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sábado, 24 de septiembre de 2022

Sábado 29 octubre 2022, Sábado de la XXX semana del Tiempo Ordinario o santa María en sábado, memoria libre.

SOBRE LITURGIA

VISITA PASTORALE A FANO (PESARO)
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI, AI RELIGIOSI, ALLE SUORE E AI SEMINARISTI DELLA DIOCESI DI FANO

Cattedrale di Fano - Domenica, 12 agosto 1984

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Sento il vivo bisogno di manifestarvi cordialmente la mia gioia e la mia soddisfazione per questo incontro. Gioia, perché mi è dato di entrare con voi in immediata sintonia a motivo degli ideali, delle speranze, delle scelte, in una parola della vocazione che, per provvidenziale disposizione divina, tutti ci accomuna. Soddisfazione, perché vedo in voi, convenuti da Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, il segno di unità di quattro comunità diocesane che, guidate da monsignor Costanzo Micci e sorrette dalla vostra carità pastorale, camminano insieme e oggi si stringono attorno al successore di Pietro per crescere in quella comunione, che conferma la presenza di Cristo nel mondo.

Con voi che, come sacerdoti e persone consacrate, avete deciso di dedicare la vostra vita al servizio di Dio senza anteporre nulla all’amore di Cristo, camminando con cuore libero e ardente nella via del Signore, intendo oggi meditare sulla grandezza del dono del sacerdozio e sull’offerta totale di sé nella vita religiosa, che testimoniano come Dio sia significato esauriente della vita.

2. Mi rivolgo innanzitutto a voi, carissimi presbiteri, invitandovi a ringraziare l’immensa bontà divina, che vi ha chiamati al sacerdozio per il servizio della Chiesa e dell’umanità.

Il sacerdote è ministro di Cristo, da lui scelto e a lui consacrato, testimone della sua passione, morte e risurrezione, da lui inviato a comunicare la vita divina della grazia, specialmente mediante il culto eucaristico e la celebrazione dei sacramenti.

Il sacerdote ha la missione di essere maestro e guida, perché deve annunciare il Vangelo e dare una risposta agli eterni interrogativi dell’uomo, di ogni uomo, circa il senso ultimo della realtà creata.

Il sacerdote, poi, con l’essere inserito nel mondo come segno e testimonianza dell’amore salvifico di Cristo, è deputato ufficialmente alla preghiera pubblica della Chiesa, offre a Dio continuamente quel sacrificio di lode (cf. Eb 13, 15), che interpreta l’anelito di tutta la creazione verso la liberazione dei figli di Dio (cf. Rm 8,19): e, in tal modo, ne diventa il mediatore e la voce.

3. Il nostro dovere di sacerdoti è perciò quello di testimoniare la fede esercitando il “munus regale”. Come ha sottolineato il Concilio Vaticano II, la missione regale di Gesù Cristo è trasmessa in modo particolare alla Chiesa sotto forma della potestà pastorale, che esercitano i vescovi in comunione col successore di Pietro e i sacerdoti e i diaconi sotto la direzione dei vescovi (cf. Lumen Gentium, 18-19). Tale potestà pastorale ha la sua sorgente, la sua ragione continua, il suo esempio e ideale in Cristo, il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore (cf. Gv 10, 15), e, quando ritrova quella perduta, la prende con gioia sulle sue spalle (cf. Lc 15, 5).

Testimoniare la fede come sacerdoti è dunque santificare se stessi e servire Cristo negli altri con quella carità pastorale, che, vissuta nella comunione, rende perfetti nell’unità (cf. Gv 17, 23), e annunciatori del Figlio di Dio salvatore: “Padre, che siano una cosa sola affinché il mondo creda” (Gv 17, 21).

Testimoniare la fede come sacerdoti è darsi generosamente al “ministerium verbi”, cercando ogni modo più adatto perché il Vangelo sia annunciato davvero “a ogni creatura” (Mc 16, 15), curando la catechesi appropriata e svolta in modo organico, sintetico e profondo a tutte le categorie di persone, specie alla gioventù che talora è lasciata in balìa di se stessa.

