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miércoles, 3 de agosto de 2022

Miércoles 7 septiembre 2022, Miércoles de la XXIII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa por las vocaciones a las sagradas órdenes).

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GENITORI E AI FAMILIARI DEGLI ALUNNI DEL SEMINARIO MAGGIORE ROMANO

Domenica, 20 marzo 1983

Cari genitori e familiari dei seminaristi romani.

1. La vostra gradita visita, nell’approssimarsi di giorni tanto pieni di significato liturgico e spirituale, sia per la celebrazione del Mistero pasquale, che per l’inizio dell’Anno Santo, porta al mio animo e - ne sono sicuro - anche al vostro, una gioia speciale.

Infatti il Signore, nel mistero del suo piano d’Amore, ha chiamato un membro della vostra famiglia a prepararsi ad essere un giorno ministro di quella santa Liturgia, nella quale, soprattutto col Sacrificio eucaristico, viene simboleggiata e realizzata la forma più profonda di unione di Dio con l’uomo e degli uomini tra loro, sorgente, come tale, delle gioie più belle e più pure dello spirito.

Se poi riflettiamo sul fatto che i giorni che ci apprestiamo a vivere sono tra i più suggestivi e intensi di tutto l’anno liturgico, comprendiamo bene, in questa luce, il significato di questo nostro incontro.

2. Non è necessario, credo, o miei cari, che sottolinei quanto, come Vescovo di Roma, io porti nel pensiero e nel cuore con tenerissimo affetto questi membri eletti delle vostre famiglie. Con san Paolo, allorché egli si rivolgeva al suo discepolo Timoteo, non esito a chiamarli “miei veri figli nella fede (cf. 1 Tm 1, 2). E voi, cari genitori, certo non vi adombrerete, se io mi sento di condividere la vostra paternità e maternità nei confronti di questi vostri figlioli, giacché la “paternità in Gesù Cristo”, di cui parla l’Apostolo (cf. 1 Cor 4, 15), è una generazione soprannaturale, “secondo lo Spirito”, che presuppone e nobilita quella naturale, “secondo la carne”. E anche voi, genitori cristiani, siete stati e siete partecipi di questa generazione spirituale, essendo stati, per i vostri figli, i primi testimoni della fede: i “sacerdoti” - vorrei dire - di quella “Chiesa domestica” che è la comunità familiare cristiana, nella quale l’uomo, venendo al mondo, fa la prima esperienza di Chiesa e assimila, in modo più esistenziale che riflesso, attraverso l’esempio dei genitori, quei concetti di “padre” e di “madre”, che aiuteranno successivamente a intendere meglio le grandi nozioni di “paternità divina” e “maternità di Maria santissima e della Chiesa”.

Cari genitori, certo sono state queste nozioni elementari dell’esistenza umana - cioè quella di “padre” e di “madre” -, trasfigurate dalla luce della vostra fede vissuta, a depositare nel cuore dei vostri figli, con la straordinaria potenza evocativa che esse posseggono, i germi della vocazione sacerdotale, che è vocazione ad essere segno e strumento di una paternità generosa e universale, forte e misericordiosa, nella quale si riflette come in nessun’altra la paternità stessa di Dio.

3. Cari genitori e familiari, proprio ieri abbiamo festeggiato san Giuseppe e, con lui, la Famiglia di Nazaret, modello di ogni famiglia cristiana. Dai pochi accenni che ho fatto, vediamo quanto la realtà familiare sia importante per il sorgere di sante vocazioni al Sacerdozio, come del resto a qualunque altro stato di vita! È qui che noi abbiamo una delle prove più chiare di quello strettissimo legame e di quella mutua complementarità che uniscono matrimonio e famiglia al celibato “per il Regno dei cieli”, argomenti, questi, sui quali mi soffermai in alcune udienze generali dell’anno scorso. Il celibato consacrato, nel Sacerdozio come nella vita religiosa, con la sua testimonianza dell’assoluto di Dio e di un’universale fraternità, paternità e maternità spirituali, aiuta coniugi e familiari a mantenere viva la coscienza e la pratica degli ideali più elevati della loro unione; e d’altra parte, gli affetti familiari veramente cristiani, con la loro pratica di un amore generoso verso i componenti della famiglia e anche verso gli altri, non fanno che preparare nel cuore dei figli il terreno più adatto perché il divino Seminatore possa gettarvi con frutto - se e quando egli vuole - il seme della sua chiamata a seguirlo nel Sacerdozio.

