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lunes, 19 de septiembre de 2022

Lunes 24 octubre 2022, Lunes de la XXX semana del Tiempo Ordinario, feria o san Antonio María Claret, obispo, memoria libre.

SOBRE LITURGIA

VISITA PASTORALE A VITERBO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CLERO SECOLARE E RELIGIOSO

Santuario della Quercia - Domenica, 27 maggio 1984

Carissimi sacerdoti, religiosi, seminaristi.

1. Uno degli incontri che ho atteso con maggior desiderio nell’odierno pellegrinaggio pastorale, è questo che ho con voi, qui nello splendido santuario della Madonna della Quercia, che da secoli è il centro e il cuore della devozione mariana di Viterbo.

Il mio primo sentimento è, in questo momento, una profonda gioia nel trovarmi insieme con coloro che - siano essi presbiteri diocesani o appartenenti a ordini e congregazioni religiose - mediante l’imposizione delle mani del vescovo partecipano per sempre alle funzioni e ai poteri salvifici del Cristo, sommo ed eterno sacerdote; né intendo dimenticare le persone consacrate, che svolgono un prezioso apostolato ecclesiale in molti e importanti settori, quali la catechesi, l’educazione, l’assistenza agli infermi; e ricordo anche i seminaristi, che celebrano quest’anno il 50° anniversario del seminario regionale, contiguo a questo tempio, sacro alla Madre di Dio. Un particolare pensiero di compiacimento e di stima rivolgo al vostro zelante pastore, monsignor Luigi Boccadoro, il quale ieri, 26 maggio, ha celebrato il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. A lui porgo i miei cordiali auguri.

Questo incontro ci dà la possibilità di rimeditare insieme - sotto lo sguardo materno della Vergine santissima - sul significato della nostra vita, della nostra “identità” sacerdotale, cioè sul senso autentico e profondo, che deve animare e orientare tutte le nostre giornate, tutte le nostre azioni, dal momento che ci siamo donati a Dio e da lui, mediante la Chiesa, abbiamo ricevuto il dono mirabile del sacerdozio ministeriale, per essere cooperatori dell’ordine episcopale, nella realizzazione della missione apostolica affidata da Cristo alla sua sposa, la Chiesa.

Con felice sintesi il Concilio Vaticano II ha affermato che “il fine a cui tendono i presbiteri con il loro ministero e con la loro vita è la gloria di Dio Padre in Cristo” (Presbyterorum Ordinis, 2). Tale gloria consiste nel fatto che gli uomini accolgono con consapevolezza, con libertà e con gratitudine l’opera perfetta di Dio realizzata in Cristo e la manifestano in tutta la loro vita. Pertanto, quando i presbiteri vivono intensamente la loro realtà sacerdotale o dedicandosi alla preghiera, o all’adorazione, o alla predicazione della parola di Dio, o all’offerta del sacrificio eucaristico, o al ministero della riconciliazione, o agli altri sacramenti, essi danno un personale, prezioso, meritorio contributo all’aumento della gloria di Dio e all’arricchimento degli uomini nella vita divina.

2. Appena da qualche mese ho chiuso - con commozione e con trepidazione - la Porta Santa della basilica di San Pietro a conclusione dell’Anno giubilare della Redenzione, dell’anno della misericordia del Signore.

E in quest’Anno Santo straordinario, che è stato vissuto con grande fervore in tutte le Chiese particolari, io mi sono rivolto in modo speciale ai presbiteri, non solo perché approfondissero la coscienza del mistero della redenzione, sorgente viva del sacerdozio sacramentale, ma perché fossero lieti e degni ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio (cf. 1 Cor 4, 1). Quante grazie, quanta misericordia, quanto perdono Dio ha elargito in quest’Anno Santo mediante l’opera generosa e indefessa dei sacerdoti di tutto il mondo, e anche mediante il ministero di voi qui presenti, sacerdoti e religiosi di Viterbo! Il ringraziamento che ho rivolto in tante circostanze ai presbiteri di tutta la Chiesa, lo rivolgo oggi pure a voi, che conservate certamente nel segreto del vostro cuore il ricordo del ritorno di tanti fratelli alla casa del Padre!

