MESSA CONCELEBRATA CON I SACERDOTI ADERENTI AL MOVIMENTO DEI FOCOLARI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Sabato, 30 aprile 1982
1. “Erano concordi nella preghiera... insieme con Maria, la Madre di Gesù e con i fratelli di lui” (At 1,14).
Queste parole della prima lettura biblica, miei carissimi fratelli nel presbiterato, ben si addicono al nostro odierno incontro, che avviene nella cornice solenne e insieme gaudiosa di una celebrazione eucaristica. Questo contesto di preghiera, però, non impedisce che vi presenti il mio cordialissimo saluto, che volentieri estendo ai Ministri Anglicani, ai Pastori Evangelici ed ai Fratelli Ortodossi dell’Istituto Regensburg, i quali assistono a questo rito, auspicando che giunga presto il giorno in cui sia possibile la partecipazione comune all’Eucaristia.
Ringrazio poi i vostri Rappresentanti per gli indirizzi rivoltimi, e soprattutto vi esprimo la mia profonda letizia nel poter celebrare con voi questa sacra Liturgia. La mia gioia non è motivata soltanto dal numero considerevole, in cui siete convenuti a questo singolare appuntamento da molti Paesi dei cinque Continenti, ma anche da ragioni più profonde. In primo luogo, questo momento squisitamente sacerdotale, che stiamo vivendo, ci offre l’occasione propizia per una riflessione, oltre che per un’esperienza, sulla natura e sui compiti della vita presbiterale, che tanta parte di responsabilità ha nella coscienza e nella stessa configurazione della Chiesa come Popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito. In secondo luogo, anche se non è la prima volta, sono lieto di incontrarmi con voi, presbiteri diocesani e religiosi, che appartenete al Movimento dei Focolari.
Questo Movimento è ormai ampiamente diffuso e auspico che possa impegnarsi sempre più per la riscoperta di autentici valori evangelici all’interno della comunità cristiana, così da contribuire ad una rivitalizzazione dell’identità battesimale da una parte, ed in specie di quella presbiterale dall’altra.
2. So che vi siete radunati per ripensare alla figura del Sacerdote ministeriale. Come dev’essere egli, per servire nella maniera più efficace e secondo i piani di Dio la Chiesa e l’umanità di oggi?
L’interrogativo è altamente impegnativo, e la risposta che gli viene data non può certo essere indifferente né per la comprensione del mistero sacerdotale né per la stessa vita cristiana. Di grande aiuto, in questa riflessione, possono essere alcune grandi componenti del messaggio evangelico, che sono diventate anche capisaldi della spiritualità del Movimento dei Focolari; così è dei due poli fondamentali di Gesù crocifisso e dell’unità nella carità, che il Movimento riprende dal Vangelo, sottolineandoli ed applicandoli in forme rinnovate. In realtà, non è possibile alcun rinnovamento, nemmeno pratico, cioè di vita e di stile pastorale, se non ci si riporta e ci si fonda saldamente sui costitutivi essenziali della fede cristiana. Nessuna attività e tanto meno nessun attivismo può presumere di fondarsi su se stesso, così come nessun albero può vivere per pura forza endogena, ma prospera soltanto nella misura in cui le sue radici affondano in un terreno ricco e ferace, o, come dice il Salmista, è salutarmente “piantato lungo corsi d’acqua” (Sal 1,3). Questo terreno fertile, quest’acqua vivificante, è per voi, per tutti noi, la costante contemplazione del mistero centrale della Rivelazione, oggetto della fede della Chiesa, della sua adorazione e celebrazione, poiché motivo inaudito del riscatto e perciò della libertà e della gioia di ogni credente. È il mistero dell’insondabile e incomparabile amore di Dio per l’uomo, per noi, il quale ci è stato manifestato, anzi documentato dal dono totale di sé fatto dal Figlio suo (cf. Gv 3,16; Gal 2,20).
