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viernes, 9 de septiembre de 2022

Viernes 14 octubre 2022, Viernes de la XXVIII semana del Tiempo Ordinario, feria o san Calixto I, papa y mártir, memoria libre.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI STUDENTI DEL PONTIFICIO SEMINARIO ROMANO MAGGIORE

Festa della Madonna della Fiducia. Sabato, 3 marzo 1984

Per prima cosa, una parola di ringraziamento a questo vostro collega, che ha parlato così bene, così semplicemente. Ha svolto una meditazione sulle parole e sui fatti che sono - possiamo ben dirlo - costitutivi della mia vocazione. È stato per me molto consolante poter sentire quelle parole pronunciate a nome di tutti voi, dell’intero Seminario Romano.

Ecco, il Seminario Romano. Del Vescovo di Roma, si sa bene quali sono le relazioni organiche tra l’uno e l’altro: “pupilla oculi Episcopi”; questo io l’ho imparato da molti anni, prima come seminarista, poi come sacerdote, come vescovo, e adesso come Vescovo di Roma. Dunque, voi siete “pupilla oculi” del Vescovo di Roma: questa è la verità su di voi, sul Seminario Romano, come su ogni seminario del mondo. E questo è vero anche se io, avendo tanti compiti, tanti doveri e tante attività quotidiane, non posso soddisfare - nel senso del tempo, dello spazio, nel senso della presenza fattiva - al compito che il vescovo dovrebbe assolvere verso il suo seminario. Ma questo non diminuisce la mia intenzionalità, che è quella propria di ogni vescovo del mondo e della Chiesa. Sono tanto più riconoscente al cardinale vicario, a monsignor vicegerente, a tutti i vescovi che mi sostituiscono in questa relazione quotidiana, frequente, con il Seminario Romano. Come anche sono riconoscente a monsignor rettore, a tutti i superiori, ai padri spirituali, a tutti i vostri precettori e professori e poi a tutti voi.

Se manteniamo quel paragone dell’“oculus Episcopi”, dobbiamo dire che l’occhio vive con il proprio organismo, è una realtà organica. Così anche quell’“oculus Episcopi” o piuttosto quella “pupilla oculi Episcopi” - il seminario - vive come un organismo spirituale in cui ciascuno cerca di adempiere al suo compito per il bene di tutti, per il bene di tutto il corpo. L’analogia del “corpo di Cristo”, che san Paolo ha attribuito alla Chiesa, si può certamente attribuire, in senso specifico, a questa Chiesa che è il seminario: questo non è infatti solamente un organo della Chiesa, una istituzione della Chiesa, ma è anche una Chiesa “per partecipazione”, una Chiesa per analogia, una Chiesa con una finalità del tutto speciale, una Chiesa dove viene messo in grande rilievo il mistero sacerdotale: mistero del sacerdozio di Cristo, mistero del sacerdozio universale di tutti i battezzati, ma specialmente il mistero dei presbiteri. Un mistero e un ministero: le due realtà vanno insieme. Certamente, si parla molto del sacerdozio ministeriale, ma questo costituisce in ciascuno di noi un mistero, un mistero divino, un mistero intimo, un mistero irripetibile, una realtà che si spiega nelle profondità della vita divina, dell’economia divina, dell’economia della salvezza, che si spiega tramite il mistero della Redenzione, che soprattutto si spiega nel mistero di Cristo, nella sua realtà divino-umana, nella sua mediazione, nella sua missione.