Alla luce dell’esperienza dell’Anno Santo straordinario desidero dirvi in questo incontro: carissimi confratelli nel sacerdozio, siate sempre in ogni circostanza degni sacerdoti di Cristo!

In modo del tutto speciale voi siete e dovete essere ministri della parola di Dio (cf. 2 Cor 11, 7). È il primo vostro dovere quello dell’annuncio del messaggio di Cristo (cf. Gal 2, 5).

Questo impegno prioritario comporta un continuo studio - unito a un’approfondita meditazione - della Sacra Scrittura, dei padri, della tradizione, del magistero della Chiesa. Questo annuncio potrà e dovrà esprimersi e concretizzarsi - secondo le circostanze e le persone - in varie forme: potrà essere catechesi; o esame dei problemi del nostro tempo alla luce della rivelazione divina; o ulteriore approfondimento secondo le diversificate esigenze, ma tenendo sempre presente che il sacerdote non può né deve predicare se stesso, una sua personale concezione della realtà, una propria ideologia, ma deve annunciare, con la parola e con la vita, Cristo e Cristo crocifisso (cf. 1 Cor 1, 23; 2, 2), comunicando il Vangelo che è “potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Rm 1, 16).

3. Voi siete inoltre ministri dei sacramenti, e in particolare dell’Eucaristia e della Riconciliazione. Vorrei esortarvi ad aprire sempre più largamente gli occhi per scoprire più profondamente che cosa vuol dire celebrare l’Eucaristia, il sacrificio di Cristo stesso, affidato alle nostre labbra e alle nostre mani di sacerdoti nella comunità della Chiesa; per capire meglio che cosa significa rimettere i peccati e riconciliare le coscienze umane col Dio infinitamente santo, col Dio della verità e dell’amore; che cosa vuol dire operare “in persona Christi”, nel nome di Cristo.

Voi siete i servitori di una causa straordinaria, sublime, soprannaturale! E questo comporta ed esige una chiara coscienza della grandezza e della missione che Cristo vi ha affidato per le mani della Chiesa; comporta ed esige una vita interiore e una testimonianza anche esteriore in perfetta sintonia e coerenza con tale altissima finalità. Tutto ciò può essere umanamente duro e difficile. Ma Cristo, che vi ha chiamati alla sua sequela, per farvi strumenti qualificati della sua redenzione, vi darà lui la grazia e la forza per compiere degnamente la vostra missione. Sarà necessario pregare, pregare senza mai stancarsi (cf. Lc 18, 1); chiedere la forza corroborante dall’alto nel colloquio continuo dell’orazione e della meditazione; essere sempre uniti a Cristo, vita della nostra vita (cf. Gal 2, 20)!

Non cedete allo scoraggiamento dinanzi alle oggettive difficoltà dell’apostolato odierno; ma, specialmente, non cedete alla tentazione, più diffusa nella mentalità efficientistica contemporanea, della “inutilità” del vostro ministero. Nell’omelia per la celebrazione del giubileo dei sacerdoti (n. 5) ho detto: “Chiediamo a Cristo una sola cosa: che ciascuno di noi sappia servire meglio, più limpidamente e più efficacemente, la sua presenza di Pastore in mezzo agli uomini del mondo odierno! Questa è, insieme, cosa tanto importante per noi, affinché non ci prenda la tentazione dell’inutilità, cioè la tentazione di sentirci superflui. Perché ciò non è vero. Noi siamo necessari più che mai, perché Cristo è necessario più che mai! Il Buon Pastore è più che mai necessario!” (Ioannis Pauli PP. II, Homilia occasione oblata iubilaei sacerdotalis in Petriana basilica habita, 5, die 23 febr. 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII/1 [1984] 475).

4. Prima di compiere il rito di incoronare la venerata effigie della “Madonna della Quercia”, dinanzi alla quale tante volte siete venuti a pregare e a meditare, desidero rendermi interprete dei vostri sentimenti elevando una preghiera alla Vergine Maria, perché ci protegga e ci sostenga.

