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jueves, 8 de septiembre de 2022

Jueves 13 octubre 2022, Jueves de la XXVIII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa por los difuntos).

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI PARTECIPANTI AL SEMINARIO SU «LA PROCREAZIONE RESPONSABILE»

Giovedì, 1° marzo 1984

Carissimi sacerdoti!

1. Sono lieto di accogliervi in questa speciale udienza che mi consente di esprimervi il profondo affetto che ho per voi, partecipi con me dell’unico sacerdozio di Cristo e di manifestarvi al tempo stesso la grande considerazione in cui tengo il lavoro pastorale a cui dedicate le vostre migliori energie.

Voi svolgete il vostro apostolato in particolar modo a servizio della famiglia, nella giusta convinzione che ogni aiuto offerto a questa cellula fondamentale dell’umano consorzio sviluppa un’efficacia moltiplicata, rifrangendosi sui diversi componenti del nucleo familiare e insieme perpetuandosi nel tempo, grazie all’opera educatrice che dai genitori si riverbera nei figli e, tramite questi, nei figli dei figli.

Desidero confermarvi in questa convinzione e incoraggiarvi a proseguire nell’opera intrapresa, nella quale non può mancarvi la benedizione di Dio, primo ideatore della comunità familiare e, “quando venne la pienezza del tempo” (Gal 4, 4), suo provvido redentore.

2. Questo incontro avviene in occasione della vostra partecipazione al congresso che il Centro studi e ricerche sulla regolazione naturale della fertilità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto di studi su matrimonio e famiglia della Pontificia Università Lateranense hanno opportunamente promosso sull’importante tema della procreazione responsabile. Vorrei, in questa circostanza, dire qualcosa sull’argomento da un punto di vista soprattutto pastorale.

Nella recente celebrazione del Giubileo dei sacerdoti ammonivo: “Apriamo sempre più largamente gli occhi - lo sguardo dell’anima - per capire meglio che cosa significa rimettere i peccati e riconciliare le coscienze umane col Dio infinitamente santo, col Dio della Verità e dell’Amore” (Ioannis Pauli PP. II, Homilia, die 23 febr. 1984). Riconciliare la coscienza umana col Dio della Verità e dell’Amore; è questo il vostro ministero, sempre, ma in un modo del tutto speciale quando ponete il vostro sacerdozio al servizio degli sposi.

Avete voluto, in questi giorni, scoprire e approfondire i fondamenti scientifici, filosofici e teologici della procreazione responsabile; dell’insegnamento, più precisamente, dell’enciclica Humanae Vitae e dell’esortazione apostolica Familiaris Consortio, al fine di riconciliare la coscienza umana degli sposi col Dio della verità e dell’amore. Quando, infatti, la coscienza umana è “riconciliata”, quando è nella pace profonda? Quando essa è nella Verità. E i due documenti sopra citati, nella fedeltà alla tradizione della Chiesa, hanno insegnato la verità dell’amore coniugale, in quanto esso è comunione di persone.

Che cosa significa “riconciliare la coscienza degli sposi con la verità del loro amore coniugale”? Quando i suoi contemporanei chiesero a Cristo se fosse lecito al marito ripudiare la moglie, Egli rispose richiamandosi “al principio”, cioè all’originario progetto del Creatore sul matrimonio. Anche voi, che in quanto sacerdoti operate nel nome di Cristo, dovete mostrare agli sposi che quanto è insegnato dalla Chiesa sulla procreazione responsabile non è altro che quell’originario progetto che il Creatore ha impresso nell’umanità dell’uomo e della donna che si sposano, e che il Redentore è venuto a ristabilire. La norma morale insegnata dall’Humanae vitae e dalla Familiaris Consortio è la difesa della verità intera dell’amore coniugale, poiché di questo amore esprime le imprescindibili esigenze.

Siatene certi: quando il vostro insegnamento è fedele al magistero della Chiesa, voi non insegnate qualcosa che l’uomo e la donna non possano capire. Anche l’uomo e la donna di oggi. Questo insegnamento, infatti, che voi fate risuonare alle loro orecchie è già scritto nel loro cuore. L’uomo e la donna devono essere aiutati a leggere profondamente questa “scrittura nel cuore”. E il fatto che in questi tre giorni di studio voi avete voluto scoprire le ragioni del Magistero della Chiesa, non significa forse che volete avere sempre più chiare le vie su cui condurre gli sposi alla verità profonda di se stessi e del loro amore coniugale?

