Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

sábado, 26 de noviembre de 2022

Lunes 26 diciembre 2022, San Esteban, protomártir, fiesta.

SOBRE LITURGIA

VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA, ISOLE SALOMONE E THAILANDIA
SANTA MESSA PER LE VOCAZIONI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Stadio di Port Moresby (Papua Nuova Guinea)
Lunedì, 7 Maggio 1984

Cari fratelli e sorelle in Gesù Cristo.

1. “Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando . . . Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15, 14-15).

Queste parole Cristo le ha dette agli apostoli nella “sala al piano superiore”, la notte prima della sua passione. Sono parole di amicizia e di amore per quanti aveva chiamato a seguirlo più da vicino, parole di sostegno e di incoraggiamento per quelli che avevano scelto di continuare la sua opera di salvezza in obbedienza alla volontà del Padre.

Oggi la Chiesa celebra e vive queste parole di Cristo nella liturgia serale che ho la gioia di offrire con voi in questo stadio di Port Moresby. Proclamo queste parole a voi ai quali Cristo ha fatto conoscere ciò che egli ha udito dal Padre suo, a voi che avete fatto ciò che egli vi ha comandato. Oggi offro queste parole a tutti coloro che continuano l’opera degli apostoli in Papua Nuova Guinea: ai vescovi innanzitutto, assieme ai loro sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e agli apostoli laici di questo Paese, specialmente ai numerosi zelanti catechisti.

2. In questo momento i miei pensieri vanno in particolar modo ai missionari: a quelli che per primi portarono il messaggio di Cristo a queste isole e a quelli che continuano a prestare qui oggi il loro servizio. Non è possibile raccontare tutta la storia del Vangelo in Papua Nuova Guinea; voglio però rendere omaggio alla sacra storia dell’evangelizzazione e ricordare alcuni di quegli apostoli vissuti e morti perché i figli e le figlie di questa terra potessero conoscere e amare Gesù Cristo, il Figlio di Dio e salvatore del mondo.

Il primo tentativo di evangelizzazione fu fatto dai Maristi nelle isole di Woodlark e Rooke nel 1847. Ma essi dovettero andarsene. Cinque anni dopo un altro tentativo fu fatto dai missionari del Pime. Ma dopo solo tre anni anch’essi furono obbligati ad abbandonare il lavoro missionario, non senza che uno di loro avesse dato la vita per la fede con il martirio: il beato Giovanni Mazzucconi, morto a Woodlark nel 1855 e recentemente beatificato a Roma.

Con l’arrivo dei missionari del Sacro Cuore nella festa di san Michele arcangelo nel 1882, spuntò l’alba della nuova era, nell’ininterrotta evangelizzazione di quella che è oggi la Papua Nuova Guinea. Tre missionari, sotto la guida di padre André Navarre, sbarcarono sull’isola Matupit nel porto di Rabaul, in New Britain. Con gratitudine ricordiamo il popolo di Nodup e il loro “grande capo” To Litur, che accolsero fra loro i missionari e offrirono protezione e una terra nella quale vivere.

Da questi umili inizi a Nopud, si sviluppò progressivamente un’evangelizzazione inarrestabile attraverso l’infaticabile impegno dei missionari e sotto l’illuminata guida di una serie di santi e zelanti vescovi. Tra questi, uno speciale riconoscimento merita il vicario apostolico di New Britain, il vescovo Louis Couppé.

