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viernes, 29 de julio de 2022

Viernes 2 septiembre 2022, Viernes de la XXII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa votiva del Sagrado Corazón de Jesús)

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD ALUNNI ED EX-ALUNNI DELL'ALMO COLLEGIO CAPRANICA

Venerdì, 21 gennaio 1983

Signori Cardinali,
Venerati fratelli nell’Episcopato,
Cari ex alunni e alunni dell’Almo Collegio Capranica.


1. Col più vivo affetto, accolgo oggi l’intera Famiglia capranicense, che nella festa della sua Patrona, sant’Agnese, ha voluto incontrarsi col successore di Pietro, per approfondire i motivi ideali della propria identità e unità, e suscitare così nel cuore di ciascuno rinnovati propositi di una testimonianza sacerdotale sempre più limpida, qualificata, gioiosa.

Desidero, anzitutto, dirigere il mio riconoscente saluto al Signor Cardinale Sebastiano Baggio, Presidente della Commissione episcopale del Collegio, le cui elevate parole ho ascoltato con particolare attenzione, mentre rivolgo a tutti voi il mio cordiale benvenuto, con particolare riguardo per i venerati Pastori che condividono più da vicino col Vicario di Cristo le responsabilità della Chiesa universale.

2. Sono diversi e segnalati i motivi che rendono più solenne, quest’anno, la vostra tradizionale festa di famiglia. Se da una parte è vostra intenzione restituire la mia visita del 21 gennaio 1980, avete in animo, dall’altra, di esprimere riconoscenza per la recente approvazione dei nuovi Statuti, avvenuta proprio nell’anno centenario della nascita di Monsignor Cesare Federici, che per quasi mezzo secolo ha svolto nel Collegio una responsabile opera formativa, da ogni parte tanto apprezzata, alla quale è coscientemente debitrice la maggior parte degli ex alunni. Il vostro solenne convegno odierno rinvia come ad unico riscontro, in questo secolo, a quello straordinario del 1957, in occasione dell’inaugurazione della restaurata sede del Collegio, incontro esaltato in maniera, insolita per quegli anni, dalla visita del mio grande predecessore Pio XII, vostro amato e venerato ex alunno.

A seguito del Concilio Vaticano II, si è aperto per il vostro Collegio un terzo periodo di storia, il quale, in continuità con i due precedenti che potremmo chiamare pre-tridentino e tridentino, intende incarnare, mediante l’ausilio normativo e pedagogico del nuovo Statuto, le istanze pastorali della Chiesa post-conciliare.

Lo Statuto pone in particolare risalto l’unità tra ex alunni ed alunni, i quali - come afferma l’articolo 28 - formano insieme “la Famiglia capranicense che, nel vincolo della fede e della carità, è animata da un medesimo spirito di amore alla Chiesa e di amicizia scambievole”. All’intera Famiglia viene affidato dallo Statuto l’impegno di “procurare il maggior bene del Collegio” (Statuto, art. 29). Nell’indicare, poi, gli ex alunni, la nuova “magna charta” del vostro Istituto non ha presenti soltanto i Presuli e i Sacerdoti che rendono il loro benemerito servizio pastorale nella Curia e nella diocesi di Roma, nelle Chiese locali e nelle missioni; ma anche quanti hanno abbracciato lo stato religioso e i laici che hanno optato per l’impegno secolare nella famiglia e nella professione, offrendo spesso un encomiabile attestato di vita cristiana e di presenza ecclesiale.

E quindi all’intera Famiglia capranicense, così nobilmente articolata, che intendo rivolgere una parola di esortazione, affinché la tradizione di fraternità, sempre onorata nell’Almo Collegio, sia approfondita e resa ancor più esemplare da vincoli di comunione cristiana e sacerdotale.