O Madonna della Quercia,

da secoli il popolo fedele di Viterbo ti venera con tenera devozione e con fervida fiducia in questo santuario, che l’arte ha reso bello, luminoso e accogliente.

Tanti secoli fa un uomo, inseguito dai suoi nemici, stanco e angosciato si gettò ai piedi della tua immagine posta su una quercia, abbracciandone il tronco e affidando a te, unica e ultima sua speranza, la sua vita ormai in imminente pericolo.

Tu lo salvasti!

Oggi anch’io, successore di Pietro, vengo pellegrino e supplice a venerarti, a implorarti, a chiedere il tuo aiuto per la Chiesa e per l’umanità intera.

Salva anche noi, o Vergine santissima!

Proteggi la Chiesa in cammino su questa terra tra pericoli e insidie. Fa’ che essa sia sempre segno e strumento della redenzione operata dal tuo Figlio!

Proteggi questa città e i suoi abitanti da tutti i mali, ma in particolare dal male del peccato, che separa dal tuo Figlio divino, il quale si è incarnato, è morto ed è risorto per la nostra salvezza!

Proteggi i sacerdoti, questi sacerdoti.

Fa’ che giorno per giorno ravvivino, nella fede e nella preghiera, il dono di Dio, che hanno ricevuto per l’imposizione delle mani del vescovo (cf. 2 Tm 1, 6); che siano sempre lieti e infaticabili testimoni e ministri della redenzione!

Proteggi i religiosi, questi religiosi!

Fa’ che, mediante la gioiosa realizzazione dei consigli evangelici della castità, povertà e obbedienza, diano qui in terra una credibile testimonianza dei cieli nuovi e della terra nuova, che attendiamo nella fede e nella speranza cristiane (cf. Is 65, 17; 2 Pt 3, 13).

Proteggi i seminaristi, questi seminaristi, che si preparano al sacerdozio!

Fa’ che si aprano sempre docilmente alla parola del tuo Figlio, il quale li ha chiamati alla sua sequela.

Suscita nei giovani di oggi, che sono alla ricerca di ideali e di valori autentici, la disponibilità a servire Dio con tutto lo slancio della loro età!

O Madonna della Quercia, fa’ che i popoli e le nazioni vivano nella concordia, nella giustizia, nella pace!

Amen!

CALENDARIO

24 LUNES DE LA XXX SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria o SAN ANTONIO MARÍA CLARET, obispo, memoria libre

Misa
de feria (verde) o de la memoria (blanco).
MISAL: para la feria cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria 1.ª orac. prop. y el resto del común de pastores (para misioneros o para un obispo), o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Ef 4, 32 — 5, 8.
Vivid en el amor como Cristo.
- Sal 1. R. Seamos imitadores de Dios, como hijos queridos.
- Lc 13, 10-17. A esta, que es hija de Abrahán, ¿no era necesario soltarla de tal ligadura en día de sábado?
o bien: cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de feria o de la memoria.

Martirologio: elogs. del 25 de octubre, pág. 632.
CALENDARIOS: Canarias y Claretianos: San Antonio María Claret, obispo (S). Cataluña: (MO).
Córdoba: San Rafael Arcángel (S).
Hijas de Santa María de la Providencia y Siervos de la Caridad: San Luis Guanella, presbítero (F).
Familia Salesiana y Clérigos Regulares de Somasca: (ML).
Legionarios de Cristo: San Rafael Guizar y Valencia, obispo (ML)

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXX Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa de la memoria:
24 de octubre
San Antonio María Claret, obispo

La oración colecta es propia de la memoria. Los demás textos está tomados del Común de Pastores: V. Para misioneros 1.

Antífona de entrada
Estos son los varones santos, amigos de Dios, insignes en la predicación de la verdad divina.
Isti sunt viri sancti facti amíci Dei, divínae veritátis praecónio gloriósi.
O bien: Sal 17, 50; 21, 23
Te daré gracias entre las naciones, Señor; contaré tu fama a mis hermanos.
Confitébor tibi in pópulis, Dómine, et narrábo nomen tuum frátribus mei.

