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jueves, 25 de agosto de 2022

Jueves 29 septiembre 2022, Santos Arcángeles Miguel, Gabriel y Rafael, fiesta

SOBRE LITURGIA

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI VESCOVI, AI PRESBITERI E AI DIACONI, ALLE PERSONE CONSACRATE E AI FEDELI LAICI NEL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI «MOTU PROPRIO» MINISTERIA QUAEDAM DI SAN PAOLO VI


1. La ricorrenza del cinquantesimo anniversario della Lettera apostolica in forma di «Motu Proprio» Ministeria quaedam di san Paolo VI [AAS 64 (1972) 529-534], ci offre l’opportunità di tornare a riflettere sul tema dei ministeri. Nel contesto fecondo ma non privo di tensioni seguito al Concilio Vaticano II, questo documento ha offerto alla Chiesa una significativa riflessione che non ha avuto il solo risultato di rinnovare la disciplina riguardante la prima tonsura, gli ordini minori e il suddiaconato nella Chiesa latina – come dichiarato nel titolo – ma ha offerto alla Chiesa una importante prospettiva che ha avuto la forza di ispirare ulteriori sviluppi.

2. Alla luce di quella scelta e dei motivi che l’hanno sostenuta sono da comprendere le due recenti Lettere apostoliche in forma di «Motu Proprio» con le quali sono intervenuto sul tema dei ministeri istituiti. La prima, Spiritus Domini, del 10 gennaio 2021, ha modificato il can. 230 §1 del Codice di Diritto Canonico circa l’accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato. La seconda, Antiquum ministerium, del 10 maggio 2021, ha istituito il ministero di Catechista. Questi due interventi non devono essere interpretati come un superamento della dottrina precedente, ma come un ulteriore sviluppo reso possibile perché fondato sugli stessi principi – coerenti con la riflessione del Concilio Vaticano II – che hanno ispirato Ministeria quaedam. Il modo migliore per celebrare l’odierno significativo anniversario è proprio quello di continuare ad approfondire la riflessione sui ministeri che san Paolo VI ha avviato.

3. Il tema è di fondamentale importanza per la vita della Chiesa: infatti, non esiste comunità cristiana che non esprima ministeri. Le lettere paoline, e non solo, lo testimoniano ampiamente. Quando – per cogliere un esempio tra i tanti possibili – l’apostolo Paolo si rivolge alla Chiesa che è in Corinto, l’immagine che le sue parole tratteggiano è quella di una comunità ricca di carismi (1Cor 12,4), di ministeri (1Cor 12,5), di attività (1Cor 12,6), di manifestazioni (1Cor 12,7) e di doni dello Spirito (1Cor 14,1.12.37). La varietà dei termini usati descrive una ministerialità diffusa, che va organizzandosi sulla base di due fondamenti certi: all’origine di ogni ministero vi è sempre Dio che con il suo Santo Spirito opera tutto in tutti (cfr. 1Cor 12,4-6); la finalità di ogni ministero è sempre il bene comune (cfr. 1Cor 12,7), l’edificazione della comunità (cfr. 1Cor 14,12). Ogni ministero è una chiamata di Dio per il bene della comunità.

4. Questi due fondamenti permettono alla comunità cristiana di organizzare la varietà dei ministeri che lo Spirito suscita in relazione alla concreta situazione che essa vive. Tale organizzazione non è un fatto meramente funzionale ma è, piuttosto, un attento discernimento comunitario, nell’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce alla Chiesa, in un luogo concreto e nel momento presente della sua vita. Di questo discernimento abbiamo esempi illuminanti negli Atti degli Apostoli, proprio a proposito di strutture ministeriali, vale a dire il gruppo dei Dodici, dovendo provvedere alla sostituzione di Giuda (At 1,15-26), e quello dei Sette, dovendo risolvere una tensione comunitaria che si era venuta a creare (At 6,1-6). Ogni struttura ministeriale che nasce da questo discernimento è dinamica, vivace, flessibile come l’azione dello Spirito: in essa deve radicarsi sempre più profondamente per non rischiare che la dinamicità diventi confusione, la vivacità si riduca a improvvisazione estemporanea, la flessibilità si trasformi in adattamenti arbitrari e ideologici.