3. Ogni vita cristiana è radicata in Dio Uno e Trino, che nell’Unità della natura e nella Trinità delle Persone è pienezza di comunione. Il Verbo Incarnato, mediante la Grazia, ci eleva alla partecipazione della vita divina, così che la comunione profonda della Santissima Trinità entra nelle nostre vite e diventa il modello esemplare e come la sorgente alimentatrice della comunione che deve stabilirsi tra gli uomini (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980], pp. 119 e 1398).

È in virtù del Battesimo che questa comunione trinitaria viene partecipata agli uomini (cf. 2 Pt 1, 4), entrando così nella loro storia, rendendosi visibile, come già in Gesù Capo del Corpo Mistico (1 Cor 1, 9), in ciascun membro di esso (cf. 1 Cor 12, 12-27; Gv 15, 1-17) e quindi nella comunità dei battezzati, nella Chiesa, città che si costruisce in terra e che ha già il suo fondamento in cielo. L’Ordine sacro, poi, costituisce una partecipazione unica alla missione sacerdotale, regale e profetica di Cristo, conferendo specifiche potestà sul suo Corpo Eucaristico e Mistico, per cui quanti ne sono stati investiti sono tra loro collegati da identici, reciproci rapporti di singolare fraternità con Cristo medesimo e fa se stessi.

Questi cenni di una dottrina largamente trattata nei Documenti conciliari e già approfondita nella memorabile lettera enciclica Mistici corporis del Papa Pio XII, siano sufficienti per rianimare e perfezionare una vita di comunione seminaristica e sacerdotale, oggi ancor più attesa come segno di autenticità evangelica e come invito alla fede (cf. Gv 17, 21-23). Da queste poche linee maestre si possono trarre alcune conclusioni circa le essenziali esigenze e condizioni della vita in comunione: la quale, perché fondata in Dio è soprannaturale; perché fondata in Dio Trino è gerarchica.

Prima esigenza quindi della vita di comunione è la preghiera, mediante la quale entriamo in contatto con Dio, fonte di ogni desiderata ed implorata unità. Altra esigenza irrinunciabile è il rispetto della Verità rivelata, garantita dal Magistero ecclesiastico, perché se la carità, “vis unitiva”, è il cemento dell’unità, la Verità ne è il fondamento. Senza l’unione delle menti in una comune visione della realtà e degli ideali, è destinato a fallire ogni slancio dei cuori. “Veritatem facientes in caritate” (Ef 4, 15): così soltanto si realizza la comunione e in essa si cresce. Terza condizione necessaria è la pratica delle virtù mediante le quali soltanto si realizza l’esercizio della carità, e in particolare la pratica dell’ubbidienza, concreto riconoscimento di quell’ordine gerarchico sopra accennato; e dell’umiltà, senza la quale non può esistere l’amore.

4. Nella prospettiva così brevemente delineata si deve inquadrare la formazione del vostro Collegio, come di qualunque altro Seminario. La vita comunitaria, infatti, non è soltanto lo spazio entro il quale si realizza la formazione spirituale, intellettuale e pastorale dei candidati al Presbiterato, ma è l’anima e la forza vitale dello stesso metodo educativo. I singoli traguardi della formazione sarebbero raggiungibili probabilmente anche senza la vita in comune; essa, invece, è essenzialmente richiesta dal Concilio Vaticano II per la preparazione dei Presbiteri, in quanto devono compiere un periodo di esperienza di comunità-Chiesa, di “comunità ecclesiale educativa” - come si esprime il vostro Statuto (Statuto, art. 3) - per essere in grado domani di suscitare e di animare, con responsabilità, comunità ecclesiali di ogni ordine e grado. La comunità del Collegio o del Seminario ha cioè il suo senso compiuto solo se è valido strumento educativo di più larga comunione ecclesiale.

