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sábado, 27 de agosto de 2022

Sábado 1 octubre 2022, Santa Teresa del Niño Jesús, virgen y doctora de la Iglesia, memoria obligatoria.

SOBRE LITURGIA

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA AL CIMITERO ROMANO DEL VERANO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Solennità di Tutti i Santi. Martedì, 1° novembre 1983

“Rallegriamoci tutti nel Signore in questa solennità di tutti i Santi”.

1. Fratelli e sorelle carissimi! Convenuti all’interno di questo sacro recinto per pregare presso le tombe dei nostri amati congiunti, potrebbe a noi sembrare quasi fuori tempo e fuori luogo un tale invito a rallegrarci nel Signore. Oggi, infatti, nella vigilia della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, parrebbe più appropriato aprire l’anima a pensieri austeri e, quindi, anche a sentimenti e ricordi mesti e dolenti.

Eppure, questo è l’invito della Liturgia della Chiesa, e io non esito a ripeterlo ora dinanzi a voi, non senza avvertire che la spirituale letizia, proprio perché incentrata nel Signore, può ben comporsi con quel senso di tristezza che nasce dalla meditazione intorno alla brevità e relatività della vita su questa terra, e anzi di questo naturale e insopprimibile moto dell’umana psicologia essa può divenire come il punto d’arrivo per un arcano processo di sublimazione. Chi crede e spera in Dio - voglio dire - sa trasformare le stesse sofferenze in ragioni di gioia, e sa come e perché nel suo intimo possa svolgersi una tale trasformazione. Proprio adesso ci è stato proposto il Vangelo delle Beatitudini, e Gesù stesso ha preannunciato questo cambiamento, proclamando solennemente: “Beati gli afflitti, perché saranno consolati” (Mt 5, 5)!

2. Il Vangelo delle Beatitudini è stato il codice, al quale si sono ispirati i santi nella loro vita, pur nell’estrema varietà delle circostanze. Ad esso si sono ispirati tutti e ciascuno di “quella moltitudine immensa . . . di ogni nazione, razza, popolo e lingua”, di cui ci ha parlato la prima Lettura (Ap 7, 9). Tutti e ciascuno - uomini e donne, giovani e vecchi, sacerdoti o laici, religiosi e religiose claustrali o viventi nel mondo - hanno preso sul serio le programmatiche enunciazioni di Cristo Signore e, sforzandosi di tradurle nella pratica quotidiana, hanno meritato di ottenere la salvezza e di entrare nel Regno del Padre. Ecco perché leggiamo che “tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello . . . E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello»” (Ap 7, 9-10).

Anche se mi manca il tempo per esaminare ad una ad una le Beatitudini della povertà evangelica, della sofferenza cristianamente accettata, dell’impegno in favore della giustizia e della pace, della purezza di cuore, ecc. (cf. Mt 5, 1-12), non posso non rilevare come per i santi sia stato essenziale, ai fini della loro salvezza eterna, il rapporto di adesione che con esse hanno non solo instaurato a livello concettuale, ma altresì vissuto a livello esistenziale. Fedeli a questi alti insegnamenti di Cristo, i santi hanno così potuto seguirlo come l’Agnello che, dopo essersi immolato al Calvario, è ora assiso nella gloria presso il trono di Dio.

3. Chi sono i santi? Ancora una volta ci risponde il testo sacro odierno: “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap 7, 14).

Queste parole non solo ci confermano la realtà di quel passaggio dal dolore alla gioia, del quale ho parlato all’inizio, ma assumono un significato del tutto particolare nel contesto dell’Anno Santo della Redenzione, che si sta celebrando in tutta quanta la Chiesa. Quest’Anno Santo vuol dire, essenzialmente, attingere ai tesori inesauribili del mistero della Redenzione. E che cos’è quel “lavare le vesti e renderle candide col sangue dell’Agnello” se non attingere a questi stessi tesori? Non è forse vero - come canta l’Inno pasquale - che “l’Agnello ha redento il suo gregge”? Ecco allora che i santi, oltre che essere per noi modelli delle virtù evangeliche, quali sono proposte nelle singole Beatitudini, sono persone che più pienamente hanno attinto alle “risorse” della Redenzione di Cristo e, partecipi del “candore” dell’Agnello, ci precedono nella celebrazione della liturgia celeste, che si svolge “davanti al trono e davanti all’Agnello”.

