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viernes, 19 de agosto de 2022

Viernes 23 septiembre 2022, San Pío de Pietrelcina, presbítero, memoria obligatoria.

SOBRE LITURGIA

SANTA MESSA PER L'ORDINAZIONE DI 74 NUOVI SACERDOTI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Basilica Vaticana - Domenica, 12 giugno 1983

“Canterò senza fine le grazie del Signore!” (Sal 89, 2).

1. Mi rivolgo, in modo del tutto speciale a voi, carissimi fratelli, che fra alcuni momenti Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, mediante l’imposizione delle mani, renderà partecipi del suo Sacerdozio ministeriale, per l’eternità! Sgorga pertanto spontanea dal mio e dal vostro cuore la gioiosa acclamazione del Salmista: “Canterò senza fine le grazie del Signore!”. Io, Vescovo di Roma, successore di Pietro e Pastore della Chiesa universale, elevo il mio canto di giubilo perché ho la grazia di essere il tramite di un dono mirabile, che Dio fa alla sua Chiesa; voi esultate perché state per ricevere il carisma del “presbiterato”, al quale vi siete a lungo preparati dopo aver generosamente accolto la chiamata di Gesù a seguirlo, convalidata dal vostri Vescovi!

È una giornata di grazia e di gioia, questa, per me; per voi; per le Chiese particolari in tutto il mondo, dalle quali provenite; per la Chiesa tutta, che vede in voi garantita, nella “storia della salvezza”, l’opera misteriosa e feconda del suo Capo e Sposo.

“I presbiteri, in virtù della Sacra Ordinazione e della missione che ricevono dai Vescovi, sono promossi al servizio di Cristo Maestro, Sacerdote e Re, partecipando al suo ministero, mediante il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in Popolo di Dio, Corpo di Cristo e Tempio dello Spirito Santo” (Presbyterorum Ordinis, 1), così il Concilio Vaticano II ha sintetizzato l’identità spirituale dei sacerdoti.

2. Analogamente al carisma che Dio ha donato ai suoi profeti, il presbiterato è una “missione”. È una scelta gratuita da parte di Dio, di cui l’uomo non può mai essere adeguatamente degno. Il profeta Geremia, chiamato dal Signore, protesta la propria incapacità, la propria immaturità - “Io non so parlare, perché sono giovane” - eppure il Signore gli risponde: “Non dire sono giovane, ma va’ da coloro cui ti manderò e annuncia ciò che ti ordinerò” (Ger 1, 6-7).

È Dio che vi manda, è la Chiesa che vi manda! Per questo voi dovrete essere - nel luogo, nell’ufficio, nella funzione, che - vi saranno disposti dalla Provvidenza divina per il tramite dei legittimi superiori - degli annunciatori, cioè dei proclamatori del Vangelo “che è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Rm 1, 16). Sarà pertanto una grave responsabilità l’annunciare e proclamare, con le parole e con la vita, non voi stessi, ma Cristo, e Cristo crocifisso e risorto (cf. 1 Cor 1, 23; 2, 2; 2 Tm 2, 8).

L’uomo contemporaneo, nonostante gli sbandamenti filosofici ed ideologici di questo tempo, conserva una struggente esigenza di verità, di giustizia, di bontà, di pace. Da voi si attende che predichiate Cristo, “via, verità e vita” (cf. Gv 14, 6).

E ciò comporta impegno continuo, costante vigilanza, senso delicato del dovere, fedeltà gioiosa all’impegno del celibato “per il Regno”, serena disponibilità a stare “con Cristo” attraverso il sacrificio, la sofferenza, il rinnegamento, la Croce.

3. In questo contesto acquistano pieno significato le affermazioni della Lettera agli Ebrei, che abbiamo ascoltato. Il sacerdote “scelto fra gli uomini viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio . . .” (Eb 5, 1). L’Autore ispirato sottolinea la comunanza di natura del sacerdote con gli altri uomini; accentua la finalizzazione comunitaria della sua funzione e della sua missione: egli è un “essere-per-gli-altri”; deve quindi donarsi completamente per i fratelli; ma tutto questo in una essenziale e fondamentale prospettiva spirituale e soprannaturale: ciò deve avvenire nell’ambito del “religioso”. La vostra sarà pertanto una vita non di rifiuto o di evasione dal “mondo” degli uomini, ma di sincera e serena incarnazione nella loro storia, per farli vivere nella e della dimensione religiosa, che è ineliminabile dall’esistenza umana.