Nel senso ora illustrato, il riconoscimento e l’ubbidienza all’autorità si manifestano necessari tanto quanto l’assunzione solidale e graduale di responsabilità da parte dei singoli membri, in vista della crescita della comunità stessa. Così il rapporto personale, l’amicizia, l’esercizio del dialogo e della fraternità, non sono soltanto lodevoli comportamenti, ma dinamismi insopprimibili, esigenze vitali della comunione (cf. Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, 1970, n. 24, et Optatam Totius, 11). Secondo questi orientamenti operò Monsignor Federici, esimia figura di educatore.

Cari alunni del Collegio Capranica, vivete intensamente la vita di comunità, di fraternità, “di famiglia” - come si suol dire tra Capranicensi - nella consapevolezza dei motivi soprannaturali che la fondano e per prepararvi ad esercitare domani le vostre responsabilità sacerdotali.

5. Rivolgendomi ora agli ex alunni, intendo sottolineare brevemente che la formazione del Collegio è anzitutto indirizzata al futuro. La suddetta educazione comunitaria è finalizzata alla realizzazione della vita di comunità della parrocchia e della diocesi, attorno al proprio Vescovo, chiamato a fondare e a rappresentare anche visibilmente l’unità (cf. Presbyterorum Ordinis, 8). Inoltre, frutto rilevante dell’educazione impartita da un Collegio, consapevole di essere comunità-Chiesa, è anche la vita di comunione fra gli ex alunni stessi, che pur non facendo parte di una medesima Chiesa locale, mantengono tra loro una viva colleganza, basata sulla stessa vocazione e su di un identico impegno di ministero, ed insieme un rapporto di affetto e di amicizia per un vicendevole sostegno.

Cari ex alunni, siate vicini sempre agli alunni del Collegio, per offrire loro l’aiuto della vostra maturità, il conforto di una esperienza già vissuta, proponendovi di “procurare il maggior bene del Collegio “anche in segno e attestato di fedele gratitudine.

6. Un altro elemento fondamentale che si inserisce nella tradizione formativa del Collegio Capranica e che ha rilievo nel nuovo Statuto è la “romanità”, intesa come particolare spirito di comunione col successore di Pietro, Capo Visibile della Chiesa di Cristo, mediante unità di fede e di carità, le quali si traducono in atteggiamenti di convinta obbedienza e di docile disciplina. Non esiste comunione ecclesiale se non con questi requisiti.

È vero che per ogni candidato all’Ordine Sacro non può mancare una formazione alla “romanità”; tuttavia, essa vive e fermenta in Roma con uno slancio irripetibile anche in virtù di una tradizione secolare propria del più antico Collegio ecclesiastico dell’Urbe. Non si tratta soltanto di riferirsi al Papa, come a punto di orientamento, punto sicuro a cui si guarda; ma anche come a punto da cui si guarda. L’alunno di un Istituto romano è sospinto ad aprirsi alle linee del discernimento proprio del servizio pastorale del Papa, fonte e base di unità per la Chiesa universale. In Roma le diversità della cattolicità convergono verso il suo baricentro e salvano la propria indistruttibile ricchezza nella luce vitale dell’unità garantita dalla Sede di Pietro (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 418; Ivi III/2 [1980] 869).

Non si deve inoltre dimenticare che il Collegio Capranica è uno dei Seminari romani che “offre il suo servizio particolarmente alla diocesi di Roma” (Statuto, art. 5), come è sottolineato nello Statuto ed è confermato dalla presenza del Cardinale Vicario, cui dirigo il mio cordiale pensiero. Cresca in voi, cari alunni, il vero amore al successore di Pietro, facendo vostro il suo sguardo universale e cattolico; continuino gli ex alunni a percorrere il cammino dei predecessori col senso di quella comunione ecclesiale che è romana. Maria santissima, immagine e Madre della Chiesa, animi e renda autentica la vostra vita di comunione nel Collegio e tra tutti i membri della Famiglia Capranicense, compresi i laici, per i quali imploro dal Signore una particolare assistenza, fonte di gioia per essi e per le loro famiglie.