Testimoniare la fede come sacerdoti è essere canali di grazia per comunicare la vita mediante la degna celebrazione dei divini misteri, l’amministrazione dei sacramenti e, in particolare, del sacramento della Riconciliazione, per guidare i fedeli all’amore del bene, sorgente ultima dei giudizi veri della coscienza morale.

Testimoniare la fede come sacerdoti è mettersi totalmente a disposizione di Dio, affinché “egli faccia di noi un sacrificio perenne a lui gradito (cf. Prex Eucharistica, III): così diciamo al Signore, al Creatore e Padre nostro in nome e nella persona di Cristo, come, al tempo stesso, a nome di tutte le creature, in modo da essere veramente sempre uomini-per: per Dio e per i fratelli, senza limitazioni, nella gioia totale della donazione di sé.

Testimoniare la fede come sacerdoti è, infine, essere uomini di preghiera, in quanto partecipi, in modo speciale, della preghiera di Gesù: uomini di Dio, consacrati, al momento più alto di ogni giorno prestiamo la nostra bocca allo stesso Cristo che loda il Padre e intercede continuamente per noi (cf. Eb 7, 25).

Desidero perciò incoraggiarvi a perseverare con fiducia e con fervore nella vostra nobile missione sacerdotale e pastorale, nella carità reciproca e nell’unità degli intenti. Specialmente il mondo attuale ha bisogno di guide illuminate e sicure. Ripeto anche a voi quanto ho detto ai presbiteri della Svizzera: “Più il mondo si scristianizza, più ha bisogno di vedere nella persona dei sacerdoti questa fede radicale, che è come un faro nella notte o la roccia sulla quale si appoggia” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio ad Presbyteros helveticos habita, 7, die 15 iun. 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII/1 [1984] 1793s.). Dobbiamo vivere con gli uomini del nostro tempo come con dei fratelli, pur rimanendo sempre “i testimoni e i dispensatori di una vita diversa da quella terrena” (Presbyterorum ordinis, 3).

4. Anche voi, cari fratelli e sorelle, che con la professione dei consigli evangelici avete stretto un’alleanza privilegiata con Cristo, Redentore dell’uomo e del mondo, siate fedeli all’invocazione a Dio, alla preghiera, come condizione per perseverare nella strada a cui egli vi ha chiamati. La preghiera è la forza dei deboli. Dice l’apostolo Paolo: “Così anche lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza, perché noi non sappiamo domandare quello che si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi, con gemiti inesprimibili” (Rm 8, 26). L’orazione ci permette in un certo senso di essere nelle dimensioni di Dio, di inserirci, in modo umile ma coraggioso, nel cuore stesso di Dio, nel suo disegno. Pregare è riconoscere che Cristo è risorto e merita incondizionata dedizione.

Ma se per il vostro stato di vita è evidente il primato della contemplazione che, scandita e sorretta dalla regola, accresce il vostro amore a Cristo, è altresì evidente che questo amore costituisce un bene speciale per tutta la Chiesa. Il popolo di Dio è consapevole che, nell’amore che Cristo riceve dalle persone consacrate, l’amore dell’intero Corpo viene indirizzato in modo speciale verso lo Sposo.

Vi esprimo la gratitudine della Chiesa per la consacrazione e la professione dei consigli evangelici, che sono una tipica testimonianza d’amore, attraverso la quale diventa visibile in modo particolare l’intera verità redentrice del Vangelo. Vi esorto, dunque, a partecipare all’apostolato della Chiesa secondo lo specifico carisma dell’ordine o della congregazione in cui vivete. Auspico, perciò, che siate sempre aperti alla vita pastorale della Chiesa locale e che, attenti ai segni dei tempi, siate sempre generosamente disponibili a rispondere alle necessità dei poveri, per portare l’annuncio di Cristo a chi ha più bisogno di segni concreti della speranza salvifica del Redentore. Vari sono i modi con i quali, mediante l’apostolato, potete e dovete manifestare il vostro amore per la Chiesa e per il mondo, Tuttavia l’importante è che, sia nella contemplazione feconda per l’annuncio di Cristo, sia nell’azione direttamente apostolica, siate prova vivente che “il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini” (Rm 14, 17-19). Il mondo ha bisogno dell’autentica testimonianza della consacrazione religiosa come incessante lievito di rinnovamento salvifico.