Nel 1885 i missionari del Sacro Cuore si assunsero l’incarico dell’attività missionaria in un’altra area, questa volta lungo le zone costiere della Nuova Guinea, note come Papua, non lontano da dove oggi celebriamo l’Eucaristia. Qui, il 4 luglio, per la prima volta su suolo papuano, veniva offerto a Dio il santo sacrificio della messa, un anniversario che viene ancora ricordato con particolare devozione. Tra gli operai apostolici che provvidenzialmente guidarono la crescita dell’attività missionaria lungo le coste della Papua e verso l’interno, due santi vescovi meritano una specifica menzione: il vescovo Henry Verjus, che morì in giovane età, essendo stata la sua salute gravemente pregiudicata dalle privazioni e dai sacrifici di una vita eroica; e il vescovo Alain Guynot de Boismenu, che, come secondo vicario apostolico della Nuova Guinea, promosse per molti anni la causa delle missioni e lasciò dietro di sé un esempio luminoso di santità di vita. Non posso tralasciare di ricordare a questo punto che, fin dai primi inizi, il lavoro dei missionari del Sacro Cuore fu generosamente assistito dalle Figlie di nostra Signora del Sacro Cuore. Più tardi si unirono ad esse le suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Cinque coraggiose donne di questo secondo istituto furono in seguito nel numero dei “martiri di Baining”.

Nel 1896 la Società del Verbo Divino, sotto la guida di padre Eberhard Limbrock, inaugurò una terza area di attività missionaria, lungo la costa nord-est della Nuova Guinea. Mentre i loro fratelli missionari predicavano il Vangelo nelle zone costiere, i padri William Ross e Ivo Schaefer si fecero pionieri nel portare la luce di Cristo Signore alle popolazioni delle valli montane. Così, quello che cominciò molto umilmente nell’isola Tumleo presso Aitape abbraccia ora le due arcidiocesi di Madang e di Mount Hagen, assieme a otto sedi suffraganee.

Tre anni dopo, i padri Maristi si assunsero l’incarico di una quarta area di conquista missionaria nelle Salomone settentrionali. Stabilitisi prima nelle isole Shortland nel 1899, spostarono poi il centro della loro attività missionaria a Kieta, nell’isola Bougainville. Oggi la diocesi di Bougainville con il suo vescovo autoctono dà un’ampia testimonianza del lavoro compiuto dai coraggiosi missionari.

Vediamo così come, da queste quattro differenti aree di attività missionaria, la Papua Nuova Guinea ha oggi quattro sedi metropolitane con quattordici diocesi. Dio ha largamente benedetto questo Paese e ha reso fecondi i coraggiosi sforzi dei missionari che vennero qui per comando di Cristo con il messaggio della salvezza e l’amore fraterno.

3. Avendo davanti agli occhi i meravigliosi e lodevoli sforzi di tutti questi missionari e di molti altri, ci vengono alla mente le parole della prima lettura della odierna liturgia: “Dimentichi del passato” (comprese le loro famiglie, i loro amici e il Paese d’origine), essi erano “protesi verso il futuro”, correndo verso la meta (cf. Fil 3, 13-14): la costruzione del regno del Dio vivente, la Chiesa di Gesù Cristo, in mezzo ai loro fratelli e sorelle di queste lontane isole, di quella che oggi è Papua Nuova Guinea. Per l’amore del Vangelo, essi “soffrirono la perdita di ogni cosa”, al fine di “guadagnare Cristo” (Fil 3, 8) e per lui guadagnare nuovi membri del regno di Dio, anch’essi redenti mediante la sua croce e la sua risurrezione.

È oggi mio sincero desiderio rendere lode e grazie al Dio vivente, insieme con voi, amati fratelli e sorelle, per questa meravigliosa divina chiamata che ha già portato frutti copiosi in questa terra. “Te Deum laudamus”!

La Chiesa che vive in mezzo a nuovi popoli e nazioni, gradatamente cresce verso la maturità man mano che i figli e le figlie indigeni accolgono e rispondono alla divina chiamata del Vangelo, non solo vivendo fedelmente i sacramenti del Battesimo e della Cresima, ma anche abbracciando le vocazioni evangeliche al ministero sacerdotale e alla vita consacrata.