All’intercessione di sant’Agnese, vergine-martire romana, che ha protetto per secoli il Collegio, affido l’auspicio che il nuovo Statuto sia valido mezzo di una formazione esigente e aggiornata, a cui presiedono con l’impegno il Rettore e i suoi più vicini collaboratori.

A conferma della mia affettuosa benevolenza, imparto alla grande Famiglia Capranicense, con particolare menzione per i membri della Commissione episcopale, la mia benedizione apostolica.

CALENDARIO

2 VIERNES DE LA XXII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- 1 Cor 4, 1-5.
El Señor pondrá al descubierto los designios del corazón.
- Sal 36. R. El Señor es quien salva a los justos.
- Lc 5, 33-39. Les arrebatarán al esposo, entonces ayunarán.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 3 de septiembre, pág. 530.
CALENDARIOS: Palencia: San Antolín, mártir (S).
Tudela: Dedicación de la iglesia-catedral (F).
HH. de las Escuelas Cristianas: Santo Salomón Leclercq, religioso y mártir (MO).
Mínimos: Beatos Carlos y Ludovico Hurtrel, mártires (MO).
TOR: Beatos Severino Guirault, presbítero, y compañeros, mártires (MO).
Unión de Nuestra Señora de la Caridad: Beatos Francisco, Luis Hebert y compañeros, mártires (MO).
Dominicos: Beato Guala de Bérgamo, obispo (ML).
Jesuitas: Beatos Santiago Bonnaud, presbítero, y compañeros; José Imbert y Juan Nicolás Cordier, presbíteros; Tomás Sitjar, presbítero, y compañeros, mártires (ML).
OFM Cap.: Beatos Apolinar Morel de Posat y compañeros, mártires (ML).
OFM Conv.: Beatos Juan Francisco Burté, presbítero, y compañeros, mártires (ML).
Paúles e Hijas de la Caridad: Beatos Luis José François y compañeros, presbíteros y mártires (ML).
Toledo: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Francisco Cerro Chaves, arzobispo (2007).
 
TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa votiva:
SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
(formulario de la solemnidad)

Antífona de entrada Sal 32, 11. 19
Los proyectos de su Corazón subsisten de edad en edad, para librar sus vidas de la muerte y reanimarlos en tiempo de hambre.
Cogitatiónes Cordis eius in generatióne et generatiónem, ut éruat a morte ánimas eórum et alat eos in fame.

Monición de entrada
El corazón, en el lenguaje bíblico, representa el lugar donde residen nuestros sentimientos y, sobre todo, nuestro amor. Celebrar el Sagrado Corazón de Jesús significa, por tanto, actualizar la presencia de su amor inmenso al Padre y a nosotros; este amor ha llegado a su extremo en la prueba máxima de dar la vida por nosotros y ahora lo celebramos, aquí presente, en la eucaristía.

Oración colecta
Dios todopoderoso, concede a quienes, alegrándonos en el Corazón de tu Hijo amado, recordamos los inmensos beneficios de su amor hacia nosotros, merecer recibir una inagotable abundancia de gracia de aquella fuente celestial de los dones. Por nuestro Señor Jesucristo.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus, ut qui, dilécti Fílii tui Corde gloriántes, eius praecípua in nos benefícia recólimus caritátis, de illo donórum fonte caelésti supereffluéntem grátiam mereámur accípere. Per Dóminum.
O bien:
Oh, Dios, que en el Corazón de tu Hijo, herido por nuestros pecados, te has dignado regalamos misericordiosamente infinitos tesoros de amor, te pedimos que, al rendirle el homenaje de nuestra piedad, manifestemos también una conveniente reparación. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui nobis in Corde Fílii tui, nostris vulneráto peccátis, infinítos dilectiónis thesáuros misericórditer largíri dignáris, concéde, quaesumus, ut, illi devótum pietátis nostrae praestántes obséquium, dignae quoque satisfactiónis exhibeámus offícium. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Viernes de la XXII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA 1 Cor 4, 1-5
El Señor pondrá al descubierto los designios del corazón

Lectura de la primera carta del apóstol san Pablo a los Corintios.