Monición de entrada
Conmemoramos en esta celebración a san Antonio María Claret, obispo, que nació en Sallent (Barcelona) el año 1807. Ordenado presbitero, durante varios años se dedicó a predicar al pueblo por las comarcas de Cataluña. Fundó la Congregación de Misioneros Hijos del Inmaculado Corazón de María y, ordenado obispo de Santiago de Cuba, trabajó de modo admirable por el bien de las almas. Habiendo regresado a España, tuvo que soportar muchas pruebas por causa de la Iglesia, y murió desterrado en Francia en un monasterio de monjes cistercienses el año 1870.

Oración colecta
Oh, Dios, que fortaleciste al obispo san Antonio María Claret con admirable caridad y paciencia para evangelizar a los pueblos, concédenos por su intercesión que, buscando tu voluntad, trabajemos con empeño por ganar hermanos para Cristo. Él, que vive y reina contigo.
Deus, qui in evangelizándis pópulis beátum Antónium Maríam epíscopum mira caritáte et patiéntia roborásti, eius nobis intercessióne concéde, ut, quae tua sunt quaeréntes, eníxe in Christo lucrándis frátribus incumbámus. Qui tecum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Lunes de la XXX semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ef 4, 32-5, 8
Vivid en el amor como Cristo

Lectura de la carta del apóstol san Pablo a los Efesios

Hermanos:
Sed buenos, comprensivos, perdonándoos unos a otros como Dios os perdonó en Cristo.
Sed imitadores de Dios, como hijos queridos, y vivid en el amor como Cristo os amó y se entregó por nosotros a Dios como oblación y víctima de suave olor.
De la fornicación, la impureza, indecencia o afán de dinero, ni hablar; es impropio de los santos. Tampoco vulgaridades, estupideces o frases de doble sentido; todo eso está fuera de lugar. Lo vuestro es alabar a Dios. Tened entendido que nadie que se da a la fornicación, a la impureza, o al afán de dinero, que es una idolatría, tendrá herencia en el reino de Cristo y de Dios.
Que nadie os engañe con argumentos falaces; estas cosas son las que atraen el castigo de Dios sobre los rebeldes. No tengáis parte con ellos. Antes sí erais tinieblas, pero ahora, sois luz por el Señor.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 1, 1-2. 3. 4 y 6 (R.: cf. Ef 5, 1)
R. 
Seamos imitadores de Dios, como hijos queridos.
Simus imitatóres Dei, sicut fílii caríssimi.

V. Dichoso el hombre
que no sigue el consejo de los impíos,
ni entra por la senda de los pecadores,
ni se sienta en la reunión de los cínicos;
sino que su gozo es la ley del Señor,
y medita su ley día y noche.
R. Seamos imitadores de Dios, como hijos queridos.
Simus imitatóres Dei, sicut fílii caríssimi.

V. Será como un árbol
plantado al borde de la acequia:
da fruto en su sazón
y no se marchitan sus hojas;
y cuanto emprende tiene buen fin.
R. Seamos imitadores de Dios, como hijos queridos.
Simus imitatóres Dei, sicut fílii caríssimi.

V. No así los impíos, no así;
serán paja que arrebata el viento.
Porque el Señor protege el camino de los justos,
pero el camino de los impíos acaba mal.
R. Seamos imitadores de Dios, como hijos queridos.
Simus imitatóres Dei, sicut fílii caríssimi.

Aleluya Cf. Jn 17, 17b.a
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Tu palabra, Señor, es verdad; santifícanos en la verdad. R.
Sermo tuus, Dómine, véritas est; sanctífica nos in veritáte.