Voglio concludere ricordandovi che lo scopo della vita religiosa è quello di onorare e glorificare la Santissima Trinità e, attraverso la vostra consacrazione, di aiutare l’umanità a raggiungere la pienezza di vita nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. In tutti i vostri progetti e in tutte le vostre attività cercate di avere sempre dinanzi a voi questo fine. Non potrete rendere servizio più grande; non potrete ricevere ricompensa più grande.

Mentre auspico che il Signore e Maria santissima, nostra dolce Madre, vi accompagnino, cari sacerdoti, cari religiosi e dilette religiose, e riempiano la vostra vita di un grande entusiasmo nel servizio della vostra alta vocazione e del vostro ministero ecclesiale, a tutti di cuore impartisco la benedizione apostolica.

CALENDARIO

29 SÁBADO. Hasta la Hora Nona: 
SÁBADO DE LA XXX SEMANA DEL T. ORDINARIO o SANTA MARÍA EN SÁBADO, memoria libre

Misa
de sábado (verde) o de la memoria (blanco).
MISAL: para el sábado cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria del común de la bienaventurada Virgen María o de las «Misas de la Virgen María», o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Flp 1, 18b-26.
Para mí la vida es Cristo y el morir una ganancia.
- Sal 41. R. Mi alma tiene sed del Dios vivo.
- Lc 14, 1. 7-11. Todo el que se enaltece será humillado; y el que se humilla será enaltecido.
o bien:
cf. vol. IV, o bien cf. Leccionario de las «Misas de la Virgen María».

Liturgia de las Horas: oficio de sábado o de la memoria.

Martirologio: elogs. del 30 de octubre, pág. 639.
CALENDARIOS: Girona-ciudad: San Narciso, obispo y mártir (S). Girona-diócesis: (F).
León-ciudad: San Marcelo, mártir (S). León-diócesis: (MO).
Calahorra y La Calzada-Logroño: Beatos Narciso Esténaga y Echevarría, obispo, y compañeros, mártires (MO).
Teruel y Albarracín y Dominicos: Santos Joaquín Royo y compañeros, mártires (MO).
Familia Salesiana: Beato Miguel Rua, presbítero (MO).
Sevilla: San Francisco Díaz, presbítero y mártir (ML).
Ávila: Aniversario de la muerte de Mons. Maximino Romero de Lema, obispo, emérito (1996).

29 SÁBADO. Después de la Hora Nona:
TRIGESIMOPRIMERA SEMANA DEL TIEMPO ORDINARIO
Tercera semana del Salterio
Misa
vespertina del XXXI Domingo del tiempo ordinario (verde).
Liturgia de las Horas: I Vísp. del oficio dominical. Comp. Dom. I.

TEXTOS MISA

Misa del sábado: del XXX Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Memoria de santa María:
Común de la B. V. María, I. Tiempo ordinario 5.

Antífona de entrada Cf. Lc 1, 28. 42
Dios te salve, María, llena eres de gracia, el Señor es contigo. Bendita tú eres entre todas las mujeres, y bendito es el fruto de tu vientre.
Ave, María, grátia plena, Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui.

Monición de entrada
Alegrémonos todos al celebrar la memoria de la Virgen María. En ella encontramos el modelo del orante que escucha la Palabra de Dios y de la acogida incondicional de esa Palabra, que hace carne los designios de Dios. La alabamos glorificando la obra del Altísimo en ella; rezamos cantando su Magníficat y recurrimos a ella confiando en su intercesión maternal, pues es tradición de la comunidad cristiana dirigirse directamente a ella invocando su ayuda en las horas difíciles. En la escuela de la Madre de Dios, los cristianos aprendemos el estilo de vida de la gratuidad, de un amor que no espera, sino que se adelanta a las necesidades del otro, de una caridad que alcanza al hermano en lo concreto y le transmite no solo la vida, sino el gozo y el sentido de la misma vida.