5. San Paolo VI, applicando gli insegnamenti conciliari, ha operato in Ministeria quaedam un vero discernimento ed ha indicato la direzione per poter proseguire il cammino. Infatti, accogliendo le istanze di non pochi Padri conciliari, ha rivisto la prassi in vigore adattandola alle esigenze di quel momento, ed ha riconosciuto alle Conferenze Episcopali la possibilità di chiedere alla Sede Apostolica l’istituzione di quei ministeri ritenuti necessari o molto utili nelle loro regioni. Anche la preghiera di ordinazione del vescovo, nella parte delle intercessioni, indica tra i suoi compiti principali, quello di organizzare i ministeri: «… disponga i ministeri della Chiesa secondo la tua volontà …» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 47, p. 25: «… ut distribuat munera secundum præceptum tuum …»).

6. I principi sopra ricordati, ben radicati nel Vangelo e inseriti nel contesto più ampio dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II, sono il comune fondamento che permette di individuare, stimolati dall’ascolto della concretezza della vita delle comunità ecclesiali, quali siano i ministeri che qui e ora edificano la Chiesa. L’ecclesiologia di comunione, la sacramentalità della Chiesa, la complementarietà del sacerdozio comune e del sacerdozio ministeriale, la visibilità liturgica di ogni ministero sono i principi dottrinali che, animati dall’azione dello Spirito, rendono armonica la varietà dei ministeri.

7. Se la Chiesa è il corpo di Cristo, tutto il servire (ministrare) del Verbo incarnato deve pervadere le sue membra, ciascuna delle quali – a motivo della sua unicità che risponde ad una personale chiamata di Dio – manifesta un tratto del volto di Cristo servo: l’armonia del loro agire mostra al mondo la bellezza di lui che “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). La preghiera di ordinazione dei diaconi ha una significativa espressione per descrivere la varietà nell’unità: «Per opera dello Spirito Santo tu hai formato la Chiesa, corpo del Cristo, varia e molteplice nei suoi carismi, articolata e compatta nelle sue membra …» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121: «Cuius corpus, Ecclesiam tuam, cælestium gratiarum varietate distinctam suorumque conexam distinctione membrorum, compage mirabili per Spiritum Sanctum unitam …»).

8. La questione dei ministeri battesimali tocca diversi aspetti che vanno certamente considerati: la terminologia usata per indicare i ministeri, la loro fondazione dottrinale, gli aspetti giuridici, le distinzioni e le relazioni tra i singoli ministeri, la loro valenza vocazionale, i percorsi formativi, l’evento istitutivo che abilita all’esercizio di un ministero, la dimensione liturgica di ogni ministero. Anche solo da questo sommario elenco, ci si rende conto della complessità del tema: Certamente occorre continuare ad approfondire la riflessione su tutti questi nuclei tematici: tuttavia, se dovessimo pretendere di definirli e di risolverli per poter poi vivere la ministerialità, molto probabilmente non riusciremmo a fare molta strada. Come ho ricordato in Evangelii gaudium (nn. 231-233) la realtà è superiore all’idea e “tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà” (n. 231).

Anche l’altro principio che ho ricordato, seppur in altro contesto, in Evangelii gaudium (n. 222), può esserci di aiuto: il tempo è superiore allo spazio. Più che l’ossessione dei risultati immediati nel risolvere tutte le tensioni e chiarire ogni aspetto, rischiando così di cristallizzare i processi e, a volte, di pretendere di fermarli (cfr. Evangelii gaudium, n. 223), dobbiamo assecondare l’azione dello Spirito del Signore, risorto e asceso al cielo, il quale “ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4,11-13).

9. È lo Spirito che facendoci partecipi, in modi distinti e complementari, del sacerdozio di Cristo, rende tutta la comunità ministeriale, per costruire il suo corpo ecclesiale. Lo Spirito opera negli spazi che il nostro ascolto obbediente rende disponibili alla sua azione. Ministeria quaedam ha aperto la porta al rinnovamento dell’esperienza della ministerialità dei fedeli, rinati dall’acqua del battesimo, confermati dal sigillo dello Spirito, nutriti dal Pane vivo disceso dal cielo.

