Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

martes, 20 de septiembre de 2022

Martes 25 octubre 2022, Martes de la XXX semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa votiva del Espíritu Santo)

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CONCELEBRANTI PRIMA DELLA MESSA

Cappella Matilde - Venerdì, 1° giugno 1984

Carissimi professori e alunni della Pontificia università gregoriana!

Con grande gioia porgo il mio cordiale saluto a tutti voi, che avete voluto celebrare con me, in questa Eucaristia, la memoria di nostro Signore Gesù Cristo. Lo stesso Cristo infatti è sacerdote, altare e vittima che, come Agnello mandato per la redenzione di tutti, è stato offerto nello Spirito Santo a lode e gloria della Santissima Trinità.

Invochiamo oggi in modo speciale la forza dello Spirito Santo perché, colmati dalla sua effusione, possiate studiare il Diritto canonico e comprenderlo nel suo senso più vero e fedelmente osservarlo e applicarlo.

Il nuovo Codice è frutto del medesimo Spirito che ha suscitato il Concilio, l’ha guidato e l’ha concluso. Lo stesso Codice non si può comprendere che mediante lo Spirito, dal quale nel Concilio è stato concepito e preformato.

È il Codice della Chiesa, che esprime la legge della comunione, mediante la quale diventa, come lo stesso Spirito, fuoco e carità di tutta la Chiesa.

Di questa Chiesa di Cristo oggi siete con noi immagine chiarissima, voi che siete convenuti da diverse nazioni dell’Africa, dell’America Centrale, dell’America del Sud e di quella del Nord, dell’Asia, dell’Australia e dell’Europa.

La vostra unità a Roma sia fermento per tutta la Chiesa per corroborare sempre più e rinsaldare la comunione tra le Chiese particolari.

I vostri studi canonici, per essere seri, richiedono una vita austera; tale austerità di vita si farà serietà nel servizio pastorale.

Ora, in modo particolare ringrazio voi, professori della facoltà, riuniti davanti all’altare del Signore, voi che avete spiegato già presso tante nazioni l’insegnamento del Codice, e il suo senso pastorale ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e agli altri fedeli.

Suprema vostra legge rimanga sempre la salvezza delle anime, legge che dovete osservare con paziente benevolenza.

Sia infine la santa Madre di Dio immagine della dedizione di voi tutti e tutrice del vostro lavoro, lei che sempre ha conservato nel cuore la volontà divina come legge.

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ DEL PONTIFICIO COLLEGIO BEDA

Lunedì, 4 giugno 1984

Cari fratelli in Cristo.

È una grande gioia per me dare il benvenuto agli studenti e alla comunità del Pontificio Collegio Beda. Desidero salutare in modo particolare i neo-ordinati sacerdoti che stanno per lasciare Roma per assumere incarichi pastorali in patria. Dopo avere completato il vostro corso di studi e avere corrisposto ai requisiti della vostra formazione, fra poco voi servirete il popolo di Dio nell’esercizio del sacro ministero della Chiesa. Siete consapevoli che questo servizio implica sia una vocazione che una missione: voi siete stati chiamati per predicare nel nome di Cristo il suo Vangelo di amore, per pronunciare le sue parole di perdono, per celebrare la sua presenza in mezzo alla comunità ecclesiale.

All’inizio del vostro servizio sacerdotale, vi incoraggio a ricordare sempre le importanti lezioni che avete appreso durante questi anni a Roma. Proseguite nella crescita intellettuale. Per quanto occupata possa essere la vostra vita, voi dovete trascorrere parte di ogni giornata nello studio della parola di Dio e nella meditazione del suo significato. Non sarà sufficiente per voi leggere solamente la parola di Dio o parlare del suo significato, senza permettere alla sua potenza e a tutte le sue richieste di penetrare profondamente nel vostro essere. Ciò che fate, ciò che dite, ciò che siete, deve essere radicato in quella parola.