Oración colecta
Oh, Dios, que has elegido como Madre del Salvador a la bienaventurada Virgen María, excelsa entre los humildes y los pobres, concédenos que, siguiendo su ejemplo, te ofrezcamos el obsequio de una fe sincera y pongamos en ti la esperanza de la plena salvación. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátam Vírginem Maríam, inter húmiles et páuperes praecelléntem, Matrem Salvatóris elegísti, praesta, quaesumus, ut, eius exémpla sectántes, tibi sincérae fídei praestémus obséquium et in te totam spem salútis collocémus. Per Dominum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Sábado de la XXX semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Flp 1, 18b-26
Para mí la vida es Cristo y el morir una ganancia

Lectura de la carta del apóstol san Pablo a los Filipenses.

Hermanos:
De la manera que sea, con hipocresía o con sinceridad, se anuncia a Cristo, y yo me alegro, y seguiré alegrándome. Porque sé que esto será para mi bien gracias a vuestras oraciones y a la ayuda del Espíritu de Jesucristo. Lo espero con impaciencia, porque en ningún caso me veré defraudado, al contrario, ahora como siempre, Cristo será glorificado en mi cuerpo, por mi vida o por mi muerte.
Para mí la vida es Cristo y el morir una ganancia. Pero, si el vivir esta vida mortal me supone trabajo fructífero, no sé qué escoger.
Me encuentro en esta alternativa: por un lado, deseo partir para estar con Cristo, que es con mucho lo mejor; pero, por otro, quedarme en esta vida veo que es más necesario para vosotros. Convencido de esto, siento que me quedaré y estaré a vuestro lado, para vuestro progreso en la alegría y en la fe, de modo que el orgullo que en Cristo Jesús sentís rebose cuando me encuentre de nuevo entre vosotros.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial SaI 41, 2.3. 5cdef (R.: 3a)
R. 
Mi alma tiene sed del Dios vivo.
Sitívit ánima mea ad Deum vivum.

V. Como busca la cierva corrientes de agua,
así mi alma te busca a ti, Dios mío.
R. Mi alma tiene sed del Dios vivo.
Sitívit ánima mea ad Deum vivum.

V. Mi alma tiene sed de Dios, del Dios vivo:
¿cuándo entraré a ver el rostro de Dios?
R. Mi alma tiene sed del Dios vivo.
Sitívit ánima mea ad Deum vivum.

V. Cómo entraba en el recinto santo,
cómo avanzaba hacia la casa de Dios
entre cantos de júbilo y alabanza,
en el bullicio de la fiesta.
R. Mi alma tiene sed del Dios vivo.
Sitívit ánima mea ad Deum vivum.

Aleluya Mt 11, 29ab
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Tomad mi yugo sobre vosotros —dice el Señor—, y aprended de mí, que soy manso y humilde de corazón. R.
Tóllite iugum meum super vos, dicit Dóminus, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis corde.

EVANGELIO Lc 14, 1. 7-11
Todo el que se enaltece será humillado; y el que se humilla será enaltecido
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

Un sábado, entró Jesús en casa de uno de los principales fariseos para comer y ellos lo estaban espiando. Notando que los convidados escogían los primeros puestos, les decía una parábola:
«Cuando te conviden a una boda, no te sientes en el puesto principal, no sea que hayan convidado a otro de más categoría que tú; y venga el que os convidó a ti y al otro, y te diga:
«Cédele el puesto a este”.
Entonces, avergonzado, irás a ocupar el último puesto. Al revés, cuando te conviden, vete a sentarte en el último puesto, para que, cuando venga el que te convidó, te diga:
“Amigo, sube más arriba”.
Entonces quedarás muy bien ante todos los comensales. Porque todo el que se enaltece será humillado; y el que se humilla será enaltecido».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Ángelus 28-agosto-2016
Con esta recomendación, Jesús no pretende dar normas de comportamiento social, sino una lección sobre el valor de la humildad. La historia enseña que el orgullo, el arribismo, la vanidad y la ostentación son la causa de muchos males. Y Jesús nos hace entender la necesidad de elegir el último lugar, es decir, de buscar la pequeñez y pasar desapercibidos: la humildad. Cuando nos ponemos ante Dios en esta dimensión de humildad, Dios nos exalta, se inclina hacia nosotros para elevarnos hacia Él: «Porque todo el que se ensalce, será humillado; y el que se humille será ensalzado» (v. 11).
Las palabras de Jesús subrayan actitudes completamente distintas y opuestas: la actitud de quien se elige su propio sitio y la actitud de quien se lo deja asignar por Dios y espera de Él la recompensa. No lo olvidemos: ¡Dios paga mucho más que los hombres! ¡Él nos da un lugar mucho más bonito que el que nos dan los hombres! El lugar que nos da Dios está cerca de su corazón y su recompensa es la vida eterna. «Y serás dichoso –dice Jesús– …se te recompensará en la resurrección de los justos» (v. 14).

