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jueves, 18 de agosto de 2022

Jueves 22 septiembre 2022, Jueves de la XXV semana del Tiempo Ordinario, feria o misa por los migrantes (refugiados y exiliados).

SOBRE LITURGIA

SANTA MESSA PER I MALATI E UNZIONE DEGLI INFERMI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Basilica Vaticana - Domenica, 5 giugno 1983

1. Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò timore?

Con queste parole del versetto responsoriale, che riflettono i sentimenti di fiducia nel Signore che animano i partecipanti a questa celebrazione giubilare, rivolgo il mio affettuoso saluto a voi tutti, carissimi fratelli e sorelle ammalati, e a voi tutti che amorevolmente li assistete. È un saluto nel quale vibra una profonda commozione e una sincera gratitudine verso di voi, che siete convenuti così numerosi a prender parte attiva con la vostra presenza, con la solidità della vostra fede, con l’offerta preziosa delle vostre preghiere e, soprattutto, delle vostre sofferenze, all’immolazione incruenta, eppur vera e realissima, di Cristo Gesù sull’altare.

Passando in mezzo a voi ho avvertito una speciale presenza di Cristo, di Cristo che ha sofferto e che ci ha redento con la sua croce. Ecco, questo nostro incontro è veramente pieno del mistero della Redenzione, di quell’evento straordinario compiutosi 1950 anni fa e dal quale è dipesa e dipende la sorte del mondo. La vostra sofferenza vi pone nel cuore di questo mistero: vi pone, dunque, nel cuore del mondo, perché voi siete vicinissimi a Cristo crocifisso.

Guardando a voi, carissimi ammalati qui presenti, il mio pensiero va a tutti coloro che, come voi, sono in questo momento visitati dalla sofferenza. Anche ad essi io desidero rivolgermi, per dir loro il mio affetto e per esprimere la riconoscenza della Chiesa, che vede in essi una porzione eletta del Popolo di Dio in cammino sulle strade della storia verso la dimora beata del cielo.

La sofferenza è infatti una vocazione: è una chiamata ad accettare il peso del dolore per trasformarlo in sacrificio di purificazione e di pacificazione offerto al Padre in Cristo e con Cristo, per la propria ed altrui salvezza.

2. Abbiamo insieme ascoltato la parola del profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore mi ha mandato per consolare tutti gli afflitti” (Is 61, 2). Nella sinagoga di Nazaret, voi lo sapete, Cristo applicò a se stesso tale predizione: lui, mandato dallo Spirito, è il vero consolatore. Lui, il Verbo incarnato, che ha voluto patire e morire in croce, piagato, assetato, dissanguato, lui può capire il vostro stato d’animo, esservi vicino nei momenti bui, dire al vostro cuore la parola che illumina e consola.

Insieme con Cristo, anche il cristiano potrà recare conforto a chi soffre, se sarà mosso dallo Spirito. Può forse bastare una parola semplicemente umana a riaccendere la luce della speranza in un cuore, che il buio della disperazione rischia di inghiottire? No, fratelli e sorelle! È solo lo Spirito del Signore - come ha ricordato il profeta - che manda tutti noi a consolare gli afflitti. La nostra parola di “poveri uomini” certamente sarebbe del tutto insufficiente ed inadeguata se non fosse interiormente rinvigorita dal soffio dello Spirito.

Abbiamo di recente celebrato la solennità della Pentecoste, e portiamo ancora nel cuore l’eco della bella invocazione - una tra tante, e tutte suggestive - che a lui ci fa volgere come all’“ottimo Consolatore”. È lo Spirito, dunque, solo lo Spirito del Padre che dà consistenza a quel poco che noi uomini possiamo fare a consolazione e conforto dei fratelli ammalati e afflitti. Questo, infatti, noi sappiamo di certo e fermamente crediamo sulla parola del Signore Gesù che, sul punto di prender congedo dai suoi dopo l’ultima Cena, promise la venuta di un “altro Consolatore” (cf. Gv 14, 16. 26; 16, 7). E lui invochiamo oggi per voi, carissimi ammalati!