Quante volte, cari fratelli e sorelle, abbiamo sentito parlare della “comunione dei santi”? Comunione significa unione intima, che è molto più di un semplice contatto e comunicazione: nel campo soprannaturale, essa esprime l’unione intima che sussiste con coloro che, per il possesso della grazia santificante, sono membra vive della Chiesa e a titolo del tutto speciale, con coloro che, per il possesso della gloria, sono già “beati” nella Chiesa cosiddetta trionfante. A questa realtà della “comunione dei santi” il carattere della Solennità odierna e la circostanza dell’Anno Giubilare devono simultaneamente aprirci. Noi dobbiamo, pertanto, ringraziare i santi, e non già come individui degni, sì, di ammirazione, ma per noi troppo lontani e quasi irraggiungibili nella loro altezza, ma come fratelli che ci sono vicini e vogliono aiutarci nel nostro pellegrinaggio terreno. Come essi, vivendo presso il trono di Dio, accanto all’Agnello redentore, ora partecipano in pienezza ai frutti della Redenzione, così sono in grado di aprirci in modo singolare l’accesso a tali soprannaturali “risorse”. Quella “comunione” esistente tra tutti coloro che appartengono a Cristo, diventa nel caso dei santi un vincolo ancora più stretto e per noi, pellegrini quaggiù, particolarmente fecondo: diventa intercessione, ossia aiuto nelle necessità, difesa dai pericoli, sostegno nell’operare il bene. Accompagnati e come scortati da questa moltitudine immensa di fratelli maggiori, noi dobbiamo accostarci con rinnovata fiducia al trono dov’è l’Agnello immacolato, per far nostri e - direi quasi - “personalizzare” i frutti della Redenzione, che egli ha compiuto con la sua morte e risurrezione.

4. Oggi i santi, domani i morti. Con sapiente intuito pedagogico la Chiesa tiene e mantiene cronologicamente unite queste due ricorrenze, perché, pur preoccupata della sorte degli uomini su questa terra, essa non può assolutamente disattendere o trascurare la loro dimensione ultraterrena. Per questo, come ci ha fatto meditare intorno ai santi, ora ci invita anche a ricordare con devoto pensiero i nostri fratelli defunti. Dirò di più: quella serie di concetti, che ho fin qui sviluppato nel quadro della “comunione dei santi”, può e deve essere riferita - come conviene - ai defunti, poiché anche tra noi e loro vige quel vincolo di unione. E se, seguendo l’esempio dei santi, ho voluto ribadire il nostro comune dovere di attingere alle inesauribili “risorse” della Redenzione di Cristo, desideriamo altresì, oggi e domani specialmente, che ogni frutto di questa nostra partecipazione serva alle anime dei fedeli defunti.

Sapete bene come durante quest’Anno viene elargita una speciale Indulgenza giubilare che - al pari delle altre Indulgenze - può sempre essere applicata ai defunti a modo di suffragio. Questo ho voluto esplicitamente riaffermare nella Bolla di indizione dell’Anno Santo (cf. Giovanni Paolo II, Aperite portas Redemptori, 11), e questo desidero ora raccomandarvi caldamente, additandovi un concreto e prezioso atto di carità verso i defunti, che è ad un tempo esercizio e riprova della “comunione dei santi”.

Che sarebbe, in effetti, il giorno dei morti, se mancasse - tra i vari omaggi umanamente pur tanto apprezzabili e commoventi - questo profumato fiore spirituale che è la preghiera di suffragio? Accanto agli atti tradizionali di devozione per loro io vi indico, in particolare, il dono dell’Indulgenza.

Ecco, mentre si approssima il Vespro in questa giornata solenne, la visione dei santi e dei beati del cielo e con essa l’invito liturgico “a rallegrarci nel Signore” si combinano col ricordo puntuale e dolente dei nostri cari defunti. Ancora una volta noi tutti siamo interiormente sollecitati ad operare una sintesi tra pensieri e sentimenti diversi: le gioie e i dolori possono e debbono armonizzarsi nella superiore, rassicurante serenità della speranza cristiana. E sappiamo che questa è speranza che non confonde (cf. Rm 5, 5).

CALENDARIO

MES DE OCTUBRE
 
1 SÁBADO. Hasta la Hora Nona:
SANTA TERESA DEL NIÑO JESÚS, virgen y doctora de la Iglesia, memoria obligatoria

Misa
de la memoria (blanco).
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Job 42, 1-3. 5-6. 12-17.
Ahora te han visto mis ojos; por eso, me retracto.
- Sal 118. R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
- Lc 10, 17-24. Estad alegres porque vuestros nombres están inscritos en el cielo.
o bien:
cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de la memoria.

