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martes, 12 de julio de 2022

Martes 16 agosto 2022, Martes de la XX semana del Tiempo Ordinario, feria o san Esteban de Hungría, memoria libre.

SOBRE LITURGIA

PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN NIGERIA, BENIN, GABON E GUINEA EQUATORIALE
SANTA MESSA CON ORDINAZIONI SACERDOTALI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Kaduna (Nigeria), 14 febbraio 1982

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso.

1. È veramente una gioia essere a Kaduna oggi. Io rendo grazie al Signore per questa felice opportunità di celebrare l’Eucaristia con tutti voi e di ordinare al sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo questo grande numero di diaconi provenienti da diverse diocesi della Nigeria. Le vite di coloro che riceveranno l’ordinazione sacerdotale offrono una grande promessa per la crescita continua della Chiesa in questa amata terra e portano un fresco slancio al vitale impegno dell’evangelizzazione. Con tutti i credenti della Nigeria e con la Chiesa di ogni parte del mondo io benedico il Signore della messe che manda questi nuovi operai nella sua messe.

2. In questo lieto giorno permettetemi di rivolgere le mie parole in modo particolare a coloro che sono in procinto di ricevere l’ordinazione sacerdotale.

Fratelli miei, ciascuno di voi ha ricevuto la chiamata ad essere sacerdote, e con ciò, il privilegio di essere chiamato servitore di Gesù Cristo. L’ordinazione conferisce l’autorità ed il mandato di proclamare il Vangelo e di predicare in nome della Chiesa. Come sacerdoti voi presiederete alla celebrazione dell’Eucaristia e nel nome di Cristo rimetterete i peccati nel sacramento della Penitenza. In queste ed in molte altre attività attraverso le quali voi offrirete alla Chiesa di Dio la cura di pastori cercate sempre di essere considerati come uno che serve. Possano le parole della 2a Preghiera eucaristica essere l’espressione della vostra costante gratitudine per la vostra chiamata al sacerdozio: “Padre, noi ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale”.

Voi siete stati chiamati ad imitare il Signore ed il Maestro che voi amate, a seguire l’esempio del Figlio dell’Uomo che “non è venuto per essere servito, ma per servire, e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28). Ricordate anche che Gesù ha fatto comprendere chiaramente ai suoi discepoli che essi non devono mai imporre la propria volontà ai loro compagni, o cercare il riconoscimento della loro autorità. Come san Paolo noi consideriamo un privilegio essere chiamati servi di Cristo Gesù (cf. Rm 1,1).

3. Una delle più importanti caratteristiche della vita terrena di Gesù fu la priorità che egli dava alla preghiera. San Luca ci dice che “folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità, ma Gesù si ritirava spesso in luoghi solitari a pregare” (Lc 5,15-16). Benché sentisse grande compassione per la folla e zelo ardente per proclamare che il Regno del Signore è vicino, tuttavia Gesù cercava regolarmente e spesso un luogo solitario per essere solo con il suo Padre celeste. Talvolta egli trascorreva persino l’intera notte in preghiera.

L’autore della Lettera agli Ebrei ci parla dell’intensità della preghiera di Gesù: “... nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e con lacrime silenziose” (Eb 5,7).

Con tutto il suo cuore e con tutta l’anima Gesù implorò il Padre suo per i bisogni del popolo e chiese la forza di conformare le sue azioni umane con la volontà del Padre.

Fratelli miei, non dobbiamo mai dimenticare questo insegnamento che il nostro Salvatore ci lasciò con la parola e con l’esempio. La preghiera è un elemento essenziale della vita cristiana ed è uno dei mezzi principali con cui il sacerdote serve il suo popolo. È pure attraverso la preghiera che noi conserviamo ed approfondiamo il nostro amore personale per Cristo e che noi scopriamo ed accettiamo la volontà del Signore per noi. Il tempo dedicato alla preghiera non è un tempo sottratto al nostro popolo. È un tempo dedicato a lui con il Signore che è la sorgente di ogni bene. Questo è il motivo per cui la Chiesa non esita a chiedere ai suoi ministri di pregare la Liturgia delle Ore.