Si dice - e questo è vero - che il Papa è vicario di Cristo. È vero e io l’accetto con tutta umiltà. L’accetto più facilmente dopo il Vaticano II perché nei documenti del Concilio questa stessa definizione di vicario di Cristo viene attribuita a tutti i vescovi: ciascun vescovo è vicario di Cristo per la sua Chiesa. Il Papa è vicario di Cristo per la Chiesa di Roma e a causa della vocazione, della caratteristica di questa Chiesa romana è anche vicario di Cristo per la Chiesa universale. Si tratta certamente di un’attribuzione, di una parola forte: una parola che fa trepidare. Devo dirvi che preferisco non abusare di questa parola e adoperarla raramente. Preferisco dire “successore di Pietro”, sì; ma ancor più preferisco dire “Vescovo di Roma”. Quell’altra parola deve venir riservata ai momenti più solenni dove la Chiesa deve presentarsi nella sua identità cristologica, nella sua dimensione cristologica, come corpo di Cristo. In questa circostanza e in questo contesto anche la parola “Vicario di Cristo” sembra più giustificata.

Ma ho detto tutto questo per potervi dire ancora un’altra cosa: se è vero che la parola “vicario di Cristo” è tanto impegnativa per ogni vescovo rispetto alla sua Chiesa, c’è un’altra parola che è ancora più forte e che si riferisce a ciascuno di noi come sacerdote. Questa parola ci dice che noi dobbiamo operare “in persona Christi”. È molto più forte dire “in persona Christi”: c’è, di più, l’identificazione, l’immedesimazione, l’intimità. Questo si riferisce a ciascuno di noi come sacerdote o come futuro sacerdote: operare “in persona Christi”. Ho sentito con grande umiltà e anche con grande gratitudine le parole del vostro collega, la sua meditazione, e mi hanno colpito per la loro semplicità e profondità. Volevo restituirgli questa semplicità e questa profondità della vostra meditazione al riguardo della mia persona dicendogli quello che ho detto.

Voi tutti, come noi tutti, siete chiamati a operare “in persona Christi” e dovete prepararvi bene, profondamente, a questa realtà affascinante - non si può immaginare un fascino maggiore - che è anche una realtà tremenda: “mysterium fascinosum et mysterium tremendum”. Vi auguro, carissimi, di vivere questi due misteri, “fascinosum et tremendum”, che si incrociano in Cristo, “in persona Christi” nel modo più efficace possibile. Questi sono i miei auguri e questa è la mia risposta ai vostri auguri e per questo nostro incontro annuale, che facciamo sotto gli occhi della Madonna: Maria della Fiducia, Madre della Fiducia.

Un’ultima cosa. Se è vero che il seminario è “pupilla oculi Episcopi”, io, come Vescovo di Roma, mi sento tanto felice di sapere che questo seminario Romano si trova sotto lo sguardo materno della Madonna della fiducia; di sapere che esso vive tutti i giorni sotto gli occhi della Madre di Cristo, che si sviluppa spiritualmente e anche numericamente sotto questi occhi. Io confido in questo sguardo materno, in questi occhi che hanno seguito Gesù Cristo in persona. Gli stessi occhi, in modo spirituale e morale, devono seguire ciascuno di noi che siamo chiamati a operare “in persona Christi”, ad essere “alter Christus”. Lo stesso sguardo materno deve seguire Cristo in ciascuno di noi.

Questa è la mia consolazione. Questa è la vostra consolazione.

CALENDARIO

14 VIERNES DE LA XXVIII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria o SAN CALIXTO I, papa y mártir, memoria libre

Misa
de feria (verde) o de la memoria (rojo).
MISAL: para la feria cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria 1.ª orac. prop. y el resto del común de mártires (para un mártir) o de pastores (para un papa), o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Ef 1, 11-14.
Antes esperábamos en el Mesías. Vosotros habéis sido marcados con el sello del Espíritu Santo.
- Sal 32. R. Dichoso el pueblo que el Señor se escogió como heredad.
- Lc 12, 1-7. Hasta los cabellos de vuestra cabeza están contados.
o bien:
cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de feria o de la memoria.

Martirologio: elogs. del 15 de octubre, pág. 612.
CALENDARIOS: Agustinos: Beato Gonzalo de Lagos, presbítero (ML).
Capuchinos: Beato Honorato Hozminski, presbítero (ML).
Dominicos: Beata María Poussepin, virgen (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XXVIII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa de la memoria:
14 de octubre
San Calixto I, papa y mártir.

