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miércoles, 9 de noviembre de 2022

Miércoles 14 diciembre 2022, San Juan de la Cruz, presbítero y doctor de la Iglesia, memoria obligatoria.

SOBRE LITURGIA

SANTA MESSA PER I MALATI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Basilica di San Pietro - Sabato, 11 febbraio 1984

Carissimi ammalati ed assistenti!

1. Grande è la mia gioia nel potermi di nuovo incontrare con voi nella Basilica vaticana, nel giorno benedetto in cui celebriamo la santa messa in onore della Vergine di Lourdes! Mi è così possibile esprimervi il mio ringraziamento per il dono prezioso e insostituibile della vostra sofferenza, che prolunga nel tempo l’opera redentrice del Cristo crocifisso, e per essere nuovamente venuti a pregare con me. Posso così anche dirvi la mia ammirazione per la vostra fede, per la vostra pazienza e rassegnazione alla volontà di Dio.

Porgo il mio affettuoso benvenuto a ciascuno di voi, cari malati; come pure ai vostri assistenti, agli organizzatori dell’Opera romana pellegrinaggi, ai dirigenti dell’Unitalsi e delle altre organizzazioni; e, in questo Anno Giubilare della Redenzione, estendo il mio saluto cordiale a tutti i malati del mondo, a tutti coloro che in qualche modo, nel corpo o nello spirito, portano le ferite del dolore, dell’angoscia, della solitudine. Su tutta la terra fremono le onde del dolore; in ogni nazione, in ogni città, in ogni casa si vedono le lacrime della sofferenza; ma in ogni luogo sono pure presenti l’amore di Dio e la salvezza portata da Cristo. E questo è motivo di coraggio, di fiducia, di speranza!

Noi sappiamo, alla luce della Rivelazione e della Redenzione, che la sofferenza ha un significato valido e positivo, poiché entra nel piano universale della Provvidenza, nel disegno amorevole della salvezza. Indubbiamente la ragione da sola rimane sconcertata di fronte a tale mistero; ma, illuminato dalla fede in Cristo crocifisso e risorto, il cristiano lo accetta e lo ama perché sa che l’Amore infinito non tradisce; e perciò egli attende con fiducia la felicità piena oltre i limiti del tempo. Convinto di queste verità san Paolo esclamava: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2, 20). E soggiungeva: “Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione” (2 Cor 7, 4).

2. Celebrando oggi la memoria della Vergine santissima, apparsa a Lourdes a Bernardetta la prima volta l’11 febbraio 1858, il mio pensiero ritorna con viva commozione e con nostalgia al pellegrinaggio compiuto l’estate scorsa, nel giorno dell’Assunzione, alla grotta di Massabielle. Veramente indimenticabile fu quel breve ma intenso soggiorno presso il celebre santuario mariano; e guardando voi qui presenti, cari ammalati, con le persone che vi accompagnano e vi assistono, rivedo le folle in preghiera sull’“esplanade” e presso la grotta, per i viali e lungo il Gave, nelle basiliche attorno all’altare della messa solenne; rivedo le mille e mille fiaccole accese durante la processione “serale”, e risento i canti soavi e suggestivi della processione con il Santissimo Sacramento; soprattutto ho davanti agli occhi i malati, umanità dolente e sperante, sospinti nelle carrozzelle o adagiati nelle lettighe . . . fu una visita breve, ma preziosa, perché, come dissi nel discorso di arrivo a Tarbes “a Lourdes la coscienza diventa o ridiventa limpida e ritrova il suo primitivo orientamento” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/2 [1983] 193). E questo fu il messaggio che lasciai allora e che oggi desidero rinnovare: l’accorato invito ai cristiani e a tutti gli uomini di ritornare alla “coscienza ben formata per distinguere il bene dal male, innamorata della giustizia, dell’amore e della verità; una coscienza rispettosa del mistero di Dio che, solo, sa dare un senso pieno alle esigenze morali come all’esistenza stessa; una coscienza sensibile al messaggio del Vangelo, trasmesso dalla Chiesa di generazione in generazione” (Ivi).

