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martes, 6 de septiembre de 2022

Miércoles 12 octubre 2022, Bienaventurada Virgen María del Pilar, fiesta.

SOBRE LITURGIA

VISITA PASTORALE A BARI E BITONTO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
A SACERDOTI, RELIGIOSI E RELIGIOSE

Domenica, 26 febbraio 1984

1. “Os nostrum patet ad vos . . .” (2 Cor 6, 11).

La mia bocca, anzi il mio cuore si apre, con piena effusione, a voi carissimi fratelli sacerdoti e carissime sorelle consacrate, in questo incontro che il Signore ci ha concesso di realizzare. Vi esprimo tutta la mia gioia nel potermi intrattenere con voi e vi sono grato per questa accoglienza così affettuosa.

Vorrei salutarvi uno per uno, singolarmente. Abbraccio, a nome di tutti, il vostro arcivescovo monsignor Mariano Magrassi, al quale esprimo tutto il mio apprezzamento. Sono venuto per dirvi che vi seguo, che vi accompagno, che sono contento per quanto realizzate in questa amata terra pugliese, a servizio del Vangelo e della Chiesa. So che lavorate con zelo e intelligenza; so che non risparmiate energie per portare ovunque il “lieto annuncio” del Signore Gesù. Innalziamo insieme una lode fervida al nostro Dio, autore di ogni bene, che ha voluto chiamarci a servirlo da vicino, ci guida nel nostro cammino, sorregge la nostra debolezza, dà compimento ai nostri propositi.

2. “Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento” (Fil 1, 6). È con questa certezza che oggi voi - mi rivolgo in modo particolare ai sacerdoti - intendete rinnovare la vostra risposta al Signore, con un nuovo “sì”, più maturo e più autentico.

Il nostro tempo si presenta irto di insidie, conosce minacce e tensioni preoccupanti, ma è anche molto ricco di fermenti aperti al bene e carichi di buone promesse. Questa società, in così rapida evoluzione e che spesso ci sorprende con atteggiamenti tanto anormali, è una società che paradossalmente anela a Dio e lo cerca.

A tale richiesta, rispondete annunciando il Signore, parlando di lui, comunicando lui e lui solo! In un mondo chiuso e opaco, rivelate il Signore della luce; a una società smarrita, manifestate il Dio della speranza; a quanti rifiutano la vita rendete presente il Signore della vita.

Come sarà possibile questa testimonianza senza un profondo spirito di fede? Voi lo sapete e lo sperimentate ogni giorno: le persone a voi affidate vi cercano per avere solide certezze, parole che non tramontano, valori assoluti. È Dio l’unica certezza, è lui l’Assoluto: quel Dio che si è manifestato in Gesù e che, nella morte e nella risurrezione del suo Figlio, ci ha chiamati a vita nuova.

In Gesù noi crediamo, a Lui solo affidiamo la nostra vita, lui vogliamo annunciare al mondo, a ogni uomo. Gesù Cristo, che è la via e la verità e la vita (cf. Gv 14, 6), e resta il tema del nostro pensare, l’argomento del nostro parlare, il motivo del nostro vivere. Lui è l’oggetto del nostro amore crescente, lui sarà un giorno il nostro premio eterno, da lui deve prendere vigore ogni iniziativa.

Questa fede, carissimi, vi chiedo di difendere, di alimentare, di rafforzare ogni giorno. Voi siete i “professionisti” della fede, gli specialisti di Dio. Sentite la grandezza di tale missione, lasciatevi assorbire completamente in questo vortice al centro del quale opera Dio stesso, abbiate piena consapevolezza di compiere una missione insostituibile. Che l’insidia del dubbio non si infiltri in voi, né permettete che la stanchezza o la delusione appannino quella freschezza di donazione che la vocazione sacerdotale esige.

Sia la vostra una fede forte, vigorosa, alimentata dalla preghiera assidua. Siate modelli di preghiera, diventate maestri di preghiera. Quanto è necessario che le vostre giornate siano scandite da ritmati tempi di orazione, durante i quali, sul modello di Gesù, vi immergete nel colloquio vivo e rigenerante con il padre e vi incontrate col Dio ineffabile! Questa fedeltà non è facile, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in forte misura. Ma dobbiamo convincerci che il momento della preghiera è quello in cui è più forte l’unità del sacerdote con i propri fedeli, quello in cui egli è più “presente” ed efficace nel suo ministero.