EVANGELIO Lc 13, 10-17
A esta, que es hija de Abrahán, ¿no era necesario soltarla de tal ligadura en día de sábado?
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

Un sábado, enseñaba Jesús en una sinagoga.
Había una mujer que desde hacía dieciocho años estaba enferma por causa de un espíritu, y estaba encorvada, sin poderse enderezar de ningún modo.
Al verla, Jesús la llamó y le dijo:
«Mujer, quedas libre de tu enfermedad».
Le impuso las manos, y enseguida se puso derecha. Y glorificaba a Dios.
Pero el jefe de la sinagoga, indignado porque Jesús había curado en sábado, se puso a decir a la gente:
«Hay seis días para trabajar; venid, pues, a que os curen en esos días y no en sábado».
Pero el Señor le respondió y dijo:
«Hipócritas: cualquiera de vosotros, ¿no desata en sábado su buey o su burro del pesebre, y los lleva a abrevar?
Y a esta, que es hija de Abrahán, y que Satanás ha tenido atada dieciocho años, ¿no era necesario soltarla de tal ligadura en día de sábado?».
Al decir estas palabras, sus enemigos quedaron abochornados, y toda la gente se alegraba por todas las maravillas que hacía.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Homilía en santa Marta 30-octubre-2017
Es una gracia para el pueblo de Dios tener buenos pastores, pastores como Jesús, que no se avergüenzan de tocar la carne herida, que saben que de eso -no solo ellos, sino todos- seremos juzgados: estuve hambriento, estuve en la cárcel, estuve enfermo… Los criterios del protocolo final son los criterios de la cercanía, los criterios de esa cercanía total, para tocar, compartir la situación del pueblo de Dios. No olvidemos esto: el buen pastor siempre se hace cercano a la gente, siempre, como Dios nuestro Padre se hizo cercano a nosotros, en Jesucristo hecho carne.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XXIV

Presentemos a Dios nuestras plegarias.
- Por la santa Iglesia de Dios, para que el poder de la cruz salvadora y la fuerza de la resurrección de Jesucristo la purifique de todas sus faltas y le conceda el don de la unidad y la alegría de la fe. Roguemos al Señor.
- Por los hombres y mujeres que se han consagrado a Dios en la vida monástica, para que el Señor los bendiga y los llene con su gracia. Roguemos al Señor.
- Por los gobernantes y los políticos de todos los países, para que Dios mueva sus corazones y les inspire sentimientos de fraternidad, y todo lo que se gasta en armas e instrumentos de destrucción pueda emplearse en combatir el hambre y la pobreza. Roguemos al Señor.
- Por nuestro país, para que mejore la situación económica y tengamos prosperidad en la agricultura, la industria y los demás trabajos. Roguemos al Señor.
- Por todos nuestros hermanos difuntos, para que el Señor les conceda la bienaventuranza eterna.
- Por todos los presentes, para que Dios nos conceda su perdón y haga de nosotros fieles seguidores de Jesucristo. Roguemos al Señor.
Escucha, Padre, las oraciones que te dirigimos, míranos bondadoso, y no rechaces a los que en ti confían. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa de la memoria:
Oración sobre las ofrendas
Dios todopoderoso, mira el sacrificio que te ofrecemos en la fiesta de san N., y concede a cuantos celebramos el misterio de la pasión del Señor imitar lo que realizamos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Super oblata
Réspice quas offérimus hóstias, omnípotens Deus, in beáti N. festivitáte, et praesta, ut, qui domínicae passiónis mystéria celebrámus, imitémur quod ágimus. Per Christum.

PREFACIO COMÚN III
ALABANZA A DIOS QUE NOS CREÓ Y NOS HA CREADO DE NUEVO EN CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno. Porque has querido ser, por medio de tu amado Hijo, no sólo el creador del género humano, sino también su bondadoso restaurador.
Por eso, con razón te sirven todas las criaturas, con justicia te alaban todos los redimidos y unánimes te bendicen tus santos.
Con ellos, unidos a todos los ángeles, nosotros queremos celebrarte y te alabamos diciendo:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Qui per Fílium dilectiónis tuae, sicut cónditor géneris es humáni, ita benigníssimus reformátor.
Unde mérito tibi cunctae sérviunt creatúrae, te redémpti rite colláudant univérsi, et uno Sancti tui te corde benedícunt.
Quaprópter et nos cum ómnibus te Angelis celebrámus, iucúnda semper confessióne dicéntes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Cf. Ez 34, 15
Yo mismo apacentaré mis ovejas y las haré reposar, dice el Señor.
Ego pascam oves meas, et ego eas accubáre fáciam, dicit Dóminus.
O bien: Cf. Mt 10, 27
Lo que os digo en la oscuridad, decidio a la luz, dice el Señor, ylo que os digo al oído, pregonadio desde la azotea.
Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine, dicit Dóminus, et quod in aure audítis, praedicáte super tecta.