3. Questa consolazione, dono dello Spirito, si sviluppa e trasforma fino a divenire gioia del cuore. Forse sembrerà un paradosso: infatti, come può fiorire il sorriso o la letizia dal dolore o dal travaglio di una carne martoriata?

Solo la fede dà risposta, come ci ha detto nella seconda Lettura l’apostolo san Pietro: con la sua Risurrezione Gesù Cristo ci ha rigenerati a vivente speranza e ci ha assicurato un’eredità inalterabile. Perciò, siamo “ricolmi di gioia, anche se ora dobbiamo essere per un po’ di tempo afflitti”. L’afflizione diventa così una prova permessa da Dio in vista di un bene più grande, essa è fonte di merito, e una breve parentesi, la quale si apre sulla prospettiva della definitiva salvezza, che ci fa “esultare di gioia indicibile e gloriosa” (cf. 1 Pt 1, 3-9).

La malattia, per chi sa accettarla con fede e sopportarla con amore, unisce infatti misticamente a Cristo, “Uomo dei dolori” e diventa strumento prezioso di redenzione per i fratelli. Quale sconfinato orizzonte si apre dinanzi agli occhi di chi, nella fede e nell’amore, sa capire, accettare, offrire! Quale ruolo di decisiva importanza nella storia dell’umanità è attribuito a chi soffre!

In questa prospettiva si capisce, allora, come la fede riesca a conciliare e a far coesistere l’afflizione di un multiforme dolore e la consolazione di un intimo gaudio.

4. Nel testo evangelico, che abbiamo udito, è narrato il miracolo della guarigione del lebbroso (Mt 8, 1-4): “Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi”.

Ciascuno di noi deve far sua questa invocazione: come quel povero infelice, quel reietto della società, si prostrò dinanzi al Signore, così ciascuno di noi deve rivolgersi con fede a lui, medico celeste, che è anche il “Redentore dell’uomo” e ha la virtù di sanare le nostre infermità, varie e diverse, ma in ogni caso reali e urgenti: dalle malattie fisiche ai mali morali, che sono i peccati.

Riprendendo, pertanto, l’invocazione del lebbroso del Vangelo, noi tutti lo invochiamo:

- innanzitutto, per voi, cari fratelli e sorelle ammalati qui presenti, o che, a motivo della malattia, non avete potuto lasciare il letto del vostro dolore, affinché vi consoli col dono del suo Spirito e vi inondi della sua gioia;

- poi, in particolare per voi, fratelli e sorelle che in questa celebrazione giubilare state per ricevere il Sacramento dell’Unzione degli infermi; la grazia che esso conferisce, vi dia tanta luce, forza e consolazione;

- inoltre, lo pregheremo per coloro che, per vocazione e professione, attendono all’assistenza sanitaria, affinché dia loro la forza quotidiana per un servizio che è sacrificio;

- infine, lo invocheremo per tutti i figli della Chiesa, affinché giungendo loro notizia di questa speciale celebrazione giubilare, ne vogliano cogliere il “valore esemplare” e, quindi, ricordino sempre il dovere di aver cura di quanti sono nell’afflizione, in adempimento del supremo mandato della carità.

Signore Gesù, Medico celeste delle anime e dei corpi, Redentore universale dell’uomo e dell’umanità, accogli queste nostre invocazioni, ed esaudiscile. Amen!

CALENDARIO

22 JUEVES DE LA XXV SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- Ecl 1, 2-11.
Nada hay nuevo bajo el sol.
- Sal 89. R. Señor, tú has sido nuestro refugio de generación en generación.
- Lc 9, 7-9. A Juan lo mandé decapitar yo. ¿Quién es este de quien oigo semejantes cosas?

