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sábado, 16 de julio de 2022

Sábado 20 agosto 2022, San Bernardo, abad y doctor de la Iglesia, memoria obligatoria.

SOBRE LITURGIA

SANTA MESSA PER I RETTORI DI SEMINARI DIOCESANI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Cappella Matilde, 25 febbraio 1982

Cari confratelli!

In spirito di unione sacerdotale vi porgo il mio saluto in questa comune celebrazione eucaristica.

Nelle vostre diocesi vi prendete cura della vocazione di chi è chiamato a lavorare nella vigna del Signore. In tal modo condividete una grande intenzione del papa, che ogni prega il Signore, perché mandi molti e buoni operai per la sua messe. I miei viaggi pastorali mi dimostrano continuamente: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” (Lc 10,2).

Con particolare gioia ho appreso del vostro desiderio di conoscere personalmente alcuni organismi e collaboratori della Curia romana, durante l’incontro dei rettori di seminari che tenete quest’anno nella città eterna. Possano i numerosi e amichevoli incontri di questi giorni e la fraterna comunione nella preghiera e nel santo sacrificio della Messa con il vescovo di Roma, rafforzare l’unione di corresponsabilità con il centro vivo della chiesa e il suo supremo ministero di insegnamento e di guida: che diventino incontri fruttuosi anche per le vostre chiese locali. Il sacrificio eucaristico che offriamo in questa concelebrazione diventi una sorgente di ricche benedizioni per tutti noi e per il nostro comune servizio nella chiesa di Cristo.

Nel vostro desiderio vedo anche in voi tutti quelli che qui rappresentate e che nel loro cammino verso il sacerdozio sono affidati alla vostra guida e alla vostra cura.

Trasmettete loro i miei saluti personali e la mia particolare benedizione. Ripongo in loro grande speranza per la chiesa del domani; li incoraggio e li accompagno con la mia continua preghiera nel loro cammino verso l’altare della ordinazione sacerdotale. Vogliamo ricordarli anche qui nella nostra comune preghiera, affinché nella comunità di fede del seminario riconoscano sempre più chiaramente la chiamata del Signore e maturino in risposta il loro sì definitivo nelle mani del loro vescovo e il loro servizio sacerdotale.

La mia preghiera in quest’ora è rivolta anche a voi, cari fratelli. Il Signore, cui stava a cuore notte e giorno l’iniziazione dei suoi discepoli alla fede e al loro futuro apostolato, vi faccia percepire che le sue parole valgono proprio per quelli che lo seguono: “Non vi chiamo più servi... ma vi ho chiamato amici” (Gv 15,15). Che la vostra personale confidenza con il Signore animi continuamente il vostro servizio così importante e difficile nei seminari sacerdotali e vi produca frutti abbondanti. Maria, la Regina degli Apostoli, la Madre dei sacerdoti, interceda continuamente per voi e per i vostri seminaristi di oggi, di ieri e di domani, lo Spirito santo datore di vita. Di tutto cuore pertanto vi impartisco la mia particolare benedizione apostolica.

SANTA MESSA DEL CRISMA
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Giovedì Santo. Basilica di San Pietro, 8 aprile 1982

1. “Oggi si è adempiuta questa Scrittura...” (Lc 4,21).

Questo “Oggi” del Vangelo si riferisce a quel giorno, a Nazaret, quando Gesù si rivelò, per la prima volta, come il Messia, come l’Unto e il Mandato dal Padre.

Allora gli fu dato il rotolo del profeta Isaia e lesse le parole: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; / per questo mi ha consacrato con l’unzione, / e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio...” (Lc 4,18; cf. Is 61,1).

Proprio quell’“oggi” nazaretano significava allora l’inizio della missione pubblica di Gesù di Nazaret; significava l’inizio del Vangelo. L’inizio “di tutto quello che Gesù fece e insegnò” (At 1,1) in mezzo al popolo della Galilea, Giudea e Samaria.

Ora questa missione pubblica s’avvicina alla fine.

Nella liturgia mattutina del Giovedì Santo la Chiesa ripete le parole di Nazaret, non soltanto per ricordare quell’“oggi” di allora, ma per introdurci nell’“oggi” attuale.

2. Ecco, oggi si compiono fino alla fine le parole della Scrittura. Oggi inizia quel “triduo” che è, in un certo senso, un solo Giorno: Giorno-Mistero, Giorno-Pasqua.