Martirologio: elogs. del 2 de octubre, pág. 589.
CALENDARIOS: Carmelitas y Combonianos: Santa Teresa del Niño Jesús, virgen y doctora de la Iglesia (F).
Mallorca: Dedicación de la iglesia-catedral (F).

1 SÁBADO. Después de la Hora Nona:
VIGESIMOSÉPTIMA SEMANA DEL TIEMPO ORDINARIO
Tercera semana del Salterio
Misa
vespertina del XXVII Domingo del tiempo ordinario (verde).
Liturgia de las Horas: I Vísp. del oficio dominical. Comp. Dom. I.

TEXTOS MISA

1 de octubre
Santa Teresa del Niño Jesús, virgen y doctora de la Iglesia
Memoria

Antífona de entrada Cf. Dt 32, 10-12
El Señor la rodeó cuidando de ella, la guardó como a las niñas de sus ojos, como el águila extendió sus alas, la tomó y la llevó sobre sus plumas; el Señor solo la condujo.
Circumdúxit eam Dóminus et dócuit; et custodívit quasi pupíllam óculi sui. Sicut áquila expándit alas suas, et assúmpsit eam, atque portávit in húmeris suis. Dóminus solus dux eius fuit.

Monición de entrada
Hoy es la memoria de santa Teresa del Niño Jesús, virgen y doctora de la Iglesia. Nació en Alençon (Francia) el año 1873. Siendo muy joven entró en el monasterio de las Carmelitas Descalzas de Lisieux y llegó a ser maestra de santidad en Cristo por su inocencia y simplicidad. Enseñó el camino de la vida cristiana por medio de la infancia espiritual, al mismo tiempo que demostró una solicitud misionera por la expansión del conocimiento de Cristo. Su vida terminó cuando tenía veinticinco años de edad, el día 30 de septiembre del año 1897.

Oración colecta
Oh, Dios, que preparas tu reino para los humildes y los sencillos, concédenos seguir confiadamente el camino de santa Teresa del Niño Jesús para que, por su intercesión, nos sea revelada tu gloria eterna. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui regnum tuum humílibus parvulísque dispónis, fac nos beátae Terésiae trámitem prósequi confidénter, ut, eius intercessióne, glória tua nobis revelétur aetérna. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Sábado de la XXVI semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Job 42, 1-3. 5-6. 12-17
Ahora te han visto mis ojos; por eso, me retracto

Lectura del libro de Job.

Job respondió al Señor:
«Reconozco que lo puedes todo,
que ningún proyecto te resulta imposible.
Dijiste:
“¿Quién es ese que enturbia mis designios
sin saber siquiera de qué habla?”.
Es cierto, hablé de cosas que ignoraba,
de maravillas que superan mi comprensión.
Te conocía solo de oídas,
pero ahora te han visto mis ojos;
por eso, me retracto y me arrepiento,
echado en el polvo y la ceniza».
El Señor bendijo a Job al final de su vida más aún que al principio. Llegó a poseer catorce mil ovejas, seis mil camellos, mil yuntas de bueyes y mil borricas.
Tuvo siete hijos y tres hijas: la primera se llamaba Paloma; la segunda, Acacia; y la tercera, Azabache. No había en todo el país mujeres más bellas que las hijas de Job. Su padre las hizo herederas, igual que a sus hermanos.
Job vivió otros ciento cuarenta años, y conoció a sus hijos, a sus nietos y a sus biznietos.
Murió anciano tras una larga vida.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 118, 66. 71. 75. 91. 125. 130 (R.: 135a)
R. 
Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

V. Enséñame la bondad, la prudencia y el conocimiento,
porque me fío de tus mandatos.
R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

V. Me estuvo bien el sufrir,
así aprendí tus decretos.
R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

V. Reconozco, Señor, que tus mandamientos son justos,
que con razón me hiciste sufrir.
R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

V. Por tu mandamiento subsisten hasta hoy,
porque todo está a tu servicio.
R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

V. Yo soy tu siervo: dame inteligencia,
y conoceré tus preceptos.
R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

V. La explicación de tus palabras ilumina,
da inteligencia a los ignorantes.
R. Haz brillar, Señor, tu rostro sobre tu siervo.
Fáciem tuam, Dómine, illúmina super servum tuum.