10. Per poter ascoltare la voce dello Spirito e non arrestare il processo – facendo attenzione a non volerlo forzare imponendo scelte che sono frutto di visioni ideologiche – ritengo che sia utile la condivisione, tanto più nel clima del cammino sinodale, delle esperienze di questi anni. Esse possono offrire indicazioni preziose per arrivare ad una visione armonica della questione dei ministeri battesimali e proseguire così nel nostro cammino. Per questo motivo desidero nei prossimi mesi, nelle modalità che verranno definite, avviare un dialogo sul tema con le Conferenze Episcopali per poter condividere la ricchezza delle esperienze ministeriali che in questi cinquant’anni la Chiesa ha vissuto sia come ministeri istituiti (lettori, accoliti e, solo recentemente, catechisti) sia come ministeri straordinari e di fatto.

11. Affido alla protezione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, il nostro cammino. Custodendo nel suo grembo il Verbo fatto carne, Maria porta in sé il ministero del Figlio, al quale viene resa partecipe nel modo che le è proprio. Anche in questo è icona perfetta della Chiesa, che nella varietà dei ministeri custodisce il ministero di Gesù Cristo, partecipando al suo sacerdozio, ciascun membro nel modo che gli è proprio.

Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 15 agosto 2022, solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, anno decimo del mio Pontificato.

FRANCESCO

CALENDARIO

29 JUEVES. SANTOS ARCÁNGELES MIGUEL, GABRIEL y RAFAEL, fiesta 

Fiesta de los santos arcángeles Miguel, Gabriel y Rafael. En el día de la dedicación de la basílica bajo el título de San Miguel, en la vía Salaria, a seis millas de Roma, se celebran juntamente los tres arcángeles, de quienes la Sagrada Escritura revela misiones singulares, y que sirviendo a Dios día y noche, y contemplando su rostro, a Él glorifican sin cesar (elog. del Martirologio Romano). 

Misa de la fiesta (blanco). 
MISAL: ants. y oracs. props., Gl., Pf. prop. No se puede decir la PE IV. 
LECC.: vol. IV. 
- Dan 7, 9-10. 13-14. Miles y miles lo servían. 
o bien: Ap 12, 7-12a. Miguel y sus ángeles combatieron contra el dragón. 
- Sal 137. R. Delante de los ángeles tañeré para ti, Señor. 
- Jn 1, 47-51. Veréis a los ángeles de Dios subir y bajar sobre el Hijo del hombre.

* Hoy no se permiten las misas de difuntos, excepto la exequial. 

Liturgia de las Horas: oficio de la fiesta. Te Deum. 

Martirologio: elogs. del 30 de septiembre, pág. 585. 
CALENDARIOS: Arzobispado Castrense-Cuerpo de Mutilados: San Rafael Arcángel (S). OCSO: (F).

TEXTOS MISA

29 de septiembre
SANTOS ARCÁNGELES MIGUEL, GABRIEL Y RAFAEL.
Fiesta

Antífona de entrada Cf. Sal 102, 20
Bendecid al Señor, ángeles suyos, poderosos ejecutores de sus órdenes, prontos a la voz de su palabra.
Benedícite Dóminum, omnes Angeli eius, poténtes virtúte, qui fácitis verbum eius, ad audiéndam vocem sermónum eius.

Monición de entrada
Hoy es la fiesta de los santos arcángeles Miguel, Gabriel y Rafael. Miguel, fuerte protector de la Iglesia frente al mal; Gabriel, mensajero de Dios que anunció a María y al mundo la inauguración de los tiempos mesiánicos; Rafael, medicina de Dios, compañero de ruta de la Iglesia que peregrina todavía por este mundo. Ellos sirven a Dios día y noche, y, contemplando su rostro, lo glorifican sin cesar.

Se dice Gloria.