In questo Giorno, Cristo è al termine della sua via terrena. È all’apice della sua potenza messianica.

In questo giorno, nel Cenacolo, nascerà dalla pienezza di questa potenza, la Chiesa. Infatti, la Chiesa si costruisce mediante l’Eucaristia. Nelle ore serali del Giovedì Santo rinnoveremo l’Ultima Cena, durante la quale Cristo ha lasciato agli Apostoli il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue; ha lasciato l’Eucaristia.

Trasmettendo questo suo unico e inesauribile Sacrificio, egli “ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1,6). Ha fatto di noi la Chiesa.

I sacerdoti sono coloro che offrono il Sacrificio, e in esso si rivela e si attua il Regno di Dio sulla terra.

I sacerdoti ricevono l’unzione.

Nel Giovedì Santo la Chiesa benedice, ogni anno, gli Oli liturgici, mediante i quali essa predica il nuovo “anno di grazia del Signore” (Lc 4,19; cf. Is 61,2).

Ecco, infatti, nella santa unzione liturgica otteniamo la partecipazione a questa unica, eterna unzione dell’Unto e alla missione del Mandato.

Vengono unte le teste e le mani degli uomini, e lo si fa durante la celebrazione dei santi sacramenti della Chiesa. Vengono anche unti gli oggetti e i luoghi dedicati a Dio.

L’unzione significa la potenza dello Spirito, data in pienezza al Messia del Signore. L’unzione significa la grazia: la bellezza e lo splendore della partecipazione alla potenza dello Spirito.

L’unzione significa il legame vivificante con il Messia, con Cristo Unto e Mandato dal Padre.

3. Cari Fratelli!

Noi tutti siamo “unti” in modo particolare e siamo “mandati” mediante il sacramento del sacerdozio.

Tra quelli che Cristo ha fatto e continua sempre a fare “un regno di sacerdoti”, noi siamo sacerdoti in modo particolare, sacramentale.

Tutti abbiamo anche attinto in modo particolare alla pienezza di questa potenza messianica che si era rivelata nell’“oggi” del Giovedì Santo di Cristo.

Questo “oggi” è il nostro Giorno. È la nostra Festa. Siamo nati insieme all’Eucaristia, siamo quindi nati insieme alla Chiesa nel Cenacolo dell’Ultima Cena.

Istituendo il Sacrificio, dal quale si costruisce costantemente la Chiesa, Cristo insieme ha benedetto i sacerdoti, ministri del suo Sacrificio.

Egli ha detto: “Fate questo... in memoria di me” (1Cor 11,25). E noi lo facciamo. Lo facciamo tutti, noi qui riuniti e tutti i sacerdoti nella Chiesa intera, con i quali l’odierno giorno ci unisce in una profonda fratellanza sacramentale.

4. Oh! quanto dobbiamo a “Colui che ci ama” (Ap 1,5); a Colui che per primo ci ha amati e invitati, chiamati e preparati nel suo Spirito, e infine unti, mediante il servizio della Chiesa.

“Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!” (Ap 1,8).

Per questo Dio, che è il Principio e la Fine di tutte le cose, noi siamo sacerdoti. Tra il Principio e la Fine è il tempo di tutte le creature. Tra l’Alfa e l’Omega è il mondo che passa. In questo tempo che passa, in questo mondo entra Cristo: l’Unto e il Mandato. Cristo unico, eterno sacerdote.

E noi da lui e in lui.

Mediante l’Eucaristia. Mediante il Sacrificio che egli ha affidato alle nostre mani, alla nostra bocca e al nostro cuore.

Da lui e in lui siamo per Dio.

Da lui e in lui siamo anche per gli uomini, perché siamo scelti fra gli uomini (cf. Eb 5,1).

Siamo sacerdoti mediante tutto il nostro servizio. Mediante la consacrazione del nostro essere umano: da lui, in lui e con lui.

5. Oggi ci conviene cantare il canto di gratitudine insieme col salmista: “Ho trovato Davide, mio servo, dice il Signore, / con il mio santo olio l’ho consacrato; / la mia mano è il suo sostegno, / il mio braccio è la sua forza” (Sal 88 [89],21-22).

Bisogna che cantiamo il canto di gratitudine al Signore perché ci ha trovati, come Davide, perché ci ha unti, perché ci guida e ci fortifica.