Liturgia de las Horas:
oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 23 de septiembre, pág. 570.
CALENDARIOS: Girona: San Mateo, apóstol y evangelista (F).
Escolapios: Beatos Dionisio Pamplona, presbítero, y compañeros, mártires (MO).
Familia Salesiana: Beatos José Calasanz Marqués y Enrique Sáiz Aparicio, presbíteros, y compañeros, mártires (MO).
Reparadores: Beato Juan María de la Cruz García Méndez, presbítero y mártir (MO).
Servitas: Dedicación de la basílica de Monte Senario (MO).
Almería: Beata Josefa Ruano García, religiosa y mártir (ML).
Barbastro-Monzón: Beatos José Calasanz, presbítero, y compañeros, mártires, o beatos Dionisio Pamplona, presbítero, y compañeros, mártires (ML).
Burgos: Santa Tecla, virgen y mártir (ML).
Huesca: Beatos José Otín Aquilué, Zacarías Abadía Buesa, presbíteros, y compañeros, mártires o beatos Florentino Felipe Naya, religioso, y compañeros, mártires (ML).
Jaca: Beatos Francisco Bandrés, Alfonso López y compañeros, mártires (ML).
Menorca: Beato José María Castell Camps, presbítero y mártir (ML).
Urgell: Beatos José Batalla, presbítero, y compañeros, mártires (ML). Valencia: Beatos José Aparicio Sanz y compañeros, mártires (ML).
Zaragoza: Beatos Manuel Segura y compañeros, mártires (ML).
Dominicos: Beatos Francisco de Posadas, presbítero, y Marcos de Motena, presbítero, o beatos Jacinto Serrano y compañeros, mártires (ML).
Familia Franciscana: San Ignacio de Santhiá, presbítero (ML).
Hermanitas de los Ancianos Desamparados: Beatas Josefa Ruano y Dolores Puig, mártires (ML).
HH. de las Escuelas Cristianas: Beatos Honorato Andrés, Florencio Martín, Ambrosio León, Bertrán Francisco, Elías Julián, religiosos, y Servando Olivera, presbítero, mártires (ML).
Barcelona: Aniversario de la ordenación episcopal del cardenal Juan José Omella Omella, arzobispo (1996).
Girona: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Carlos Soler Perdigó, obispo, emérito (1991).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXV Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario)

Misa por los migrantes: el domingo se celebra la Jornada mundial del migrante y del refugiado..
Por los prófugos y exiliados

Antífona de entrada Sal 90, 11
A sus ángeles ha dado Dios órdenes para que te guarden en tus caminos.
Angelis suis Deus mandávit de te, ut custódiant te in ómnibus viis tuis.
O bien: Cf. Jer 29, 11-12. 14
Dice el Señor: «Tengo designios de paz y no de aflicción, me invocaréis y yo os escucharé, os congregaré sacándoos de los países y comarcas por donde os dispersé».
Dicit Dóminus: Ego cógito cogitatiónes pacis et non afflictiónis; invocábitis me, et ego exáudiam vos, et redúcam captivitátem vestram de cunctis locis.

Monición de entrada
Son muchos los que, por diversos motivos, se ven obligados, en contra de su deseo, a abandonar el lugar donde tienen sus raíces, su familia, sus amigos, su ambiente propio: prófugos, exiliados, inmigrantes y refugiados. Sintámonos solidarios con la irregularidad de su situación y con el sufrimiento que para ellos comporta la separación y el desarraigo, y encomendémoslos al Señor.

Oración colecta
Oh, Señor, para quien nadie es extraño, y ninguno está lejos de tu protección, mira compasivo a los exiliados y prófugos, a los hombres discriminados y a los niños perdidos, para que se les conceda el regreso a la patria, y a nosotros un amor como el tuyo hacia el pobre y el desterrado. Por nuestro Señor Jesucristo.
Dómine, cui nullus est aliénus, nemo ab opitulatióne longínquus, prófugos et éxsules, segregátos hómines puerósque dispérsos propítius intuére, ut illis réditus in pátriam, nobis erga egénum et ádvenam a te benígnitas tribuátur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Jueves de la XXV semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ecl 1, 2-11
Nada hay nuevo bajo el sol

Lectura del libro del Eclesiastés.