3. Pochi giorni fa abbiamo celebrato il mistero pasquale, e ancora viviamo liturgicamente dei grandi temi, sublimi e abissali, dell’estremo spogliamento che il Figlio di Dio ha fatto di sé fino alla morte ed alla morte di Croce, per essere poi intronizzato nella gloria di Dio (cf. Fil 2,6-11) ed effondere su di noi il suo Spirito di vita (cf. At 2,33; 1Cor 15,45). Soprattutto la Croce di Cristo campeggia davanti agli sguardi della nostra fede come dimostrazione sofferta, quant’altre mai, dell’amore sconfinato con cui Dio ci ha redenti, perdonando ogni nostra infedeltà e accogliendoci nella familiarità di una insospettata comunione con sé. Pensiamo a quanto ciò sia costato: il sangue prezioso di Cristo (cf. 1Pt 1,18-19), il suo grido, pur confidente, di abbandono sul legno del suo supplizio (cf. Mc 15,34), la sua morte.
Nel culmine del suo dolore c’è il culmine del suo amore.
Ebbene, qui scopriamo un motivo fondamentale, che diventa uno stimolo ineludibile, a partecipare con tutto il nostro cuore alle sofferenze di Gesù crocifisso e abbandonato, così da vivere in intima unione con lui le vicende personali e soprattutto gli impegni ministeriali di ogni giornata come espressione di amore per Dio e per i fratelli (cf. Ef 5,1-2). Abbracciando nelle prove quotidiane Gesù sofferente, ci si unisce immediatamente con lo Spirito del Risorto e la sua forza corroborante (cf. Rm 6,5; Fil 1,19).
Ecco perché, nella Lettera indirizzata a tutti i Presbiteri della Chiesa per lo scorso Giovedì Santo, scrivevo in forma di preghiera: “Siamo nati... dal Corpo e dal Sangue del tuo sacrificio redentore...
Siamo nati nell’Ultima Cena e, al tempo stesso, ai piedi della Croce sul Calvario” (Giovanni Paolo II, Precatio, Feria V in Cena Domini anno MCMLXXXII recurrente, universis Ecclesiae Sacerdotibus destinata, 1, die 8 apr. 1982: vide supra, p. 1061). Questo dato primordiale, che fonda la nostra identità, invita e stimola ogni battezzato, che abbia accolto la chiamata al Sacerdozio ministeriale, a conformarsi, anzi a uniformarsi sempre più a Cristo, unico ed eterno Sacerdote, e a trovare soltanto nella partecipazione a lui la vera ragion d’essere della propria vita.
E se questo vale già per ogni presbitero diocesano, tanto più i religiosi vedranno in Gesù crocifisso la radice di tutte quelle virtù, che devono caratterizzare la loro vita di particolare consacrazione, anche nell’imitazione dei carismi dei loro Fondatori. Per tutti resta determinante l’immedesimazione con l’assoluta disponibilità di Gesù alla volontà del Padre, così che la volontà dell’uno coincide con quella dell’altro. “Ecco, io vengo a fare la tua volontà... Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del Corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” (Eb 10,9.10). Solo se il presbitero fa proprie queste parole in tutta la loro concreta esigenza, e le estende a tutti gli ambiti della sua esistenza, potrà dire con piena verità, come si esprime il Concilio Vaticano II, di agire “in persona Christi” (Lumen Gentium, 10).
4. C’è un’altra componente della spiritualità evangelica che il Movimento dei Focolari ha fatto propria e che merita anche qualche nostra considerazione: l’unità che Gesù ha chiesto al Padre prima di morire (cf. Gv 17,21). È per lo spogliamento del Cristo fino all’abbandono e alla morte che noi siamo stati fatti uno con lui e fra noi (cf. Gal 3,26-28; Ef 2,14-18). E quando Gesù ci dà il comando di amarci come egli ci ha amati (cf. Gv 15,12), ci invita ad avere come misura del nostro reciproco amore la sua stessa misura; ed è questa appunto che può fruttare l’unità poiché l’amore sempre unifica chi vi partecipa. Nell’unità, poi, si sperimenta viva la presenza del Cristo risorto, nel quale appunto siamo uno. Ben si esprimeva san Leone Magno: “Il Figlio di Dio ha assunto la natura umana con una unione così intima da essere l’unico e identico Cristo non soltanto in colui che è il primogenito di ogni creatura, ma anche in tutti i suoi santi” (S. Leone Magno, Discorso 12 sulla Passione: PL LIV, 355). Nell’unità realizzata nella loro vita presbiterale, i sacerdoti trovano la loro vera casa, che si amplia e si rinsalda nella comunione con i Vescovi ed il Papa. Riuniti nel suo nome, Cristo non può non essere in mezzo a loro (cf. Mt 18,20): sia per dare efficacia alla Parola di Dio “che tutti hanno il diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti” (Presbyteroum Ordinis, 4), sia per una feconda celebrazione dell’Eucaristia e degli altri Sacramenti (cf. Ivi. 5), sia per riunire in quanto pastori “la famiglia di Dio come fraternità animata nell’unità” (Ivi. 6). I religiosi, in più, trovano nella pratica della comunione fraterna un rapporto più stretto con i loro Fondatori e la possibilità di far brillare la specificità dei loro carismi (cf. Lumen Gentium, 46). In tal modo, tutti insieme si trasmette al mondo un raggio almeno di quella superiore ed ineguagliabile comunione che vincola l’una all’altra le persone della santissima Trinità (cf. Gaudium et Spes, 24), in un mistero fecondo di vita.