3. Con la Chiesa universale stiamo vivendo un tempo di grazia straordinaria, quale è l’Anno Giubilare della Redenzione. Voi vi trovate impegnati in prima persona. Quante volte è risuonata sulle vostre labbra la parola già pronunciata dall’apostolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!” (2 Cor 5, 20). E come non avete sentito rivolto a voi stessi, in primo luogo, il pressante invito alla conversione continua, al rinnovamento interiore?

Già nella Bolla di indizione dell’Anno Giubilare scrivevo che “non può darsi rinnovamento spirituale che non passi attraverso la penitenza-conversione, sia come atteggiamento interiore e permanente del credente . . . sia come accesso al perdono di Dio mediante il sacramento della Penitenza” (Ioannis Pauli PP. II, Aperite portas Redemptori, 4).

Consentitemi dunque, cari fratelli, di invitarvi ad avvalorare sempre più il sacramento della Riconciliazione. In questo non fate che seguire le indicazioni tanto opportune del recente Sinodo dei vescovi. Del sacramento della Penitenza voi siete, in maniera singolare, beneficiari e ministri. Chi non vede che il sacerdote, costituito da Dio ministro della riconciliazione di Cristo, è chiamato a sperimentare per primo in se stesso il dono della riconciliazione, rendendolo operante nella propria vita? Siamo persuasi che non è possibile proporre agli altri il messaggio della riconciliazione se non siamo capaci di viverne la potenza salvatrice in noi stessi.

In una Chiesa chiamata a rinnovarsi, voi dovete precedere i fratelli con l’esempio e con la vita. Anche da questa valorizzazione personale del sacramento della Penitenza, come via maestra di purificazione e di crescita nella fede, deriverà per voi un ulteriore apprezzamento dell’incommensurabile dono che il Signore vi ha fatto nello scegliere voi, suoi sacerdoti, a perdonare i peccati nel suo nome.

4. Nel vedervi raccolti in questa cattedrale, nella quale molti di voi hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale e nel cogliere sul vostro volto la gioia di trovarvi insieme, mi tornano alla mente le parole che sant’Ignazio di Antiochia scriveva ai cristiani di Efeso: “Il vostro collegio di presbiteri, giustamente famoso e degno di Dio, è strettamente unito al vescovo, come le corde della cetra. Per questo, dalla vostra concordia e dalla carità armoniosa, che dimostrate, si innalza un canto a Gesù Cristo. E voi, uno per uno, diventate un coro, affinché, armoniosi nell’accordo e prendendo il tono di Dio, cantate all’unisono attraverso Gesù Cristo al Padre perché vi ascolti” (S. Ignatii Antiocheni, Ad Ephesios, lV).

Quale monito sono per noi tutte queste parole! E quale risposta offrono per questo mondo tanto diviso ed egoista! Essere e sentirsi Chiesa, accrescere la comunione del vescovo con il presbiterio, rendere più evidente la comunione con i sacerdoti tra di loro, dimostrare che è possibile incontrarsi, amarsi, aiutarsi scambievolmente fino alla condivisione dei beni, vincere finalmente la terribile insidia dell’individualismo: non è, fratelli, un programma meraviglioso? Non sarebbe, nello stesso tempo, l’evangelizzazione più efficace.

Sono venuto per incoraggiarvi nel vostro impegno e per esortarvi a non lasciarvi deprimere dalle difficoltà. Cristo, al quale avete consacrato la vostra vita, è con voi.

5. E ora una parola di affettuoso saluto, di compiacimento e di augurio alle religiose qui convenute. Quale gioia incontrarvi! E quanta speranza suscita nel cuore la vostra presenza, che rende così evidente l’opera di Dio e l’azione mirabile dello Spirito!

La vostra testimonianza, sappiatelo, è importante, è valida, è feconda, è necessaria. La vostra vita si caratterizza per la ricerca costante di Dio: voi siete le donne dell’Assoluto; voi cercate il Cristo con cuore indiviso, voi testimoniate al mondo che il Signore è veramente degno di essere amato sopra ogni cosa e seguito con dedizione totale; voi vivete per Dio soltanto.