“La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui / e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. / Egli mi invocherà: tu sei mio padre, / mio Dio e roccia della mia salvezza” (Sal 88 [89],25.27).

Quanto è buono Dio, Padre e Roccia della nostra salvezza! Che tutti gli manteniamo la fedeltà!

Che il mistero del Giovedì Santo rinnovi la nostra alleanza sacerdotale con Dio, la Roccia della nostra salvezza!

CALENDARIO

20 SÁBADO. Hasta la Hora Nona:
SAN BERNARDO, abad y doctor de la Iglesia, m. obligatoria

Misa
de la memoria (blanco).
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Ez 43, 1-7a. La Gloria del Señor entró en el templo.
- Sal 84. R. La gloria del Señor habitará en nuestra tierra.
- Mt 23, 1-12. Ellos dicen, pero no hacen.
o bien:
cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de la memoria.

Martirologio: elogs. del 21 de agosto, pág. 503.
CALENDARIOS: O. Cist. y OCSO: San Bernardo, abad y doctor de la Iglesia (S).
Sevilla: Aniversario de la muerte del cardenal José María Bueno Monreal, arzobispo (1987).

20 SÁBADO. Después de la Hora Nona:
VIGESIMOPRIMERA SEMANA DEL TIEMPO ORDINARIO
Primera semana del Salterio
Misa
vespertina del XXI Domingo del tiempo ordinario (verde).
Liturgia de las Horas: I Vísp. del oficio dominical. Comp. Dom. I.

TEXTOS MISA

20 de agosto
San Bernardo, abad y doctor de la Iglesia
Memoria

Antífona de entrada
El Señor colmó a san Bernardo de espíritu de inteligencia: él sirvió al pueblo de Dios con abundante doctrina.
Replévit beátum Bernárdum Dóminus spíritu intellegéntiae, et ipse fluénta doctrínae ministrávit pópulo Dei.

Monición de entrada
Se celebra hoy la memoria de san Bernardo, abad y doctor de la Iglesia. Nació el año 1080 cerca de Dijon (Francia). Habiendo ingresado junto con treinta compañeros en el nuevo monasterio del Císter, fue después fundador y primer abad del monasterio de Claraval (Clairvaux), donde dirigió sabiamente, con la vida, la doctrina y el ejemplo, a los monjes por el camino de los mandamientos del Señor. Recorrió una y otra vez Europa para restablecer la paz y la unidad e iluminó a toda la Iglesia con sus escritos y sus sabias exhortaciones, hasta que descansó en el Señor cerca de Langres, en Francia, el año 1153.

Oración colecta
Oh, Dios, tú hiciste del abad san Bernardo, inflamado por el celo de tu casa, una lámpara ardiente y luminosa en tu Iglesia, concédenos, por su intercesión, participar de su ferviente espíritu y caminar siempre como hijos de la luz. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátum Bernárdum abbátem, zelo domus tuae succénsum, in Ecclésia tua lucére simul et ardére fecísti, eius nobis intercessióne concéde, ut, eódem spíritu fervéntes, tamquam fílii lucis iúgiter ambulémus. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Sábado de la XX semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ez 43, 1-7a
La gloria del Señor entró en el templo

Lectura de la profecía de Ezequiel.

El ángel me condujo al pórtico oriental.
Vi la Gloria del Dios de Israel que venía de Oriente, con un estruendo de aguas caudalosas. La tierra se iluminó con su Gloria. Esta visión fue como la visión que había contemplado cuando vino a destruir la ciudad, y como la visión que había contemplado a orillas del río Quebar.
Caí rostro en tierra.
La Gloria del Señor entró en el templo por la puerta oriental.
Entonces me arrebató el espíritu y me llevó al atrio interior.
La Gloria del Señor llenaba el templo.
Entonces oí a uno que me hablaba desde el templo, mientras aquel hombre seguía de pie a mi lado, y me decía:
«Hijo de hombre, este es el sitio de mi trono, 
el sitio donde apoyo mis pies, 
y donde voy a residir para siempre 
en medio de los hijos de Israel».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 84, 9abc y 10. 11-12. 13-14 (R.: cf. 10b)
R.
 La gloria del Señor habitará en nuestra tierra.
Inhabitábit glória Dómini in terra nostra.