Voi siete qui oggi proprio perché siete stati aperti alla chiamata di Dio quando essa vi sfidò a lasciare tutto e a seguirlo. Non dovete mai stancarvi di ascoltare Dio che di nuovo vi parla e vi chiama a rispondere a sempre maggiori richieste nella costruzione della sua Chiesa. Ma questo richiede anche che vi siano regolari momenti di silenzio nella vostra vita e una quotidiana disciplina di preghiera. La chiamata al servizio sacerdotale è soprattutto una chiamata ad essere santi come Gesù stesso è santo.

Miei fratelli, siate colmi di gratitudine per le ricche benedizioni che il nostro Salvatore vi ha donato nella vostra vocazione, e per l’invito affascinante che egli vi offre nella partecipazione al suo sacerdozio. Impegnatevi in ciò che fate, non importa quanto piccolo o insignificante possa essere, per compiere ogni cosa con fedeltà e con amore. E che il dono di commiato di Cristo, la pace, sia la vostra grande consolazione e la vostra grande gioia.

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI SACERDOTI TEDESCHI DELLA DIOCESI DI REGENSBURG

Sala del Trono - Lunedì, 11 giugno 1984

Cari fratelli nel sacerdozio.

Nella gioia della festa di Pentecoste vi saluto molto cordialmente in questo breve incontro in Vaticano. È realmente lo Spirito divino che in modo particolare ci unisce l’uno all’altro nella comune grazia del sacerdozio. Mi rallegro con voi e ringrazio insieme a voi l’eterno sommo sacerdote per avervi consacrati 25 anni fa al suo servizio sacerdotale per il popolo di Dio.

È una grande grazia e anche un grande compito essere chiamati da Cristo a proseguire la sua missione salvifica tra gli uomini, ad annunziare la sua Buona Novella e a trasmettere la grazia della redenzione. Come anche voi sapete per la vostra esperienza sacerdotale, questo significa anche partecipare in un modo particolare al destino di Gesù. Egli stesso ci ha detto; “Un discepolo non è da più del maestro . . . è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro” (Mt 10, 24-25; cf. Gv 15, 20). E se il mondo non ha amato il Signore, ma lo ha respinto e rifiutato, non dobbiamo meravigliarci che qualcosa di simile accada talvolta anche a noi. Le difficoltà che come sacerdoti incontriamo anche oggi nel dare testimonianza a Cristo, non ci devono turbare ma ci devono unire ancor più strettamente al nostro Signore e Maestro. Cercate con più decisione un fiducioso rapporto con lui nella preghiera! Non dobbiamo in nessun modo - forse perfino con la scusa di conquistare più facilmente degli uomini a Cristo - essergli infedeli operando riduzioni alle sue richieste e agli insegnamenti che la Chiesa ci ha trasmesso.
Al discepolo si chiede soprattutto che rimanga fedele. Il successo del nostro lavoro dipende non tanto da noi ma dalla presenza di Cristo nel nostro ministero sacerdotale. Servitevi dunque, cari fratelli, dell’occasione del giubileo della vostra consacrazione e di questo pellegrinaggio a Roma per ripetere in modo ancor più convinto e deciso il sì da voi dato a Cristo all’altare della consacrazione. Chi si mantiene fedele a Cristo nel duro lavoro quotidiano gusterà anche la sua consolante vicinanza e l’intima familiarità con lui. È infatti una grande consegna, ma anche un grande dono che dà gioia, poter essere sacerdoti di Gesù Cristo. Il Signore sia con voi anche in futuro nel vostro servizio sacerdotale. Questo imploro per voi di cuore con la mia benedizione apostolica.