Hermanos:
Que la gente solo vea en nosotros servidores de Cristo y administradores de los misterios de Dios. Ahora, lo que se busca en los administradores es que sean fieles. Para mí lo de menos es que me pidáis cuentas vosotros o un tribunal humano; ni siquiera yo me pido cuentas. La conciencia, es verdad, no me remuerde; pero tampoco por eso quedo absuelto: mi juez es el Señor.
Así, pues, no juzguéis antes de tiempo, dejad que venga el Señor. Él iluminará lo que esconden las tinieblas y pondrá al descubierto los designios del corazón; entonces cada uno recibirá de Dios lo que merece.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 36, 3-4. 5-6. 27-28. 39-40 (R.: 39a)
R. 
El Señor es quien salva a los justos.
Salus iustórum a Dómino est.

V. Confía en el Señor y haz el bien:
habitarás tu tierra y reposarás en ella en fidelidad;
sea el Señor tu delicia,
y él te dará lo que pide tu corazón.
R. El Señor es quien salva a los justos.
Salus iustórum a Dómino est.

V. Encomienda tu camino al Señor,
confía en él, y él actuará:
hará tu justicia como el amanecer,
tu derecho como el mediodía.
R. El Señor es quien salva a los justos.
Salus iustórum a Dómino est.

V. Apártate del mal y haz el bien,
y siempre tendrás una casa;
porque el Señor ama la justicia
y no abandona a sus fieles.
Los inicuos son exterminados,
la estirpe de los malvados se extinguirá.
R. El Señor es quien salva a los justos.
Salus iustórum a Dómino est.

V. El Señor es quien salva a los justos,
él es su alcázar en el peligro;
el Señor los protege y los libra,
los libra de los malvados y los salva
porque se acogen a él.
R. El Señor es quien salva a los justos.
Salus iustórum a Dómino est.

Aleluya Jn 8, 12b
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Yo soy la luz del mundo -dice el Señor-; el que me sigue tendrá la luz de la vida. R.
Ego sum lux mundi, dicit Dóminus; qui séquitur me, habébit lumen vitæ.

EVANGELIO Lc 5, 33-39
Les arrebatarán al esposo, entonces ayunarán
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, los fariseos y los escribas dijeron a Jesús:
«Los discípulos de Juan ayunan a menudo y oran, y los de los fariseos también; en cambio, los tuyos, a comer y a beber».
Jesús les dijo:
«¿Acaso podéis hacer ayunar a los invitados a la boda mientras el esposo está con ellos? Llegarán días en que les arrebatarán al esposo, entonces ayunarán en aquellos días».
Les dijo también una parábola:
«Nadie recorta una pieza de un manto nuevo para ponérsela a un manto viejo; porque, si lo hace, el nuevo se rompe y al viejo no le cuadra la pieza del nuevo.
Nadie echa vino nuevo en odres viejos: porque, si lo hace, el vino nuevo reventará los odres y se derramará, y los odres se estropearán.
A vino nuevo, odres nuevos.
Nadie que cate vino añejo quiere del nuevo, pues dirá: “El añejo es mejor”».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Agustín, de quaest. evang. 2, 18
Los apóstoles también son comparados a los pellejos antiguos, porque cuando reciben el vino nuevo de los preceptos espirituales, más bien se rompen que lo contienen. De aquí prosigue: "Porque de otra manera el vino nuevo rompe los odres, y el vino se vierte", etc. Fueron ya odres nuevos cuando fueron renovados por medio de la oración y de la esperanza, después de la ascensión del Señor, y cuando recibieron el Espíritu Santo, por el deseo que tenían de ser consolados. De donde prosigue: "Mas el vino nuevo debe echarse en odres nuevos, para que ambos se conserven".