Oración después de la comunión
Señor, por la eficacia de este sacramento confirma a tus siervos en la verdadera fe para que la proclamen de palabra y de obra en todas partes, a ejemplo de san N. que, por ella, trabajó y consagró su vida. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Huius mystérii virtúte, confírma, Dómine, fámulos tuos in fide veritátis, ut eam ubíque ore et ópere confiteántur, pro qua beátus N. laboráre non déstitit et vitam suam impéndit. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del día 25 de octubre
1. En Roma, en el cementerio Trasone, de la vía Salaria Nueva, santos Crisanto y Daria, mártires, a los que dedicó sus alabanzas el papa san Dámaso. (c. 253)
2. En Soissons, lugar de la Galia Bélgica, santos Crispín y Crispiniano, mártires(c. s. III)
3. En Florencia, en Toscana, región de Italia en la actualidad, san Miniato, mártir. (c. s. III)
4. En Périgeux, de Aquitania, Francia actualmente, san Frontón, considerado como el primer anunciador del Evangelio en esta ciudad. (c. s. III)
5. En Constantinopla, hoy Estambul, en Turquía, santos Martirio, subdiácono, y Marciano, cantor, que en tiempo del emperador Constancio, fueron asesinados por los arrianos. (c. 351)
6. En Brescia, en el territorio de Venecia, actualmente en Italia, san Gaudencio, obispo, que, ordenado por san Ambrosio, se distinguió entre los prelados de la época por su doctrina y sus virtudes, enseñó a su pueblo de palabra y con sus escritos, y construyó una basílica a la que llamó “Concilio de los Santos”. (c. 410)
7. En la región de Gevaudan, en la Galia, hoy Francia, san Hilaro, obispo de Javols. (s. VI)
8*. En las cercanías de Segovia, en Hispania, san Frutos, que llevó vida eremítica junto a una escarpada montaña. (c. 715)
9*. En Pécs, en Hungría, san Mauro, obispo, hombre de sólida formación eclesiástica, que fue monje y abad del monasterio de San Martín de Pannonhalma. (1070)
10*. En Vic, localidad de Cataluña, en España, san Bernardo Calbó, obispo, quien, siendo juez renunció a su cargo para profesar  como monje cisterciense. Fue abad del monasterio de Santes Creus y, más tarde, resultó elegido para la sede de Vic, promoviendo siempre la verdadera doctrina. (1243)
11*. En Borgo Sant’Antonio, lugar del Piamonte, en la Italia actual, muerte del beato Tadeo Machar, obispo de Cork y Cloyne, en Irlanda, el cual, víctima de las envidias de los poderosos, tuvo que salir de su país, y de viaje hacia Roma descansó en el Señor. (1492)
12*. En el municipio de Nules, en la provincia de Castellón de la región valenciana, en España, beato Recaredo Centelles Abad, presbítero de la Hermandad de Sacerdotes Operarios Diocesanos y mártir, que durante la persecución contra la Iglesia, fue asesinado a las puertas del cementerio por quienes odiaban el sacerdocio. (1936)
13*. En Alcira, en la misma región de Valencia, también en España, beatas María Teresa Ferragud Roig y sus hijas María de Jesús (Vicenta), María Verónica (Joaquina), María Felicidad Masiá Ferragud, vírgenes de la Orden de Clarisas Capuchinas, y Josefa de la Purificación (Raimunda) Masiá Ferragud, virgen de la Orden de Agustinas Descalzas, todas ellas mártires, que durante la misma persecución dieron testimonio invicto de su fe en Cristo, y merecieron ser coronadas. (1936)
- Beato Carlo Gnocchi (1902- Milán 1956). Sacerdote diocesano, capellán militar, fundador de la Obra Pro Juventute, hoy Fundación Don Gnocchi, con el fin de asistir a las víctimas de la guerra y paliar sus sufrimientos.

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