CALENDARIO

25 MARTES DE LA XXX SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- Ef 5, 21-33.
Es este un gran misterio: y yo lo refiero a Cristo y a la Iglesia.
- Sal 127. R. Dichosos los que temen al Señor.
- Lc 13, 18-21. El grano creció y se hizo un árbol.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 26 de octubre, pág. 633.
CALENDARIOS: Segovia-ciudad: San Frutos (S). Segovia-diócesis: (F).
Escolapios, Mercedarios y Familia Salesiana: Dedicación de la propia iglesia (S).
Jaén y Toledo: Dedicación de la iglesia-catedral (F).
Girona: Nuestra Señora del Collell (MO).
Tarragona y Vic: San Bernardo Calbó, obispo (MO). O. Cist.: (ML).
Agustinos: San Juan Stone, presbítero y mártir (MO).
Hospitalarios de San Juan de Dios: Beatos Braulio María Corres y compañeros, mártires (MO).
Operarios Diocesanos: Beatos Pedro Ruiz de los Paños y Ángel, Joaquín Jovaní Marín, y compañeros, presbíteros y mártires (MO).
Servitas: Beato Juan Ángel Porro, presbítero (MO).
Segorbe-Castellón: Beatos Recaredo, Isidoro, José Pascual, José María y compañeros, presbíteros y mártires (ML).
Clarisas Capuchinas: Beata María Jesús Masià Fellagut y compañeras, vírgenes y mártires (ML).
Dominicos: Beato Pedro Geremía, presbítero (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXX domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa votiva:
Del Espíritu Santo A.
Esta misa se dicen con vestiduras de color rojo.

Antífona de entrada Cf. Rom 5, 5; 8, 11
El amor de Dios ha sido derramado en nuestros corazones por el Espíritu Santo que habita en nosotros.
Cáritas Dei diffúsa est in córdibus nostris, per inhabitántem Spíritum eius in nobis.

Monición de entrada
La Iglesia, iluminada con la luz del Espíritu Santo, desde sus orígenes, actúa siempre bajo su inspiración y movida por su fuerza. El Espíritu Santo vive y actúa en cada uno de nosotros, miembros vivos de esta Iglesia, y nos comunica la fuerza capaz de superarlo todo, de transformarlo todo: el amor. Es el Espíritu Santo que anima nuestra fe cuando escuchamos la Palabra, inspirada por él a los autores sagrados, y el que nos congrega en la unidad del Cuerpo de Cristo, cuando comulgamos de un mismo pan y de un mismo cáliz.

Oración colecta
Oh, Dios, que has iluminado los corazones de tus fieles con la luz del Espíritu Santo, concédenos gustar lo que es bueno según el mismo Espíritu y gozar siempre de su consuelo. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti, da nobis in eódem Spíritu recta sápere, et de eius semper consolatióne gaudére. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Martes de la XXX semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ef 5, 21-33
Es este un gran misterio: y yo lo refiero a Cristo ya la iglesia

Lectura de la carta del apóstol san Pablo a los Efesios.

Hermanos:
Sed sumisos unos a otros en el temor de Cristo: las mujeres, a sus maridos, como al Señor; porque el marido es cabeza de la mujer, como Cristo es cabeza de la Iglesia; él, que es el salvador del cuerpo. Como la Iglesia se somete a Cristo, así también las mujeres a sus maridos en todo.
Maridos, amad a vuestras mujeres como Cristo amó a su Iglesia:
Él se entregó a sí mismo por ella, para consagrarla, purificándola con el baño del agua y la palabra, y para presentársela gloriosa, sin mancha ni arruga ni nada semejante, sino santa e inmaculada. Así deben también los maridos amar a sus mujeres, como cuerpos suyos que son.
Amar a su mujer es amarse a sí mismo. Pues nadie jamás ha odiado su propia carne, sino que le da alimento y calor, como Cristo hace con la Iglesia, porque somos miembros de su cuerpo.
«Por eso dejará el hombre a su padre y a su madre, y se unirá a su mujer y serán los dos una sola carne».
Es este un gran misterio: y yo lo refiero a Cristo y a la Iglesia. En una palabra, que cada uno de vosotros ame a su mujer como a sí mismo, y que la mujer respete al marido.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 127, 1bc-2. 3.4-5 (: cf. 1b)
R.
 Dichosos los que temen al Señor.
Beáti omnes qui timent Dóminum.

