno, abad(s. VIII)
8*. En el monasterio cisterciense de Bouchet (o Vauluisant), cerca de Orange, en la Provenza, Francia en la actualidad, memoria del beato Bertrando de Garrigues, presbítero, uno de los primeros discípulos de santo Domingo que fue siempre fiel a sus consignas. (1230)
9*. En Gata de Gorgos, localidad de la provincia de Alicante, en España, beato Diego Llorca Llopis, presbítero y mártir, que testimonió a Cristo en la persecución contra la Iglesia. (1936)
10*. En Carcaixent, en la provincia de Valencia, también en España, beato Pascual Torres Lloret, mártir, padre de familia, que recibió el premio celestial portando la cruz de Cristo. (1936)
11*. En Varsovia, en Polonia, beato Miguel Czartoryski, presbítero de la Orden de Predicadores y mártir, que, tras ser invadida Polonia, su patria, durante la guerra, por mantener su fe fue fusilado en la parroquia del lugar. (1944)
- Beato Olinto Marella (1882- Bolonia 1969). Sacerdote diocesano italiano que ejerció su servicio pastoral en la archidiócesis de Bolonia. Fue compañero de estudios del Papa Juan XXIII en Roma, que lo estimaba mucho y apoyaba sus iniciativas pastorales. Trabajó con los pobres y las personas sin hogar y acumuló fondos para albergues y capillas. Se sentaba en un taburete, en la calle, y predicaba a quienes acudían a escucharle.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.