5. Nel Vangelo che è stato letto in questa Liturgia, abbiamo ascoltato le parole rivolte da Gesù in croce rispettivamente alla propria Madre ed al discepolo che egli amava, consegnando l’una all’altro in uno scambio di rapporti insieme materni e filiali (cf. Gv 19,26-27). È noto che il vostro Movimento si chiama anche “Opera di Maria”, ed anche per questo non è possibile prescindere da un richiamo al posto che la Madre di Gesù deve avere nella vita presbiterale. Il testo evangelico appena citato ci offre il modello della nostra devozione mariana. “Da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,27). Si può dire altrettanto di noi? Accogliamo anche noi Maria nella nostra casa? Infatti, dovremmo inserirla a pieno titolo nella casa della nostra vita, della nostra fede, dei nostri affetti, dei nostri impegni, e riconoscerle il ruolo materno che le è proprio, cioè una funzione di guida, di ammonimento, di esortazione, o anche solo di silenziosa presenza, che da sola a volte può bastare per infondere forza e coraggio. D’altronde, la prima lettura biblica ci ha ricordato che i primi discepoli, dopo l’ascensione di Gesù, erano riuniti “con Maria, la Madre di Gesù” (At 1,14). Nella loro comunità, dunque, c’era anche lei; anzi, era forse lei a darle coesione.
Ed il fatto che venga qualificata come “la Madre di Gesù” dice quanto Ella fosse rapportata alla figura del Figlio suo: dice, cioè, che Maria richiama sempre e soltanto il valore salvifico dell’operato di Gesù, nostro unico Salvatore, e dall’altra dice pure che credere in Gesù Cristo non può esimerci dal comprendere nel nostro atto di fede anche la figura di Colei che gli è stata Madre. Nella famiglia di Dio, e tanto più nella famiglia presbiterale, Maria custodisce la diversità di ciascuno all’interno della comunione fra tutti. E nello stesso tempo Ella può esserci maestra di disponibilità allo Spirito Santo, di trepida condivisione della dedizione totale di Cristo alla volontà del Padre, soprattutto di intima partecipazione alla passione del Figlio e di sicura fecondità spirituale nell’espletamento del nostro ministero. “Ecco la tua madre” (Gv 19,27): ciascuno senta rivolte a sé queste parole e perciò attinga fiducia e slancio per un cammino sempre più deciso e sereno sulla strada impegnata della propria vita sacerdotale.
6. Fratelli carissimi, grazie per questa odierna dimostrazione di comunione fra di voi e con il successore di Pietro. È una comunione che fra poco rinsalderemo mediante quella sacramentale che, durante questa Liturgia, stringeremo sentendo, sì, tutta la nostra indegnità, ma pure esultando, con il Signore stesso. E, alla luce di questo vincolo eucaristico, ripeto a voi le parole di san Paolo a Timoteo: Ravvivate oggi e ogni giorno il dono di Dio che è in voi per l’imposizione delle mani (cf. 2Tm 1,6). E sempre salga a Dio dal vostro intimo il canto del Magnificat, che abbiamo letto poco fa. Coltivate una solida spiritualità, attingendola alle fonti di una preghiera incessante, di uno studio serio mai trascurato, di una fraternità veramente vissuta. Poiché molto dovete dare agli altri, cercate di arricchirvi sempre più in sapienza e in grazia. E che nessuno che vi accosta debba andarsene deluso, ma ciascuno trovi in voi luce per la propria intelligenza, calore per il proprio cuore, sostegno per i propri passi.