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXX

Impulsados por el Espíritu y unidos a Jesucristo, presentemos al Padre nuestra oración confiada.
- Por los que formamos la Iglesia, para que seamos fieles a la misión que Jesús nos encomendó. Roguemos al Señor.
- Por nuestro país, para que se encuentren caminos de paz y de justicia, y ayudemos a los más necesitados, especialmente a los que no encuentran trabajo. Roguemos al Señor.
- Por los ancianos, por los enfermos, para que no sean marginados de la sociedad, sino que se sientan respetados y valorados. Roguemos al Señor.
- Por los inmigrantes, por todos aquellos que se han visto obligados a abandonar sus pueblos por motivos de trabajo, para que sean bien acogidos y así puedan adaptarse a la nueva situación. Roguemos al Señor.
- Por los padres, para que sepan ser responsables de la educación de sus hijos. Roguemos al Señor.
- Por todos nosotros, para que sepamos amarnos como Dios nos ama. Roguemos al Señor.
Padre lleno de bondad, que por el amor que nos tienes enviaste a tu Hijo para salvarnos, recibe nuestra súplica, y que la acción del Espíritu Santo en nosotros la convierta en realidad. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa votiva:
Oración de los fieles
Oremos con la confianza puesta en Cristo, por quien tenemos libre acceso a Dios Padre.
- Por la Iglesia, nacida del corazón de Cristo. Roguemos al Señor.
- Por los que gobiernan los pueblos buscando la justicia y el respeto de los derechos humanos. Roguemos al Señor.
- Por los que se sienten cansados y agobiados por tantos trabajos y sufrimientos. Roguemos al Señor
- Por los enfermos y los moribundos. Roguemos al Señor.
- Por nosotros, que conocemos y celebramos el amor de Cristo. Roguemos al Señor.
Dios, Padre nuestro, que nos has manifestado tu amor en el corazón de tu Hijo, escucha nuestras súplicas. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Mira, Señor, el inefable amor del Corazón de tu Hijo predilecto, para que los dones que te presentamos sean ofrenda aceptable a ti y expiación de nuestras culpas. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Réspice, quaesumus, Dómine, ad ineffábilem Cordis dilécti Fílii tui caritátem, ut quod offérimus sit tibi munus accéptum et nostrórum expiátio delictórum. Per Christum.

Prefacio: El inmenso amor de Cristo
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
El cual, con amor admirable, se entregó por nosotros y, elevado sobre la cruz, hizo que de la herida de su costado brotaran, con el agua y la sangre, los sacramentos de la Iglesia, para que así, acercándose al Corazón abierto del Salvador, todos puedan beber siempre con gozo de las fuentes de la salvación.
Por eso, con los santos y con todos los ángeles, te glorificamos diciendo sin cesar:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Qui, mira caritáte, exaltátus in cruce, pro nobis trádidit semetípsum, atque de transfíxo látere sánguinem fudit et aquam, ex quo manárent Ecclésiae sacraménta, ut omnes, ad Cor apértum Salvatóris attrácti, iúgiter haurírent e fóntibus salútis in gáudio.
Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis, te collaudámus, sine fine dicéntes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA I o CANON ROMANO

Antífona de comunión Cf. Jn 7, 37-38

Dice el Señor: «El que tenga sed que venga a mí, y que beba el que cree en mí: de sus entrañas manarán ríos de agua viva».
Dicit Dóminus: Si quis sitit, véniat ad me et bibat. Qui credit in me, flúmina de ventre eius fluent aquae vivae.
O bien: Jn 19, 34
Uno de los soldados, con la lanza, le traspasó el costado, y al punto salió sangre y agua.
Unus mílitum láncea latus eius apéruit, et contínuo exívit sanguis et aqua.