4. La Chiesa, come corpo di Cristo, cresce in questa terra con una sua vita propria, con i suoi doni caratteristici di natura e di grazia, pur partecipando all’unità della Chiesa universale. È mia fervida preghiera che la Chiesa in Papua Nuova Guinea, man mano che continua a crescere e a maturare, possa godere di una grande fioritura di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Vorrei che un numero sempre più grande di vostri figli e figlie potesse attentamente ascoltare e prontamente accogliere queste parole di Cristo che parlano di una speciale scelta personale da parte di Dio, di una fecondità apostolica: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). È nel piano di Dio che i sacerdoti e i religiosi si mettano al servizio delle famiglie cristiane e che le famiglie cristiane, a loro volta, contribuiscano a creare le condizioni di fede favorevoli nelle quali i giovani possano sentire la chiamata di Dio.

La Chiesa missionaria in questo Paese ha ben compreso l’importanza di favorire le vocazioni. In questo campo, l’istituzione delle scuole di formazione per catechisti e insegnanti si sono dimostrate provvidenziali nelle varie regioni. Il risultato di questi sforzi si è visto quando Louis Vangeke, il primo sacerdote di questo Paese, ordinato nel 1937, fu ordinato vescovo da papa Paolo VI a Sydney, Australia, nel 1970.

Grandi sforzi richiese l’istituzione dei seminari minori. Il primo fu fondato a Vunapope, in New Britain, nel 1937, e il secondo un anno dopo ad Alexishafen presso Madang. Seguirono altre iniziative, e si deve fare particolare menzione del coraggioso lavoro di formazione seminaristica compiuto durante i difficili anni della Seconda guerra mondiale.

Oggi avete la fortuna di possedere il seminario regionale maggiore di Bomana, che prepara al sacerdozio giovani provenienti da tutte le Chiese locali. Questi seminaristi ci danno grande speranza per il futuro della Chiesa in Papua Nuova Guinea. A mano a mano che il loro numero cresce, la Chiesa diventa veramente se stessa. Oggi quattro figli di questo Paese sono in mezzo a voi in qualità di vescovi.

Grazie a Dio molte donne di Papua Nuova Guinea hanno accolto la sua chiamata alla vita religiosa. Fin dal 1912 fu fondata la prima congregazione locale di suore: le Figlie di Maria Immacolata. E sei anni dopo ebbero inizio qui in Papua le Serve del Signore (Handmaids of the Lord). Inoltre, molte giovani donne si sono affiancate alle congregazioni missionarie rendendo il loro servizio sia nel Paese, sia fuori di esso. Ci sono state anche vocazioni di fratelli religiosi, e nonostante molte difficoltà, essi non mancano oggi in Papua Nuova Guinea. Prego che con la grazia di Dio il loro numero cresca.

5. Oggi ci riuniamo in questo stadio per dare testimonianza del fatto che la Chiesa di Cristo è un tempio vivente fatto di uomini e di donne di questa terra. In questa storica circostanza, eleviamo i nostri cuori in ardente preghiera per un maggior numero di vocazioni sacerdotali e religiose grazie alle quali il lavoro di evangelizzazione possa progredire. Esse sono così necessarie per la vita e la continua crescita della Chiesa in Papua Nuova Guinea, così necessarie per il bene di tutto il popolo di Dio. Come Gesù disse: “La messe e molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9, 37-38).

Facciamo questa preghiera, amato popolo di Papua Nuova Guinea, nel nome di Cristo, sapendo che tutto quello che chiediamo al Padre nel suo nome, egli ce lo concederà (cf. Gv 15, 16). Facciamo questa preghiera per la gloria della Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

CALENDARIO

Cuarta semana del Salterio 
26 LUNES. SAN ESTEBAN, protomártir, fiesta 

Fiesta de san Esteban, protomártir, varón lleno de fe y de Espíritu Santo, que fue el primero de los siete diáconos que los apóstoles eligieron como cooperadores de su ministerio, y también fue el primero de los discípulos del Señor que en Jerusalén derramó su sangre, dando testimonio de Cristo Jesús al afirmar que veía al Señor sentado en la gloria a la derecha del Padre, al ser lapidado mientras oraba por los perseguidores (elog. del Martirologio Romano). 