Siate sempre traboccanti di gioia per il dono del presbiterato, di cui Cristo sommo ed eterno sacerdote vi ha reso partecipi; date sempre una testimonianza serena ed incisiva di vita autenticamente evangelica, di modo che il carisma della vostra vocazione sia stimolo efficace e sorgente feconda di altre vocazioni sacerdotali e religiose, che sgorghino da tanti cuori, specie giovanili, aperti e disponibili all’invito ed alla chiamata di Gesù, che attende operai per la messe abbondante del mondo.
E siate certi che, da parte mia, trasformo questi voti in preghiera e vi raccomando di cuore al Signore, affinché “vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli.
Amen” (Eb 13,21).
CALENDARIO
23 MARTES DE LA XXI SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria o SANTA ROSA DE LIMA, virgen, memoria libre
Misa de feria (verde) o de la memoria (blanco).
MISAL: para la feria cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria 1.ª orac. prop. y el resto del co- mún de vírgenes (para una virgen), o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- 2 Tes 2, 1-3a. 14-17. Conservad las tradiciones que habéis aprendido.
- Sal 95. R. Llega el Señor a regir la tierra.
- Mt 23, 23-26. Esto es lo que habría que practicar, aunque sin descuidar aquello.
o bien: cf. vol. IV.
Liturgia de las Horas: oficio de feria o de la memoria.
Martirologio: elogs. del 24 de agosto, pág. 509.
CALENDARIOS: Servitas: San Felipe Benicio (F).
Dominicos: Santa Rosa de Lima, virgen (MO).
Ávila: Beato Juan María de la Cruz, presbítero y mártir (ML).
Mallorca: Beato Pedro Gelabert, mártir (ML).
OFM Cap.: Beato Bernardo de Ofida, religioso (ML).
TEXTOS MISA
Misa de la feria: del XXI Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).
Misa de la memoria:
23 de agosto
Santa Rosa de Lima
Oración colecta propia, resto del común de vírgenes: II. Para una virgen 2.
Antífona de entrada
Alegrémonos, exultemos, porque el Señor ha amado a esta virgen santa y gloriosa.
Gaudeámus et exsultémus, quia Dóminus ómnium diléxit vírginem sanctam atque gloriósam.
O bien:
Esta es la virgen sabia que el Señor encontró vigilante, con el aceite de su lámpara preparado y, al llegar el Señor, entró con él en el banquete de bodas.
Haec est virgo sápiens, quam Dóminus vigilántem invénit, quae accéptis lampádibus sumpsit secum óleum et, veniénte Dómino, introívit cum eo ad núptias.
Monición de entrada
Conmemoramos en esta celebración a santa Rosa, virgen, patrona de Hispanoamérica, que nació en Lima (Perú) en 1586. Su vida, admirable en la sencillez, alimentada con una intensa oración, transcurrió entre las faenas del hogar y el cuidado de los necesitados, sobre todo de la población indígena. Vistió el hábito de las hermanas de la Tercera Orden de Santo Domingo. Su muerte tuvo lugar el día 24 de agosto del año 1617. Es la primera santa canonizada del continente americano.
Oración colecta
Oh, Dios, tú hiciste que santa Rosa de Lima, encendida en tu amor, se apartara del mundo y se consagrara solo a ti en la austeridad de la penitencia, concédenos, por su intercesión, que, siguiendo en la tierra los caminos que conducen a la vida, gocemos en el cielo del torrente de tus delicias. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátam Rosam, tuo amóre succénsam, mundum relínquere et tibi soli in austeritáte paeniténtiae vacáre fecísti, da nobis, eius intercessióne, ut, vias vitae sectántes in terris, torrénte deliciárum tuárum perfruámur in caelis. Per Dóminum.
LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Martes de la XXI semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).
PRIMERA LECTURA 2 Tes 2, 1-3a. 14-17
Conservad las tradiciones que habéis aprendido
Lectura de la segunda carta del apóstol san Pablo a los Tesalonicenses.
Os rogamos, hermanos, a propósito de la venida de nuestro Señor Jesucristo y de nuestra reunión con él, que no perdáis fácilmente la cabeza ni os alarméis por alguna revelación, rumor o supuesta carta nuestra, como si el día del Señor estuviera encima. Que nadie en modo alguno os engañe. Dios os llamó por medio de nuestro Evangelio para que lleguéis a adquirir la gloria de nuestro Señor Jesucristo. Así, pues, hermanos, manteneos firmes y conservad las tradiciones que habéis aprendido de nosotros, de viva voz o por carta.