Il sacerdozio vi configura a Cristo, “Sommo Sacerdote alla maniera di Melchisedek”; egli “pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5, 8-9). Partecipandovi il suo eterno Sacerdozio, Cristo vi costituirà ministri dei Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia e della Riconciliazione: egli vi affiderà totalmente il suo Corpo e il suo Sangue nei segni sacramentali, perché per il vostro ministero, la sua Carne sia offerta per la vita del mondo (cf. Gv 6, 52); inoltre vi affiderà la sua divina potenza di perdono, perché voi facciate sentire la parola della Riconciliazione ai fratelli e alle sorelle bisognosi di misericordia e di pace interiore.

“Canterò senza fine le grazie del Signore!”.

Sì, fratelli miei, la vostra vita sacerdotale - realizzata ogni giorno nella preghiera, nello zelo, nella dedizione alle anime, ai poveri, ai piccoli, agli infermi, ai peccatori - sia sempre un inno di ringraziamento a Dio per la sua infinita liberalità! La grazia del sacerdozio vi trasformerà in “amici” di Gesù: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto” (Gv 15, 15-16).

“Proprio nel Cenacolo - ho scritto nella mia Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo di quest’Anno Giubilare della Redenzione - sono state pronunciate queste parole, nel contesto immediato dell’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio ministeriale. Cristo ha fatto conoscere agli Apostoli e a tutti coloro, i quali da essi ereditano il sacerdozio ordinato, che in questa vocazione e per questo ministero devono diventare suoi amici, devono diventare amici di quel mistero che egli è venuto a compiere” (Giovanni Paolo II, Epistula ad universos Ecclesiae Sacerdotes adveniente feria V in Cena Domini anno MCMLXXXIII, 2, 27 marzo 1983).

Carissimi! Durante gli anni del mio servizio episcopale, uno dei momenti di più intensa gioia e di non minore trepidazione era quello in cui, mediante l’imposizione delle mani, ordinavo nuovi presbiteri per la comunità ecclesiale! Uguale gioia e uguale trepidazione provo oggi, in questa solenne Ordinazione, che si compie sul sepolcro di Pietro, durante il Giubileo della Redenzione. Voi sarete i sacerdoti del 1950° anniversario della Redenzione! Se per tutti i credenti tale evento significa un pressante invito a meditare sulla propria vita e sulla propria vocazione cristiana alla luce del mistero della Redenzione, tale invito è indirizzato in maniera del tutto speciale a quanti sono o saranno - come voi fra alcuni istanti - “ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio (cf. 1 Cor 4, 1).

All’inizio del mio ministero di Pastore Supremo della Chiesa universale ho affidato tutti i sacerdoti alla Madre di Cristo, la quale in modo particolare è la nostra Madre: la Madre dei sacerdoti. Affido a lei oggi, giorno solenne della vostra Ordinazione sacerdotale, il vostro sacerdozio, ognuno di voi, la vostra giovinezza, il vostro entusiasmo, la vostra generosità, i vostri propositi!

Sia Maria Santissima la stella radiosa del vostro cammino sacerdotale! Così sia!

CALENDARIO

23 VIERNES. SAN PÍO DE PIETRELCINA, presbítero, memoria obligatoria

Misa
de la memoria (blanco).
MISAL: 1.ª orac. prop. y el resto del común de pastores (para un pastor) o de santos (para religiosos), o de un domingo del T.O., Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Ecl 3, 1-11.
Cada cosa tiene su momento bajo el cielo.
- Sal 143. R. ¡Bendito el Señor, mi alcázar!
- Lc 9, 18-22. Tú eres el Mesías de Dios. El Hijo del hombre tiene que padecer mucho.
o bien:
cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de la memoria.

Martirologio: elogs. del 24 de septiembre, pág. 572.
CALENDARIOS: Tarragona-ciudad: Santa Tecla, virgen y mártir (S). Tarragona-diócesis: (MO).
Orden de San Jerónimo y Orden de San Juan de Jerusalén: Santos Zacarías e Isabel, padres de san Juan Bautista (MO).
II Franciscanos: Hallazgos del cuerpo de santa Tecla de Asís (ML).