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXIX

Jesús ha venido para curar las enfermedades y las tristezas de los hombres. Sintiéndonos solidarios con los anhelos de nuestro mundo, presentemos al Padre nuestra oración.
- Para que entre los hombres crezcan el amor y la solidaridad. Roguemos al Señor.
- Para que el Señor libere al mundo de la guerra y del hambre. Roguemos al Señor.
- Para que los países ricos dejen su egoísmo y respondan a la llamada de los pobres. Roguemos al Señor.
- Para que los que entre nosotros sufren la pobreza, la enfermedad y la soledad reciban la ayuda de los hermanos. Roguemos al Señor.
- Para que los enfermos incurables y los que sienten cercana la muerte puedan experimentar la paz del Señor y la compañía de sus familiares y amigos. Roguemos al Señor.
- Para que los médicos, enfermeros y todos los que se dedican al cuidado de los enfermos sepan transmitir ánimo y esperanza. Roguemos al Señor.
- Para que la Iglesia entera y cada uno de nosotros seamos testigos del amor de Dios, de palabra y de obra. Roguemos al Señor.
Acoge, Señor, nuestras esperanzas y anhelos. Que tu Espíritu de amor y fortaleza renueve el corazón de todos los hombres, para que el mundo entero reciba la Buena Noticia que vino a realizar entre nosotros tu Hijo, Jesucristo, nuestro Señor. Él, que vive y reina por los siglos de los siglos.

Memoria de santa María:
Oración de los fieles

Dirijamos confiados nuestra oración a Dios Padre, que ha prometido habitar en los corazones de aquellos que, como María, guardan su Palabra.
R. Danos, Padre, tu Espíritu Santo.
- Por los pastores de la Iglesia, para que, formados en la escuela de María, reina de los Apóstoles, sean fieles mensajeros de la Palabra de Dios y dispensadores incansables de su misericordia. Oremos. R.
- Por los pueblos afligidos a causa de la guerra y las discordias, para que todos se convenzan de que la paz tiene su raíz en la conversión del corazón, que hace pasar del egoísmo a la generosidad y de la violencia al respeto del prójimo. Oremos. R.
- Por todos los cristianos, para que, participando en la alegría de María, vivan con autenticidad su propia vocación, dando testimonio de fidelidad radical al mandamiento nuevo del amor. Oremos. R.
- Por los enfermos, para que hallen en María ayuda y consuelo, y en los hermanos solidaridad generosa que aliente su esperanza. Oremos. R.
- Por nosotros, aquí reunidos, para que, guardando la Palabra que hemos escuchado, seamos servidores fieles y testigos del reino entre los hombres. Oremos. R.
Oh, Dios, por intercesión de María, que nos precede en la peregrinación de la fe, fortalece en nosotros el deseo del bien, refuerza nuestra esperanza y confírmanos en la caridad,. Por Jesucristo nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Acepta, Señor, la ofrenda de nuestra devoción para que el ejemplo de la santísima Virgen María confirme en el amor a ti y al prójimo a quienes celebramos el inmenso amor de tu Hijo. Él, que vive y reina por los siglos de los siglos.
Súscipe, Dómine, haec nóstrae devótionis múnera, et praesta, ut, qui Fílii tui imménsae caritátis opus recólimus, in tui et próximi dilectióne beátae Maríae Vírginis confirmémur exémplo. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA IV

Antífona de comunión Cf. SaI 86, 3; Lc 1, 49
Qué pregón tan glorioso para ti, Virgen María, porque el Poderoso ha hecho obras grande en ti.
Gloriósa dicta sunt de te, Virgo María, quia fecit tibi magna, qui potens est.