La oración colecta es propia, el resto es del común de mártires: I. Fuera del Tiempo Pascual, Para un mártir 1.

Antífona de entrada
Este santo luchó hasta la muerte en defensa de la ley de Dios y no temió las palabras de los malvados: estaba cimentado sobre roca firme.
Iste sanctus pro lege Dei sui certávit usque ad mortem, et a verbis impiórum non tímuit; fundátus enim erat supra firmam petram.
O bien: Cf. Sab 10, 12
El Señor lo puso en un duro combate, para que venciera, pues la sabiduría es más fuerte que todo.
Certámen forte dedit illi Dóminus, ut víncere sciret, quóniam ómnium poténtior est sapiéntia.

Monición de entrada
Celebramos a san Calixto I, papa y mártir, que siendo diácono, después de un destierro en la isla de Cerdeña, tuVo a su cuidado el cementerio de la vía Apia que lleva su nombre, donde dejó para la posteridad las memorias de mártires. Elegido luego papa, promovió la recta doctrina y reconcilió a los apóstatas, para terminar su intenso pontificado con la gloria del martirio, ocurrido hacia el año 222.

Oración colecta
Oh, Dios, que has suscitado al papa san Calixto, para el servicio de la Iglesia y la piedad por los fieles difuntos, te rogamos nos fortalezcas con el testimonio de su fe para que, libres de la servidumbre de las cosas caducas, merezcamos alcanzar la herencia incorruptible. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátum Callístum papam, ad Ecclésiae servítium et pietátem erga christifidéles defunctós suscitásti, eius fídei testimónio, quaesumus, nos róbora, ut a servitúte corruptiónis erépti, incorruptíbilem hereditátem cónsequi mereámur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Viernes la XXVIII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Ef 1, 11-14
Antes esperábamos en el Mesías. Vosotros habéis sido marcados con el sello del Espíritu Santo

Lectura de la carta del apóstol san Pablo a los Efesios.

Hermanos:
En Cristo hemos heredado también los hijos de Israel,
los que ya estábamos destinados por decisión
del que lo hace todo según su voluntad,
para que seamos alabanza de su gloria
quienes antes esperábamos en el Mesías.
En él también vosotros,
después de haber escuchado la palabra de la verdad
—el evangelio de vuestra salvación—,
creyendo en él
habéis sido marcados con el sello del Espíritu Santo prometido.
Él es la prenda de nuestra herencia,
mientras llega la redención del pueblo de su propiedad,
para alabanza de su gloria.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 32, 1-2. 4-5. 12-13 (R.: cf. 12)
R. 
Dichoso el pueblo que el Señor se escogió como heredad.
Beátus pópulus, quem elégit Dóminus in hereditátem sibi.

V. Aclamad, justos, al Señor,
que merece la alabanza de los buenos.
Dad gracias al Señor con la cítara,
tocad en su honor el arpa de diez cuerdas.
R. Dichoso el pueblo que el Señor se escogió como heredad.
Beátus pópulus, quem elégit Dóminus in hereditátem sibi.

V. La palabra del Señor es sincera,
y todas sus acciones son leales;
él ama la justicia y el derecho,
y su misericordia llena la tierra.
R. Dichoso el pueblo que el Señor se escogió como heredad.
Beátus pópulus, quem elégit Dóminus in hereditátem sibi.

V. Dichosa la nación cuyo Dios es el Señor,
el pueblo que él se escogió como heredad.
El Señor mira desde el cielo,
se fija en todos los hombres.
R. Dichoso el pueblo que el Señor se escogió como heredad.
Beátus pópulus, quem elégit Dóminus in hereditátem sibi.

Aleluya Sal 32, 22
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Que tu misericordia, Señor, venga sobre nosotros, como lo esperamos de tí. R.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, quemádmodum sperávimus in te.

