Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

viernes, 5 de agosto de 2022

Viernes 9 septiembre 2022, Viernes de la XXIII semana del Tiempo Ordinario, feria o san Pedro Claver, presbítero, memoria libre.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI SACERDOTI AMERICANI

Venerdì, 6 maggio 1983

Miei cari fratelli nel sacerdozio di Gesù Cristo.

Sono lieto di dare il benvenuto a tutti voi che fate parte dell’Istituto di educazione teologica permanente del Collegio nord-americano. Le settimane che avete trascorso a Roma vi hanno dato l’opportunità di rinnovarvi nello studio della teologia e delle discipline ad essa attinenti, così da essere condotti con più grande vigore a servire il Popolo di Dio nelle vostre diocesi o nei particolari apostolati assunti dalle vostre comunità religiose.

C’è un aspetto importante del vostro servizio sacerdotale sul quale vorrei riflettere con voi oggi. Voi avete avuto la fortuna di essere testimoni della solenne apertura dell’Anno Santo straordinario della Redenzione. Un tema centrale di quest’anno è la riconciliazione con Dio e la comunità ecclesiale mediante la penitenza e la conversione. Noi cerchiamo questa riconciliazione in vari modi, ma essenziale a questo processo è il rinnovato risveglio tra i fedeli di una stima per il Sacramento della Penitenza. È a questo proposito che desidero rivolgermi a voi oggi. È su questo sacramento che desidero richiamare la vostra attenzione particolare.

Noi sappiamo che il nostro popolo fa esperienza della misericordia divina in molti modi, sia come individui che come membri della comunità della salvezza. Ma la sensibilità pastorale ci insegna anche che questa esperienza della misericordia divina raggiunge la sua più alta intensità - e trova la sua più eloquente espressione - nel momento in cui il penitente si inginocchia davanti al ministro del Sacramento della Penitenza e chiede il perdono di Cristo e l’assoluzione dei suoi peccati.

Miei fratelli, molto della nostra identità di uomini di Dio è associata nelle menti dei fedeli col nostro ruolo di riconciliatori sacramentali. Molto del rispetto, della deferenza e del genuino affetto che il nostro popolo nutre verso di noi è legato al nostro potere di perdonare i peccati nel nome di Cristo. Non saremmo davvero fedeli all’essenza della nostra vocazione sacerdotale se non cogliessimo ogni occasione per offrire al nostro popolo la potenza salvifica e riconciliante della misericordia di Cristo nel Sacramento della Penitenza.

Vi chiedo oggi di accettare la sfida della proclamazione della misericordia e dell’amore di Dio di cui si fa esperienza mediante il Sacramento della Penitenza. Vi invito a predicarlo con rinnovato fervore ed insistenza; di insegnarlo esortando il vostro popolo ad una sempre maggiore conversione e, soprattutto, a mostrare il cammino praticandolo voi stessi.

Che i vostri sforzi siano sostenuti dall’intercessione di Maria, le cui preghiere materne ci avvicinano al Figlio suo; e che voi siate confermati nella grazia di Cristo Redentore, il cui amore per i suoi servitori nel ministero sacerdotale è fonte infinita della nostra vita e del nostro ministero.

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI DEL CLERO DI ROMA NELL'ANNIVERSARIO DELLA LORO ORDINAZIONE

Giovedì, 21 aprile 1983

Signor Cardinale! Carissimi confratelli nel Sacerdozio.

Oggi, “Giornata diocesana per le vocazioni”, sono sinceramente lieto di incontrarmi con voi, sacerdoti della mia diocesi, che celebrate rispettivamente il sessantesimo, il cinquantesimo e il venticinquesimo della vostra Ordinazione presbiterale. Desidero unirmi alla vostra letizia per questa significativa data, che cade durante l’Anno Giubilare della Redenzione.

In questi giorni avete indubbiamente meditato a lungo sul vostro cammino sacerdotale; la misteriosa chiamata di Dio; la vostra generosa risposta; gli anni di fervore del Seminario; il giorno indimenticabile dell’Ordinazione; le prime trepide esperienze pastorali; le consolazioni e le difficoltà di tutti i giorni. Ma oggi si leva certamente dal vostro cuore un inno di ringraziamento a Cristo per avervi scelto a partecipare intimamente alla sua funzione sacerdotale.