Oración después de la comunión
Concede, Señor, a tu Iglesia que, fortalecida por la gracia de este sacramento, siga con entusiasmo las sendas del Evangelio, hasta alcanzar la feliz visión de paz de la que ya goza, eternamente gloriosa, tu humilde sierva, la Virgen María. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Concéde, Dómine, Ecclésiae tuae, ut, huius sacraménti virtúte roboráta, sémitas Evangélii alácriter percúrrat, donec beátam pacis visiónem attíngat, qua Virgo María, húmilis ancílla tua, iam frúitur in aetérnum gloriósa. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 30 de octubre
1. En Siracusa, en la región de Sicilia, en Italia, san Marciano, considerado como primer obispo de esta ciudad. (s. II)
2. Conmemoración de san Serapión, obispo de Antioquía, célebre por su erudición y doctrina, que dejó gran fama de santidad. (c. 211)
3. En Alejandría de Egipto, santa Eutropia, mártir, que por negarse a rechazar a Cristo fue torturada cruelmente hasta la muerte. (c. s. III)
4. En Tánger, ciudad de Mauritania, actual Marruecos, pasión de san Marcelo, centurión, que el día del cumpleaños del emperador, mientras los demás ofrecían sacrificios se quitó las insignias de su función y las arrojó al pie de los estandartes, afirmando que por ser cristiano no podía seguir manteniendo el juramento militar, pues debía obedecer solamente a Cristo, y así consumó su martirio al ser inmediatamente decapitado. (298)
5. En León, en España, santos Claudio, Lupercio y Victorio, mártires, que en la persecución bajo el emperador Diocleciano sufrieron la muerte por Cristo. (c. 303/304)
6. En Cuma, lugar de Campania, región actualmente de Italia, san Máximo, mártir. (c. 303)
7. En Capua, también en Campania, san Germán, obispo, del que habla el papa san Gregorio Magno en sus escritos. (c. 540)
8. En Potenza, en la antigua región de Lucania, de nuevo en la Italia actual, san Gerardo, obispo. (1122)
9*. En Cividale del Friuli, en el territorio de Venecia, de nuevo en la Italia actual, beata Bienvenida Boiani, virgen, hermana de Penitencia de santo Domingo, que pasó toda su vida entregada a la oración y a la austeridad. (1292)
10*. En Winchester, en Inglaterra, beato Juan Slade, mártir, que por negar la competencia de la reina Isabel I en las cuestiones espirituales fue ahorcado y descuartizado. (1583)
11*. En Limerick, población de Irlanda, muerte del beato Terencio Alberto O’Brien, obispo y mártir, de la Orden de Predicadores, que, nombrado para la sede de Emly, trabajó con empeño en favor de los afectados por la peste, pero bajo el régimen de Oliverio Cromwell, que odiaba la fe católica, fue detenido por los soldados y conducido al patíbulo. (1651)
12*. En Acri, localidad de Calabria, beato Ángel, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores Capuchinos, que viajó por todo el reino de Nápoles predicando la Palabra de Dios en un estilo adaptado a la gente sencilla. (1739)
13*. En Angers, en Francia, beato Juan Miguel Langevin, presbítero y mártir, que, decapitado por razón de su sacerdocio, fue el primero de una larga lista de más de cien hombres y mujeres que durante la Revolución Francesa permanecieron unánimes y constantes en la confesión de la fe cristiana. (1794)
14*. En la localidad de Dolinka, cerca de Karaganda, en el Kazajstan, beato Alejo Zaryckyj, presbítero y mártir, que en un régimen contrario a Dios fue deportado a un campo de concentración, y en el combate por la fe alcanzó la vida eterna. (1963)

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