TEXTOS MISA

23 de septiembre
San Pío de Pietrelcina, presbítero
Memoria

Oración colecta propia, el resto del común de pastores: III. Pastores, B. Para un pastor 1.

Antífona de entrada Cf. Sal 131, 9
Que tus sacerdotes, Señor, se vistan de justicia, que tus fieles vitoreen.
Sacerdótes tui, Dómine, índuant iustítiam, et sancti tui exsúltent.

Monición de entrada
Hacemos memoria en esta celebración de san Francisco Forgione, conocido popularmente como san Pío de Pietrelcina, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores Capuchinos. Nació en Pietrelcina (Italia), el año 1887. En el convento de San Giovanni Rotondo, en la región italiana de Apulia, se dedicó a la dirección espiritual de los fieles y a la reconciliación de los penitentes, mostrando una atención particular hacia los pobres y necesitados. Tal día como hoy del año 1968 terminó su peregrinación terrena, configurándose con Cristo crucificado.

Oración colecta
Dios todopoderoso y eterno, que concediste a san Pío, presbítero, la gracia singular de participar en la cruz de tu Hijo, y por su ministerio renovaste las maravillas de tu misericordia, concédenos, por su intercesión, que, asociados siempre a los sufrimientos de Cristo, lleguemos felizmente a la gloria de la resurrección. Por nuestro Señor Jesucristo.
Omnípotens sempitérne Deus, qui sanctum Pium, presbýterum, crucis Fílii tui singulári grátia partícipem esse donásti, et per eius ministérium misericórdiæ tuæ mirabília renovásti, concéde nobis, ut, eius intercessióne, passiónibus Christi iúgiter sociáti ad resurrectiónis glóriam felíciter perducámur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Viernes de la XXV semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ecl 3, 1 -11
Cada cosa tiene su momento bajo el cielo
Lectura del libro del Eclesiastés.

Todo tiene su momento, y cada cosa su tiempo bajo el cielo:
Tiempo de nacer, tiempo de morir;
tiempo de plantar, tiempo de arrancar;
tiempo de matar, tiempo de sanar;
tiempo de destruir, tiempo de construir;
tiempo de llorar, tiempo de reír;
tiempo de hacer duelo, tiempo de bailar;
tiempo de arrojar piedras, tiempo de recogerlas;
tiempo de abrazar, tiempo de desprenderse;
tiempo de buscar, tiempo de perder;
tiempo de guardar, tiempo de arrojar;
tiempo de rasgar, tiempo de coser;
tiempo de callar, tiempo de hablar;
tiempo de amar, tiempo de odiar;
tiempo de guerra, tiempo de paz.
¿Qué saca el obrero de sus fatigas? Comprobé la tarea que Dios ha encomendado a los hombres para que se ocupen en ella: todo lo hizo bueno a su tiempo, y les proporcionó el sentido del tiempo, pero el hombre no puede llegar a comprender la obra que hizo Dios, de principio a fin.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 143, 1ab y 2abc. 3-4 (R.: 1a)
R. 
¡Bendito el Señor, mi alcázar!
Benedíctus Dóminus, præsídium meum.

V. Bendito el Señor, mi Roca;
mi bienhechor, mi alcázar,
baluarte donde me pongo a salvo,
mi escudo y refugio.
R. ¡Bendito el Señor, mi alcázar!
Benedíctus Dóminus, præsídium meum.

V. Señor, ¿qué es el hombre
para que te fijes en él?
¿Qué los hijos de Adán
para que pienses en ellos?
El hombre es igual que un soplo;
sus días, una sombra que pasa.
R. ¡Bendito el Señor, mi alcázar!
Benedíctus Dóminus, præsídium meum.

Aleluya Mc 10, 45
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. El Hijo del hombre ha venido a servir y dar su vida en rescate por muchos. R.
Fílius hóminis venit ut ministráret, et daret ánimam suam redemptiónem pro multis.