A Lourdes, nel mio primo discorso tenuto presso la grotta, mi domandavo come mai la Vergine santissima avesse assunto il volto e il nome dell’Immacolata e fosse apparsa in quel luogo così semplice e povero, e rispondevo che tutto metteva in chiara evidenza il pressante invito alla conversione. “Diciamolo francamente - asserivo là e ripeto ora - il nostro mondo ha bisogno di conversione . . . Oggi il senso stesso del peccato è in parte scomparso, perché si perde il senso di Dio. Si è voluto costruire un umanesimo senza Dio e la fede rischia continuamente di apparire come un atteggiamento di originalità di qualcuno, privo di un ruolo necessario per la salvezza di tutti. Le coscienze si sono oscurate come al tempo del primo peccato, non distinguendo più il bene dal male. Molti non sanno più che cos’è il peccato o non osano più saperlo, come se questa conoscenza potesse alienare la loro libertà . . . Rimane difficile convincere il mondo attuale sulla miseria del proprio peccato e sulla salvezza che Dio continuamente gli offre per mezzo della riconciliazione realizzata con la Redenzione” (Ivi, p. 198).

Orbene, la Vergine Immacolata venne per richiamare tutti gli uomini a questo bisogno interiore di conversione e di riconciliazione. E noi sappiamo che Gesù crocifisso, il quale proprio con la sua sofferenza ha redento gli uomini dal male, ha illuminato e purificato le coscienze e ha dato il vero significato al nostro dolore.

3. Cari malati! Offrite con amore e con generosità le vostre sofferenze al Signore per la conversione del mondo! Bisogna che l’uomo comprenda la gravità del peccato, offesa di Dio, e si converta a colui che per amore lo ha creato e lo chiama all’eterna felicità!

Proprio con la data di oggi, 11 febbraio, ho voluto pubblicare una mia Lettera sul senso cristiano della sofferenza umana. È un messaggio intimamente legato all’invito che scaturisce dall’Anno Santo della Redenzione. In essa affermo che “Cristo mediante la sua propria sofferenza salvifica si trova quanto mai dentro ad ogni sofferenza umana” (Ioannis Pauli PP. II, Salvifici doloris, 26, die 11 febr. 1984) e parlo della vocazione a soffrire per la continua e perenne realizzazione della Redenzione: “Questa è soprattutto una chiamata. E una vocazione. Cristo non spiega in astratto le ragioni della sofferenza, ma prima di tutto dice: “Seguimi! Vieni!”, prendi parte con la tua sofferenza a quest’opera di salvezza del mondo, che si compie per mezzo della sofferenza! Per mezzo della mia croce. Man mano che l’uomo prende la sua croce, unendosi spiritualmente alla croce di Cristo, si rivela davanti a lui il senso salvifico della sofferenza. L’uomo non scopre questo senso al suo livello umano, ma al livello della sofferenza di Cristo” (Ivi). “Quanto più l’uomo è minacciato dal peccato, quanto più pesanti sono le strutture del peccato che porta in sé il mondo d’oggi, tanto più grande è l’eloquenza che la sofferenza umana in sé possiede. E tanto più la Chiesa sente il bisogno di ricorrere al valore delle sofferenze umane per la salvezza del mondo” (Ivi, 27).

Accettate con coraggio e fiducia le vostre pene anche per tutti coloro che soffrono nel mondo a motivo di persecuzioni religiose, a causa di dolorose situazioni politiche e sociali; o sono vittime della corruzione dei costumi e del clima di materialismo e di edonismo imperante; o si aggirano senza fede e senza certezza nell’indifferenza o nella negazione religiosa. Anche voi, come Gesù in croce, potete ottenere grazia di luce, di pentimento, di conversione, di salvezza per questi fratelli.