EVANGELIO Lc 12, 1-7
Hasta los cabellos de vuestra cabeza están contados
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, miles y miles de personas se agolpaban. Jesús empezó a hablar, dirigiéndose primero a sus discípulos:
«Cuidado con la levadura de los fariseos, que es la hipocresía, pues nada hay cubierto que no llegue a descubrirse, ni nada escondido que no llegue a saberse.
Por eso, lo que digáis en la oscuridad será oído a plena luz, y lo que digáis al oído en las recámaras se pregonará desde la azotea.
A vosotros os digo, amigos míos: no tengáis miedo a los que matan el cuerpo, y después de esto no pueden hacer más.
Os voy a enseñar a quién tenéis que temer: temed al que, después de la muerte, tiene poder para arrojar a la “gehenna”. A ese tenéis que temer, os lo digo yo.
¿No se venden cinco pájaros por dos céntimos? Pues ni de uno solo de ellos se olvida Dios.
Más aún, hasta los cabellos de vuestra cabeza están contados. No tengáis miedo: valéis más que muchos pájaros».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Homilía en santa Marta 19-octubre-2018
Jesús nos advierte: "Cuidado con la levadura de los fariseos". La levadura de los cristianos es el Espíritu Santo, que nos empuja hacia fuera, nos hace crecer, con todas las dificultades del camino, también con todos los pecados, pero siempre con esperanza. El Espíritu Santo es la prenda de esa esperanza, de esa alabanza, de esa alegría. En el corazón, esa gente que tiene al Espíritu Santo como levadura, está gozosa, incluso con problemas y dificultades. Los hipócritas han olvidado qué significa estar alegre.


Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XVI

Hermanos: En esta oración pública y comunitaria que vamos a hacer, no se limite cada uno a orar por sí mismo o por sus necesidades, sino oremos a Cristo el Señor por todo el pueblo.
RCristo óyenos.
- Pidamos para todo el pueblo cristiano la abundancia de la bondad divina. R.
- Imploremos la largueza de los dones espirituales para todos los no creyentes. R.
- Supliquemos la fortaleza del Señor para todos los que gobiernan las naciones. R.
- Pidamos al Señor, que gobierna el mundo, tiempo bueno y maduración de los frutos. R.
- Roguemos al Señor por todos nuestros hermanos que no han podido venir a esta celebración. R.
- Oremos al juez de todos los hombres por el descanso eterno de los fieles difuntos. R.
- Pidamos la clemencia del Salvador para todos nosotros, que imploramos con fe la misericordia del Señor. R.
- Imploremos la misericordia de Cristo, el Señor, en favor nuestro y de nuestros familiares, confiando en la bondad del Señor. R.
Atiende benignamente nuestras súplicas, Señor, y escucha las oraciones de tus fieles. Por Jesucristo nuestro Señor. 

Misa de la memoria:
Oración sobre las ofrendas
Santifica con la eficacia de tu bendición, Señor, estos dones que, por tu gracia, han de encender en nosotros aquel fuego de tu amor que dio fuerza a san N., para vencer todos los tormentos corporales. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Obláta múnera, quaesumus, Dómine, tua benedictióne sanctífica, quae, te donánte, nos illa flamma tuae dilectiónis accéndat, per quam sanctus N. torménta sui córporis univérsa devícit. Per Christum.
O bien:
Acepta, Señor, los dones que te presentamos en la memoria de tu mártir san N. para que sean ofrenda tan grata a tu majestad como preciosa fue su sangre derramada. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Accépta tibi sint, quaesumus, Dómine, múnera, quae in commemoratióne beáti mártyris tui N. deférimus, ut eo maiestáti tuae sint plácita, sicut illíus effúsio sánguinis apud te éxstitit pretiósa. Per Christum.