V. Voy a escuchar lo que dice el Señor:
«Dios anuncia la paz
a su pueblo y a sus amigos».
La salvación está cerca de los que le temen,
y la gloria habitará en nuestra tierra.
R. La gloria del Señor habitará en nuestra tierra.
Inhabitábit glória Dómini in terra nostra.

V. La misericordia y la fidelidad se encuentran,
la justicia y la paz se besan;
la fidelidad brota de la tierra,
y la justicia mira desde el cielo.
R. La gloria del Señor habitará en nuestra tierra.
Inhabitábit glória Dómini in terra nostra.

V. El Señor nos dará la lluvia,
y nuestra tierra dará su fruto.
La justicia marchará ante él,
la salvación seguirá sus pasos.
R. La gloria del Señor habitará en nuestra tierra.
Inhabitábit glória Dómini in terra nostra.

Aleluya Mt 23, 9b. 10B
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Uno sólo es vuestro Padre, el del cielo; y uno sólo es vuestro maestro, el Mesías. R.
Unus est Pater vester, qui in cælis est; et Magíster vester unus est, Christus.

EVANGELIO Mt 23, 1-12
Ellos dicen pero no hacen
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, habló Jesús a la gente y a sus discípulos, diciendo:
«En la cátedra de Moisés se han sentado los escribas y los fariseos: haced y cumplid todo lo que os digan; pero no hagáis lo que ellos hacen, porque ellos dicen, pero no hacen. Lían fardos pesados y se los cargan a la gente en los hombros, pero ellos no están dispuestos a mover un dedo para empujar. Todo lo que hacen es para que los vea la gente: alargan las filacterias y agrandan las orlas del manto; les gustan los primeros puestos en los banquetes y los asientos de honor en las sinagogas; que les hagan reverencias en las plazas y que la gente los llame “rabbí”.
Vosotros, en cambio, no os dejéis llamar “rabbí”, porque uno solo es vuestro maestro y todos vosotros sois hermanos.
Y no llaméis padre vuestro a nadie en la tierra, porque uno solo es vuestro Padre, el del cielo.
No os dejéis llamar maestros, porque uno solo es vuestro maestro, el Mesías.
El primero entre vosotros será vuestro servidor.
El que se enaltece será humillado, y el que se humilla será enaltecido».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Ángelus 5-noviembre-2017
Todos somos hermanos y no debemos de ninguna manera dominar a los otros y mirarlos desde arriba. No. Todos somos hermanos. Si hemos recibido cualidades del Padre celeste, debemos ponerlas al servicio de los hermanos, y no aprovecharnos para nuestra satisfacción e interés personal. No debemos considerarnos superiores a los otros; la modestia es esencial para una existencia que quiere ser conforme a la enseñanza de Jesús, que es manso y humilde de corazón y ha venido no para ser servido sino para servir.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XIX

Oremos a Dios Padre.
- Por la Iglesia, en la pluralidad de ministerios y carismas. Roguemos al Señor.
- Por los que trabajan en las diversas profesiones. Roguemos al Señor.
- Por los impedidos y minusválidos. Roguemos al Señor.
- Por nosotros, que queremos ser fieles a nuestra vocación de cristianos. Roguemos al Señor.
Escucha, Señor, los ruegos de los que te suplican. Por Jesucristo, nuestro Señor.
R. Amén.

Oración sobre las ofrendas
Te ofrecemos, Señor, este sacramento de unidad y paz en memoria del abad san Bernardo, que, brillante por su palabra y por sus obras, defendió con firmeza la concordia y el orden en tu Iglesia. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Maiestáti tuae, Dómine, unitátis et pacis offérimus sacraméntum, sancti Bernárdi abbátis memóriam recoléntes, qui, verbo et ópere praeclárus, Ecclésiae tuae órdinis concórdiam strénue procurávit. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA IV

Antífona de la comunión Cf. Jn 15, 9
Como el Padre me ha amado, así os he amado yo, dice el Señor; permaneced en mi amor.
Sicut diléxit me Pater, et ego diléxi vos, dicit Dóminus; manéte in dilectióne mea.