Oración colecta
Oh, Dios, que con admirable sabiduría distribuyes los ministerios de los ángeles y de los hombres, concédenos, por tu bondad, que nuestra vida esté siempre protegida en la tierra por aquellos que te asisten continuamente en el cielo. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui miro órdine Angelórum ministéria hominúmque dispénsas, concéde propítius, ut, a quibus tibi ministrántibus in caelo semper assístitur, ab his in terra vita nostra muniátur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas propias de la Fiesta de los Santos Arcángeles Miguel, Gabriel y Rafael (Lec. IV).

PRIMERA LECTURA (opción 1) Dan 7, 9-10. 13-14
Miles y miles le servían

Lectura de la profecía de Daniel.

Miré y vi que colocaban unos tronos. Un anciano se sentó.
Su vestido era blanco como nieve,
su cabellera como lana limpísima;
su trono, llamas de fuego; sus ruedas, llamaradas;
un río impetuoso de fuego brotaba y corría ante él.
Miles y miles lo servían, millones estaban a sus órdenes.
Comenzó la sesión y se abrieron los libros.
Seguí mirando.
Y en mi visión nocturna vi venir una especie de hijo de hombre entre las nubes del cielo.
Avanzó hacia el anciano y llegó hasta su presencia.
A él se le dio poder, honor y reino.
Y todos los pueblos, naciones y lenguas lo sirvieron.
Su poder es un poder eterno, no cesará. Su reino no acabará.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

PRIMERA LECTURA (opción 2) Ap 12, 7-12a
Miguel y sus ángeles combatieron contra el dragón

Lectura del libro del Apocalipsis.

Hubo un combate en el cielo: Miguel y sus ángeles combatieron contra el dragón, y el dragón combatió, él y sus ángeles. Y no prevaleció y no quedó lugar para ellos en el cielo.
Y fue precipitado el gran dragón, la serpiente antigua, el llamado Diablo y Satanás, el que engaña al mundo entero; fue precipitado a la tierra y sus ángeles fueron precipitados con él.
Y oí una gran voz en el cielo que decía:
«Ahora se ha establecido la salvación y el poder y el reinado de nuestro Dios, y la potestad de su Cristo; porque fue precipitado el acusador de nuestros hermanos, el que los acusaba ante nuestro Dios día y noche.
Ellos lo vencieron en virtud de la sangre del Cordero y de la palabra del testimonio que habían dado, y no amaron tanto su vida que temieran la muerte.
Por eso, estad alegres, cielos, y los que habitáis en ellos».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 137, 1-2a. 2b-3. 4-5. 7c-8 (R.: 1c)
R. 
Delante de los ángeles tañeré para ti, Señor.
In conspectu angelorum psallam tibi, Dómine.

V. Te doy gracias, Señor, de todo corazón,
porque escuchaste las palabras de mi boca;
delante de los ángeles tañeré para ti;
me postraré hacia tu santuario.
R. Delante de los ángeles tañeré para ti, Señor.
In conspectu angelorum psallam tibi, Dómine.

V. Daré gracias a tu nombre:
por tu misericordia y tu lealtad,
porque tu promesa supera a tu fama.
Cuando te invoqué, me escuchaste,
acreciste el valor en mi alma.
R. Delante de los ángeles tañeré para ti, Señor.
In conspectu angelorum psallam tibi, Dómine.

V. Que te den gracias, Señor, los reyes de la tierra,
al escuchar el oráculo de tu boca;
canten los caminos del Señor,
porque la gloria del Señor es grande.
R. Delante de los ángeles tañeré para ti, Señor.
In conspectu angelorum psallam tibi, Dómine.

Aleluya Sal 102, 21
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Bendecid al Señor, ejércitos suyos, servidores que cumplís sus deseos. R.
Benedícite Domino, omnes virtutes eius, ministri eius, qui fácitis voluntatem eius.