PREFACIO I DE LOS SANTOS MÁRTIRES
SIGNIFICADO Y EJEMPLARIDAD DEL MARTIRIO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Porque la sangre del glorioso mártir san N., derramada, como la de Cristo, para confesar tu nombre, manifiesta las maravillas de tu poder; pues en su martirio, Señor, has sacado fuerza de lo débil, haciendo de la fragilidad tu propio testimonio; por Cristo, Señor nuestro.
Por eso, con las virtudes del cielo te aclamamos continuamente en la tierra, alabando tu gloria sin cesar:
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Quóniam beáti mártyris N. pro confessióne nóminis tui, ad imitatiónem Christi, sanguis effúsus tua mirabília maniféstat, quibus pérficis in fragilitáte virtútem, et vires infírmas ad testimónium róboras, per Christum Dóminum nostrum.
Et ídeo, cum caelórum Virtútibus, in terris te iúgiter celebrámus, maiestáti tuae sine fine clamántes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA III

Antífona de comunión Cf. Mt 16, 24
Si alguno quiere venir en pos de mí, que se niegue a sí mismo, tome su cruz y me siga, dice el Señor.
Qui vult veníre post me, ábneget semetípsum, et tollat crucem suam, et sequátur me, dicit Dóminus.
O bien: Cf. Mt 10, 39
El que pierda su vida por mí, la encontrará para siempre, dice el Señor.
Qui perdíderit ánimam suam propter me, dicit Dóminus, invéniet eam in aetérnum.

Oración después de la comunión
Te pedimos, Señor, que los sacramentos recibidos nos den aquella fortaleza de espíritu que hizo a tu mártir san N. fiel en tu servicio y victorioso en el martirio. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Praestent nobis, quaesumus, Dómine, sacra mystéria quae súmpsimus eam ánimi fortitúdinem, quae beátum N. mártyrem tuum réddidit in tuo servítio fidélem et in passióne victórem. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del día 15 de octubre
F
iesta de santa Teresa de Jesús, virgen y doctora de la Iglesia, la cual, nacida en Ávila, ciudad de España, y agregada a la Orden Carmelitana, llegó a ser madre y maestra de una observancia más estrecha; en su corazón concibió un plan de crecimiento espiritual bajo la forma de una ascensión por grados del alma hacia Dios, pero a causa de la reforma de su Orden hubo de sufrir dificultades, que superó con ánimo esforzado. Compuso libros, en los que muestra una sólida doctrina y el fruto de su experiencia. (1582)
2. En Edesa, ciudad de Siria, hoy en Turquía, conmemoración de san Barses, obispo, que, condenado al destierro por el emperador arriano Valente a causa de su fe católica, hubo de morar en lejanas tierras, donde, fatigado al tener que cambiar por tres veces de lugar, falleció un día desconocido del mes de marzo. (379)
3. En Tréveris, en la Galia Bélgica, actual Alemania, san Severo, obispo, el cual, discípulo de san Lupo de Troyes, acompañó a san Germán de Auxerre a Bretaña para extirpar la herejía de Pelagio, y también predicó el Evangelio entre los germanos. (s. V)
4. En Kitzingen, lugar de Germania, también Alemania en la actualidad, santa Tecla, abadesa, que, enviada desde Inglaterra para ayudar a san Bonifacio, presidió primero el monasterio de Ochsenfurt y después el de Kitzingen. (c. 790)
5. En el monasterio de Trebnitz, en Silesia, región de la Polonia actual, muerte de santa Eduvigis, religiosa, cuya memoria se celebra mañana. (1243)
6*. En Torresvedras, en Portugal, beato Gonzalo de Lagos, presbítero de la Orden de Ermitaños de San Agustín, que se distinguió por su dedicación a enseñar los preceptos cristianos a los niños y a los incultos. (1422)
7. En Nagasaki, en Japón, santa Magdalena, virgen y mártir, que en tiempo del emperador Yemitsu, fue fuerte de ánimo, tanto en mantener la fe como en soportar el suplicio de la horca durante trece días. (1634)
8*. En Valencia, en España, beato Narciso Basté Basté, presbítero de la Orden de la Compañía de Jesús y mártir, que aceptando con fidelidad las palabras de Cristo, en tiempo de persecución contra la fe, por su muerte pasó a la vida de la gloria. (1936)

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