¡Vanidad de vanidades! —dice Qohélet—.
¡Vanidad de vanidades; todo es vanidad!
¿Qué saca el hombre de todos los afanes con que se afana bajo el sol?
Una generación se va, otra generación viene, pero la tierra siempre permanece.
Sale el sol, se pone el sol, se afana por llegar a su puesto, y de allí vuelve a salir. Sopla hacia el sur, gira al norte, gira que te gira el viento, y vuelve el viento a girar. Todos los ríos se encaminan al mar, y el mar nunca se llena; pero siempre se encaminan los ríos al mismo sitio.
Todas las cosas cansan y nadie es capaz de explicarlas. No se sacian los ojos de ver, ni se hartan los oídos de oír.
Lo que pasó volverá a pasar; lo que ocurrió volverá a ocurrir:
nada hay nuevo bajo el sol.
De algunas cosas se dice: «Mira, esto es nuevo». Sin embargo, ya sucedió en otros tiempos, mucho antes de nosotros. Nadie se acuerda de los antiguos, y lo mismo pasará con los que vengan: sus sucesores no se acordarán de ellos.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 89, 3-4. 5-6. 12-13. 14 y 17 (R.: 1bc)
R.
 Señor, tú has sido nuestro refugio de generación en generación.
Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne in generatiónem.

V. Tú reduces el hombre a polvo,
diciendo: «Retornad, hijos de Adán».
Mil años en tu presencia son un ayer, que pasó;
una vela nocturna.
R. Señor, tú has sido nuestro refugio de generación en generación.
Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne in generatiónem.

V. Si tú los retiras
son como un sueño,
como hierba que se renueva:
que florece y se renueva por la mañana,
y por la tarde la siegan y se seca.
R. Señor, tú has sido nuestro refugio de generación en generación.
Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne in generatiónem.

V. Enséñanos a calcular nuestros años,
para que adquiramos un corazón sensato.
Vuélvete, Señor, ¿hasta cuándo?
Ten compasión de tus siervos.
R. Señor, tú has sido nuestro refugio de generación en generación.
Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne in generatiónem.

V. Por la mañana sácianos de tu misericordia,
y toda nuestra vida será alegría y júbilo.
Baje a nosotros la bondad del Señor
y haga prósperas las obras de nuestras manos.
Sí, haga prósperas las obras de nuestras manos.
R. Señor, tú has sido nuestro refugio de generación en generación.
Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne in generatiónem.

Aleluya Jn 14, 6bc
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Yo soy el camino y la verdad y la vida -dice el Señor-; nadie va al Padre sino por mí. R.
Ego sum via, véritas et vita, dicit Dóminus; nemo venit ad Patrem, nisi per me.

EVANGELIO Lc 9, 7-9
A Juan lo mandé decapitar yo. ¿Quién es éste de quien oigo semejantes cosas?
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, el tetrarca Herodes se enteró de lo que pasaba sobre Jesús y no sabía a qué atenerse, porque unos decían que Juan había resucitado de entre los muertos; otros, en cambio, que había aparecido Elías, y otros que había vuelto a la vida uno de los antiguos profetas. Herodes se decía:
«A Juan lo mandé decapitar yo. ¿Quién es este de quien oigo semejantes cosas?».
Y tenía ganas de verlo.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Homilía en santa Marta 28-septiembre-2017
Es una gracia sentir que la conciencia nos acusa, nos dice algo. Además, ninguno de nosotros es santo y todos nos sentimos tentados a mirar los pecados de los demás y no los nuestros, compadeciendo quizá a quien sufre la guerra o a causa de dictadores que matan a la gente. Debemos -permitidme la palabra- “bautizar” la llaga, darle un nombre. ¿Dónde tienes la llaga? ¿Qué hago para quitármela? Lo primero, rezar: Señor, ten piedad de mí que soy un pecador. El Señor escucha tu oración. Luego examinar tu vida. Pero, si no veo cómo ni dónde está ese dolor, de dónde viene, qué síntomas tiene, ¿qué hago? Pide ayuda a alguien que te ayude a sacarla; que salga la llaga y luego darle nombre. Tengo este remordimiento de conciencia porque he hecho esto concreto; la concreción. Esa es la verdadera humildad ante Dios, y Dios se conmueve ante lo concreto.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XLVII