Oración después de la comunión
El alimento que hemos recibido, Señor, en la celebración de san Bernardo, produzca en nosotros su fruto, para que, instruidos por su doctrina y confortados por su ejemplo, nos dejemos arrebatar por el amor de tu Verbo encarnado. Él, que vive y reina por los siglos de los siglos.
Cibus, quem súmpsimus, Dómine, in celebratióne beáti Bernárdi, suum in nobis operétur efféctum, ut, eius exémplis roboráti et mónitis erudíti, Verbi tui incarnáti rapiámur amóre. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 21 de agosto
M
emoria del papa san Pío X, que primero fue sacerdote en una parroquia, y después obispo de Mantua y patriarca de Venecia. Finalmente, elegido Sumo Pontífice, se propuso como programa de gobierno recapitular todo en Cristo, lo que llevó a cabo con simplicidad de ánimo, pobreza y fortaleza, promoviendo entre los fieles la vida cristiana con la participación en la Eucaristía, la dignidad de la sagrada liturgia y la integridad de la doctrina. (1914)
2. En Tracia, en la actual Turquía, santos Agatónico, Gótico y otros mártires, que, según la tradición, sufrieron el suplicio en Selimbria y en otros lugares. (s. III)
3. En Roma, en Campo Verano, santa Ciriaca, que dio su nombre al cementerio de la vía Tiburtina, que ella misma había donado a la Iglesia. (s. III/IV)
4. En Útica, en la actual Túnez, san Cuadrado, obispo y mártir, que, habiendo dado a todo su pueblo, clérigos y seglares, fiel testimonio de fe en Cristo, como buen pastor, al cabo de cuatro días siguió, a la grey que había apacentado. (s. III/IV)
5. En Verona, en los confines de Venecia,actual región italiana, san Euprepio, que es tenido como primer obispo de esa ciudad. (s. III/IV)
6. En Forolongianus, en la región también italiana de Cerdeña, san Luxorio, mártir. (s. IV)
7. Conmemoración de los santos mártires Basa y sus tres hijos, Teognis, Agapio y Pistio, de quienes se dice que Basa, la madre, sufrió el martirio en la isla de Alonia, y los hijos en Edesa, en la actual Turquía. (s. IV)
8. En el territorio de los gábalos, en la Galia, Hoy Francia, san Privado, obispo y mártir, que durante la invasión de los vándalos, fue encontrado en una cripta, donde se daba a la oración y al ayuno, y por negarse a traicionar  su ministerio sacrificando a los ídolos, murió destrozado a golpes. (c. 407)
9. En Clermont-Ferrand, en Aquitania, también en la actual Francia, san Sidonio Apolinar, que era prefecto de la ciudad de Roma cuando fue ordenado obispo de Clermont, y muy bien formado en lo divino y lo humano, dueño asimismo de gran fortaleza cristiana, se enfrentó a la ferocidad de los bárbaros, como padre de la Iglesia y doctor insigne. (c. 479)
10*. En Alcira, en el territorio de Valencia, en España, conmemoración de los santos mártires Bernardo, antes llamado Ahmed, monje de la Orden Cisterciense, y sus hermanas María (Zaida) y Gracia (Zoraida), a las que había convertido de la religión mahometana a la fe en Cristo. (c. 1180)
11. En la ciudad de Hung Yen, en Tonkín, hoy Vietnam, san José Dang Dinh (Niêm) Viên, presbítero, mártir en tiempo del imperio de Minh Mang. (1838)
12*. En Antananarivo, en Madagascar, beata Victoria Rasoamanarivo, la cual, después de un matrimonio con un hombre violento, y habiendo sido expulsados de la isla los misioneros, socorrió con solicitud a los cristianos y defendió a la Iglesia frente a los magistrados públicos. (1894)
13*. En la localidad de Alberic, en la región de Valencia, en España, beato Salvador Estrugo Solves, presbítero y mártir, que en tiempo de persecución soportó toda clase de adversidades por amor a Cristo, hasta alcanzar la palma del martirio. (1936)
14*. En el lugar del Morrot, cerca de Barcelona, también en España, beato Raimundo Peiró Victorí, presbítero de la Orden de Predicadores y mártir, que en la misma persecución, siguiendo con fidelidad las palabras de Cristo, a través de la muerte pasó a la vida gloriosa. (1936)
15*. Cerca de Munich, ciudad de Baviera, en Alemania, beato Bruno Zembol, mártir, quien, sometida Polonia, su patria, bajo un régimen hostil a Dios, a causa de su fe fue deportado al campo de concentración de Dachau, donde, destrozado por las torturas, murió para entrar en la gloria. (1942)
- Beato Ladislao Findysz (Rzeszów, Polonia 1907-1964). Sacerdote y mártir.

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