Essere sempre fedeli a questo impegno della Liturgia delle Ore ci unisce con la Chiesa di tutto il mondo nel grande compito di lodare e venerare il Dio vivente.

4. La lettera agli Ebrei ci insegna inoltre che il nostro Signore e Maestro durante la sua vita sulla terra “imparò l’obbedienza dalle cose che patì” (Eb 5,8). La sofferenza è un elemento inevitabile della sequela. Per questo Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi non porta la croce e non viene dietro a me non può essere mio discepolo” (Lc 14,27). Questo non deve indurci ad obliare o a lasciarci sfuggire il fatto che la fede in Cristo è la sorgente di una profonda gioia (cf. Gv 15,11) e che Gesù ha promesso ai suoi discepoli una pace che il mondo non può dare (cf. Gv 14,27). Ma resta vero che la sofferenza è parte della sequela di Cristo. E la sofferenza è in stretto rapporto con l’obbedienza, per cui quando noi accettiamo la sofferenza che la Divina Provvidenza permette per noi, noi ci rendiamo più intimamente conformi alla volontà del Padre che è nei cieli.

Oggi voi promettete non solo a me, ma anche al vostro Vescovo, obbedienza e rispetto. Per questa promessa voi stabilite con il vostro Vescovo ed i suoi successori uno speciale vincolo di fiducia. Voi avete dichiarato che collaborerete con lui e che assumerete le sue direttive ed eseguirete i suoi comandi per il bene della Chiesa locale, in spirito di amore e di rispetto. In questo voi imiterete Cristo che è venuto non per fare la sua volontà, ma la volontà di Colui che lo ha mandato (cf. Gv 6,38). Ricordate che la vostra salvezza si è compiuta attraverso l’opera di redenzione del Figlio che spogliò se stesso, prese la condizione di servo e si fece obbediente fino alla morte (cf. Fil 2,7-9).

5. La prima lettura della santa Messa di oggi contiene una descrizione del ministero che Gesù applicò a se stesso all’inizio della sua vita pubblica (cf. Lc 4,16ss) e che ogni sacerdote può fare suo, non importa da quanti anni egli sia stato ordinato: “Lo Spirito del Signore Dio è stato dato a me, perché Dio mi ha consacrato con l’unzione. Egli mi ha mandato per annunziare ai poveri la lieta novella, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà per gli schiavi, la scarcerazione per i prigionieri” (Is 61,1).

Notate che l’unzione del Signore è stata data per i poveri, per i prigionieri, per coloro che hanno il cuore ferito. In altre parole, gli unti del Signore sono mandati al popolo che si trova in uno speciale bisogno della misericordia del Signore. Per questo io ho scritto nella mia lettera enciclica Dives in Misericordia: “La Chiesa deve rendere testimonianza alla misericordia di Dio rivelata in Cristo, nell’intera sua missione di Messia, professandola in primo luogo come verità salvifica di fede e necessaria ad una vita coerente con la fede, poi cercando di introdurla e di incarnarla nella vita sia dei fedeli, sia, per quanto possibile, in quella di tutti gli uomini di buona volontà” (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, 12).

Come sacerdoti, voi avete una singolare opportunità e responsabilità di proclamare la misericordia di Dio. Con la vostra pastorale dolcezza e compassione voi rivelate al popolo le tenerezze di Cristo; attraverso la vostra zelante predicazione ed insegnamento voi proclamate la bontà del Signore e parlate del suo potere di redenzione. Come ministri dei Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e del sacramento della Riconciliazione, voi lo mettete in contatto con il nostro Signore che è ricco di misericordia.