V. Dichoso el que teme al Señor
y sigue sus caminos.
Comerás del fruto de tu trabajo,
serás dichoso, te irá bien.
R. Dichosos los que temen al Señor.
Beáti omnes qui timent Dóminum.

V. Tu mujer, como parra fecunda,
en medio de tu casa;
tus hijos, como renuevos de olivo,
alrededor de tu mesa.
R. Dichosos los que temen al Señor.
Beáti omnes qui timent Dóminum.

V. 
Esta es la bendición del hombre
que teme al Señor.
Que el Señor te bendiga desde Sion,
que veas la prosperidad de Jerusalén
todos los días de tu vida.
R. Dichosos los que temen al Señor.
Beáti omnes qui timent Dóminum.

Aleluya Cf. Mt 11, 25
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Bendito seas, Padre, Señor del cielo y de la tierra, porque has revelado los misterios del reino a los pequeños. R.
Benedíctus es, Pater, Dómine caeli et terræ, quia mystéria regni párvulis revelásti.

EVANGELIO Lc 13, 18-21
El grano creció y se hizo un árbol
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, decía Jesús:
«¿A qué es semejante el reino de Dios o a qué lo compararé?
Es semejante a un grano de mostaza que un hombre toma y siembra en su huerto; creció, se hizo un árbol y los pájaros del cielo anidaron en sus ramas».
Y dijo de nuevo:
«¿A qué compararé el reino de Dios?
Es semejante a la levadura que una mujer tomó y metió en tres medidas de harina, hasta que todo fermentó».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Josemaría  Escrivá, Amigos de Dios 9.
Es verdad, somos pocos, en comparación con el resto de la humanidad, y personalmente no valemos nada; pero la afirmación del Maestro resuena con autoridad: el cristiano es luz, sal, fermento del mundo, y un poco de levadura hace fermentar la masa entera (Ga 5, 9). Por esto precisamente, he predicado siempre que nos interesan todas las almas -de cien, las cien-, sin discriminaciones de ningún género, con la certeza de que Jesucristo nos ha redimido a todos, y quiere emplearnos a unos pocos, a pesar de nuestra nulidad personal, para que demos a conocer esta salvación.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXV
Oremos, ahora, unidos al Señor. Él nos ofrece su amor y viene entre nosotros para salvarnos.
- Para que el Espíritu del Señor viva en su Iglesia. Roguemos al Señor.
- Para que los que sufren puedan recibir la Buena Noticia de su liberación. Roguemos al Señor.
- Para que cuantos sienten su corazón desgarrado encuentren quien los acompañe y consuele. Roguemos al Señor.
- Para que llegue a todos la gracia que el Señor nos ha prometido. Roguemos al Señor.
- Para que en nuestra patria brote la justicia. Roguemos al Señor.
- Para que entre todos los pueblos pueda renacer la alegría y la paz. Roguemos al Señor.
- Para que nuestra fidelidad a la voluntad del Padre nos convierta en sus activos colaboradores en la construcción del mundo que Él desea. Roguemos al Señor.
Padre, que colmas de bienes a los hambrientos у despides vacíos a los ricos. Ven entre nosotros y haznos cada vez más fieles a tu amor. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Santifica, Señor, nuestras ofrendas y purifica nuestros corazones con la luz del Espíritu Santo. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Múnera, quaesumus, Dómine, obláta sanctífica, et corda nostra Sancti Spíritus illustratióne emúnda. Per Christum.