Vi auguro sinceramente di poter ancora per lunghi anni vivere in pienezza le ricchezze del vostro sacerdozio, tenendo presenti le parole dell’Apostolo: “Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito . . . con l’imposizione delle mani da parte dei presbiteri” (1 Tm 4, 14); “ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani” (2 Tm 1, 6). Che questo speciale “dono di Dio” sia sempre fecondo di bene per la Chiesa tutta, che attende dai suoi sacerdoti una continua e chiara testimonianza di vita, tutta dedita alla gloria di Dio e all’edificazione delle anime.

Con tali auspici invoco su di voi, su tutti i sacerdoti della diocesi di Roma, come pure sulle novanta suore che ricordano il loro giubileo di professione religiosa, l’abbondanza delle grazie e dei conforti celesti, di cui vuole essere pegno la mia benedizione apostolica.

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI DIACONI DEL PONTIFICIO COLLEGIO AMERICANO DEL NORD

Sabato, 16 aprile 1983

Cari fratelli in nostro Signore Gesù Cristo,

È una grande gioia per me darvi il mio benvenuto qui oggi, poco tempo dopo avere ricevuto l’ordinazione al diaconato. Voi siete entrati in una nuova fase del vostro rapporto con Cristo, colui che vi ha scelti per uno speciale servizio tra il Popolo di Dio.

Il vostro è un ministero d’amore che si manifesta in un intenso impegno per la parola di Dio e nella pratica della carità, proprio come Stefano e gli altri che furono scelti dagli Apostoli nelle comunità cristiane delle origini.

Sebbene il periodo del vostro diaconato sia finalizzato alla vostra preparazione per un più intensivo servizio ecclesiale quali Sacerdoti di Gesù Cristo, io vi chiedo, nondimeno, di accettare generosamente la chiamata che il Signore vi ha rivolto. Voi siete ministri della parola: lasciate che la parola di Dio parli ai vostri cuori; fate che essa sia la sorgente della vostra comunione con Cristo; lasciate che essa guidi ogni vostra azione. Allora conoscerete la felicità che san Paolo esprime quando dice: “Per me, vivere è Cristo” (Fil 2, 21).

Do il benvenuto anche a coloro che vi accompagnano: i vostri genitori, amici e insegnanti, tutti coloro che mediante il loro amore, aiuto e incoraggiamento vi hanno condotto a questo momento e che vi sostengono con la preghiera.

Chiedo al Signore Risorto di confermarvi nella sua grazia così che voi possiate proclamare il messaggio evangelico con gioia e speranza. Dio vi benedica tutti.

CALENDARIO

9 VIERNES DE LA XXIII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria o SAN PEDRO CLAVER, presbítero, memoria libre 

Misa de feria (verde) o de la memoria (blanco). 
MISAL: para la feria cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria 1.ª orac. prop. y el resto del común de pastores (para un pastor) o de santos (para santos que practicaron obras de misericordia), o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria. 
LECC.: vol. III-par. 
- 1 Cor 9, 16-19. 22b-27. Me he hecho todo para todos, para ganar a algunos. 
- Sal 83. R. ¡Qué deseables son tus moradas, Señor del universo! 
- Lc 6, 39-42. ¿Acaso puede un ciego guiar a otro ciego? 
o bien: cf. vol. IV. 

Liturgia de las Horas: oficio de feria o de la memoria. 

Martirologio: elogs. del 10 de septiembre, pág. 544. 
CALENDARIOS: Solsona-ciudad: Virgen del Claustro (S). 
Combonianos y Misioneros de San Pedro Claver: San Pedro Claver, presbítero (S). Cataluña, Solsona-diócesis y Jesuitas: (MO). Mallorca: (ML). 
Oviedo: Natividad de la bienaventurada Virgen María (F). 
San Sebastián: Bienaventurada Virgen María de Aránzazu (F). 
Madrid, Getafe y Alcalá de Henares: Santa María de la Cabeza, esposa de san Isidro labrador (MO).
Espiritanos: Beato Santiago Laval (MO). 
Mercedarios en la provincia de Aragón: Nuestra Señora del Olivar (MO). 
Huesca: Beatos Florentino Felipe y compañeros, mártires (ML). 
Segovia: Nuestra Señora de Hontanares (ML). 
Canónigos Regulares de Letrán: San Pedro de Pébrac, presbítero (ML). 
Paúles e Hijas de la Caridad: Beato Federico Ozanam (ML). 
Arzobispado Castrense: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Juan Antonio Aznárez Cobo, arzobispo (2012). 
Barcelona: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Sergi Gordo Rodríguez y Mons. Antoni Vadell Ferrer, obispos auxiliares (2017).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXIII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa de la memoria:
9 de septiembre
San Pedro Claver, presbítero

Oración colecta propia, el resto del común de pastores: III. Pastores, B. Para un pastor 2.