Ma - ecco una verità che sorprende sempre - nel vivere per Dio soltanto, voi non vi estraniate dalla società. Al contrario, nel Signore Gesù voi incontrate tutta l’umanità e ad essa andate con la forza che viene da lui. Voi intendete essere ben attente alle urgenze dell’uomo di oggi e, come donne che hanno sperimentato l’amore di Dio, desiderate far partecipi i fratelli di quel dono inestimabile che avete ricevuto. Cosicché nessun impegno vi deve parer troppo grande e nessun sacrificio risultarvi eccessivamente gravoso.

Io sono qui a raccomandarvi di credere fortissimamente nella vostra vocazione. Amate con tutto l’essere la vostra consacrazione. Vi chiedo di riaffermare Dio nella società di oggi, di annunciare la preminenza del Signore su ogni realtà, di attestare con la vita la fede nei valori supremi ed eterni, di far scoprire all’uomo la sua dignità e responsabilità, di rendere manifesta la piena attualità delle beatitudini. Il tutto nella semplicità, nell’umanità, nella gioia indistruttibile di una vita donata.

Ecco, fratelli e sorelle, alcuni dei pensieri che si affollano nella mia mente in questo momento di intimità con voi.

Affidiamo ogni cosa alla benevolente Provvidenza di Dio. Preghiamo con fiducia la Vergine Maria, la Regina degli Apostoli, perché vigili su questa regione, protegga questa arcidiocesi, benedica i buoni propositi di tutti.

A voi qui presenti, e a quanti sono uniti con noi nello spirito, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

CALENDARIO

12 MIÉRCOLES. BIENAVENTURADA VIRGEN MARÍA DEL PILAR, fiesta


Fiesta de Nuestra Señora del Pilar. Según una venerada tradición, la Santísima Virgen María se manifestó en Zaragoza sobre una columna o pilar, signo visible de su presencia. Esta tradición encontró su expresión cultual en la misa y en el Oficio que, para toda España, decretó el papa Clemente XII (elog. del Martirologio Romano).

Misa de la fiesta (blanco).
MISAL: ants. y oracs. props., Gl., Pf. prop. No se puede decir la PE IV.
LECC.: vol. IV.
- 1 Crón 15, 3-4. 15-16; 16, 1-2. Llevaron el Arca de Dios y la colocaron en el centro de la tienda que David le había preparado.
o bien: Hch 1, 12-14. Perseveraban unánimes en la oración, junto con María, la madre de Jesús.
- Sal 26. R. El Señor me ha coronado sobre la columna me ha exaltado.
- Lc 11, 27-28. Bienaventurado el vientre que te llevó.

* Hoy no se permiten las misas de difuntos, excepto la exequial.

Liturgia de las Horas: oficio de la fiesta. Te Deum.

Martirologio: elogs. del 13 de octubre, pág. 609.
CALENDARIOS: Aragón, Huesca y Arzobispado Castrense-Cuerpo de la Guardia Civil: Bienaventurada Virgen María del Pilar (S).
Agustinos: Beata María Teresa Fasce, virgen (ML).
Orihuela-Alicante: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Victorio Oliver Domingo, obispo, emérito (1972).

TEXTOS MISA

12 de octubre
BIENAVENTURADA VIRGEN MARÍA DEL PILAR
Fiesta

Antífona de entrada Cf. Sb 18, 3; Ex 13, 21-22
Les diste una columna de fuego, como guía para un viaje desconocido, para que pudieran caminar día y noche por el desierto.

Monición de entrada
Se celebra hoy la fiesta de la bienaventurada Virgen María del Pilar. Según una venerada tradición, la Virgen María se manifestó en Zaragoza sobre una columna o pilar, signo visible de su presencia. María permanece en medio de nosotros como la columna que guiaba y sostenía día y noche al pueblo de Dios en el desierto.

Se dice Gloria.

Oración colecta
Dios todopoderoso y eterno, que en la gloriosa Madre de tu Hijo has concedido un amparo celestial a cuantos la invocan con la secular advocación del Pilar, concédenos, por su intercesión, fortaleza en la fe, seguridad en la esperanza y constancia en el amor. Por nuestro Señor Jesucristo.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas de la Fiesta de Nuestra Señora del Pilar (Lec. IV)

PRIMERA LECTURA (opción 1) 1 Cr 15, 3-4. 15-16; 16, 1-2
Llevaron el Arca de Dios y la colocaron en el centro de la tienda que David le había preparado
Lectura del primer libro de las Crónicas.