6. In questo giorno di gioia io non posso trattenermi dal dire una parola sulla grande necessità di vocazioni per la vita religiosa e per il sacerdozio. Le parole del nostro Salvatore ci invitano a riflettere: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi, chiedete dunque al Signore della messe di mandare operai nella sua messe” (Mt 9,37). Come noi ci rallegriamo oggi all’ordinazione di questi nuovi sacerdoti, noi vediamo nei loro cuori che sono così desiderosi di servire, una grande speranza per il futuro della Chiesa.

Allo stesso tempo, io faccio appello al Popolo di Dio perché sia memore del grande bisogno di incoraggiare vocazioni per il sacerdozio e per la vita religiosa. Il nostro Signore Gesù Cristo non mancherà di provvedere per la vita della sua Chiesa, ma egli chiede le preghiere e la collaborazione di ciascuno.

Le famiglie cristiane hanno un particolare ruolo da compiere nel creare un’atmosfera di fede in cui la vocazione possa svilupparsi. E voi, novelli sacerdoti di questo giorno, siate sempre memori dell’importanza del vostro esempio e della gioiosa testimonianza del vostro celibato.

Io vi affido oggi alla Vergine Maria, la Madre di Dio. Vi sia sempre vicina e vi conservi sempre nell’amore del suo Figlio, il nostro supremo Sacerdote, Gesù Cristo.

CALENDARIO

16 MARTES DE LA XX SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria o SAN ESTEBAN DE HUNGRÍA, memoria libre

Misa de feria (verde) o de la memoria (blanco). 
MISAL: para la feria cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria 1.ª orac. prop. y el resto del común de santos (para un santo), o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria. 
LECC.: vol. III-par. 
- Ez 28, 1-10. Eres hombre, y no dios; pusiste tu corazón como el corazón de Dios. 
- Salmo: Dt 32, 26-36. R. Yo doy la muerte y la vida. 
- Mt 19, 23-30. Más fácil le es a un camello entrar por el ojo de una aguja, que a un rico entrar en el reino de los cielos. 
o bien: cf. vol. IV. 

Liturgia de las Horas: oficio de feria o de la memoria. 

Martirologio: elogs. del 17 de agosto, pág. 494. 
CALENDARIOS: Astorga: Dedicación de la iglesia-catedral (F). 
Misioneras de la Caridad: Santa María Reina (MO). 
Monjas de la Orden de San Juan de Jerusalén: San Roque (MO). OrihuelaAlicante, Santander, Segorbe-Castellón, Valencia y TOR: (ML). 
Sacramentinos: San Tarsicio, mártir (MO). 
Madrid y Carmelitas Descalzos: Beata María Sagrario de San Luis Gonzaga, virgen y mártir (ML). 
Tarragona y Franciscanos: Beato Juan de Santa Marta, presbítero y mártir (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XX Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa de la memoria:
16 de agosto
San Esteban de Hungría.

Oración colecta propia, resto del común de santos y santas: B. Para un santo 1.

Antífona de entrada Cf. Sal 20, 2-3
Señor, el justo se alegra por tu fuerza, y cuánto goza con tu victoria. Le has concedido el deseo de su alma.
In virtúte tua, Dómine, laetábitur iustus, et super salutáre tuum exsultábit veheménter; desidérium ánimae eius tribuísti ei.

Monición de entrada
Recordamos en esta celebración a san Esteban, rey de Hungría, que nació hacia el año 969. Regenerado por el bautismo y recibida la corona real de manos del papa Silvestre II, impulsó la propagación de la fe cristiana entre los húngaros, puso en orden la Iglesia en su reino, la dotó de bienes y monasterios, y fue justo y pacifico en el gobierno de sus súbbditos finalmente, en el día de la Asunción del año 1038, su alma partió hacia el cielo.

Oración colecta
Dios todopoderoso, concédenos que tu Iglesia merezca tener, como glorioso defensor en los cielos, a san Esteban de Hungría, que la extendió mientras reinaba en la tierra. Por nuestro Señor Jesucristo.
Concéde, quaesumus, Ecclésiae tuae, omnípotens Deus, ut beátum Stéphanum, quem regnántem in terris propagatórem hábuit, propugnatórem habére mereátur gloriósum in caelis. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Martes de la XX semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ez 28, 1-10
Eres hombre y no dios; pusiste tu corazón como el corazón de Dios

Lectura de la profecía de Ezequiel.