Infine, vi esorto a un sempre più intenso e profondo amore alla Chiesa, che sempre, ma specialmente oggi, deve essere tutta unita nella verità, nella carità e nella disciplina. Parlando ai ministri di Dio, nella Basilica del Rosario, circa i doveri sacerdotali e particolarmente quello dell’amministrazione del Sacramento del perdono, dicevo: “Il sacerdote che assiste dolorosamente all’allontanamento dei suoi fedeli dalle sorgenti del perdono, partecipa alla passione di Cristo, alla sua sofferenza davanti all’indurimento dei cuori, alla sua angoscia per la salvezza del mondo” (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/2 [1983] 217). Anche voi malati, che vedete come l’umanità si trova confusa e minacciata, in cerca di certezza e di verità, partecipate in modo particolare a questa misteriosa passione: pregate dunque e soffrite per la Chiesa, per i vescovi, per i sacerdoti, per le vocazioni, per i seminari e per i responsabili della formazione sacerdotale e religiosa. La Chiesa ha bisogno di persone che pregano e amano, nel silenzio e nella sofferenza: e voi, veramente, nella vostra infermità, potete essere questi apostoli!

4. Cari malati! Si legge nella biografia di santa Bernardetta che il giorno successivo alla sua prima Comunione, il 4 giugno 1858, essa incontrò la signorina Estrade, la quale le rivolse una domanda imbarazzante: “Che cosa ti ha reso più felice? L’apparizione della Vergine Santa o la tua prima Comunione?”. La giovane veggente, decisa come sempre, rispose: “Queste cose non vanno assieme e non possono essere raffrontate. Ciò che so è che sono stata felice tutte e due le volte”.

La commovente e saggia risposta vale anche per voi, malati; vale per tutti: nell’amore a Gesù eucaristico e nella devozione alla Vergine santissima possiamo trovare la vera felicità! Questo vi auguro di cuore! Questo invoco per voi in questa messa!

CALENDARIO

14 MIÉRCOLES. SAN JUAN DE LA CRUZ, presbítero y doctor de la Iglesia, memoria obligatoria

Misa
de la memoria (blanco).
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. I o III de Adviento o de la memoria.
LECC.: vol. II.
- Is 45, 6c-8. 18. 21b-25.
Cielos, destilad desde lo alto.
- Sal 84. R. Cielos, destilad desde lo alto al Justo, las nubes lo derramen.
- Lc 7, 19-23. Anunciad a Juan lo que habéis visto y oído.

Liturgia de las Horas: oficio de la memoria.

Martirologio: elogs. del 15 de diciembre, pág. 720.
CALENDARIOS: Salamanca, Segovia, Carmelitas y Carmelitas Descalzos: San Juan de la Cruz, presbítero y doctor de la Iglesia (F).
Oviedo: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Jesús Sanz Montes, arzobispo (2003).

TEXTOS MISA

14 de diciembre
San Juan de la Cruz, presbítero y doctor de la Iglesia
Memoria

Antífona de entrada Gal 6, 14
Dios me libre de gloriarme si no es en la cruz de nuestro Señor Jesucristo, por la cual el mundo está crucificado para mí, y yo para el mundo.
Mihi autem absit gloriári, nisi in cruce Dómini nostri Iesu Christi, per quem mihi mundus crucifíxus est, et ego mundo.

Monición de entrada
Hoy es la memoria de san Juan de la Cruz, presbítero de la Orden de los Carmelitas y doctor de la Iglesia. Nació en Fontiveros (Avila) hacia el año 1542. Maestro de vida cristiana, nos ha legado en sus escritos llenos de poesía y de unción, la experiencia del encuentro con Dios a que se llega por la noche oscura de la fe. Por consejo de santa Teresa, fue el primero de los hermanos que emprendió la reforma de la Orden, empeño que sostuvo con muchos trabajos, obras y duras tribulaciones y, como demuestra en sus escritos, «buscando una vida escondida en Cristo, fue llevado por donde no sabía a encontrar la llama de amor vivas, Murió en Úbeda (Jaén) el año 1591.