Aleluya Cf. Mt 11, 25
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Bendito seas, Padre, Señor del cielo y de la tierra, porque has revelado los misterios del reino a los pequeños. R.
Benedíctus es, Pater, Dómine cæli et terræ, quia mystéria regni párvulis revelásti.

EVANGELIO Lc 10, 17-24
Estad alegres porque vuestros nombres están inscritos en el cielo
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, los setenta y dos volvieron con alegría diciendo:
«Señor, hasta los demonios se nos someten en tu nombre». Jesús les dijo:
«Estaba viendo a Satanás caer del cielo como un rayo. Mirad:
os he dado el poder de pisotear serpientes y escorpiones y todo poder del enemigo, y nada os hará daño alguno.
Sin embargo, no estéis alegres porque se os someten los espíritus; estad alegres porque vuestros nombres están inscritos en el cielo».
En aquella hora, se llenó de alegría en el Espíritu Santo y dijo:
«Te doy gracias, Padre, Señor del cielo y de la tierra, porque has escondido estas cosas a los sabios y entendidos, y las has revelado a los pequeños.
Sí, Padre, porque así te ha parecido bien.
Todo me ha sido entregado por mi Padre, y nadie conoce quién es el Hijo sino el Padre; ni quién es el Padre sino el Hijo y aquel a quien el Hijo se lo quiera revelar».
Y, volviéndose a sus discípulos, les dijo aparte:
«¡Bienaventurados los ojos que ven lo que vosotros veis! Porque os digo que muchos profetas y reyes quisieron ver lo que vosotros veis, y no lo vieron; y oír lo que vosotros oís, y no lo oyeron».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Ángelus 7-julio-2013
Dice el Evangelio que estos setenta y dos regresaron de su misión llenos de alegría, porque habían experimentado el poder del Nombre de Cristo contra el mal. Jesús lo confirma: a estos discípulos Él les da la fuerza para vencer al maligno. Pero agrega: "No estéis alegres porque se os someten los espíritus; estad alegres porque vuestros nombres están escritos en el cielo" (Lc 10, 20). No debemos gloriarnos como si fuésemos nosotros los protagonistas: el protagonista es uno solo, ¡es el Señor! Protagonista es la gracia del Señor. Él es el único protagonista. Nuestra alegría es sólo esta: ser sus discípulos, sus amigos. Que la Virgen nos ayude a ser buenos obreros del Evangelio.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario V

Imploremos. hermanos, la piedad de Dios Padre todopoderoso, y pidámosle que escuche nuestra oración.
- Para que conceda a la Iglesia el gozo del Espíritu Santo. Roguemos al Señor.
- Para que dé a los gobernantes el sentido de la justicia, de la libertad y de la paz. Roguemos al Señor.
- Para que otorgue a los pueblos la concordia leal y pacifica. Roguemos al Señor-
- Para que dé a los desterrados el gozo del retorno. Roguemos al Señor.
- Para que a nosotros, su pueblo, nos haga crecer en la fe, nos purifique el corazón y nos abra la puerta del reino eterno. Roguemos al Señor.
Muestra, Padre celestial, tu bondad al pueblo que te suplica, para que reciba sin tardanza lo que pide confiadamente, siguiendo tu inspiración. Jesucristo, nuestro Señor.
R. Amén.

Oración sobre las ofrendas
Señor, al proclamarte admirable en santa Teresa del Niño Jesús, suplicamos humildemente a tu majestad que, así como te agradaron sus méritos, aceptes de igual modo nuestro servicio. Por Jesucristo, nuestro Señor.
In beáta Terésia te, Dómine, mirábilem praedicántes, maiestátem tuam supplíciter exorámus, ut, sicut eius tibi grata sunt mérita, sic nostrae servitútis accépta reddántur offícia. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA IV

Antífona de comunión Cf. Mt 18, 3
Dice el Señor: «si no os convertís y os hacéis como niños, no entraréis en el reino de los cielos».
Dicit Dóminus: Nisi convérsi fuéritis, et efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum caelórum.