Misa de la fiesta (rojo). 
MISAL: ants. y oracs. props., Gl., Pf. Nav., embolismos props. de la Octava en las PP. EE. Conveniente PE I. No se puede decir la PE IV. 
LECC.: vol. IV. 
- Hch 6, 8-10; 7, 54-59. Veo los cielos abiertos. 
- Sal 30. R. A tus manos, Señor, encomiendo mi espíritu. 
- Mt 10, 17-22. No seréis vosotros los que habléis, sino el Espíritu de vuestro Padre.

* Hoy no se permiten las misas de difuntos, excepto la exequial. 

Liturgia de las Horas: oficio de la fiesta. Te Deum. Vísp. como II Vísp. del día 25 y props. Comp. Dom. I o II. 

Martirologio: elogs. del 27 de diciembre, pág. 736. 
CALENDARIOS: Girona: Aniversario de la muerte de Mons. Jaume Camprodón Rovira, obispo, emérito (2016).

TEXTOS MISA

26 de diciembre
SAN ESTEBAN, PROTOMARTIR
Fiesta

Antífona de entrada
Las puertas del cielo se han abierto para san Esteban, el primero de los mártires, y por eso triunfa coronado en el cielo.
Apértae sunt iánuae caeli beáto Stéphano, qui in número Mártyrum invéntus est primus, et ídeo triúmphat in caelis coronátus.

Monición de entrada
En este primer día de la Octava de la Natividad del Señor celebramos la fiesta de san Esteban, protomártir, varón lleno de fe y de Espíritu Santo, que fue el primero de los siete diáconos que los apóstoles eligieron como cooperadores de su ministerio. También fue el primero de los discípulos del Señor que en Jerusalén derramó su sangre, dando testimonio de Cristo. Como el Señor en el momento de su muerte, oraba por sus perseguidores mientras era lapidado. Ocurrió en el siglo I.

Se dice Gloria.

Oración colecta
Concédenos, Señor, imitar lo que celebramos para que aprendamos a amar a los enemigos, al celebrar el nacimiento para el cielo de quien supo orar también por los perseguidores. Por nuestro Señor Jesucristo.
Da nobis, quaesumus, Dómine, imitári quod cólimus, ut discámus et inimícos dilígere, quia eius natalícia celebrámus, qui novit étiam pro persecutóribus exoráre. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas propias de la fiesta de San Esteban, protomártir (Lec. IV).

PRIMERA LECTURA Hch 6, 8-10; 7, 54-60
Veo los cielos abiertos
Lectura del libro de los Hechos de los apóstoles.

En aquellos días, Esteban, lleno de gracia y poder, realizaba grandes prodigios y signos en medio del pueblo. Unos cuantos de la sinagoga llamada de los libertos, oriundos de Cirene, Alejandría, Cilicia y Asia, se pusieron a discutir con Esteban; pero no lograban hacer frente a la sabiduría y al espíritu con que hablaba.
Oyendo sus palabras se recomían en sus corazones y rechinaban los dientes de rabia. Esteban, lleno de Espíritu Santo, fijando la mirada en el cielo, vio la gloria de Dios, y a Jesús de pie a la derecha de Dios, y dijo:
«Veo los cielos abiertos y al Hijo del hombre de pie a la derecha de Dios».
Dando un grito estentóreo, se taparon los oídos; y, como un solo hombre, se abalanzaron sobre él, lo empujaron fuera de la ciudad y se pusieron a apedrearlo. Los testigos dejaron sus capas a los pies de un joven llamado Saulo y se pusieron a apedrear a Esteban, que repetía esta invocación:
«Señor Jesús, recibe mi espíritu».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 30, 3cd-4. 6 y 8ab. 16bc-17 (R.: 6a)
R. A tus manos, Señor, encomiendo mi espíritu.
In manus tuas, Dómine, comméndo spíritum meum.