Oración colecta
Oh, Dios, que hiciste a san Juan de la Cruz, presbítero, insigne por su perfecta abnegación y amor a la cruz, concédenos imitarle siempre para llegar a la contemplación eterna de tu gloria. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátum Ioánnem presbyterum perféctae sui abnegatiónis et crucis amatórem exímium effecísti, concéde ut, eius imitatióni iúgiter inhaeréntes, ad contemplatiónem glóriae tuae perveniámus aetérnam. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Miércoles de la III semana de Adviento, feria (Lecc. II).

PRIMERA LECTURA Is 45 y 6c-8. 18. 21b-25
Cielos, destilad desde lo alto

Lectura del libro de Isaías.

«Yo soy el Señor, y no hay otro, 
el que forma la luz, y crea las tinieblas; 
yo construyo la paz y creo la desgracia.
Yo, el Señor, realizo todo esto.
Cielos, destilad desde lo alto la justicia, 
las nubes la derramen, 
se abra la tierra y brote la salvación, 
y con ella germine la justicia.
Yo, el Señor, lo he creado».
Así dice el Señor, creador del cielo 
-él es Dios-, 
él modeló la tierra, 
la fabricó y la afianzó, 
no la creó vacía, 
sino que la formó habitable:
«Yo soy el Señor, y no hay otro. 
-No hay otro Dios fuera de mí-.
Yo soy un Dios justo y salvador, 
y no hay ninguno más.
Volveos hacia mí para salvaros, 
confines de la tierra, 
pues yo soy Dios, y no hay otro.
Yo juro por mi nombre, 
de mi boca sale una sentencia, 
una palabra irrevocable:
Ante mí se doblará toda rodilla, 
por mí jurará toda lengua»; 
dirán: «Sólo el Señor 
tiene la justicia y el poder».
A él vendrán avergonzados 
los que se enardecían contra él; 
con el Señor triunfará y se gloriará 
la estirpe de Israel».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 84, 9abc y 10. 11-12. 13-14 (R.: cf. Is 45, 8)
R. 
Cielos, destilad desde lo alto al Justo, las nubes lo derramen.
Roráte, cæli, désuper, et nubes pluant iustum.

V. Voy a escuchar lo que dice el Señor:
«Dios anuncia la paz
a su pueblo y a sus amigos».
La salvación está cerca de los que lo temen,
y la gloria habitará en nuestra tierra.
R. Cielos, destilad desde lo alto al Justo, las nubes lo derramen.
Roráte, cæli, désuper, et nubes pluant iustum.

V. La misericordia y la fidelidad se encuentran,
la justicia y la paz se besan;
la fidelidad brota de la tierra,
y la justicia mira desde el cielo.
R. Cielos, destilad desde lo alto al Justo, las nubes lo derramen.
Roráte, cæli, désuper, et nubes pluant iustum.

V. El Señor nos dará la lluvia,
y nuestra tierra dará su fruto.
La justicia marchará ante él,
y sus pasos señalarán el camino.
R. Cielos, destilad desde lo alto al Justo, las nubes lo derramen.
Roráte, cæli, désuper, et nubes pluant iustum.

Aleluya Is 40, 9-10
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Alza fuerte la voz, heraldo; 
mirad, el Señor Dios llega con poder. R.
Exálta in fortitúdine vocem tuam, tu qui evangelizas; 
ecce Dóminus Deus in fortitúdine véniet.