Que el mismo Señor nuestro, Jesucristo, y Dios, nuestro Padre, que nos ha amado y nos ha regalado un consuelo eterno y una esperanza dichosa, consuele vuestros corazones y os dé fuerza para toda clase de palabras y obras buenas.
Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.
Salmo responsorial Sal 95, 10. 11-12a. 12b-13 (R.: 13b)
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
V. Decid a los pueblos: «El Señor es rey:
él afianzó el orbe, y no se moverá;
él gobierna a los pueblos rectamente».
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
V. Alégrese el cielo, goce la tierra,
retumbe el mar y cuanto lo llena;
vitoreen los campos y cuanto hay en ellos.
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
V. Aclamen los árboles del bosque,
delante del Señor, que ya llega,
ya llega a regir la tierra:
regirá el orbe con justicia
y los pueblos con fidelidad.
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
Aleluya Hb 4, 12
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. La palabra de Dios es viva y eficaz; juzga los deseos e intenciones del corazón. R.
Vivus est sermo Dei, et éfficax, et discrétor cogitatiónum et intentiónum cordis.
EVANGELIO Mt 23, 23-26
Esto es lo que habría que practicar, aunque sin descuidar aquello
╬ Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.
En aquel tiempo, Jesús dijo:
«Ay de vosotros, escribas y fariseos hipócritas, que pagáis el diezmo de la menta, del anís y del comino, y descuidáis lo más grave de la ley: la justicia, la misericordia y la fidelidad!
Esto es lo que habría que practicar, aunque sin descuidar aquello.
¡Guías ciegos, que filtráis el mosquito y os tragáis el camello! ¡Ay de vosotros, escribas y fariseos hipócritas, que limpiáis por fuera la copa y el plato, mientras por dentro estáis rebosando de robo y desenfreno! ¡Fariseo ciego!, limpia primero la copa por dentro y así quedará limpia también por fuera».
Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.
Papa Francisco, Homilía en santa Marta 11-octubre-2016
Jesús nos llama, nos invita a hacer el bien con humildad. Puedes hacer todo el bien que quieras, pero si no lo haces humildemente, como nos enseña Jesús, ese bien no sirve, porque es un bien que nace de ti mismo, de tu seguridad, y no de la redención que Jesús nos dio. Pidamos al Señor no cansarnos de ir por esa senda, no cansarnos de rechazar esa religión de las apariencias, del aparentar, del disimulo… E ir silenciosamente haciendo el bien gratuitamente, como gratuitamente hemos recibido nuestra libertad interior. Y que Él proteja esa libertad interior de todos nosotros. Pidamos esta gracia.
Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXI
Oremos a Dios Padre.
- Por el Papa, los obispos y los presbíteros. Roguemos al Señor.
- Por los gobernantes, los jueces y los legisladores. Roguemos al Señor.
- Por todos los que se encuentran en cualquier necesidad. Roguemos al Señor.
- Por nuestra comunidad (parroquia), por nosotros mismos. Roguemos al Señor.
Atiende a nuestras peticiones y concédenos los dones de tu bondad. Por Jesucristo nuestro Señor.
Misa de la memoria:
PRIMERA LECTURA 2 Tes 2, 1-3a. 14-17
Conservad las tradiciones que habéis aprendido
Lectura de la segunda carta del apóstol san Pablo a los Tesalonicenses.
Os rogamos, hermanos, a propósito de la venida de nuestro Señor Jesucristo y de nuestra reunión con él, que no perdáis fácilmente la cabeza ni os alarméis por alguna revelación, rumor o supuesta carta nuestra, como si el día del Señor estuviera encima. Que nadie en modo alguno os engañe. Dios os llamó por medio de nuestro Evangelio para que lleguéis a adquirir la gloria de nuestro Señor Jesucristo. Así, pues, hermanos, manteneos firmes y conservad las tradiciones que habéis aprendido de nosotros, de viva voz o por carta.
Que el mismo Señor nuestro, Jesucristo, y Dios, nuestro Padre, que nos ha amado y nos ha regalado un consuelo eterno y una esperanza dichosa, consuele vuestros corazones y os dé fuerza para toda clase de palabras y obras buenas.
Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.
Salmo responsorial Sal 95, 10. 11-12a. 12b-13 (R.: 13b)
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
V. Decid a los pueblos: «El Señor es rey:
él afianzó el orbe, y no se moverá;
él gobierna a los pueblos rectamente».