Oración después de la comunión
Que los sacramentos que hemos recibido, Señor, enciendan en nosotros la fuerza de aquel amor con el que santa Teresa del Niño Jesús se entregó a ti y anheló obtener tu misericordia para todos los hombres. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Sacraménta quae súmpsimus, Dómine, illíus in nobis vim amóris accéndant, quo beáta Terésia se tibi addíxit, tuámque cúpiit miseratiónem pro ómnibus impetráre. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del día 2 de octubre
M
emoria de los santos Ángeles Custodios, que, llamados ante todo a contemplar en la gloria el rostro del Señor, han recibido también una función en favor de los hombres, de modo que con su presencia invisible, pero solícita, los asistan y aconsejen.
2. En Nicomedia, ciudad de Bitinia, hoy Turquía, san Eleuterio, mártir(s. III/IV)
3. En Numancia, en la Hispania Cartaginense, san Saturio, eremita(606)
4. En Saint-Léger, en el territorio de Arras, en Neustria, actual Francia, muerte de san Leodegario, obispo de Autun, el cual, sometido a varios suplicios y cegado, fue condenado a muerte injustamente por Ebroino, mayordomo de palacio del rey Teodorico. Con él se conmemora la memoria de su hermano Gerino, mártir, que dos años antes, por orden del mismo Ebroino, había sido lapidado. (679-680 y 677)
5*. En Andag, en los bosques de Ardennes, en Austrasia, actualmente Bélgica, san Beregiso, abad, fundador en este lugar un monasterio de canónigos regulares, que él  presidió con fidelidad. (c. 725)
6*. En la Recia, Suiza en la actualidad, san Ursicino, obispo de Chur y primer abad del monasterio de Disentis, que él mismo había fundado. (s. VIII)
7. En Constantinopla, hoy Estambul, en Turquía, conmemoración de san Teófilo, monje, que por defender el culto de las santas imágenes fue torturado cruelmente por el emperador León el Isáurico, y después exiliado. (795)
8*. En Nagasaki, en Japón, beatos Luis Yakichi y Lucía, esposos, junto con sus hijos Andrés y Francisco, mártires, que murieron por Cristo. La madre y los hijos fueron decapitados en presencia del padre, y éste fue quemado vivo. (1622)
9*. En el mar frente a Rochefort, en el litoral norte de Francia, en una vieja nave anclada, beato Jorge Edmundo René, presbítero y mártir, que, siendo canónigo de Vézelay, durante la Revolución Francesa fue encarcelado por su condición de sacerdote y murió víctima de tuberculosis. (1794)
10*. En Lyon, también en Francia, beato Antonio Chevrier, presbítero, que instituyó el Instituto del Prado, para preparar sacerdotes destinados a enseñar la doctrina cristiana a jóvenes pobres. (1879)
11*. En Fianarantsoa, en la isla de Madagascar, beato Juan Beyzym, presbítero de la Orden de la Compañía de Jesús, que ejerció su ministerio entre los leprosos, a los que prodigó una obra de caridad en favor de sus cuerpos y de sus espíritus. (1912)
12*. En el municipio de Castellón de la Plana, en la provincia del mismo nombre de la Región Valenciana, en España, beatos Francisco Carceller, de la Orden de Clérigos Regulares de las Escuelas Pías, e Isidoro Bover Oliver, de la Hermandad de Sacerdotes Operarios Diocesanos, presbíteros y mártires, que, durante la persecución religiosa, fueron fusilados junto al muro del cementerio por quienes odiaban el sacerdocio, y consumaron así su martirio. (1936)
13*. En el lugar de Sax, cerca de Alicante, también en España, beatos Elías y Juan Bautista Carbonell Mollá, presbíteros y mártires, que, siendo hermanos, fueron fusilados en la misma persecución contra la Iglesia. (1936)
14*. En la aldea de Silla, cerca de Valencia, también en España, beata María Guadalupe (María Francisca) Ricart Olmos, religiosa de la Orden de los Siervos de María y mártir, que, en la misma persecución, recibió el martirio por su testimonio en favor de Cristo. (1936)
15*. En la ciudad de Stanislanów, en Polonia, beata María Antonina Kratochwil, virgen, de la Congregación de Hermanas de las Escuelas de Nuestra Señora y mártir, que en tiempo de guerra fue encarcelada por su fe y murió a causa de las torturas soportadas por Cristo. (1942)
- Santa Jeanne Émilie de Villeneuve (1811- Castres 1854). Religiosa, fundadora de la Congregación de las Hermanas de la Inmaculada Concepción de Castres, ha consagrado su vida a Dios y a los pobres, enfermos, encarcelados y marginados, llegando a ser para ellos y para todos signo concreto del amor misericordioso del Señor. Canonizada 2015.
- Beato Szilárd Ignác Bogdánffy (1911- Aiud 1953). Obispo Auxiliar de Satu Mare y Oradea, mártir durante la ocupación comunista en Rumanía. Arrestado, murió por las penosas privaciones en la prisión.

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