Me fue dirigida esta palabra del Señor:
«Hijo de hombre, di al príncipe de Tiro: Esto dice el Señor Dios:
Se enalteció tu corazón y dijiste:
“Soy un dios y estoy sentado en el trono de los dioses en el corazón del mar”.
Tú que eres hombre, y no dios,
pusiste tu corazón como el corazón de Dios.
Te dijiste: “Si eres más sabio que Daniel,
¡ningún enigma se te resiste!
Con tu sabiduría e inteligencia
te has hecho una fortuna;
acumulaste tesoros de oro y plata”.
Con tu gran habilidad para el comercio
acrecentaste tu fortuna;
y por tu fortuna te llenaste de presunción.
Por ello, así dice el Señor Dios:
“Por haber puesto tu corazón como el corazón de Dios,
por eso, haré venir contra ti extranjeros,
los más feroces de entre los pueblos.
Desenvainarán sus espadas
contra tu brillante sabiduría,
y profanarán tu belleza.
Te hundirán en la fosa
y perecerás de muerte violenta
en el corazón del mar.
¿Podrás seguir diciendo delante de tus verdugos:
‘Soy un dios’? Serás un hombre, y no un dios,
en mano de los que te apuñalen.
Morirás con muerte de incircunciso,
a manos de gentes extrañas.
Porque lo he dicho yo”
—oráculo del Señor—».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Dt 32, 26-27ab. 27cd-28. 30. 35cd-36ab (R.: 39c)
R. 
Yo doy la muerte y la vida.
Ego occídam et ego vívere fáciam.

V. Me dije: «Los aniquilaría,
y borraría su memoria entre los hombres».
Si no temiese las burlas del enemigo,
y la mala interpretación del adversario.
R. Yo doy la muerte y la vida.
Ego occídam et ego vívere fáciam.

V. No sea que digan: «Nuestra mano ha vencido,
no es el Señor quien ha hecho todo esto».
Porque es gente que ha perdido el juicio,
y que carece de inteligencia.
R. Yo doy la muerte y la vida.
Ego occídam et ego vívere fáciam.

V. ¿Cómo puede uno perseguir a mil,
y dos poner en fuga a diez mil,
si no fuera porque los ha vendido su Roca
y el Señor los ha entregado?
R. Yo doy la muerte y la vida.
Ego occídam et ego vívere fáciam.

V. El día de su ruina se acerca,
y se precipita su destino.
El Señor hará justicia a su pueblo,
y tendrá piedad de sus siervos.
R. Yo doy la muerte y la vida.
Ego occídam et ego vívere fáciam.

Aleluya 2 Co 8, 9
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Jesucristo, siendo rico, se hizo pobre, para enriquecernos con su pobreza. R.
Iesus Christus egénus factus est, cum esset dives, ut illíus inópia vos dívites essétis.