En aquellos días, David congregó en Jerusalén a todo Israel para subir el Arca del Señor al lugar que le había preparado. Reunió también a los hijos de Aarón y a los levitas. Luego los levitas levantaron el Arca de Dios tal como lo había mandado Moisés por orden del Señor: apoyando los varales sobre sus hombros.
David mandó a los jefes de los levitas emplazar a los cantores de sus familias con instrumentos musicales —arpas, cítaras y platillos— para que los hiciesen resonar, alzando la voz con júbilo.
Llevaron el Arca de Dios y la colocaron en el centro de la tienda que David le había preparado. Ofrecieron holocaustos y sacrificios de comunión en presencia de Dios. Cuando David acabó de ofrecerlos, bendijo al pueblo en nombre del Señor.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

PRIMERA LECTURA (opción 2) 1, 12-14
Perseveraban en la oración, junto con María, la madre de Jesús
Lectura de los Hechos de los Apóstoles.

Después de que Jesús fue levantado al cielo, los apóstoles volvieron a Jerusalén, desde el monte que llaman de los Olivos, que dista de Jerusalén lo que se permite caminar en sábado. Cuando llegaron, subieron a la sala superior, donde se alojaban: Pedro y Juan y Santiago y Andrés, Felipe y Tomás, Bartolomé y Mateo, Santiago el de Alfeo y Simón el Zelotes y Judas el de Santiago.
Todos ellos perseveraban unánimes en la oración, junto con algunas mujeres y María, la madre de Jesús, y con sus hermanos.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 26, 1. 3. 4. 5
R. El Señor me ha coronado, sobre la columna me ha exaltado.

V. El Señor es mi luz y mi salvación, 
¿a quién temeré? 
El Señor es la defensa de mi vida, 
¿quién me hará temblar?
R. El Señor me ha coronado, sobre la columna me ha exaltado.

V. Si un ejército acampa contra mí,
mi corazón no tiembla;
si me declaran la guerra,
me siento tranquilo.
R. El Señor me ha coronado, sobre la columna me ha exaltado.

V. Una cosa pido al Señor, eso buscaré:
habitar en la casa del Señor por los días de mi vida;
gozar de la dulzura del Señor,
contemplando su templo.
R. El Señor me ha coronado, sobre la columna me ha exaltado.

V. El me protegerá en su tienda
el día del peligro;
me esconderá en lo escondido de su morada,
me alzará sobre la roca.
R. El Señor me ha coronado, sobre la columna me ha exaltado.

Aleluya Sal 39, 3d. 4a
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Afianzó mis pies sobre roca, me puso en la boca un cántico nuevo. R.