Pidamos, hermanos, a Dios, nuestro Padre, en cuyas manos están los destinos del universo, que escuche las oraciones de su pueblo.
- Por la santa Iglesia de Dios, para que sea fiel a la voluntad de Cristo y se purifique de sus faltas y debilidades. Roguemos al Señor.
- Por los que gobiernan las naciones, para que trabajen por la paz del mundo, a fin de que todos los pueblos puedan vivir y progresar en justicia, en paz y en libertad. Roguemos al Señor.
- Por los pobres y los afligidos, por los enfermos y los moribundos, y por todos los que sufren, para que encuentren el consuelo y la salud. Roguemos al Señor.
- Por todos los que estamos aquí reunidos, para que perseveremos en la verdadera fe y crezcamos siempre en la caridad. Roguemos al Señor.
Dios todopoderoso y eterno, que por tu Hijo y Señor nuestro Jesucristo nos has dado el conocimiento de tu verdad: mira con bondad al pueblo que te suplica, líbralo de toda ignorancia y de todo pecado para que llegue a la gloria del reino eterno. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Tú quisiste, Señor, que tu Hijo entregara su vida para congregar en la unidad a tus hijos dispersos, concédenos que esta ofrenda de paz logre la unión de las voluntades y aumente nuestra caridad fraterna. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Dómine, qui tuum voluísti Fílium pónere ánimam suam, ut in unum tuos dispérsos fílios congregáret, praesta, ut haec pacífica oblátio communiónem obtíneat animórum, et caritátem fraternitátis adáugeat. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA D 4

Antífona de la comunión Sal 90, 2

Refugio mío, alcázar mío, Dios mío, confío en ti.
Refúgium meum et fortitúdo mea, Deus meus, sperábo in eum.

Oración después de la comunión
Señor, que nos has alimentado con un mismo pan y con un mismo cáliz, danos humanidad para acoger con amor sincero a los inmigrantes y a los abandonados, de manera que, al fin, merezcamos reunirnos todos en la tierra de los vivos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Dómine, qui nos uno pane et uno cálice refecísti, da nobis humanitátem in ádvenas ac derelíctos sincéro corde sectári, ut omnes in terra vivéntium congregári dénique mereámur. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 23 de septiembre