EVANGELIO Mt 19, 23-30
Más fácil le es a un camello pasar por el ojo de una aguja, que a un rico entrar en el reino de Dios
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos:
«En verdad os digo que difícilmente entrará un rico en el reino de los cielos. Lo repito: más fácil le es a un camello pasar por el ojo de una aguja, que a un rico entrar en el reino de los cielos».
Al oírlo, los discípulos dijeron espantados:
«Entonces, ¿quién puede salvarse?».
Jesús se les quedó mirando y les dijo:
«Es imposible para los hombres, pero Dios lo puede todo».
Entonces dijo Pedro a Jesús:
«Ya ves, nosotros lo hemos dejado todo y te hemos seguido; ¿qué nos va a tocar?».
Jesús les dijo:
«En verdad os digo: cuando llegue la renovación y el Hijo del hombre se siente en el trono de su gloria, también vosotros, los que me habéis seguido, os sentaréis en doce tronos para juzgar a las doce tribus de Israel.
Todo el que por mí deja casa, hermanos o hermanas, padre o madre, hijos o tierras, recibirá cien veces más y heredará la vida eterna.
Pero muchos primeros serán últimos y muchos últimos primeros».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Orígenes, homilia 9 in Matthaeum
Pedro había entendido las palabras del Señor: "Si quieres ser perfecto, ve y vende lo que tienes" ( Mt 15, 21), etc. Después vio que se marchaba triste el joven y comprendió la dificultad de que los ricos entraran en el Reino de los Cielos; de aquí la pregunta que hizo lleno de confianza que inspira a un hombre que ha puesto término a una empresa difícil. Porque si bien es cierto que lo que él y su hermano habían dejado valía muy poco, sabían, sin embargo, que Dios lo tenía en mucho a causa de la gran plenitud de caridad que dio origen a su desprendimiento. Y yo opino que el gran amor que profesaba al Señor y no la cantidad de las cosas que dejaba, fue la causa de la pregunta tan confiada que hizo al Señor.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XV
Oremos, hermanos, a Dios nuestro Padre, a fin de que todos los hombres experimentemos su bondad y misericordia.
- Por la Iglesia, para que sea signo de paz y reconciliación entre los hombres. Roguemos al Señor.
- Por los pueblos de la tierra, para que superen todo lo que los desune y promuevan todo cuanto los acerca. Roguemos al Señor.
- Por los que odian, por los resentidos y amargados, para que descubran que la felicidad se encuentra en el perdón. Roguemos al Señor.
- Por todos nosotros, para que sepamos perdonar como Dios mismo nos perdona. Roguemos al Señor.
Padre nuestro, que nos has enseñado a perdonar para recibir tu perdón. Haz que siempre observemos esta ley y así merezcamos ser llamados y ser, en verdad, hijos tuyos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
R. Amén.

Misa de la memoria:
Oración sobre las ofrendas
Señor, por esta oblación que te presentamos en la conmemoración de san N., otorga a tus fieles los dones de la paz y la unidad. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Praesénti oblatióne, Dómine, in beáti N. commemoratióne deláta, fidélibus tuis, quaesumus, pacis et unitátis dona largíre. Per Christum.

PREFACIO COMÚN I
EL UNIVERSO RESTAURADO EN CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
A quien hiciste fundamento de todo y de cuya plenitud quisiste que participáramos todos. Siendo él de condición divina se despojó de su rango, y por su sangre derramada en la cruz puso en paz el universo; y así, exaltado sobre todo cuanto existe, es fuente de salvación eterna para cuantos creen en él.
Por eso, con los ángeles y arcángeles, tronos y dominaciones, y con todos los coros celestiales, cantamos sin cesar el himno de tu gloria:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
In quo ómnia instauráre tibi complácuit, et de plenitúdine eius nos omnes accípere tribuísti. Cum enim in forma Dei esset, exinanívit semetípsum, ac per sánguinem crucis suae pacificávit univérsa; unde exaltátus est super ómnia et ómnibus obtemperántibus sibi factus est causa salútis aetérnae.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de comunión Mt 6, 33
Buscad sobre todo el Reino de Dios, y todo esto se os dará por añadidura, dice el Señor.
Primum quaerite regnum Dei, et ómnia adiciéntur vobis, dicit Dóminus.