3. Riconciliare la coscienza umana degli sposi col Dio della verità e dell’amore: la coscienza umana degli sposi è veramente riconciliata quando essi hanno scoperto e hanno accolto la verità sul loro amore coniugale. Infatti, come scrive sant’Agostino, “beata quippe vita est gaudium de veritate. Hoc est enim gaudium de te, qui veritas es” (S. Augustini, Confessiones, 10, 23, 33: CSEL 33/1, 252).

Voi ben sapete che spesso la fedeltà da parte dei sacerdoti - diciamo, anzi, della Chiesa - a questa verità e alle norme morali conseguenti, quelle, voglio dire, insegnate dall’Humanae vitae e dalla Familiaris consortio, deve essere spesso pagata ad un prezzo alto. Si è spesso derisi, accusati di incomprensione e di durezza, e di altro ancora. È la sorte di ogni testimone della verità, come ben sappiamo. Ascoltiamo ancora una pagina di sant’Agostino; “Ma perché la verità genera odio?”, si chiede il santo dottore. “In realtà” egli risponde “l’amore della verità è tale, che quanti amano un oggetto diverso pretendono che l’oggetto del loro amore sia la verità; e poiché detestano di essere ingannati, detestano di essere convinti che s’ingannano. Perciò odiano la verità; per amore di ciò che credono verità. L’amano quando splende, l’odiano quando riprende” (S. Augustini, Confessiones, 10, 23, 33: CSEL, 23,34: CSEL 33/1, 253).

Con semplice e umile fermezza, siate fedeli al magistero della Chiesa su un punto di così decisiva importanza per i destini dell’uomo.

4. Esiste una difficoltà vera alla riconciliazione della coscienza umana degli sposi col Dio della verità e dell’amore; essa è di ben altro genere di quella appena indicata.

La riconciliazione non accade se gli sposi sanno solamente percepire la verità del loro amore coniugale: è necessario che la loro libertà realizzi, faccia la verità. La difficoltà vera è che il cuore dell’uomo e della donna è abitato dalla concupiscenza; e la concupiscenza spinge la libertà a non acconsentire alle esigenze autentiche dell’amore coniugale. Sarebbe un errore gravissimo concludere da ciò che la norma insegnata dalla Chiesa è in se stessa solo un “ideale” che deve poi essere adattato, proporzionato, graduato alle, si dice, concrete possibilità dell’uomo: secondo un “bilanciamento dei vari beni in questione”. Ma quali sono le “concrete possibilità dell’uomo”? E di quale uomo si parla? Dell’uomo dominato dalla concupiscenza o dell’uomo redento da Cristo? Poiché è di questo che si tratta: della realtà della redenzione di Cristo.

Cristo ci ha redenti! Ciò significa: egli ci ha donato la possibilità di realizzare l’intera verità del nostro essere; egli ha liberato la nostra libertà dal dominio della concupiscenza. E se l’uomo redento ancora pecca, ciò non è dovuto all’imperfezione dell’atto redentore di Cristo, ma alla volontà dell’uomo di sottrarsi alla grazia che sgorga da quell’atto. Il comandamento di Dio è certo proporzionato alle capacità dell’uomo: ma alle capacità dell’uomo a cui è donato lo Spirito Santo, dell’uomo che, se caduto nel peccato, può sempre ottenere il perdono e godere della presenza dello Spirito.

La riconciliazione della coscienza umana degli sposi col Dio della Verità e dell’Amore passa attraverso la remissione dei peccati: attraverso l’umile riconoscimento che noi non ci siamo adeguati, per così dire, commisurati alla verità e alle sue esigenze e non attraverso l’orgogliosa riconduzione della verità e delle sue esigenze a ciò che noi decidiamo sia vero e buono. La nostra libertà è nell’essere servi della verità. Come abbiamo letto nella liturgia delle Ore di ieri: “Si dimostra tuo servo migliore non colui che pretende di sentire da te quello che egli vuole, ma che piuttosto vuole quello che ha udito da te” (S. Augustini, Confessiones, 10, 26,37: CSEL 33/1, 255).

La nostra carità pastorale verso gli sposi consiste nell’essere sempre disponibili a offrire loro il perdono dei peccati, attraverso il sacramento della Penitenza, non nello sminuire ai loro occhi la grandezza e la dignità del loro amore coniugale.

5. “Apriamo sempre più largamente gli occhi - lo sguardo dell’anima - per capire meglio cosa significa rimettere i peccati e riconciliare le coscienze umane col Dio infinitamente santo, col Dio della verità e dell’amore”.