Oh, certamente Dio gode di una libertà sovrana nel servirsi dei mezzi e dei canali più diversi e anche più impensati per chiamare a sé le anime e indirizzarle alle più alte missioni. Carenze anche gravi a livello familiare non pongono certamente un limite o un vincolo all’azione che la grazia compie nelle anime per renderle coscienti della divina chiamata; anzi, come a volte constatiamo, questa può farsi sentire anche in ambienti familiari non ancora capaci di apprezzare tale immenso dono di Dio, e talora addirittura ad esso contrari. Le difficoltà che sorgono costituiscono allora una “prova” della vocazione, la quale, se è autentica, finisce per uscirne irrobustita; e non di rado tali difficoltà portano anche gli stessi familiari a una maturazione spirituale, per la quale essi giungono ad apprezzare quella scelta del figlio o del fratello che prima avversavano o disprezzavano.

4. Miei cari genitori e familiari, nel considerare il dono che il Signore ha fatto ad un membro delle vostre famiglie, chiamandolo al Sacerdozio, potete certamente esprimere per questo un’umile e santa fierezza: anche voi, per l’affetto che a lui vi lega, siete chiamati, in qualche modo, a partecipare della sua speciale vicinanza, come Sacerdote, a Dio, onde “abitare nella sua santa dimora” (cf. Sal 22, 4) e “nel luogo dove abita la sua gloria” (cf. Sal 26, 8). Siate grati di tutto ciò al Signore!

E soprattutto siate vicini con la preghiera al vostro familiare che si prepara ad essere sacerdote. La meta del Sacerdozio è bellissima e non delude, ma non è sempre facile raggiungerla: occorrono tenacia, convinzione, spirito di sacrificio, grande docilità allo Spirito Santo e alla Chiesa, per poter divenire - come diceva santa Caterina da Siena - “ministri del Sangue”, padri delle anime, santi e santificatori. Perciò, questi vostri figlioli o fratelli devono essere sostenuti con molta, molta preghiera. In particolare, la preghiera di voi, care mamme. Sì, come Maria santissima, la madre dei sacerdoti, voi avete una missione tutta speciale nella preparazione dei vostri figli al Sacerdozio, Come mamme terrene e naturali, voi avete aperto loro le vie della vita in questo mondo; sul modello di Maria e per intercessione di Maria, la Mamma celeste, voi ora potete e dovete aiutarli, come vere madri cristiane, a scoprire nuovi e sconfinati orizzonti: quelli di un Amore “che occhio umano non ha mai visto, né orecchio ha udito, e che in cuore umano non è mai entrato” (cf. 1 Cor 2, 9).

A tutti voi, cari genitori e familiari dei seminaristi romani, la mia paterna ed affettuosa benedizione.

CALENDARIO

7 MIÉRCOLES DE LA XXIII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria 

Misa de feria (verde). 
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común. 
LECC.: vol. III-par. 
- 1 Cor 7, 25-31. ¿Estás unido a una mujer? No busques la separación. ¿Estás libre de mujer? No busques mujer. 
- Sal 44. R. Escucha, hija, mira: inclina el oído. 
- Lc 6, 20-26. Bienaventurados los pobres. Ay de vosotros, los ricos. 

Liturgia de las Horas: oficio de feria. 

Martirologio: elogs. del 8 de septiembre, pág. 540. 
CALENDARIOS: Solsona-ciudad: San Pedro Claver, presbítero (MO). 
Albacete: Beato Alonso Pacheco, mártir (ML). 
Cartujos: San Esteban, obispo (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXIII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa por las vocaciones a las sagradas órdenes:
Por las Vocaciones a las Sagradas Órdenes

Antífona de entrada Cf. Mt 9, 38
Rogad al Señor de la mies que mande trabajadores a su mies, dijo Jesús a sus discípulos.
Rogáte Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam, dicit Iesus discípulis suis.

Monición de entrada
Los ministerios permanentes en la Iglesia son carismas del Espíritu Santo, dones de Dios. Por eso, el mismo Cristo nos exhorta a intensificar nuestra oración, para que Dios haga que no falten nunca en la Iglesia los ministros necesarios.

Oración colecta
Oh, Dios, que quisiste dar pastores a tu pueblo, derrama sobre tu Iglesia el espíritu de piedad y fortaleza, que suscite dignos ministros de tu altar y los haga testigos valientes y humildes de tu Evangelio. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui pastóres pópulo tuo providére voluísti, effúnde in Ecclésia tua spíritum pietátis et fortitúdinis, qui dignos altáribus tuis éxcitet minístros, et Evangélii tui strénuos ac mites assertóres effíciat. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Miércoles de la XXIII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA 1 Cor 7, 25-31
¿Estás unido a una mujer? No busques la separación. ¿Estás libre? No busques mujer

Lectura de la primera carta de san Pablo a los Corintios.