Oración después de la comunión
El sacramento que hemos recibido en la memoria de san N. santifique, Señor, nuestras mentes y corazones, para que merezcamos participar de la naturaleza divina. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Sacraménta quae súmpsimus, Dómine, in commemoratióne beáti N. mentes et corda nostra sanctíficent, ut divínae consórtes natúrae éffici mereámur. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 17 de agosto
1. En Cizico, en el Helesponto, actual Turquía, san Mirón, presbítero y mártir, que, según una tradición, durante el imperio de Decio y bajo el prefecto Antípatro, fue decapitado tras sufrir numerosos tormentos. (s. III)
2. En Cesarea de Capadocia, también actualmente en Turquía, san Mamante o Mameto, mártir, que, siendo pastor de condición muy humilde, vivió solitario en los bosques con la máxima frugalidad y, por haber proclamando su fe en Cristo, consumó el martirio durante el imperio de Aureliano. (273/274)
3. En la región italiana de Sicilia, muerte de san Eusebio, papa, valeroso testigo de Cristo, que fue deportado por el emperador Majencio a esta isla, donde dejó la patria terrena para merecer la celestial; trasladado su cuerpo a Roma, fue enterrado en el cementerio de Calixto. (310)
4*. En Frisia, en la actual Holanda, san Ierón, presbítero y mártir, de quien se cuenta que recibió la muerte a manos de algunos paganos normandos. (856)
5*. En Tesalónica, ciudad de Macedonia, en la actual Grecia, muerte de san Elías el Joven, que fue monje según las reglas de los Padres Orientales, y después de haber sufrido mucho por parte de los sarracenos a causa de la fe, con una fortaleza de ánimo invencible llevó una vida rigurosa de oración y austeridad, tanto en Calabria como en Sicilia. (903)
6*. En Arcaria, cerca de Milazzo, en la región italiana de Sicilia, san Nicolás Politi, eremita, que llevó una vida de máxima austeridad en una cueva. (1107)
7*. En Colle Val d'Elsa, cerca de Siena, en Toscana, región también de Italia, beato Alberto, presbítero, que ofreció al pueblo un insigne ejemplo de virtud. (1202)
8. En Montefalco, población de Umbría, nuevamente en Italia, santa Clara de la Cruz, virgen de la Orden de Ermitaños de San Agustín, que rigió el monasterio de la Santa Cruz y expreso extremo amor por la pasión de Cristo. (1308)
9. En Toledo, ciudad de España, santa Beatriz de Silva Meneses, virgen, que fue dama noble en la corte de la reina Isabel, pero después, prefiriendo una vida de mayor perfección, se retiró a las religiosas de la Orden de Santo Domingo durante muchos años y finalmente fundo una mueva institución con el título de Orden de la Concepción de la Bienaventurada Virgen María. (1490)
10. En Nagasaki, de Japón, santos mártires Jacobo Kyuhei Gorobioye Tomonaga, presbítero de la Orden de Predicadores, y Miguel Kurobioye, que en tiempo del emperador Tokugawa Yemitsu, fueron condenados a muerte por su fe en Cristo. (1633)
11. En ls localidad de Saumur, cerca de Angers, en Francia, santa Juana Delanoue, virgen, que, confiada totalmente en la ayuda de la divina Providencia, acogió primeramente en su casa a huérfanas, ancianas y mujeres enfermas y de mala vida, y después fundó con algunas compañeras, el Instituto de Hermanas de Santa Ana y de la Providencia. (1763)
12*. En el mar frente a Rochefort, en Francia, beato Natal Hilario Le Conte, mártir, que, clérigo de la catedral de Bourges y encargado de la música, durante la persecución desencadenada por quienes odiaban la religión fue confinado en una nave, donde murió, por Cristo, consumido por la enfermedad. (1794)
13*. En Castellfullit de la Roca, cerca de Girona, en España, beato Enrique Canadell, presbítero de la Orden de Clérigos Regulares de las Escuelas Pías y mártir, que sufrió la muerte a manos de quienes odiaban la Iglesia. (1936)
- Beata Marie-Elizabeth Turgeon (1840- Rimouski, Quebec, Canada 1881). Fundadora de la Congregación de las Hermanas de Nuestra Señora del Santo Rosario. Dedicada a la enseñanza de los niños pobres.
- Beata Leopoldina Naudet (1773- Verona, Italia 1834). Virgen, fundadora de la Congregación de las Hermanas de la Sagrada Familia.

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