V. Sé la roca de mi refugio,
un baluarte donde me salve,
tú que eres mi roca y mi baluarte;
por tu nombre dirígeme y guíame.
R. A tus manos, Señor, encomiendo mi espíritu.
In manus tuas, Dómine, comméndo spíritum meum.

V. A tus manos encomiendo mi espíritu:
tú, el Dios leal, me librarás;
tu misericordia sea mi gozo y mi alegría.
Te has fijado en mi aflicción.
R. A tus manos, Señor, encomiendo mi espíritu.
In manus tuas, Dómine, comméndo spíritum meum.

V. Líbrame de los enemigos que me persiguen.
Haz brillar tu rostro sobre tu siervo,
sálvame por tu misericordia.
R. A tus manos, Señor, encomiendo mi espíritu.
In manus tuas, Dómine, comméndo spíritum meum.

Aleluya Sal 117, 26a y 27a
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Bendito el que viene en nombre del Señor; el Señor es Dios, él nos ilumina. R.
Benedíctus qui venit in nómine Dómini; Deus Dóminus, et illúxit nobis.

EVANGELIO Mt 10, 17-22
No seréis vosotros los que habléis, sino el Espíritu de vuestro Padre
 Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo Jesús a sus discípulos:
«¡Cuidado con la gente!, porque os entregarán a los tribunales, os azotarán en las sinagogas y os harán comparecer ante gobernadores y reyes por mi causa, para dar testimonio ante ellos y ante los gentiles.
Cuando os entreguen, no os preocupéis de lo que vais a decir o de cómo lo diréis: en aquel momento se os sugerirá lo que tenéis que decir, porque no seréis vosotros los que habléis, sino que el Espíritu de vuestro Padre hablará por vosotros.
El hermano entregará al hermano a la muerte, el padre al hijo; se rebelarán los hijos contra sus padres y los matarán.
Y seréis odiados por todos a causa de mi nombre; pero el que persevere hasta el final, se salvará».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Del Papa Francisco, Audiencia general 7-mayo-2014
En la intimidad con Dios y en la escucha de su Palabra, poco a poco, dejamos a un lado nuestra lógica personal, impuesta la mayoría de las veces por nuestras cerrazones, nuestros prejuicios y nuestras ambiciones, y aprendemos, en cambio, a preguntar al Señor: ¿cuál es tu deseo?, ¿cuál es tu voluntad?, ¿qué te gusta a ti? De este modo madura en nosotros una sintonía profunda, casi connatural en el Espíritu y se experimenta cuán verdaderas son las palabras de Jesús que nos presenta el Evangelio de Mateo: "No os preocupéis de lo que vais a decir o de cómo lo diréis: en aquel momento se os sugerirá lo que tenéis que decir, porque no seréis vosotros los que habléis, sino que el Espíritu de vuestro Padre hablará por vosotros" (Mt 10, 19-20). Es el Espíritu quien nos aconseja, pero nosotros debemos dejar espacio al Espíritu, para que nos pueda aconsejar. Y dejar espacio es rezar, rezar para que Él venga y nos ayude siempre.
Como todos los demás dones del Espíritu, también el de consejo constituye un tesoro para toda la comunidad cristiana. El Señor no nos habla sólo en la intimidad del corazón, nos habla sí, pero no sólo allí, sino que nos habla también a través de la voz y el testimonio de los hermanos. Es verdaderamente un don grande poder encontrar hombres y mujeres de fe que, sobre todo en los momentos más complicados e importantes de nuestra vida, nos ayudan a iluminar nuestro corazón y a reconocer la voluntad del Señor.