Hermanos:
Acerca de los célibes no tengo precepto del Señor, pero doy mi parecer como alguien que, por la misericordia del Señor, es fiel.
Considero que, por la angustia que apremia, es bueno para un hombre quedarse así.
¿Estás unido a una mujer? No busques la separación.
¿Estás libre de mujer? No busques mujer; pero, si te casas, no pecas; y, si una soltera se casa, tampoco peca. Aunque estos tales sufrirán la tribulación de la carne; y yo quiero ahorrársela.
Digo esto, hermanos, que el momento es apremiante. Queda como solución que los que tienen mujer vivan como si no la tuvieran; los que lloran, como si no lloraran; los que están alegres, como si no se alegraran; los que compran, como si no poseyeran; los que negocian en el mundo, como si no disfrutaran de él: porque la representación de este mundo se termina.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 44, 11-12. 14-15. 16-17 (R.: 11a)
R.
 Escucha, hija, mira: inclina el oído.
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam.

V. Escucha, hija, mira: inclina el oído,
olvida tu pueblo y la casa paterna;
prendado está el rey de tu belleza:
póstrate ante él, que él es tu Señor.
R. Escucha, hija, mira: inclina el oído.
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam.

V. Ya entra la princesa, bellísima,
vestida de perlas y brocado;
la llevan ante el rey, con séquito de vírgenes,
la siguen sus compañeras.
R. Escucha, hija, mira: inclina el oído.
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam.

V. Las traen entre alegría y algazara,
van entrando en el palacio real.
«A cambio de tus padres, tendrás hijos,
que nombrarás príncipes por toda la tierra».
R. Escucha, hija, mira: inclina el oído.
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam.

Aleluya Lc 6, 23ab
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Alegraos y saltad de gozo -dice el Señor-, porque vuestra recompensa será grande en el cielo. R.
Gaudéte et exultáte, dicit Dóminus, ecce enim merces vestra multa est in cælo.

EVANGELIO Lc 6, 20-26
Bienaventurados los pobres. Ay de vosotros, los ricos
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, Jesús, levantando los ojos hacia sus discípulos, les decía:
«Bienaventurados los pobres, porque vuestro es el reino de Dios.
Bienaventurados los que ahora tenéis hambre, porque quedaréis saciados.
Bienaventurados los que ahora lloráis, porque reiréis. Bienaventurados vosotros cuando os odien los hombres, y os excluyan, y os insulten y proscriban vuestro nombre como infame, por causa del Hijo del hombre. Alegraos ese día y saltad de gozo, porque vuestra recompensa será grande en el cielo. Eso es lo que hacían vuestros padres con los profetas.
Pero ¡ay de vosotros, los ricos, porque ya habéis recibido vuestro consuelo!
¡Ay de vosotros, los que estáis saciados, porque tendréis hambre! ¡Ay de los que ahora reís, porque haréis duelo y lloraréis! ¡Ay si todo el mundo habla bien de vosotros! Eso es lo que vuestros padres hacían con los falsos profetas».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Benedicto XVI, Jesús de Nazaret 1.
Quien comprende correctamente los signos de esperanza que se nos ofrecen en las Bienaventuranzas, reconoce aquí fácilmente las actitudes contrarias que atan al hombre a lo aparente, lo provisional, y que llevándolo a la pérdida de su grandeza y profundidad, y con esto a la pérdida de Dios y del prójimo, lo encaminan a la ruina. De esta manera, sin embargo, se hace comprensible también la verdadera intención de estas señales de peligro: las invectivas no son condenas, no son expresión de odio, envidia o enemistad. No se trata de una condena, sino de una advertencia que quiere salvar.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXXIV

Imploremos, hermanos, la misericordia de Dios Padre todopoderoso, y oremos para que escuche las peticiones de quienes tienen en él toda su esperanza.
- Por los obispos, sacerdotes y religiosos de la santa Iglesia, para que correspondan a su ministerio con una vida santa. Roguemos al Señor.
- Por la paz entre las naciones y el progreso de todos los pueblos. Roguemos al Señor.
- Por los enfermos, los impedidos, los ancianos у cuántos no han podido venir a nuestra celebración: para que, presentes en espíritu, obtengan los bienes de Dios. Roguemos al Señor.
- Por esta asamblea reunida en el nombre de Cristo: para que crezca en la fe, en la esperanza y en el amor a Dios y a los hombres. Roguemos al Señor.
Ayuda, Dios de bondad, a tu Iglesia, con tu constante misericordia, para que, en medio de las dificultades de este mundo, se alegre con tus beneficios en la tierra y alcance los dones del reino futuro. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa por las vocaciones a las sagradas órdenes:
Oración de los fieles
Guiados por la palabra de Jesús y conociendo las necesidades de nuestra Iglesia, presentemos a Dios nuestras súplicas.
R. Danos muchos y santos sacerdotes.
- Para que el papa, los obispos y toda la Iglesia cuiden y ayuden a las vocaciones sacerdotales para el bien de los hombres. R.
- Para que tu santo nombre sea anunciado en todo tiempo y lugar. R.
- Para que tu gracia salvadora llegue a todos por la eucaristía y los demás sacramentos. R.
- Para que tus hijos dispersos sean congregados en la unidad. R.
- Para que el testimonio de los sacerdotes ayude a que broten nuevas vocaciones al sacerdocio, y los jóvenes se sientan interrogados por el sacerdocio. R.
- Para que las divisiones entre los pueblos y naciones sean derribadas por la fraternidad y el amor entre todos. R.
- Para que las divisiones entre los pueblos y naciones sean derribadas por la fraternidad y el amor entre todos. R.
- Para que los enfermos y los que están tirados por los caminos de la vida experimenten junto a sí la presencia de Cristo, buen Samaritano. R.
- Para que los que estamos celebrando esta eucaristía podamos seguir alimentándonos en la mesa del Pan y de la Palabra. R.
Padre bueno, que quieres la salvación de todos los hombres: da valentía a las familias cristianas para que sean evangelios vivientes y se muestren generosas ante la vocación de sus hijos al sacerdocio. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Acepta, Señor, las oraciones y ofrendas de tu pueblo y haz que los dispensadores de tus misterios sean cada vez más numerosos y perseveren siempre en tu amor. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Plebis tuae, quaesumus, Dómine, preces et múnera benígnus inténde, ut dispensatóres mysteriórum tuórum multiplicéntur, et in amóre tuo iúgiter persevérent. Per Christum.


Antífona de la comunión Cf. 1 Jn 3, 16
En esto hemos conocido el amor de Dios: en que él dio su vida por nosotros. También nosotros debemos dar nuestras vidas por los hermanos.
In hoc cognóvimus caritátem Dei: quóniam ille ánimam suam pro nobis pósuit, et nos debémus pro frátribus ánimas pónere.