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
V. Alégrese el cielo, goce la tierra,
retumbe el mar y cuanto lo llena;
vitoreen los campos y cuanto hay en ellos.
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
V. Aclamen los árboles del bosque,
delante del Señor, que ya llega,
ya llega a regir la tierra:
regirá el orbe con justicia
y los pueblos con fidelidad.
R. Llega el Señor a regir la tierra.
Venit Dóminus iudicare terram.
Aleluya Hb 4, 12
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. La palabra de Dios es viva y eficaz; juzga los deseos e intenciones del corazón. R.
Vivus est sermo Dei, et éfficax, et discrétor cogitatiónum et intentiónum cordis.
EVANGELIO Mt 23, 23-26
Esto es lo que habría que practicar, aunque sin descuidar aquello
╬ Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.
En aquel tiempo, Jesús dijo:
«Ay de vosotros, escribas y fariseos hipócritas, que pagáis el diezmo de la menta, del anís y del comino, y descuidáis lo más grave de la ley: la justicia, la misericordia y la fidelidad!
Esto es lo que habría que practicar, aunque sin descuidar aquello.
¡Guías ciegos, que filtráis el mosquito y os tragáis el camello! ¡Ay de vosotros, escribas y fariseos hipócritas, que limpiáis por fuera la copa y el plato, mientras por dentro estáis rebosando de robo y desenfreno! ¡Fariseo ciego!, limpia primero la copa por dentro y así quedará limpia también por fuera».
Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.
Papa Francisco, Homilía en santa Marta 11-octubre-2016
Jesús nos llama, nos invita a hacer el bien con humildad. Puedes hacer todo el bien que quieras, pero si no lo haces humildemente, como nos enseña Jesús, ese bien no sirve, porque es un bien que nace de ti mismo, de tu seguridad, y no de la redención que Jesús nos dio. Pidamos al Señor no cansarnos de ir por esa senda, no cansarnos de rechazar esa religión de las apariencias, del aparentar, del disimulo… E ir silenciosamente haciendo el bien gratuitamente, como gratuitamente hemos recibido nuestra libertad interior. Y que Él proteja esa libertad interior de todos nosotros. Pidamos esta gracia.
Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXI
Oremos a Dios Padre.
- Por el Papa, los obispos y los presbíteros. Roguemos al Señor.
- Por los gobernantes, los jueces y los legisladores. Roguemos al Señor.
- Por todos los que se encuentran en cualquier necesidad. Roguemos al Señor.
- Por nuestra comunidad (parroquia), por nosotros mismos. Roguemos al Señor.
Atiende a nuestras peticiones y concédenos los dones de tu bondad. Por Jesucristo nuestro Señor.
Misa de la memoria:
Oración sobre las ofrendas
Señor, concédenos recibir el fruto de estas ofrendas que te presentamos, para que, a ejemplo de santa N., limpios de la antigua condición pecadora, nos renovemos con la prenda de la vida celestial. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Dicátae, quaesumus, Dómine, capiámus oblatiónis efféctum, ut, beátae N. exémplo, terrénae vetustátis conversatióne mundáti, caeléstis vitae proféctibus innovémur. Per Christum.
PREFACIO DE SANTAS VÍRGENES Y RELIGIOSOS
SIGNIFICADO DE LA VIDA DE CONSAGRACIÓN EXCLUSIVA A DIOS
En verdad es justo y necesario que te alaben, es nuestro deber y salvación darte gracia siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Porque celebramos tu providencia admirable en los santos que se entregaron a Cristo por el reino de los cielos. Por ella llamas de nuevo a la humanidad a la santidad primera que de ti había recibido, y la conduces a gustar los dones que espera recibir en el cielo.
Por eso, con los santos y todos ángeles, te alabamos proclamando sin cesar:
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
In Sanctis enim, qui Christo se dedicavérunt propter regnum caelórum, tuam decet providéntiam celebráre mirábilem, qua humánam substántiam et ad primae oríginis révocas sanctitátem, et perdúcis ad experiénda dona, quae in novo saeculo sunt habénda.
Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis, te collaudámus, sine fine dicéntes:
Santo, Santo, Santo...