Oración de los fieles
Al Señor Jesús, el Testigo fiel, el Servidor de todos, elevemos confiados nuestras suplicas, avaladas por la gloriosa intercesión de san Esteban.
- Para que toda la Iglesia dé testimonio valiente del Evangelio y, con la fuerza del Espíritu, lo anuncie a través de su vida y de su palabra hablada. Oremos.
- Para que los pobres y necesitados en el cuerpo y en el espíritu encuentren siempre hermanos que les sirvan entregada y generosamente. Oremos.
- Para que, por la intercesión de san Esteban, que supo anunciar con valentía el mensaje de Cristo, los que luchan en favor de la justicia y de la verdad tengan el valor que en todo momento necesitan. Oremos.
- Para que todos nosotros, como el protomártir Esteban, seamos fortalecidos en la fe y en la capacidad para perdonarnos mutuamente. Oremos.
Te lo pedimos, Padre, que en Cristo coronaste al santo mártir Esteban con la gloria eterna. Por el mismo Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Acepta, Señor, los dones de nuestra devoción en el día de la gloriosa memoria del mártir san Esteban. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Múnera, quaesumus, Dómine, tibi sint hodiérnae devotiónis accépta, quae beáti Stéphani mártyris commemorátio gloriósa deprómit. Per Christum.

PREFACIO I DE NAVIDAD
CRISTO, LUZ DEL MUNDO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Porque, gracias al misterio del Verbo hecho carne, la luz de tu gloria brilló ante nuestros ojos con nuevo resplandor, para que, conociendo a Dios visiblemente, él nos lleve al amor de lo invisible.
Por eso, con los ángeles y arcángeles, tronos y dominaciones, y con todos los coros celestiales, cantamos sin cesar el himno de tu gloria:
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amórem rapiámur.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:
Santo, Santo, Santo…

Cuando se utiliza el Canon romano, se dice Reunidos en comunión propio. Se dice: para celebrar el día santo.

Antífona de comunión Hch 7, 59
Se pusieron a apedrear a Esteban, que repetía esta invocación: «Señor Jesús, recibe mi espíritu».
Lapidábant Stéphanum, invocántem et dicéntem: Dómine Iesu, súscipe spíritum meum.

Oración después de la comunión
Señor, te damos gracias por la abundancia de tus misericordias para con nosotros, al salvarnos por el nacimiento de tu Hijo y llenarnos de alegría en la fiesta de tu mártir san Esteban. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Grátias ágimus, Dómine, multiplicátis circa nos miseratiónibus tuis, qui et Fílii tui nativitáte nos salvas, et beáti mártyris Stéphani celebratióne laetíficas. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del día 27 de diciembre
Fi
esta de san Juan, apóstol y evangelista, hijo de Zebedeo, que junto con su hermano Santiago y con Pedro, fue testigo de la transfiguración y de la pasión del Señor, y al pie de la cruz recibió de Él a María como madre. En su evangelio y en otros escritos se muestra como teólogo, habiendo contemplado la gloria del Verbo encarnado y anunciando lo que vio. (s. I)
2*. Conmemoración de santa Fabiola, viuda romana, que, según el testimonio de san Jerónimo, dedicó y llevó a cabo su penitencia en beneficio de los pobres. (399)
3. En Apamea, lugar de Bitinia, hoy Turquía, pasión de san Teodoro, monje de la laura de San Sabas, en Palestina, presbítero y mártir, el cual, junto con su hermano san Teófanes, por defender las sagradas imágenes, sufrió en Constantinopla azotes, cárcel, destierro y llagas en la frente, llamado por esto el “Grapto”, y murió finalmente en la cárcel. (841)
4*. En la ciudad de Santander, en Cantabria, en el litoral de España, beato Alafredo Parte, presbítero de la Orden Clérigos Regulares de las Escuelas Pías y mártir, que, por ser sacerdote, en tiempo de persecución fue llevado al glorioso martirio. (1936)
5*. En una embarcación anclada ante la mencionada ciudad de Santander, en España, beato José María Corbín Ferrer, mártir, que, perseguido por la fe, alcanzó la gracia del martirio. (1936)
- Beata Sara Salkaházi (Budapest, Hungría 1899-1944). Virgen, religiosa del Instituto de las Religiosas de la Asistencia, mártir.
- Beato Francisco Spoto (Biringi, R. D. Congo 1924-1964) Sacerdote de la congregación de los Misioneros Siervos de los Pobres, y mártir.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.