EVANGELIO Lc 11, 27-28
«Bienaventurado el vientre que te llevó»
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, mientras Jesús hablaba a la gente, una mujer de entre el gentío, levantando la voz, le dijo:
«Bienaventurado el vientre que te llevó y los pechos que te criaron».
Pero él dijo:
«Mejor, bienaventurados los que escuchan la palabra de Dios y la cumplen».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Del Catecismo de la Iglesia Católica
La oración de la Virgen María
2617 La oración de María se nos revela en la aurora de la plenitud de los tiempos. Antes de la encarnación del Hijo de Dios y antes de la efusión del Espíritu Santo, su oración coopera de manera única con el designio amoroso del Padre: en la anunciación, para la concepción de Cristo (cf Lc 1, 38); en Pentecostés para la formación de la Iglesia, Cuerpo de Cristo (cf Hch 1, 14). En la fe de su humilde esclava, el don de Dios encuentra la acogida que esperaba desde el comienzo de los tiempos. La que el Omnipotente ha hecho "llena de gracia" responde con la ofrenda de todo su ser: "He aquí la esclava del Señor, hágase en mí según tu palabra". Fiat, ésta es la oración cristiana: ser todo de El, ya que El es todo nuestro.
2618 El Evangelio nos revela cómo María ora e intercede en la fe: en Caná (cf Jn 2, 1-12) la madre de Jesús ruega a su hijo por las necesidades de un banquete de bodas, signo de otro banquete, el de las bodas del Cordero que da su Cuerpo y su Sangre a petición de la Iglesia, su Esposa. Y en la hora de la nueva Alianza, al pie de la Cruz (cf Jn 19, 25-27), María es escuchada como la Mujer, la nueva Eva, la verdadera "madre de los que viven".
Del Directorio sobre la Piedad popular y la Liturgia
183. La piedad popular a la Santísima Virgen, diversa en sus expresiones y profunda en sus causas, es un hecho eclesial relevante y universal. Brota de la fe y del amor del pueblo de Dios a Cristo, Redentor del género humano, y de la percepción de la misión salvífica que Dios ha confiado a María de Nazaret, para quien la Virgen no es sólo la Madre del Señor y del Salvador, sino también, en el plano de la gracia, la Madre de todos los hombres.
De hecho, "los fieles entienden fácilmente la relación vital que une al Hijo y a la Madre. Saben que el Hijo es Dios y que ella, la Madre, es también madre de ellos. Intuyen la santidad inmaculada de la Virgen, y venerándola como reina gloriosa en el cielo, están seguros de que ella, llena de misericordia, intercede en su favor, y por tanto imploran con confianza su protección. Los más pobres la sienten especialmente cercana. Saben que fue pobre como ellos, que sufrió mucho, que fue paciente y mansa. Sienten compasión por su dolor en la crucifixión y muerte del Hijo, se alegran con ella por la Resurrección de Jesús. Celebran con gozo sus fiestas, participan con gusto en sus procesiones, acuden en peregrinación a sus santuarios, les gusta cantar en su honor, le presentan ofrendas votivas. No permiten que ninguno la ofenda e instintivamente desconfían de quien no la honra".
La Iglesia misma exhorta a todos sus hijos – ministros sagrados, religiosos, fieles laicos – a alimentar su piedad personal y comunitaria también con ejercicios de piedad, que aprueba y recomienda. El culto litúrgico, no obstante su importancia objetiva y su valor insustituible, su eficacia ejemplar y su carácter normativo, no agota todas las posibilidades de expresión de la veneración del pueblo de Dios a la Santa Madre del Señor.

Oración de los fieles
Por intercesión de María, la madre de nuestro Señor Jesucristo, celebrada en España y en Hispanoamérica bajo la advocación del Pilar, dirijamos hoy nuestra oración al Padre.
- Para que toda la Iglesia se sienta alegre y esperanzada al contemplar a María como columna luminosa que conduce a la salvación. Roguemos al Señor.
- Para que el amor a María siga siendo en nuestra historia fermento de fe e impulso para la evangelización. Roguemos al Señor.
- Para que la comunidad de pueblos hispánicos, que tienen en la Virgen del Pilar un motivo común de fe y de unidad, sienta la protección de esta madre y deposite en sus manos el presente y el futuro. Roguemos al Señor.
- Para que la presencia de María haga fecunda nuestra fe y operante nuestra solicitud hacia los necesitados, marginados, minusválidos, enfermos y todos los que sufren. Roguemos al Señor.
- Para que las imágenes de María sembradas en nuestra geografía hispana sean una continua invitación a hacer lo que Jesús nos diga. Roguemos al Señor.
Te damos gracias, Señor, por la presencia singular de María en nuestra tierra, que tantos frutos ha producido; y te pedimos que siga protegiendo a la Iglesia de España y de Hispanoamérica, y a todos y a cada uno de sus hijos y pueblos. Por Jesucristo nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Dios todopoderoso y eterno, que hiciste brillar sobre nosotros la luz de la fe, haz que los dones que ahora te presentamos y las súplicas que te dirigimos nos consigan, por intercesión de santa María del Pilar, permanecer firmes en la fe y generosos en el amor. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Prefacio
LA GLORIA DE LA VIRGEN MARÍA
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por todas las grandes maravillas que has realizado en la Virgen, Madre de tu Hijo.
Ella, concebida sin pecado, no fue contaminada por la corrupción del sepulcro; pues, siendo intacta en su virginidad, gloriosa en su descendencia y triunfante en su asunción, fue madre de Cristo, esposo de la Iglesia, luz de las gentes, esperanza de los fieles y gozo de todo nuestro pueblo.
Por eso, al celebrar ahora la solemnidad del Pilar, te alabamos con los ángeles y los arcángeles, y con todos los coros celestiales, cantando sin cesar el himno de tu gloria:
R. Santo, Santo, Santo…


Antífona de comunión Lc 1, 48
Me felicitarán todas las generaciones, porque el Poderoso ha hecho obras grandes por mí.