PLEGARIA EUCARÍSTICA III
PREFACIO DE SANTAS VÍRGENES Y RELIGIOSOS
SIGNIFICADO DE LA VIDA DE CONSAGRACIÓN EXCLUSIVA A DIOS
En verdad es justo y necesario que te alaben, es nuestro deber y salvación darte gracia siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Porque celebramos tu providencia admirable en los santos que se entregaron a Cristo por el reino de los cielos. Por ella llamas de nuevo a la humanidad a la santidad primera que de ti había recibido, y la conduces a gustar los dones que espera recibir en el cielo.
Por eso, con los santos y todos ángeles, te alabamos proclamando sin cesar:
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
In Sanctis enim, qui Christo se dedicavérunt propter regnum caelórum, tuam decet providéntiam celebráre mirábilem, qua humánam substántiam et ad primae oríginis révocas sanctitátem, et perdúcis ad experiénda dona, quae in novo saeculo sunt habénda.
Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis, te collaudámus, sine fine dicéntes:
Santo, Santo, Santo...
PLEGARIA EUCARÍSTICA III
Antífona de comunión Cf. Mt 25, 4. 6
Las cinco vírgenes prudentes se llevaron alcuzas de aceite con las lámparas. A media noche se oyó una voz: «Que llega el esposo, salid al encuentro de Cristo, el Señor».
Quinque prudéntes vírgines accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Média autem nocte clamor factus est: Ecce sponsus venit, exíte óbviam Christo Dómino.
Oración después de la comunión
Señor, que la santa comunión del Cuerpo y de la Sangre de tu Unigénito nos aparte de todas las cosas perecederas, para que, a ejemplo de santa N., podamos servirte en la tierra con amor sincero y gozar eternamente de tu contemplación en el cielo. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Córporis et Sánguinis Unigéniti tui sacra percéptio, Dómine, ab ómnibus nos cadúcis rebus avértat, ut exémplo beátae N. valeámus tui et sincéra in terris caritáte profícere, et perpétua in caelis visióne gaudére. Per Christum.
MARTIROLOGIO
Elogios del 24 de agosto
Fiesta de San Bartolomé, apóstol, a quien generalmente se identifica con Natanael. Nacido en Caná de Galilea, fue presentado por Felipe a Cristo Jesús en las cercanías del Jordán, donde el Señor le invitó a seguirle, agregándolo a los Doce. Después de la Ascensión del Señor, es tradición que predicó el Evangelio en la India y que allí fue coronado con el martirio. (s. I)
2. En Claudiópolis, lugar de Honoríada, hoy Grecia, san Tación, mártir. (s. inc.)
3. En Clichy, en el territorio de París, en la actual Francia, muerte de san Audeno, obispo de Rouen, que, desde el cargo de refrendario del rey Dagoberto, fue elevado al episcopado y gobernó felizmente su iglesia a lo largo de cuarenta y tres años, durante los cuales fundó muchísimos templos y favoreció la construcción de monasterios. (684)
4. En el monte Olimpo, en Bitinia, hoy Turquía, san Jorge Limniota, monje, que deploró la impiedad del emperador León III por haber ordenado destruir las sagradas imágenes y quemar las reliquias de los santos, y debido a estos reproches, por orden del emperador le amputaron la nariz y quemaron la cabeza, emigrando, así, como mártir hacia el Señor. (c. 730)
5. En Lima, ciudad de Perú, muerte de santa Rosa, cuya memoria se celebra al día anterior a este. (1617)
6. En Angers, en Francia, beato Andrés Fardeau, presbítero y mártir, que en tiempo de la Revolución Francesa, fue decapitado por quienes odiaban el sacerdocio. (1794)
7. En Nápoles, en la región italiana de Campania, santa Juana Antida Thouret, virgen, que en esta ciudad prosiguió la vida religiosa interrumpida durante la Revolución Francesa, junto con algunas compañeras, y tiempo después en Besanzón dio comienzo a una nueva sociedad de Hermanas de la Caridad, dedicadas a asegurar la formación civil y cristiana de la juventud, la atención a los niños abandonados, a los pobres y a los enfermos, terminando finalmente sus días extenuada por las tribulaciones soportadas. (1826)
Fiesta de San Bartolomé, apóstol, a quien generalmente se identifica con Natanael. Nacido en Caná de Galilea, fue presentado por Felipe a Cristo Jesús en las cercanías del Jordán, donde el Señor le invitó a seguirle, agregándolo a los Doce. Después de la Ascensión del Señor, es tradición que predicó el Evangelio en la India y que allí fue coronado con el martirio. (s. I)