EVANGELIO Jn 1, 47-51
Veréis a los ángeles de Dios subir y bajar sobre el Hijo del hombre
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Juan.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, vio Jesús que se acercaba Natanael y dijo de él:
«Ahí tenéis a un israelita de verdad, en quien no hay engaño».
Natanael le contesta:
«¿De qué me conoces?».
Jesús le responde:
«Antes de que Felipe te llamara, cuando estabas debajo de la higuera, te vi».
Natanael respondió:
«Rabí, tú eres el Hijo de Dios, tú eres el Rey de Israel».
Jesús le contestó:
«¿Por haberte dicho que te vi debajo de la higuera, crees?
Has de ver cosas mayores».
Y le añadió:
«En verdad, en verdad os digo: veréis el cielo abierto y a los ángeles de Dios subir y bajar sobre el Hijo del hombre».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Del Catecismo de la Iglesia Católica
329 
S. Agustín dice respecto a ellos: "Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris numen huins naturae, spiritus est; quaeris officium, ángelus est: ex eo quad est, spiritus est, ex eo quod agit, ángelus" ("El nombre de ángel indica su oficio, no su naturaleza. Si preguntas por su naturaleza, te diré que es un espíritu; si preguntas por lo que hace, te diré que es un ángel") (Psal. 103, 1, 15). Con todo su ser, los ángeles son servidores y mensajeros de Dios. Porque contemplan "constantemente el rostro de mi Padre que está en los cielos" (Mt 18, 10), son "agentes de sus órdenes, atentos a la voz de su palabra" (Sal 103, 20).
335 En su liturgia, la Iglesia se une a los ángeles para adorar al Dios tres veces santo (cf MR, "Sanctus"); invoca su asistencia (así en el "In Paradisum deducant te angeli… " ("Al Paraíso te lleven los ángeles… ") de la liturgia de difuntos, o también en el "Himno querubínico" de la liturgia bizantina) y celebra más particularmente la memoria de ciertos ángeles (S. Miguel, S. Gabriel, S. Rafael, los ángeles custodios).


Oración de los fieles
Pidamos al Señor, a quien alaban los ángeles, que escuche nuestras oraciones por la Iglesia y por todos los hombres.
- Para que el arcángel san Miguel proteja a la Iglesia que está en el mundo en la lucha contra el mal. Oremos.
- Para que el arcángel san Rafael acompañe a la Iglesia peregrina, en su avance por los caminos de la humanidad y socorra a los enfermos y necesitados. Oremos.
- Para que el arcángel san Gabriel guíe a esta comunidad, enviada por Cristo, para llevar a todos el mensaje del Evangelio. Oremos.
Te pedimos, Señor, que tus santos arcángeles, ministros gloriosos de tu poder de salvación, nos ayuden en el peregrinar de esta vida y nos conduzcan después a la patria eterna. Por Jesucristo nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Te ofrecemos, Señor, este sacrificio de alabanza y te suplicamos humildemente que, llevado ante tu majestad por manos de los ángeles, lo recibas en tu bondad y sea provechoso para nuestra salvación. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Hóstias tibi, Dómine, laudis offérimus, supplíciter deprecántes, ut eásdem, angélico ministério in conspéctum tuae maiestátis delátas, et placátus accípias, et ad salútem nostram proveníre concédas. Per Christum.

PREFACIO DE LOS ÁNGELES
LA GLORIA DE DIOS MANIFESTADA EN LOS ÁNGELES
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Y proclamar tus alabanzas en tus ángeles y los arcángeles pues lo que se honra verdaderamente en ellos redunda en tu grandeza y gloria. Siendo ellos dignísimos de todo honor, tu eres inmenso y has de ser reconocido sobre todas las cosas, por Cristo Señor nuestro.
Por él, la multitud de los ángeles celebra tu majestad; a ellos nos unimos en gozosa adoración cantando a una sola voz tu alabanza:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Et in Archángelis Angelísque tuis tua praecónia non tacére, quia ad excelléntiam tuam recúrrit et glóriam quod angélica creatúra tibi probábilis honorétur: et, cum illa sit amplo decóre digníssima, tu quam sis imménsus et super ómnia praeferéndus osténderis, per Christum Dóminum nostrum.
Per quem multitúdo Angelórum tuam célebrat maiestátem, quibus adorántes in exsultatióne coniúngimur, una cum eis laudis voce clamántes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA I o CANON ROMANO

Antífona de comunión Sal 137, 1

Te doy gracias, Señor, de todo corazón, delante de los ángeles tañeré para ti.
Confitébor tibi, Dómine, in toto corde meo, in conspéctu Angelórum psallam tibi.