Antífona de entrada Cf. Lc 4, 18
El Espíritu del Señor está sobre mí, porque él me ha ungido. Me ha enviado a evangelizar a los pobres y curar a los contritos de corazón.
Spíritus Dómini super me: propter quod unxit me, evangelizáre paupéribus misit me, sanáre contrítos corde.
O bien: Cf. Eclo 45, 16
El Señor lo eligió como su sacerdote, para ofrecer el sacrificio de alabanza.
Elégit eum Dóminus sacerdótem sibi, ad sacrificándum ei hóstiam laudis.

Monición de entrada
Conmemoramos en esta celebración a san Pedro Claver, presbítero de la Orden de la Compañía de Jesús. Nació en Verdú (Lérida) el año 1580. En Cartagena de Indias, ciudad de Colombia, durante más de cuarenta años consumió su vida con admirable abnegación y caridad para con los esclavos de origen africano y bautizó con su propia mano a casi trescientos mil de ellos. Murió el año 1654.

Oración colecta
Oh, Dios, que hiciste a san Pedro Claver esclavo de los esclavos y, para ayudarlos, lo fortaleciste con admirable caridad y paciencia, concédenos, por su intercesión, procurar cumplir el mandato de Jesucristo amando al prójimo con obras y de verdad. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátum Petrum servórum servum effecísti eúmque mira in eis iuvándis caritáte et patiéntia roborásti, eius nobis intercessióne concéde, ut, quae Iesu Christi sunt, quaeréntes, próximos ópere et veritáte diligámus. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Viernes de la XXIII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA 1 Cor 9, 16-19. 22b-27
Me he hecho todo a todos, para ganar a algunos

Lectura de la primera carta del apóstol san Pablo a los Corintios.

Hermanos:
El hecho de predicar no es para mí motivo de orgullo.
No tengo más remedio y, ¡ay de mí si no anuncio el Evangelio!
Si yo lo hiciera por mi propio gusto, eso mismo sería mi paga.
Pero, si lo hago a pesar mío, es que me han encargado este oficio.
Entonces, ¿cuál es la paga? Precisamente dar a conocer el Evangelio, anunciándolo de balde, sin usar el derecho que me da la predicación del Evangelio.
Porque, siendo libre como soy, me he hecho esclavo de todos para ganar a los más posibles.
Me he hecho todo para todos, para ganar, sea como sea, a algunos.
Y todo lo hago por causa del Evangelio, para participar yo también de sus bienes.
¿No sabéis que en el estadio todos los corredores cubren la carrera, aunque uno solo se lleva el premio? Pues corred así:
para ganar.
Pero un atleta se impone toda clase de privaciones; ellos para ganar una corona que se marchita; nosotros, en cambio, una que no se marchita.
Por eso corro yo, pero no al azar; lucho, pero no contra el aire; sino que golpeo mi cuerpo y lo someto, no sea que, habiendo predicado a otros, quede yo descalificado.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 83, 3. 4. 5-6. 12
R. 
¡Qué deseables son tus moradas, Señor del universo!
Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum!

V. Mí alma se consume y anhela
los atrios del Señor,
mi corazón y mi carne
retozan por el Dios vivo.
R. ¡Qué deseables son tus moradas, Señor del universo!
Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum!

V. Hasta el gorrión ha encontrado una casa;
la golondrina, un nido
donde colocar sus polluelos:
tus altares, Señor del universo,
Rey mío y Dios mío.
R. ¡Qué deseables son tus moradas, Señor del universo!
Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum!

V. Dichosos los que viven en tu casa,
alabándote siempre.
Dichosos los que encuentran en ti su fuerza
y tiene tus caminos en su corazón.
R. ¡Qué deseables son tus moradas, Señor del universo!
Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum!

V. Porque el Señor Dios es sol y escudo,
él Señor da la gracia y la gloria;
y no niega sus bienes
a los de conducta intachable.
R. ¡Qué deseables son tus moradas, Señor del universo!
Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum!

Aleluya Cf. Jn 17, 17b.a
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Tu palabra, Señor, es verdad; santifícanos en la verdad. R.
Sermo tuus, Dómine, véritas est; sanctífica nos in veritáte.