EVANGELIO Lc 7, 19-23
Anunciad a Juan lo que habéis visto y oído
 Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, Juan, llamando a dos de sus discípulos los envió al Señor diciendo:
«¿Eres tú el que ha de venir, o tenemos que esperar a otro?».
Los hombres se presentaron ante él y le dijeron:
«Juan el Bautista nos ha mandado a ti para decirte: “¿Eres tú el que ha de venir, o tenemos que esperar a otro?”».
En aquella hora Jesús curó a muchos de enfermedades, achaques y malos espíritus, y a muchos ciegos les otorgó la vista.
Y respondiendo, les dijo:
«Id y anunciad a Juan lo que habéis visto y oído: los ciegos ven, los cojos andan, los leprosos quedan limpios y los sordos oyen, los muertos resucitan, los pobres son evangelizados. Y ¡bienaventurado el que no se escandalice de mí!».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Ambrosio (Catena aurea in loc.)
Sin embargo, estos signos son todavía los menores testimonios de la divinidad del Señor. La plenitud de la fe es la cruz del Señor, su muerte y su sepultura. Por lo que añade: "Y bienaventurado es el que no fuere escandalizado en mí". La cruz también podía servir de escándalo a los escogidos; pero no hay testimonio más grande de la divina persona, porque nada parece más superior a la naturaleza humana como haberse ofrecido solo por todo el mundo.

Oración de los fieles
Jesucristo es el Sacerdote nuevo y eterno, que intercede por nosotros ante el Padre. Oremos, pues, confiadamente a Dios, Padre misericordioso.
- Por la Iglesia, para que pueda anunciar a Cristo con las palabras y con las obras. Roguemos al Señor.
- Por los gobernantes, para que busquen siempre la paz, la misericordia y la justicia. Roguemos al Señor.
- Por los enfermos y por todos los necesitados, para que encuentren en su vida a hermanos que, a ejemplo de Cristo, les tiendan la mano y los ayuden. Roguemos al Señor.
- Por nosotros, para que, por la fuerza de esta eucaristía, seamos anunciadores y testigos de la Buena Noticia. Roguemos al Señor.
Padre, tu Iglesia vigilante en la espera de Cristo eleva a ti sus ruegos. Acógelos benigno. Por Jesucristo, nuestro Señor.

De la memoria:
Oración de los fieles

Invoquemos, hermanos, la bondad de Dios, nuestro Padre, y por la intercesión de san Juan de la Cruz presentémosle las intenciones de toda la Iglesia.
- Por la santa Iglesia, para que aliente con fe viva a todos los hombres que buscan a Dios y los lleve a la perfecta comunión con él. Roguemos al Señor.
- Por todas las personas de buena voluntad, para que al contemplar la belleza de la creación sepan volver los ojos a Cristo que «todo lo ha dejado vestido de su hermosura», Roguemos al Señor.
- Por todos los maestros espirituales, para que sepan guiar a las almas, como san Juan de la Cruz, hacia la verdadera libertad de espíritu. Roguemos al Señor.
- Por todos los que sufren situaciones de odio, conflicto y falta de amor, que el Señor derrame su caridad, para que «pongamos amor donde no hay amor». Roguemos al Señor.
- Por todos nosotros, que en la Palabra y en la eucaristía, «la fonte que mana y corre», recibimos la plenitud de vida divina, para que hagamos fructificar en nuestra vida las semillas de gracia que recibimos. Roguemos al Señor.
Escucha, Padre santo, la oración de tu Iglesia peregrina, y por intercesión de san Juan de la Cruz, concédele que, fiel a tu santa voluntad, siga las huellas de Cristo y anuncie el Evangelio a los pobres. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Dios todopoderoso, mira el sacrificio que te ofrecemos en la memoria de san Juan de la Cruz, y concede a cuantos celebramos el misterio de la pasión dél Señor imitar lo que realizamos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Réspice quas offérimus hóstias, omnípotens Deus, in commemoratióne beáti Ioánnis, et praesta, ut, qui domínicae passiónis mystéria celebrámus, imitémur quod ágimus. Per Christum.