Oración después de la comunión
Alimentados con el pan del cielo, te pedimos humildemente, Señor, que, sostenidos por su fuerza, avancemos con valentía por la senda de la salvación bajo la fiel custodia de tus ángeles. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Pane caelésti refécti, súpplices te, Dómine, deprecámur, ut, eius fortitúdine roboráti, sub Angelórum tuórum fidéli custódia, fortes, salútis progrediámur in via. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 30 de septiembre
M
emoria de san Jerónimo, presbítero y doctor de la Iglesia, el cual, nacido en Dalmacia, estudió en Roma, ciudad en la que cultivó con esmero todos los saberes, y recibió el bautismo cristiano. Después, seducido por el valor de la vida contemplativa, se entregó a la existencia ascética al ir a Oriente, donde se ordenó de presbítero. Vuelto a Roma, fue secretario del papa Dámaso, hasta que, tras fijar su residencia en Belén de Judea vivió una vida monástica dedicado a traducir y explicar las Sagradas Escrituras, revelándose como insigne doctor. De modo admirable fue partícipe en muchas necesidades de la Iglesia y, finalmente, llegando a una edad provecta, descansó en la paz del Señor. (420)
2. En Piacenza, en la región de Emilia-Romaña, en Italia, san Antonino, mártir(s. inc.)
3. En Solothurn, en el territorio de Helvecia, hoy Suiza, santos Urso y Víctor, mártires, que, según la tradición, pertenecieron a la legión Tebea. (c. 320)
4. En Armenia, san Gregorio, llamado el "Iluminador", obispo, que después de sobrellevar muchos trabajos, se retiró a una cueva cercana a la confluencia del Éufrates ramificado, y allí descansó en paz. Es considerado apóstol de los armenios. (c. 326)
5*. En Marsella, ciudad de Provenza, en la Galia, actual Francia, santa Eusebia, virgen, fiel servidora de Dios desde la juventud hasta la ancianidad. (c. 497)
6. En Cantorbery, en el condado de Kent, en Inglaterra, san Honorio, obispo, antes monje romano, enviado por el papa san Gregorio Magno como compañero de san Agustín para evangelizar Inglaterra, al que finalmente sucedió en la sede episcopal. (653)
7*. En Roma, san Simón, monje, antes conde de Crépy, en Francia, que, renunciando a la patria, al matrimonio y a todo, eligió la vida monástica y después la eremítica en las montañas del Jura, y reclamado muchas veces como legado de paz para conciliación entre príncipes, murió finalmente en Roma, y fue sepultado en la basílica de San Pedro. (1082)
8. Cerca de Nusco, lugar de Campania, en Italia, san Amado, obispo. (1093)
9*. En Die, en la Galia Lugdunense, Francia en la actualidad, san Ismidón, obispo, que enamorado de los Santos Lugares, por dos veces peregrinó piadosamente a Palestina. (1115)
10*. En Pesaro, en el Piceno, actual región de Las Marcas, en Italia, beata Felicia Meda, abadesa clarisa. (1444)
11. En Roma, san Francisco de Borja, presbítero, que en España se celebra el día tres de octubre. (1572)
12*. En el litoral norte de Francia, frente a Rochefort, beato Juan Nicolás Cordier, presbítero y mártir, que, suprimida la Orden de la Compañía de Jesús, siguió ejerciendo el ministerio sacerdotal en la región de Verdún, hasta que, en la recrudecida Revolución Francesa, por su condición de sacerdote fue encarcelado en una nave anclada en el mar, donde murió de enfermedad e inanición. (1794)
13*.  En la localidad de Lanzo, cercana a Turín, en Italia, beato Federico Albert, presbítero, que, siendo párroco, fundó la Congregación de Hermanas de San Vicente de Paúl de la Inmaculada Concepción, destinada a la redención de las gentes caídas en la miseria. (1876)
14. En Lisieux, lugar de Francia, muerte de santa Teresa del Niño Jesús, cuya memoria se celebra mañana. (1897)

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