Di questo sguardo più profondo della nostra anima sacerdotale hanno bisogno gli sposi, ha bisogno tutta la Chiesa. Perché gli sposi, perché la Chiesa tutta lodi il Padre del Signore nostro Gesù Cristo: stupita e mal sazia nella contemplazione di quell’amore e di quella verità con cui voi riconciliate la coscienza umana degli sposi.

Nell’invocare sul vostro ministero la confortatrice effusione di copiosi doni di sapienza e di carità, di cuore vi imparto la mia apostolica benedizione.

CALENDARIO

13 JUEVES DE LA XXVIII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común. 
LECC.: vol. III-par.
- Ef 1, 1-10. Él nos eligió en Cristo antes de la fundación del mundo.
- Sal 97. R. El Señor da a conocer su salvación.
- Lc 11, 47-54. Se le pedirá cuenta de la sangre de los profetas, desde la sangre de Abel hasta la sangre de Zacarías.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 14 de octubre, pág. 611.
CALENDARIOS: Alcalá de Henares y Oviedo: Dedicación de la iglesia-catedral (F).
Cartujos: Santos y beatos de la Orden (F).
Orden de San Juan de Jerusalén: Beato Gerardo (F).
Tarragona: Beatos Manuel Borrás Ferré, obispo, y compañeros, mártires (MO).
Claretianos: Beatos José María Ruiz Cano, y compañeros, mártires (MO).
Bilbao y Siervas de María, Ministras de los Enfermos: San Juan XXIII, papa (ML).
Córdoba: Santos Fausto, Jenaro y Marcial, mártires (ML).
León: Santos Dionisio, obispo, y compañeros, mártires (ML), o san Juan Leonardi, presbítero (ML).
Dominicos: Beata Magdalena Panatieri, virgen (ML).
Familia Salesiana: Beata Alexandrina María da Costa, virgen (ML).
Jesuitas: Beato Juan Beyzym, presbítero (ML).
OFM Cap.: San Serafín de Montegranaro, religioso (ML).
Agustinos: Conmemoración de todos los bienhechores difuntos.

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXVIII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo el T. Ordinario).

Misa de difuntos:
III. EN DIVERSAS CONMEMORACIONES
B. Por varios o por todos los difuntos 8. Otras oraciones


Antífona de entrada Jn 3, 16
Tanto amó Dios al mundo, que entregó a su Unigénito, para que todo el que cree en él no perezca, sino que tenga vida eterna.
Sic Deus diléxit mundum, ut Fílium suum Unigénitum daret; ut omnis qui credit in ipsum, non péreat, sed hábeat vitam ætérnam.

Monición de entrada
La Iglesia siempre ha mantenido una gran veneración por los difuntos, orando por ellos, especialmente en la celebración de la eucaristía, donde rogamos al Señor de la Vida que tenga misericordia de ellos y los admita en el banquete del reino de los cielos. Por eso, en esta eucaristía, imploramos humildemente a Dios, que mire benignamente a nuestros hermanos, para que gocen eternamente de la compañía del Señor.

Oración colecta
Te encomendamos, Señor, a tus siervos [N. N.], para que, muertos en este mundo, vivan para ti, y que tu inmenso amor misericordioso perdone los pecados que cometieron, por fragilidad humana, en su peregrinar sobre la tierra. Por nuestro Señor Jesucristo.
Tibi, Dómine, commendámus fámulos tuos (N. et N.) ut defúncti sǽculo tibi vivant, et quæ, per fragilitátem carnis, peccáta in mundi conversatióne commisérunt, tu vénia misericordíssimæ pietátis abstérge. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Jueves de la XXVIII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lecc. III-par).

PRIMERA LECTURA Ef 1, 1-10
Él nos eligió en Cristo antes de la fundación del mundo
Comienzo de la carta del apóstol san Pablo a los Efesios.

Pablo, apóstol de Cristo Jesús por voluntad de Dios, a los santos, que están en Éfeso, a los fieles en Cristo Jesús:
Gracia y paz a vosotros de parte de Dios, nuestro Padre, y del Señor Jesucristo.
Bendito sea Dios, Padre de nuestro Señor Jesucristo,
que nos ha bendecido en Cristo
con toda clase de bendiciones espirituales en los cielos.
Él nos eligió en Cristo antes de la fundación del mundo
para que fuésemos santos e intachables ante él por el amor.
Él nos ha destinado por medio de Jesucristo,
según el beneplácito de su voluntad,
a ser sus hijos,
para alabanza de la gloria de su gracia,
que tan generosamente nos ha concedido en el Amado.
En él, por su sangre, tenemos la redención,
el perdón de los pecados,
conforme a la riqueza de la gracia
que en su sabiduría y prudencia
ha derrochado sobre nosotros,
dándonos a conocer el misterio de su voluntad:
el plan que había proyectado realizar por Cristo,
en la plenitud de los tiempos:
recapitular en Cristo todas las cosas del cielo y de la tierra.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 97, 1bcde. 2-3ab. 3cd-4. 5-6 (R.: 2a)
R. 
El Señor da a conocer su salvación.
Notum fecit Dóminus salutáre suum.