EVANGELIO Lc 6, 39-42
¿Acaso puede un ciego guiar a otro ciego?
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo Jesús a los discípulos una parábola:
«¿Acaso puede un ciego guiar a otro ciego? ¿No caerán los dos en el hoyo?
No está el discípulo sobre su maestro, si bien, cuando termine su aprendizaje, será como su maestro.
¿Por qué te fijas en la mota que tiene tu hermano en el ojo y no reparas en la viga que llevas en el tuyo? ¿Cómo puedes decirle a tu hermano: “Hermano, déjame que te saque la mota del ojo”, sin fijarte en la viga que llevas en el tuyo? ¡Hipócrita! Sácate primero la viga de tu ojo, y entonces verás claro para sacar la mota del ojo de tu hermano».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Ángelus 3-marzo-2019
Muchas veces, lo sabemos, es más fácil o más cómodo percibir y condenar los defectos y los pecados de los demás, sin darnos cuenta de los nuestros con la misma claridad. Siempre escondemos nuestros defectos, también a nosotros mismos; en cambio, es fácil ver los defectos de los demás. La tentación es ser indulgente con uno mismo -manga ancha con uno mismo- y duro con los demás. Siempre es útil ayudar a otros con consejos sabios, pero mientras observamos y corregimos los defectos de nuestro prójimo, también debemos ser conscientes de que tenemos defectos. Si creo que no los tengo, no puedo condenar o corregir a los demás. Todos tenemos defectos: todos. Debemos ser conscientes de ello y, antes de condenar a los otros, mirar dentro de nosotros mismos. Así, podemos actuar de manera creíble, con humildad, dando testimonio de la caridad.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXXVI

Con todo el corazón, oremos, hermanos, a Dios, nuestro Padre.
- Por la paz y unidad de la Iglesia. Roguemos al Señor.
- Por el papa, los obispos, los sacerdotes y los religiosos. Roguemos al Señor.
- Por la vocación a la fe de los pueblos que no conocen a Jesucristo. Roguemos al Señor.
- Por cuantos ejercen autoridad en el mundo. Roguemos al Señor.
- Por los presos, los emigrantes, los parados, los desterrados y los pobres. Roguemos al Señor.
-. Por nosotros, por nuestros familiares, amigos y conocidos. Roguemos al Señor.
Escucha, Dios de misericordia, la oración de tu pueblo, que tu bondad nos conceda lo que nuestras acciones no merecen. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa de la memoria:
Oración sobre las ofrendas
Dios todopoderoso, humildemente imploramos de tu divina Majestad que, así como estos dones ofrecidos en honor de san N. manifiestan la gloria de tu poder divino, del mismo modo nos alcancen el fruto de tu salvación. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Maiestátem tuam supplíciter implorámus, omnípotens Deus, ut, sicut glóriam divínae poténtiae múnera pro beáto N. obláta testántur, sic nobis efféctum tuae salvatiónis impéndant. Per Christum.

PREFACIO COMÚN IV
NUESTRA MISMA ACCIÓN DE GRACIAS ES UN DON DE DIOS
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Pues aunque no necesitas nuestra alabanza, ni nuestras bendiciones te enriquecen, tú inspiras y haces tuya nuestra acción de gracias, para que nos sirva de salvación, por Cristo, Señor nuestro.
Por eso, unidos a los coros angélicos, te alabamos proclamando llenos de alegría:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Quia, cum nostra laude non égeas, tuum tamen est donum quod tibi grates rependámus, nam te non augent nostra praecónia, sed nobis profíciunt ad salútem, per Christum Dóminum nostrum.
Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Mt 28, 20
Sabed que yo estoy con vosotros todos los días, hasta el final de los tiempos, dice el Señor.
Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus usque ad consummatiónem saeculi, dicit Dóminus.

Oración después de la comunión
Fortalecidos con el alimento santo, te rogamos, Dios todopoderoso, que, siguiendo siempre el ejemplo de san N., nos concedas servirte con entrega constante y progresar en el amor incansable hacia todos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Refectióne sacra enutrítos, fac nos, omnípotens Deus, exémpla beáti N. iúgiter sequéntes, te pérpeti devotióne cólere, et indeféssa ómnibus caritáte profícere. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 10 de septiembre