2. En Claudiópolis, lugar de Honoríada, hoy Grecia, san Tación, mártir. (s. inc.)
3. En Clichy, en el territorio de París, en la actual Francia, muerte de san Audeno, obispo de Rouen, que, desde el cargo de refrendario del rey Dagoberto, fue elevado al episcopado y gobernó felizmente su iglesia a lo largo de cuarenta y tres años, durante los cuales fundó muchísimos templos y favoreció la construcción de monasterios. (684)
4. En el monte Olimpo, en Bitinia, hoy Turquía, san Jorge Limniota, monje, que deploró la impiedad del emperador León III por haber ordenado destruir las sagradas imágenes y quemar las reliquias de los santos, y debido a estos reproches, por orden del emperador le amputaron la nariz y quemaron la cabeza, emigrando, así, como mártir hacia el Señor. (c. 730)
5. En Lima, ciudad de Perú, muerte de santa Rosa, cuya memoria se celebra al día anterior a este. (1617)
6. En Angers, en Francia, beato Andrés Fardeau, presbítero y mártir, que en tiempo de la Revolución Francesa, fue decapitado por quienes odiaban el sacerdocio. (1794)
7. En Nápoles, en la región italiana de Campania, santa Juana Antida Thouret, virgen, que en esta ciudad prosiguió la vida religiosa interrumpida durante la Revolución Francesa, junto con algunas compañeras, y tiempo después en Besanzón dio comienzo a una nueva sociedad de Hermanas de la Caridad, dedicadas a asegurar la formación civil y cristiana de la juventud, la atención a los niños abandonados, a los pobres y a los enfermos, terminando finalmente sus días extenuada por las tribulaciones soportadas. (1826)
8. En Marsella, en Francia, santa Emilia de Vialar, virgen, que, tras haber trabajado con denuedo en la difusión del Evangelio en regiones lejanas, fundó la Congregación de Hermanas de San José de la Aparición y la propagó ampliamente. (1856)
9. En Valencia, en España, santa María Micaela del Santísimo Sacramento Desmaisières, virgen, que en la iglesia española se celebra el día quince de junio. (1865)
10*. En Tulcan, lugar de Ecuador, beata María de la Encarnación (María Vicenta) Rosal, virgen, fundadora de la Congregación de Hermanas Betlehemitas, con el fin principal de reivindicar la dignidad de la mujer y formar cristianamente a las niñas. (1886)
11*. Cerca de Munich, en la región de Baviera, en Alemania, en el campo de concentración de Dachau, beato Maximiano Binkiewicz, presbítero y mártir, que en tiempo de guerra, a causa de su fe en Cristo, fue deportado por los soldados invasores de Polonia, su patria, a aquel lugar de exterminio, donde murió extenuado por las torturas y los suplicios. (1942)
12*. En Dresde, en Alemania, beatos Ceslao Józwiak, Eduardo Kazmierki, Francisco Kesy, Eduardo Klinik y Iarognievo Wojciechowslci, mártires, los cuales. de origen polaco, detenidos y encarcelados durante la misma persecución, consumaron el martirio a golpes de hacha. (1942)
9. En Valencia, en España, santa María Micaela del Santísimo Sacramento Desmaisières, virgen, que en la iglesia española se celebra el día quince de junio. (1865)
10*. En Tulcan, lugar de Ecuador, beata María de la Encarnación (María Vicenta) Rosal, virgen, fundadora de la Congregación de Hermanas Betlehemitas, con el fin principal de reivindicar la dignidad de la mujer y formar cristianamente a las niñas. (1886)
11*. Cerca de Munich, en la región de Baviera, en Alemania, en el campo de concentración de Dachau, beato Maximiano Binkiewicz, presbítero y mártir, que en tiempo de guerra, a causa de su fe en Cristo, fue deportado por los soldados invasores de Polonia, su patria, a aquel lugar de exterminio, donde murió extenuado por las torturas y los suplicios. (1942)
12*. En Dresde, en Alemania, beatos Ceslao Józwiak, Eduardo Kazmierki, Francisco Kesy, Eduardo Klinik y Iarognievo Wojciechowslci, mártires, los cuales. de origen polaco, detenidos y encarcelados durante la misma persecución, consumaron el martirio a golpes de hacha. (1942)
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