V. Cantad al Señor un cántico nuevo,
porque ha hecho maravillas:
su diestra le ha dado la victoria,
su santo brazo.
R. El Señor da a conocer su salvación.
Notum fecit Dóminus salutáre suum.

V. El Señor da a conocer su salvación.
revela a las naciones su justicia.
Se acordó de su misericordia y su fidelidad
en favor de la casa de Israel.
R. El Señor da a conocer su salvación.
Notum fecit Dóminus salutáre suum.

V. Los confines de la tierra han contemplado
la salvación de nuestro Dios.
Aclamad al Señor, tierra entera;
gritad, vitoread, tocad.
R. El Señor da a conocer su salvación.
Notum fecit Dóminus salutáre suum.

V. Tañed la cítara para el Señor,
suenen los instrumentos:
con clarines y al son de trompetas,
aclamad al Rey y Señor.
R. El Señor da a conocer su salvación.
Notum fecit Dóminus salutáre suum.

Aleluya Jn 14, 6bc
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Yo soy el camino y la verdad y la vida -dice el Señor-; nadie va al Padre, sino por mí. R.
Ego sum via, véritas et vita, dicit Dóminus; nemo venit ad Patrem, nisi per me.

EVANGELIO Lc 11, 47-54
Se le pedirá cuenta de la sangre de los profetas, desde la sangre de Abel hasta la sangre de Zacarías
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo el Señor:
«¡Ay de vosotros, que edificáis mausoleos a los profetas, a quienes mataron vuestros padres!
Así sois testigos de lo que hicieron vuestros padres, y lo aprobáis; porque ellos los mataron y vosotros les edificáis mausoleos.
Por eso dijo la Sabiduría de Dios: “Les enviaré profetas y apóstoles: a algunos de ellos los matarán y perseguirán”; y así a esta generación se le pedirá cuenta de la sangre de todos los profetas derramada desde la creación del mundo; desde la sangre de Abel hasta la sangre de Zacarías, que pereció entre el altar y el santuario.
Sí, os digo: se le pedirá cuenta a esta generación.
¡Ay de vosotros, maestros de la ley, que os habéis apoderado de la llave de la ciencia: vosotros no habéis entrado y a los que intentaban entrar se lo habéis impedido! ».
Al salir de allí, los escribas y fariseos empezaron a acosarlo implacablemente y a tirarle de la lengua con muchas preguntas capciosas, tendiéndole trampas para cazarlo con alguna palabra de su boca.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Del Papa Francisco, Homilía en santa Marta 17-octubre-2013
La llave que abre la puerta a la fe es la oración". Porque "cuando un cristiano no ora, su testimonio es soberbio". Y él mismo es "un soberbio, es un orgulloso, es uno seguro de sí, no es humilde. Busca la propia promoción. En cambio, cuando un cristiano ora, no se aleja de la fe: habla con Jesús".

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XV

Oremos, hermanos, a Dios nuestro Padre, a fin de que todos los hombres experimentemos su bondad y misericordia.
- Por la Iglesia, para que sea signo de paz y reconciliación entre los hombres. Roguemos al Señor.
- Por los pueblos de la tierra, para que superen todo lo que los desune y promuevan todo cuanto los acerca. Roguemos al Señor.
- Por los que odian, por los resentidos y amargados, para que descubran que la felicidad se encuentra en el perdón. Roguemos al Señor.
- Por todos nuestro fieles difuntos. Roguemos al Señor.
- Por todos nosotros, para que sepamos perdonar como Dios mismo nos perdona. Roguemos al Señor.
Padre nuestro, que nos has enseñado a perdonar para recibir tu perdón. Haz que siempre observemos esta ley y así merezcamos ser llamados y ser, en verdad, hijos tuyos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
R. Amén.

Misa de Difuntos:
Oración sobre las ofrendas
Ten misericordia, Señor, de tus siervos [N. y N.] por quienes te ofrecemos este sacrificio de reconciliación; y ya que en esta vida fueron fieles a ti, reciban contigo una piadosa recompensa. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Propitiáre, quǽsumus, Dómine, fámulis tuis (N. et N.) pro quibus tibi hóstias placatiónis offérimus, et quia in hac vita tibi mansérunt fidéles, apud te pia illis retribútio donétur. Per Christum.