PREFACIO I DE ADVIENTO
LAS DOS VENIDAS DE CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
Quien, al venir por vez primera en la humildad de nuestra carne, realizó el plan de redención trazado desde antiguo y nos abrió el camino de la salvación eterna, para que cuando venga de nuevo en la majestad de su gloria, revelando así la plenitud de su obra, podamos recibir los bienes prometidos que ahora, en vigilante espera, confiamos alcanzar.
Por eso, con los ángeles y arcángeles, tronos y dominaciones, y con todos los coros celestiales, cantamos sin cesar el himno de tu gloria:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptae, dispositiónis antíquae munus implévit, nobísque salútis perpétuae trámitem reserávit: ut, cum secúndo vénerit in suae glória maiestátis, manifésto demum múnere capiámus, quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:

Santo, santo Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de comunión Cf. Mt 16, 24

Si alguno quiere venir en pos de mí, que se niegue a sí mismo, tome su cruz y me siga, dice el Señor.
Qui vult veníre post me, ábneget semetípsum, et tollat crucem suam, et sequátur me, dicit Dóminus.

Oración después de la comunión
Oh, Dios, que iluminaste de modo admirable el misterio de la cruz en san Juan de la Cruz, concédenos,por tu bondad, que, fortalecidos por este sacrificio, permanezcamos siempre fieles a Cristo y trabajemos en la Iglesia por la salvación de todos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Deus, qui crucis mystérium in beáto Ioánne mirabíliter illustrásti, concéde propítius, ut, ex hoc sacrifício roboráti, Christo fidéles haereámus, et in Ecclésia ad salútem ómnium operémur. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 15 de diciembre

1. Conmemoración de san Valeriano, obispo de Abbensa, en África Proconsular, actual Túnez, que, ya más que octogenario, en la persecución desencadenada bajo lo vándalos, el rey arriano Genserico le conminó a que entregara los utensilios de la Iglesia, y al rehusarlo constantemente, fue expulsado de la ciudad con orden de que nadie le dejara vivir ni en su casa ni en el campo, por lo que durante mucho tiempo estuvo a la intemperie, en la vía pública, y acabó así su vida bienaventurada como confesor de la verdad ortodoxa. (c. 460)
2. En la región de Orleans, en la Galia Lugdunense, actualmenteFrancia, san Maximino, presbítero, considerado como primer abad de Micy. (s. VI)
3*. En el monasterio de Cava de' Tirreni, en la actual región italiana de Campania, beato Marino, abad, admirable por su fidelidad hacia el Romano Pontífice. (1170)
4*. En Génova, en la región también italiana de Liguria, beata María Victoria Fornari, que habiendo quedado viuda, fundó la Orden de Hermanitas de la Anunciación. (1617)
5. En la misma ciudad, santa Virginia Centurione Bracelli, viuda, la cual, dedicándose al servicio del Señor, socorrió de muchas maneras a los pobres, ayudó a las iglesias rurales y fundó y rigió la Obra de las Señoras Auxiliares de la Misericordia. (1651)
6. En Brescia, en la región de Lombardía, de nuevo en Italia, santa María Crucificada de Rosa, virgen, que gastó sus riquezas, y se entregó ella misma, por la salud de las almas y de los cuerpos del prójimo, para lo cual también fundó el Instituto de Esclavas de la Caridad. (1855)
7*. En Verona, en la región del Véneto, igualmente en Italia, beato Carlos Steeb, presbítero, nacido en Tubinga, que abrazó la fe católica en Verona y, ordenado sacerdote, fundó el Instituto de Hermanas de la Misericordia, para ayuda de los afligidos, pobres y enfermos. (1856)
- Beatas Marija Jula, en el siglo Kata Ivanisevic, y cuatro compañeras* (Gorazde, en el cantón de Podrinje Bosnio, hoy Bosnia y Herzegovina 1941). Vírgenes de la Congregación de la Divina Caridad y mártires, muertas por la fe, en la fidelidad a sus votos religiosos. Conocidas como las mártires de Drina.
* Marija Bernadeta (Terezija Banja), Marija Krizina (Jožefa Bojanc), Marija Antonija (Jožefa Fabjan) y Maria Berchmana (Karoline Anna Leidenix).
- Beato János Brenner (1931- Rabakethely, Hungría 1957). Sacerdote diocesano; asesinado en odio a la fe.

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