Prefacio I del Espíritu Santo
El Señor envía el Espíritu a la Iglesia
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
Porque él, después de subir al cielo, donde está sentado a tu derecha, ha derramado sobre tus hijos de adopción el Espíritu Santo que había prometido.
Por eso, Señor, con toda la multitud de los ángeles te aclamamos ahora y por siempre diciendo con humilde fe:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Qui, ascéndens super omnes caelos sedénsque ad déxteram tuam, promíssum Spíritum Sanctum in fílios adoptiónis effúdit.
Quaprópter nunc et usque in saeculum, cum omni milítia Angelórum, devóta tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA III

Antífona de la comunión Cf. Sal 67, 29. 30
Confirma, oh, Dios, aquello que has realizado en nosotros, desde tu santo templo que está en Jerusalén.
Confírma hoc, Deus, quod operátus es in nobis, a templo sancto tuo, quod est in Ierúsalem.

Oración después de la comunión
Que la efusión de tu Espíritu Santo purifique, Señor, nuestros corazones y los haga fecundos con su penetrante rocío. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Sancti Spíritus, Dómine, corda nostra mundet infúsio, et sui roris íntima aspersióne fecúndet. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 26 de octubre
1. En Nicomedia, en Bitinia, hoy Turquía, santos Luciano y Marciano, mártires, que en tiempo del emperador Decio, por orden del prefecto Sabino, fueron quemados vivos. (c. 250)
2. En Cartago, en la actual Túnez, conmemoración de san Rogaciano, presbítero, a quien, durante la persecución bajo el emperador Decio, su obispo, san Cipriano, confió la administración de la Iglesia de Cartago, y que junto con san Felicísimo padeció torturas y cárceles por el nombre de Cristo. (s. III)
3*. En Estrasburgo, en Germania, actual Alemania, san Amando, considerado como primer obispo de esta sede. (s. IV)
4. En Narbona, en el mediodía de la Galia, Francia en la actualidad, san Rústico, obispo, que deseoso de abandonar su función para retirarse a una vida de silencio, convencido por el papa san León I Magno y reconfortado, permaneció en el cargo y en el trabajo que se le había confiado. (c. 461)
5*. En Angulema, ciudad de Aquitania, también en la Francia actual, san Aptonio, obispo(c. 567)
6*. En Lastingham, en Northumbria, actualmente en el Reino Unido, san Ceda, hermano de san Ceada, ordenado obispo de los sajones orientales por san Finano, distinguido por asentar los cimientos de esta nueva Iglesia. (664)
7*. En Hexham, también en Northumbria, san Eata, obispo, varón dulce y sencillo, que rigió a la vez varios cenobios e iglesias, hasta que, al regresar a Hexham, fue elegido obispo y abad, sin dejar de llevar una vida ascética. (c. 616)
8*. En Metz, en Austrasia, Francia en la actualidad, san Sigebaldo, obispo, fundador de diversos monasterios. (741)
9*. En el monasterio de Heresfeld, en Germania, hoy Alemania, sepultura de san Witta o Albuino, primer obispo de Bürberg, el cual, oriundo de Inglaterra, fue llamado por san Bonifacio y recibió el encargo de sembrar la simiente de la Palabra de Dios en la región de Hesse. (c. 786)
10*. En Escocia, san Beano, obispo de Mortlach. (c. 1032)       
11. En Pavía, en la región italiana de Lombardía, san Fulco, obispo, el cual, de origen escocés, fue varón pacífico, insigne por su trabajo y su caridad. (1229)
12*. En Reggio, en Emilia-Romaña, también en Italia, beato Damián Furcheri, presbítero de la Orden de Predicadores, egregio proclamador del Evangelio. (1484)
13*. En Ravello, cerca de Amalfi, en la región de Campania, de nuevo en Italia, beato Buenaventura de Potenza, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores Conventuales, que se distinguió por su obediencia y caridad. (1711)

Beata Celina Chludzinska Borzecka (Carocovia, Polonia, 1833-1913). Viuda y fundadora de la congregación de las Religiosas de la Resurrección de Nuestro Señor Jesucristo.
- Beato José Gregorio Hernández Cisneros (1864- Caracas 1919). Laico, médico, científico, profesor universitario. Tareas que compatibiliza con la atención médica de los más necesitados.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.