PREFACIO III DE DIFUNTOS
CRISTO, SALVACIÓN Y VIDA
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
Porque él es la salvación del mundo, la vida de los hombres, la resurrección de los muertos.
or él, los coros de los ángeles adoran tu gloria eternamente, gozosos en tu presencia. Permítenos asociarnos a sus voces cantando con ellos tu alabanza:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum:
Qui est salus mundi, vita hóminum, resurréctio mortuórum.
Per quem maiestátem tuam adórat exércitus Angelórum, ante conspéctum tuum in aeternitáte laetántium. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:

Santo, Santo, Santo…

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Flp 3, 20-21

Aguardamos un Salvador: el Señor Jesucristo. Él transformará nuestro cuerpo humilde, según el modelo de su cuerpo glorioso.
Salvatórem exspectámus Dóminum nostrum Iesum Christum, qui reformábit corpus humilitátis nostræ configurátum córpori claritátis suæ.

Oración después de la comunión
Te pedimos, Dios todopoderoso, que, por la eficacia de este sacramento, concedas a tus siervos difuntos participar de la eterna bienaventuranza en la asamblea de los justos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus, ut fámulos tuos, per huius sacraménti virtútem, in congregatióne iustórum ætérnæ beatitúdinis iúbeas esse consórtes. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 14 de octubre
S
an Calixto I, papa y mártir
, que siendo diácono, después de un destierro en la isla de Cerdeña, tuvo a su cuidado el cementerio de la vía Apia que lleva su nombre, donde dejó para la posteridad las memorias de mártires. Elegido luego papa, promovió la recta doctrina y reconcilió benignamente a los apóstatas, para terminar su intenso pontificado con la gloria del martirio. En este día se conmemora su sepultura en el cementerio de Calepodio, en la vía Aurelia, en Roma. (c. 222)
2. En la ciudad de Capua, en la Campania, región de la actual Italia, san Lúpulo, mártir. (s. inc.)
3. En Rimini, en la región de Emilia-Romaña, también en Italia, san Gaudencio, obispo, que es venerado como primer pastor durante el tiempo de persecución. (s. IV)
4. En Brujas, en la Galia Bélgica, actual Bélgica, san Donaciano, obispo de Reims, cuyas reliquias se conservan en esa población. (389)
5. En Todi, ciudad de la Umbría, en Italia, san Fortunato, obispo, que, como relata el papa san Gregorio Magno, demostró una abundante caridad en el cuidado de los enfermos. (s. V)
6*. En el territorio de Châlons, en la Champagne, región de la Galia, hoy Fancia, santa Manequilde, virgen(s. V)
7*. En Luni, en la región italiana de Liguria, conmemoración de san Venancio, obispo, que se ocupó del clero y de los monjes, y fue amigo del papa san Gregorio Magno. (s. VII)
8*. En Beauvais, en Neustria, Francia en la actualidad, santa Angadrisma, abadesa del monasterio fundado por san Ebrulfo, llamado Oratorio (hoy Oroër) por poseer varios lugares de oración, en donde se servía a Dios sin intermisión. (c. 695)
9*. En San Severino, lugar del Piceno, actual región italiana de Las Marcas, santo Domingo, llamado "Loricato", por la coraza de hierro que llevaba ceñida al cuerpo, presbítero de la Orden de los Camaldulenses, que habiendo sido ordenado simoníacamente, se hizo monje eremita y, discípulo de san Pedro Damiani, llevó una vida austera y disciplinada. (1060)
10*. En Angers, en Francia, beato Jacobo Laigneau de Langellerie, presbítero y mártir, que durante la Revolución Francesa fue decapitado por ser sacerdote. (1794)
11*. En la localidad de Picadero de Paterna, en la región española de Valencia, beata Ana María Aranda Riera, virgen y mártir, que durante la persecución contra la fe derramó su sangre por Cristo. (1936)
12*. En el campo de concentración de Dachau, cerca de la ciudad de Munich, en Alemania, beatos Estanislao Mysakowski y Francisco Roslaniec, presbíteros y mártires, que durante la guerra, al ser ocupada Polonia por gente contraria a Dios y a los hombres, consumaron su martirio en la cámara de gas. (1942)
13*. En Lviv, población de Ucrania, beato Román Lysko, presbítero y mártir, que durante la persecución contra la fe, siguiendo de cerca las huellas de Cristo, por su gracia llegó al reino celestial. (1949)

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