1. En Alejandría de Egipto, san Nemesio, mártir, que, acusado falsamente de ladrón, fue llevado a juicio y absuelto por el juez, pero después, en la persecución desencadenada bajo el emperador Decio, fue acusado de nuevo ante el juez Emiliano de profesar la religión cristiana, motivo por el cual le atormentaron con reiterados suplicios y, después, fue quemado junto a unos ladrones, a semejanza del Salvador, que sufrió la cruz entre ellos. (251)
2. Conmemoración de los santos Nemesiano y compañeros Félix, Lucio, otro Félix, Liteo, Poliano, Víctor, Jaderes y Dativo, todos los cuales, como obispos, presbíteros y diáconos, en la violenta persecución que se levantó en África siendo emperadores Valeriano y Galieno, fueron apaleados por confesar a Cristo y después, atados con grilletes, llevados a cavar en minas de metal, donde, entretanto, recibían cartas exhortativas de san Cipriano para que se mantuvieran firmes en los preceptos del Señor y soportaran las cadenas del suplicio. (257-258)
3. En Constantinopla, actual Estambul, en Turquía, santa Pulqueria, defensora y promotora de la fe ortodoxa. (453)
4. En Novara, en el territorio de Liguria, en la actual Italia, san Agabio (antes Agapio), obispo. (s. V)
5. En Albi, lugar de Aquitania, hoy Francia, san Salvio, obispo, que, procedente de la vida claustral, fue promovido a la sede a su pesar y, al declararse una fuerte epidemia, como buen pastor no quiso ausentarse de su ciudad. (584)
6. Cerca de Spira, en la Renania, en Germania, actual Alemania, pasión de san Teodardo, obispo de Tongres y mártir, que fue asesinado yendo a visitar al rey Childerico. (c. 670)
7*. En Avranches, ciudad de Neustria, hoy Francia, san Autberto, obispo, promotor del culto a san Miguel Arcángel en el monte Tumba. (c. 725)
8*. En el monasterio de Locedio, en Vercelli, en la región italiana del Piamonte, beato Oglerio, abad de la Orden Cisterciense. (1214)
9. En Tolentino, lugar del Piceno, actual región de Las Marcas, también en Italia, san Nicolás, presbítero, religioso de la Orden de Ermitaños de San Agustín, el cual, fraile de rigurosa penitencia y oración asidua, severo consigo y comprensivo con los demás, se autoimponía muchas veces la penitencia de otros. (1305)
10*. En Nagasaki, de Japón, beatos Sebastián Kimura, de la Orde de la Compañía de Jesús, Francisco Morales, de la Orden de Predicadores, presbíteros, y cincuenta compañeros*, mártires, entre sacerdotes, religiosos, matrimonios, jóvenes, catequistas, viudas y niños, todos los cuales murieron por Cristo, martirizados con crueles tormentos en una colina ante ingente multitud. (1622)
*Estos son sus nombres: beatos Angel Orsucci, Alfonso de Mena, José de San Jacinto de Salvanés, Jacinto Orfanel, presbíteros dominicos, y Domingo del Rosario y Alejo, religiosos de la misma Orden; Ricardo de Santa Ana y Pedro de Avila, presbíteros de la Orden de Hermanos Menores, y Vicente de San José, religioso de la misma Orden; Carlos Espínola, presbítero jesuita, y Gonzalo Fusai, Antonio Kiuni, Tomás del Rosario, Tomás Akahoshi, Pedro Sampo, Miguel Shumpo, Luis Kawara, Juan Chugoku, religiosos también jesuitas; León de Satsuma, Lucía de Freitas; Antonio Sanga, catequista, y Magdalena, cónyuges; Antonio Coreano, catequista, y María, cónyuges, con sus hijos Juan y Pedro; Pablo Nagaishi y Tecla, cónyuges, con su hijo Pedro; Pablo Tanaka y María, cónyuges; Domingo Yamada y Clara, cónyuges; Isabel Fernández, viuda del beato Domingo Jorge, con su hijo Ignacio; María, viuda del beato Andrés Tokuan; Inés, viuda del beato Cosme Takeya; María, viuda del beato Juan Shoun; Dominica Ogata, María Tanaura, Apolonia y Catalina, viudas; Domingo Nakano, hijo del beato Matías Nakano; Bartolomé Kawano Shichiemon; Damián Yamichi Tanda y su hijo Miguel; Tomás Shichiro, Rufo Ishimoto; Clemente (Bosio) Vom y su hijo Antonio.
11. En Londres, en Inglaterra, san Ambrosio Eduardo Barlow, presbítero de la Orden de San Benito y mártir, que durante veinticuatro años confirmó en la fe y piedad a los católicos de la región de Lancaster, pero apresado, bajo el reinado de Carlos I, el día de Pascua mientras predicaba, fue condenado a muerte y, después de un tiempo de cárcel, subió al patíbulo en Tyburn. (1641)
12*. En aguas marítimas, frente a Rochefort, en la costa de Francia, beato Jacobo Gagnot, presbítero de la Orden Carmelita y mártir, que, durante la Revolución Francesa, por razón de su sacerdocio fue inhumanamente embarcado en una mísera nave, donde, ayudando a los enfermos concautivos, desfalleció consumido y contagiado de enfermedades. (1794)

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.