Oración después de la comunión
Señor, que el sacramento de la caridad encienda en nosotros el fuego del amor santo por el que, cautivados siempre por tu Hijo, aprendamos a reconocerle en los hermanos. Él, que vive y reina por los siglos de los siglos.
Sacraméntum caritátis, Dómine, sancta nos fáciat dilectióne fervére, qua, ad Fílium tuum semper attrácti, ipsum in frátribus agnóscere discámus. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 3 de septiembre
M
emoria de san Gregorio Magno, papa y doctor de la Iglesia, que siendo monje ejerció ya de legado pontificio en Constantinopla y después, en tal día, fue elegido Romano Pontífice. Resolvió problemas temporales y, como siervo de los siervos, atendió a los valores espirituales, mostrándose como verdadero pastor en el gobierno de la Iglesia, ayudando sobre manera a los necesitados, fomentando la vida monástica y propagando y reafirmando la fe por doquier, para lo cual escribió muchas y célebres obras sobre temas morales y pastorales. Murió el doce de marzo. (604)
2. Conmemoración de santa Febe, sierva del Señor entre los fieles de Kenchris, en Grecia, que atendió a san Pablo y a otros muchos, según escribe el propio apóstol en la carta a los Romanos [16, 1-2].
3. En Nicomedia, de Bitinia, hoy Turquía, santa Basilisa, virgen y mártir. (s. IV)
4. En Córdoba, en la Hispania Bética, san Sandalio, mártir. (c. s. IV)
5. En Toul, lugar de la Galia Bélgica, actual Francia, san Mansueto, primer obispo de esta ciudad. (s. IV)
6. En el monte Titano, cerca de Rímini, en la región de Flaminia, actual Emilia-Romaña, en Italia, san Marino, diácono y anacoreta, portador al pueblo gentil del Evangelio y de la libertad de Cristo. (s. IV/V)
7*. En Hibernia, hoy Irlanda, san Macanisio, obispo. (514)
8. En Milán, ciudad de Lombardía, en Italia, san Auxano. (c. 589)
9*. En la antigua Caudium, actual Montesarchio, en Campania, también en Italia, san Vitaliano, obispo. (s. VII)
10*. En el monasterio de Stavelot, en Brabante, actual Francia, san Rimagilo, obispo y abad, quien, además del monasterio de Solignac, en Limoges, fundó otros dos: el de Stavelot y el de Malmedy, en la soledad boscosa de Ardennes. (c. 671-679)
11. En la isla de Lérins, en la Provenza, de nuevo en Francia, san Aigulfo, abad, y compañeros, monjes, que, según tradición, sufrieron el martirio durante una incursión sarracena. (c. 675)
12*. En Sées, lugar de Neustria, asimismo en Francia, san Crodogango, obispo y mártir(s. VIII)
13*. En el territorio de Astino, en la Val Camonica, en la región italiana de Lombardía, beato Guala, de la Orden de Predicadores, obispo de Brescia, quien luchó prudente y esforzadamente por la paz de la Iglesia y el bien común, y sufrió el destierro en tiempo del emperador Federico II. (1244)
14*. En Nagasaki, en Japón, beatos Bartolomé Gutiérrez, presbítero, de la Orden de Ermitaños de San Agustín, y cinco compañeros*, mártires, quienes, todos ellos sumergidos en aguas sulfúreas hirviendo y después arrojados al fuego, por quienes odiaban la fe cristiana. (1632)
*Son sus nombres: beatos presbíteros Vicente Carvalho y Francisco Terrero, de la Orden de Ermitaños de San Agustín; Antonio Ishida, de la Orden de la Compañía de Jesús; Jerónimo Jo; y Gabriel de la Magdalena, religioso de la Orden de los Hermanos Menores.