Memoria de san Pío de Pietralcina (Francisco) Forgione, presbítero de la Orden de  los Hermanos Menores Capuchinos, que en el convento de San Giovanni Rotondo, en la región italiana de Apulia, se dedicó a la dirección espiritual de los fieles y a la reconciliación de los penitentes, mostrando una atención particular hacia los pobres y necesitados. Terminó en este día su peregrinación terrena, configurándose con Cristo crucificado. (1968)
2. Conmemoración de los santos Zacarías e Isabel, padres de san Juan Bautista, Precursor del Señor. Isabel, al recibir a su pariente María en su casa, llena de Espíritu Santo saludó a la Madre del Señor como bendita entre todas las mujeres, y Zacarías, sacerdote lleno de espíritu profético, ante el hijo nacido alabó a Dios redentor y predicó la próxima aparición de Cristo, que procede de lo Alto.
3. En Roma, conmemoración de san Lino, papa, a quien, según testimonio de san Ireneo, los santos apóstoles le encomendaron el episcopado de la Iglesia fundada en la Urbe. Pablo apóstol lo recuerda como compañero. (s. I)
4. En Capo Miseno, lugar de Campania, en la actual Italia, san Sosso (antes Sosio), diácono y mártir, el cual, al decir del papa san Símaco, al desear proteger de la muerte a su obispo, consiguió también él mismo el martirio con igual precio y gloria. (c. 305)
5. En Ancona, del Piceno, actualmente región de Las Marcas, también en Italia, conmemoración de san Constancio, mansionario de la iglesia, conspicuo más por la humildad que por el don de milagros. (s. V)
6*. En el monasterio de Hy, en la isla de Iona, en Escocia, san Adamnano, presbítero y abad, varón docto en conocimientos bíblicos y amantísimo de la unidad y de la paz, que, tanto en Escocia como en Irlanda, persuadió a muchos con su predicación para celebrar la Pascua según la tradición romana. (704)
7. En el África musulmana, santos Andrés, Juan, Pedro y Antonio, mártires, los cuales, hechos cautivos en Siracusa, fueron deportados y sometidos a suplicio por los sarracenos. (d. 881)
8*. En Venecia, actualmente en Italia, beato Pedro Acotanto, monje, que recusó humildemente el cargo de abad, y prefirió vivir recluso en el monasterio. (c. 1187)
9*. En Bolonia, en Emilia-Romaña, también en Italia, beata Elena Duglioli Dall’Olio, que después de un matrimonio llevado en admirable concordia con su cónyuge, al enviudar vivió una vida ejemplar. (1520)
10*. En Tlaxcala, en México, beatos Cristóbal, Antonio y Juan, mártires, que alegres dieron su asentimiento a la fe cristiana en tiempo de la primera evangelización de América, por lo cual fueron martirizados por sus antiguos correligionarios. (1527-1529)
11*. En Kingston, a orillas del Támesis, en Inglaterra, beato Guillermo Way, presbítero y mártir, condenado a muerte y colgado en el patíbulo, bajo el reinado de Isabel I, por haber entrado en Inglaterra en calidad de sacerdote. (1588)
12*. En Montreal, en la provincia de Quebec, en Canadá, beata María Emilia Tavernier, religiosa, que, al perder el marido y los hijos, se entregó a cuidar a los necesitados, para lo cual fundó la Congregación de Hermanas de la Divina Providencia, en favor de los huérfanos, ancianos y débiles mentales. (1851)
13*. En Benissa, en la provincia de Valencia, en España, beato Vicente Ballester Far, presbítero y mártir, que en días de persecución religiosa libró un buen combate por Cristo. (1936)
14*. En Benicalap, también en la provincia española de Valencia, beatas Sofía Ximénez Ximénez, madre de familia, María de la Purificación de San José Ximénez y María Josefa del Río Mesa, vírgenes del Instituto de Carmelitas de la Caridad, mártires todas ellas, que llegaron al triunfo de la gloria sufriendo el combate del martirio. (1936)
15*. En Cracovia, en Polonia, beata Bernardina Jablonska, virgen, fundadora de la Congregación de la Tercera Orden Franciscana Siervas de los Pobres, siempre solícita para con los necesitados y enfermos. (1940)
16*. En Varsovia, también en Polonia, beato José Stanek, presbítero de la Sociedad Apostolado Católico y mártir, el cual sufrió, en tiempo de guerra, el martirio al ser ahorcado por los perseguidores de la fe. (1944)
- Beato Francisco de Paula Victor (1827- Três Pontas, en Minas Gerais, Brasil 1905). Sacerdote diocesano, hijo de esclava, párroco que en su tarea pastoral vivió intentando ser un reflejo del amor de Jesús hacia todo ser humano.

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