Oración después de la comunión
Oh, Dios, que de modo maravilloso multiplicas tu presencia en medio de nosotros, al darte gracias por este sacramento con que nos has alimentado, te rogamos nos concedas, por intercesión de santa María del Pilar, llegar a contemplarte eternamente en el cielo. Por Jesucristo, nuestro Señor.

MARTIROLOGIO

Elogios del 13 de octubre

1. Conmemoración de san Teófilo, obispo de Antioquía de Siria, actual Turquía, varón muy erudito, que ocupó esta sede como sexto sucesor de san Pedro y compuso un libro para defender la fe ortodoxa contra el hereje Marción. (s. II)
2. En Córdoba, en la provincia hispánica de Bética, santos Fausto, Jenaro y Marcial, mártires, que adornan a la ciudad como tres coronas. (s. III/IV)
3. En Tesalónica, en Macedonia, en Grecia actualmente, san Florencio, mártir, que, según la tradición, después de varios tormentos murió quemado vivo. (c. s. III)
4*. En Kobern, junto al Mosela, en el territorio de Tréveris, Alemania en la actualidad, san Lubencio, presbítero. (s. IV)
5*. En Sanremo, en la costa ligur, en la actual Italia, san Rómulo, obispo de Génova, que, lleno de ardor apostólico, murió durante una visita pastoral. (s. V)
6. En Tours, en la Galia Lugdunense, hoy Francia, san Venancio, abad, el cual, habiéndose casado en su juventud, al visitar la basílica de san Martín se conmovió ante la vida de los monjes y, con el permiso de su esposa, se juntó a ellos para vivir para Cristo. (s. V)
7*. En Salagnac, en el territorio de Limoges, en Aquitania, también en la Francia actual, san Leobono, eremita. (s. inc.)
8*. En la isla de Iona, en Escocia, sepultura de san Comgano, abad, que llegó a esta región procedente de Hibernia, junto con su hermana santa Kentigerna, los hijos de ésta y algunos misioneros. (s. VIII)
9*. En Augsburgo, ciudad de Baviera, en Germania, actual Alemania, san Simberto, obispo, que antes fue abad de Mürbach. (c. 807)
10*. En Saint-Cierges, en la región de Auvernia, en la Galia, hoy Francia, san Geraldo, que, siendo conde de Aurillac, fue un ejemplo para los demás príncipes por haber vivido como monje con hábito secular, procurando el bien de las regiones que tenía encomendadas. (909)
11. Cerca de Subiaco, en la región del Lacio, en Italia, santa Quelidona o Celidona, virgen, que, como dice la tradición, durante cincuenta y dos años llevó una vida solitaria y austera, dedicada únicamente a Dios. (1152)
12*. En la localidad de Trino, en Monferrato, también en Italia, beata Magdalena Panatieri, virgen, hermana de Penitencia de Santo Domingo. (1503)
13*. En el lugar de Balasar, cerca de Braga, en Portugal, beata Alejandrina María da Costa, que, al intentar huir de quien la perseguía con mala intención, quedó imposibilitada en todos sus miembros, y en la contemplación de la Eucaristía el modo de ofrecer al Señor todos sus dolores por amor a Dios y a los hermanos más necesitados. (1955)
- Beato Pierre-Adrien Toulorge (1757- Coutances. Francia 1793). Sacerdote profeso de los Canónigos regulares Premonstratenses, asesinado por odio a la fe durante la Revolución francesa, después de haber ejercitado el ministerio sacerdotal clandestinamente.
- Beato Louis Brisson (1817- Aube, Francia 1908). Religioso, sacerdote fundador de los Oblatos y de las oblatas de San Francisco de Sales.
- Beato Giovanni Fornasini (1915- San Martino di Caprara, Italia 1944). Sacerdote diocesano, párroco. Fue asesinado por un soldado nazi alemán de la SS por odio a la fe.

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