15*. En Piacenza, en la región de Emilia-Romaña, en Italia, beata Brígida de Jesús Morello, quien, después de enviudar, se consagró a Dios y se afanó en obras de penitencia y caridad. Fundó la Congregación de Religiosas Ursulinas de María Inmaculada, dedicadas a la educación cristiana de la juventud femenina. (1679)
16*. En París, en Francia, pasión de los beatos Andrés Abel Alricy, presbítero, más setenta y un compañeros*, mártires, la mayoría presbíteros, todos los cuales, tras ser recluidos en el Seminario de San Fermín a modo de cárcel, y después de vivir una matanza el día anterior, fueron asesinados por quienes odiaban a la Iglesia. (1792)
*Estos son sus nombres: beatos René María Andrieux, Pedro Pablo Balzac, Juan Francisco María Benoît o Vourlat, Miguel Andrés Silvestre Binard, Nicolás Bize, Pedro Bonzé, Pedro Briquet, Pedro Brisse, Carlos Carnus, Beltrán Antonio de Caupenne, Jacobo Dufour, Dionisio Claudio Duval, José Falcoz, Gilberto Juan Fautrel, Filiberto Fougère, Pedro Juan Garrigues, Nicolás Gaudreau, Esteban Miguel Gillet, Jorge Jerónimo Giroust, José María Gros, Pedro Guérin du Rocher, Roberto Francisco Guérin du Rocher, Ivón Andrés Guillon de Keranrun, Julián Francisco Hédouin, Pedro Francisco Hénocq, Eligio [Eloy] Herque o du Roule, Pedro Ludovico Joret, Jacobo de la Lande, Egidio [Gil] Ludovico Sinforiano Lanchon, Ludovico Juan Mateo Lanier, Juan José de Lavèze-Belay, Miguel Leber, Pedro Florencio Leclercq, Juan Carlos Legrand, Juan Pedro Le Laisant, Julián Le Laisant, Juan Lemaître, Juan Tomás Leroy, Martín Francisco Alejo Loublier, Claudio Ludovico Marmotant de Savigny, Claudio Silvano Mayneaud de Bizefranc, Enrique Juan Millet, Francisco José Monnier, María Francisco Mouffle, José Ludovico Oviefre, Juan Miguel Philippot,, Jacobo Rabé, Pedro Roberto Régnet, Ivón Juan Pedro Rey de Kervizic, Nicolás Claudio Roussel, Pedro Saint-James, Jacobo Ludovico Schmid, Juan Antonio Seconds, Pedro Jacobo de Turménies, René José Urvoy, Nicolás María Verron, Carlos Víctor Véret, todos presbíteros; además, Juan Carlos María Bernard du Cornillet, canónigo de la abadía de San Víctor de París; Juan Francisco Bonnel de Pradel y Claudio Pons, canónigos de la abadía de Santa Genoveva de París; Juan Carlos Caron, Nicolás Colin, Ludovico José François y Juan Enrique Gruyer, de la Congregación de la Misión; Claudio Bochot y Eustaquio Félix, de la Congregación de Padres de la Doctrina Cristiana; Cosme (Juan Pedro) Duval, de la Orden de Hermanos Menores Capuchinos; Pedro Claudio Pottier, de la Compañía de Jesús y María; y Sebastián Desbrielles, maestro de escuela en París, Ludovico Francisco Rigot y Juan Antonio José de Villette.
17*. También en París, el mismo día y año, beatos mártires Juan Bautista Bottex, Miguel María Francisco de la Gardettte, Francisco Jacinto le Livec de Trésurin, que sufrieron similar situación en la cárcel de La Force, donde murieron martirizados por su fe en Cristo. (1792)
18. En Seúl, en Corea, pasión de los santos Juan Pak Hu-jae y cinco compañeras*, mártires, que, por el hecho de ser cristianos, en tiempo de persecución fueron llevados ante el tribunal de criminales, donde, después de sufrir crueles suplicios a causa de su fe, murieron finalmente decapitados. (1839)
*Sus nombres: santas María Pak Kun-a-gi Hui-sun, hermana de santa Lucía Pak Hui-sun; Bárbara Kwon-hui, esposa de san Agustín Yi Kwang-hon; Bárbara Yi Chong-hui; María Yi Yon-hui, esposa de san Damián Nam Myong-hyog; e Inés Kim Hyo-ju.

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