Oración después de la comunión
Señor, alimentados con el pan de la mesa celestial te pedimos que, por este sacramento de amor, germinen Las semillas que esparces generosamente en el campo de tu Iglesia, de manera que sean cada vez más numerosos los que elijan el camino de servirte en los hermanos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Pane mensae caeléstis refécti, te, Dómine, deprecámur, ut, per hoc sacraméntum caritátis, illa sémina maturéscant, quae magna in agrum Ecclésiae tuae largitáte dispérgis, quátenus multi sorte sibi éligant tibi in frátribus ministráre. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 8 de septiembre
F
iesta de la Natividad de la Bienaventurada Virgen María, de la estirpe de Abrahán, nacida de la tribu de Judá y de la progenie del rey David, de la cual nació el Hijo de Dios, hecho hombre por obra del Espíritu Santo, para liberar a la humanidad de la antigua servidumbre del pecado.
2. En Roma, conmemoración de san Adriano, mártir en Nicomedia, ciudad de Bitinia, hoy Turquía, en cuyo honor el papa Honorio I convirtió en iglesia la sala del Senado Romano. (s. inc.)
3. En Alejandría, en Egipto, santos Fausto, Dión y Amonio, presbíteros y mártires, que recibieron la corona martirial juntamente con san Pedro, obispo, en la persecución bajo el emperador Diocleciano. (c. 311).
4. En Bagrevand, en la antigua Armenia, actual Turquía, san Isaac, obispo, que, para fomentar la vida cristiana, tradujo al idioma armenio la Sagrada Escritura y la Liturgia, se adhirió a la fe del Sínodo Efesino y finalmente, expulsado de la sede, murió en el destierro. (438)
5. En Roma, en la basílica de San Pedro, sepultura del papa san Sergio I, de origen sirio, que trabajó en favor de la evangelización de Sajonia y de Frisia, y buscando el arreglo de disensiones y litigios, prefirió la muerte a consentir los errores. (701)
6. En Frisinga, en Baviera, actual Alemania, san Corbiniano, que, ordenado obispo, obtuvo frutos abundantes predicando el Evangelio entre los habitantes de la región bávara. (725)
7*. En Pébrac, territorio de Puy-en-Vélay, en Francia, san Pedro de Chavanon, presbítero, que, aspirando a una vida más perfecta se retiró a este lugar, donde construyó y presidió un cenobio de canónigos regulares. (c. 1080)
8*. En Pesaro, lugar del Piceno, actual región de Las Marcas, en Italia, beata Serafina Sforza, que después de sufrir muchas adversidades en la vida conyugal, tras quedar viuda pasó humildemente los restantes años de su vida bajo la Regla de santa Clara. (1478)
9. En Valencia, de España, santo Tomás de Villanueva, obispo, que en España se celebra el día diez de octubre. (1555)
10*. En Durham, en Inglaterra, beatos mártires Tomás Palaser, presbítero, Juan Norton y Juan Talbot, condenados a muerte por la reina Isabel I, el primero, por regresar a Inglaterra como sacerdote, y los otros, por protegerle. Todos ellos fueron ejecutados en el patíbulo. (1600)
11. En Nueva Cartagena, en Colombia, muerte de san Pedro Claver, presbítero, cuya memoria se celebra mañana. (1654)
12*. En Nagasaki, de Japón, beatos Antonio de San Buenaventura, de la Orden de Hermanos Menores, Domingo Castellet, de la Orden de Predicadores, presbíteros, y veinte compañeros*, mártires, estos últimos laicos, y muchos de ellos niños, que por su fe en Cristo, sufrieron el martirio a fuego o a espada. (1628)
*Sus nombres son: beatos Domingo de Nagasaki, religioso de la Orden de Hermanos Menores; Tomás de San Jacinto y Antonio de Santo Domingo, religiosos de la Orden de Predicadores; Lucía Luisa, viuda; Juan Tomachi y sus hijos Domingo, Miguel, Tomás y Pablo; Juan Imamura, Pablo Sadayu Aybara, Romano Aybara y su hijo León, Santiago Hayashida, Mateo Alvarez, Miguel Yamada y su hijo Lorenzo, y Luis Higashi y sus hijos Francisco y Domingo.
13*. En Marsella, en Francia, tránsito del beato Federico Ozanam, el cual, hombre esclarecido en erudición y piedad, defendió y propugnó con su eminente doctrina las verdades de la fe, prestó asidua caridad a los pobres en la Sociedad del San Vicente de Paúl y, como excelente padre de familia, hizo de su hogar una iglesia doméstica. (1853)
14*. En Almería, en España, beatos José Cecilio (Bonifacio) Rodríguez González, Teodomiro Joaquín (Adriano) Sainz Sainz y Evencio Ricardo (Eusebio Alfonso) Urjurra, mártires, hermanos de las Escuelas Cristianas, todos los cuales alcanzaron la palma del martirio en la persecución religiosa durante la guerra. (1936)
15*. En Alcoy, cerca de Alicante, también en España, beato Marino Blanes Giner, mártir, que, siendo padre de familia, recibió de Dios la vida eterna después de sufrir la muerte a manos de hombres, en días de la misma persecución religiosa. (1936)
16*. En Paterna, en la provincia de Valencia, de nuevo en España, beato Ismael Escrihuela Esteve, mártir, padre de familia, que por el martirio se hizo partícipe de la victoria de Cristo, durante la misma persecución. (1936)
17*. En Villarreal de los Infantes, en la provincia de Castellón, igualmente en España, beato Pascual Fortuño Almela, presbítero de la Orden de Hermanos Menores y mártir, que fue coronado de gloria por su testimonio de Cristo. (1936)
18*. En Buñol, cerca de Valencia, asimismo en España, beatas Josefa de San Juan de Dios Ruano García y María Dolores de Santa Eulalia Puig Bonany, vírgenes de la Congregación de Hermanitas de los Ancianos Desamparados y mártires, que recibieron ambas la corona de la gloria en su martirio cruento durante la misma persecución contra la fe religiosa. (1936)
19*. En el campo de concentración de Dachau, cercano a la ciudad de Munich, en la región de Baviera, en Alemania, beato Adán Bargielski, presbítero y mártir, que por salvar a su párroco se entregó a los enemigos de la fe y, tras sufrir una cruel cárcel, emigró invicto a la gloria eterna. (1942)
20*. En la localidad de Gross-Rosen, en Silesia, también en Alemania, beato Ladislao Bladzinski, presbítero de la Congregación de San Miguel y mártir, que, en la misma persecución, fue deportado por los enemigos de la Iglesia desde su patria, Polonia, a trabajos forzados en canteras de piedra, donde después fue asesinado. (1944)

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