EVANGELIO Lc 9, 18-22
Tú eres el Mesías de Dios. El Hijo del hombre tiene que padecer mucho
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

Una vez que Jesús estaba orando solo, lo acompañaban sus discípulos y les preguntó:
«¿Quién dice la gente que soy yo?».
Ellos contestaron:
«Unos, que Juan el Bautista; otros, que Elías, otros dicen que ha resucitado uno de los antiguos profetas».
Él les preguntó:
«Y vosotros, ¿quién decís que soy yo?».
Pedro respondió:
«El Mesías de Dios».
Él les prohibió terminantemente decírselo a nadie, porque decía:
«El Hijo del hombre tiene que padecer mucho, ser desechado por los ancianos, sumos sacerdotes y escribas, ser ejecutado y resucitar al tercer día».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Ángelus 19-junio-2016

Después de haber concluido el diálogo con los Apóstoles, Jesús se dirige a todos diciendo: «Si alguno quiere venir en pos de mí, niéguese a sí mismo, tome su cruz cada día y sígame» (Lc 9, 23). No se trata de una cruz ornamental, o de una cruz ideológica, sino que es la cruz del propio deber, la cruz del sacrificarse por los demás con amor –por los padres, los hijos, la familia, los amigos, también por los enemigos–, la cruz de la disponibilidad para ser solidarios con los pobres, para comprometerse por la justicia y la paz. Asumiendo esta actitud, estas cruces, siempre se pierde algo. No debemos olvidar jamás que «quien perderá la propia vida [por Cristo], la salvará» (Lc 9, 24). Es un perder para ganar. Y recordamos a todos nuestros hermanos que aún hoy ponen en práctica estas palabras de Jesús, ofreciendo su tiempo, su trabajo, su propia fatiga y hasta su vida para no renegar de su fe en Cristo. Jesús, mediante su Espíritu Santo, nos da la fuerza para ir hacia adelante en el camino de la fe y del testimonio: actuar de acuerdo con lo que creemos; no decir una cosa y hacer otra. Y en este camino la Virgen siempre está cerca nuestro y nos precede: dejémonos tomar de la mano por ella, cuando atravesamos los momentos más oscuros y difíciles.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XLVIII

Oremos al Señor, Dios de nuestros padres, para que nos escuche y tenga piedad de nosotros.
- Por la unidad y libertad de la santa Iglesia católica y apostólica. Roguemos al Señor.
- Por la vida, el ministerio y la salud de nuestro padre el papa N. y de nuestro obispo N., y por el clero y el pueblo que ama a Cristo. Roguemos al Señor.
- Por la paz y el progreso de las naciones. Roguemos al Señor
- Por el perdón de nuestros pecados y la liberación de toda violencia, división y peligro. Roguemos al Señor.
- Por esta comunidad, congregada en el nombre de Jesucristo, y por cuantos no han podido venir a esta celebración. Roguemos al Señor.
Te pedimos, Dios de bondad, que escuches nuestras oraciones y derrames sobre nosotros la abundancia de tu misericordia. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Recibe, Señor, la ofrenda que traemos a tu altar en conmemoración de san N. y, así como a él le concediste la gloria por estos santos misterios, concédenos también a nosotros el perdón. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Praeténde múnera, quaesumus, Dómine, altáribus tuis pro beáti tui N. commemoratióne propósita, ut, sicut per haec beáta mystéria illo glóriam contulísti, ita nobis indulgéntiam largiáris. Per Christum.

PREFACIO COMÚN VII
CRISTO, HUÉSPED Y PEREGRINO EN MEDIO DE NOSOTROS
En verdad es justo darte gracias, Señor, Padre santo, Dios de la alianza y de la paz.
Porque tú llamaste a Abrahán y le mandaste salir de su tierra, para constituirlo padre de todas las naciones. Tú suscitaste a Moisés para librar a tu pueblo y guiarlo a la tierra de promisión.
Tú, en la etapa final de la historia, has enviado a tu Hijo, como huésped y peregrino en medio de nosotros, para redimirnos del pecado y de la muerte; y has derramado el Espíritu, para hacer de todas las naciones un solo pueblo nuevo, que tiene como meta tu reino, como estado, la libertad de tus hijos, como ley, el precepto del amor.
Por estos dones de tu benevolencia, unidos a los ángeles y a los santos, cantamos con gozo el himno de tu gloria:
Santo, santo Santo…


PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Cf. Mt 24, 46-47
Bienaventurado el criado a quien el Señor, al llegar, lo encuentre velando; en verdad os digo que le confiará la administración de todos sus bienes.
Beátus servus, quem, cum vénerit Dóminus, invénerit vigilántem; amen dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.
O bien: Cf. Lc 12, 42
Este es el siervo fiel y prudente a quien el Señor ha puesto al frente de su servidumbre, para que les reparta la ración de alimento a sus horas.
Fidélis servus et prudens, quem constítuit Dóminus super famíliam suam, ut det illis in témpore trítici mensúram.

Oración después de la comunión
Dios todopoderoso, que la mesa celestial robustezca y acreciente la fuerza de lo alto en quienes celebramos la festividad de san N., para que guardemos íntegro el don de la fe y caminemos por la senda de la salvación que se nos ha revelado. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Mensa caeléstis, omnípotens Deus, in ómnibus festivitátem beáti N. celebrántibus supérnas vires firmet et áugeat, ut et fídei donum íntegrum custodiámus, et per osténsum salútis trámitem ambulémus. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 24 de septiembre

1. En Milán, ciudad de la región italiana Transpadana, san Anatolio, considerado primer obispo de esta ciudad. (s. II)
2. En Seaulieu, en el territorio de Autún, en la Galia, hoy Francia, santos Andoquio, Tirso y Félix, mártires. (s. inc.)
3. En Clermont-Ferrand, en Aquitania, también Francia en la actualidad, san Rústico, obispo, que, siendo presbítero en la misma ciudad, asumió el obispado con gran aplauso del pueblo. (s. V)
4. En Lyon, en la Galia, de nuevo Francia actualmente, san Lupo, obispo, que antes había vivido como anacoreta. (d. 528)
5*. En Marsella, en Provenza, igualmente en Francia, san Isarno, abad, renovador de la vida regular en el monasterio de San Víctor, austero consigo y comprensivo y pacífico con los demás. (1043)
6. En Panonia, en el territorio de la actual Hungría, san Gerardo Sagredo, obispo de la sede de Morisena y mártir, que fue preceptor de san Emerico, príncipe adolescente hijo del rey san Esteban, y en una sedición de húngaros paganos murió apedreado cerca del río Danubio. (1046)
7*. En Girona, ciudad de Cataluña, en España, beato Dalmacio Moner, presbítero de la Orden de Predicadores, conocido por su amor a la soledad y al silencio. (1341)
8*. En York, en Inglaterra, beatos mártires Guillermo Spenser, presbítero, y Roberto Hardesty, condenados ambos a la pena capital y ahorcados, reinando Isabel I, el primero, por ser sacerdote, y el segundo, por haberle dado hospitalidad. (1589)
9. En Nagasaki, ciudad de Japón, pasión de san Antonio González, presbítero de la Orden de Predicadores y mártir, que, enviado a la nación nipona con otros cinco compañeros, poco después, en tiempo del emperador Tokugawa Yemitsu, fue encarcelado y martirizado con el tormento del agua, hasta que, enfebrecido, precedió en la muerte a los demás. (1637)
10. En San Severino, lugar del Piceno, actual región de Las Marcas, en Italia, san Pacífico, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores, preclaro por sus penitencias, amor a la soledad y oración ante el Santísimo Sacramento. (1721)
11*. En Maribor, localidad de Eslovenia, beato Antonio Martín Slomsek, obispo, que tuvo gran dedicación al cultivo de la vida cristiana de las familias, al de la institución del clero y a la defensa de la unidad de la Iglesia. (1862)
12*. En Roma, beata Columba (Juana) Gabriel, abadesa del monasterio de Lviv, en Ucrania, que, injustamente calumniada, viajó a Roma, donde, viviendo pobre y alegre, fundó la Congregación de Hermanas Benedictinas de la Caridad, además de la obra social llamada Casa de la Familia, para jóvenes obreras pobres o alejadas de su familia. (1926)
13*. En la población de Abalat de la Ribera, en la provincia de Valencia, en España, beato José Raimundo Pascual Ferrer Botella, presbítero y mártir de la fe en días de persecución religiosa durante la contienda española. (1936)
14*. En Rotglà y Corbera, también en Valencia, beato José María Ferrándiz Hernández, presbítero y mártir, que coronó el combate de la fe en la misma persecución religiosa. (1936)
15*. En Ollería, de nuevo en Valencia, beata Encarnación Gil Valls, virgen y mártir, que, portando la lámpara encendida, caminó vencedora hacia Cristo Esposo. (1936)
16*. En Alcira, en la misma provincia española, beato José Raimundo Ferragud Girbés, padre de familia y mártir, víctima por Cristo en la persecución contra la fe cristiana. (1936)

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