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Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

jueves, 17 de noviembre de 2022

Jueves 22 diciembre 2022, 22 de diciembre, Jueves de la IV semana de Adviento, feria.

SOBRE LITURGIA

VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA
SANTA MESSA NEL SEMINARIO MAGGIORE REGIONALE DI SEOUL
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Giovedì, 3 maggio 1984

1. Sia lodato Gesù Cristo!

Nella sua prima lettera ai Corinzi, san Paolo dà testimonianza alla risurrezione di Gesù Cristo. Egli dice: “Cristo morì per i nostri peccati . . . fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno”. Il fondamento di questa testimonianza è il fatto che il Signore risorto è apparso agli apostoli e ai discepoli e, per ultimo, a Paolo stesso (1 Cor 15, 3-4). Questo mistero centrale della fede, il mistero pasquale, il mistero della morte e risurrezione di Cristo, il grande apostolo e missionario proclamava ai cristiani di Corinto e a chiunque incontrava.

Come san Paolo, io sono venuto oggi in Corea a testimoniare la risurrezione di Cristo. Sono venuto a parlare a tutti coloro che hanno ricevuto il Vangelo e che rimangono ad esso saldamente fedeli, a tutti coloro i quali fermamente credono che il Vangelo è la via alla salvezza. Sono anche venuto a proclamare il Gesù crocifisso e risorto a tutti quelli che liberamente scelgono di ascoltare la mia voce. Ma voi, cari seminaristi, voi, con i vostri vescovi e superiori, siete davvero i primi in Corea con i quali condivido l’alleluia della gioia pasquale della Chiesa che proclama la vittoria del Signore sopra il peccato e la morte. Voi siete i primi con i quali condivido la gioia del mistero pasquale celebrando il santo sacrificio della messa. E così dev’essere, perché voi siete nel vero senso della parola il futuro e la speranza della Chiesa in questa amata terra.

2. Già verso il 1820, sforzi furono intrapresi da laici per coltivare vocazioni al sacerdozio. Nonostante una violenta persecuzione, i vostri santi antenati spontaneamente formarono la “Angels’ Sodality” per alimentare le vocazioni, pregare per esse e sostenerle. E fu da quelle ferventi comunità di vita cristiana che vennero i primi sacerdoti coreani: padre Andrew Kim Taegon, che si venera in questa cappella, e padre Thomas Choe Yang’up.

Quando ancora erano seminaristi, più giovani di quanto lo siano molti di voi qui presenti, quei primi sacerdoti di Corea mostravano zelo nello studio e fame di sapere, insieme con una fede vigorosa, una obbedienza volenterosa e una perseverante speranza. A motivo di questo, ma soprattutto per la loro prontezza a morire per Cristo e per il Vangelo, essi risplendono come grandi e duraturi esempi per tutti voi.

Dieci anni dopo il martirio di padre Kim, veniva fondato in Corea, a Paeron, nel 1855, il primo seminario. In seguito, dopo incalcolabili sforzi e sacrifici a Puhunggol, a Yongsan, a Taegu e a Togwon nel Nord, finalmente furono creati i seminari maggiori di Seoul e Kwangju. Sono lieto che l’anno scorso un seminario abbia avuto inizio a Taegu, e che un altro sia stato aperto quest’anno a Suwon per commemorare la mia venuta in Corea.

In numero di novecento, voi siete, cari fratelli in Cristo, una consolazione e una grande promessa per la Chiesa. La Chiesa guarda a voi con grande attesa e speranza, e vi chiede di crescere sempre più nella vostra fede in Cristo attraverso l’imitazione dell’esempio di padre Kim e di padre Choe e di molti altri che hanno dato la loro vita nel servizio al Vangelo.

3. Questo tempo di preparazione al sacerdozio dovrebbe aiutare ciascuno di voi a rafforzarvi nella convinzione che Gesù Cristo è “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Egli è la via al Padre. Gesù stesso vive per il Padre nella sua totale dedizione alla volontà del Padre, attraverso il compimento dell’opera di redenzione del mondo. Ed egli ci conduce anche al Padre.

In seminario, mentre vi preparate al sacerdozio, dovete sforzarvi di penetrare il mistero di Cristo. Dovete cercare una sempre più profonda consapevolezza dell’unione che Cristo ha con il Padre proprio perché egli è il Figlio. Nel Vangelo di oggi egli ci dice: “Io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14, 10.11). E a motivo di questa unione con il Padre, egli può dire a Filippo: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14, 9). Ciascuno di voi, cari seminaristi, deve comprendere questo mistero di Gesù Cristo. Dovete afferrare questo mistero in modo tale che esso diventi per voi verità intima, verità nel vostro stesso cuore. Dovete afferrare il mistero in modo tale che esso possa prendere possesso di tutto il vostro essere.

La meditazione del mistero di Cristo, vi condurrà a comprendere il sacerdozio e a sviluppare un atteggiamento sacerdotale. Cercate di rivestire la vostra mente e il vostro cuore di Gesù Cristo. Ricordatevi che il Salvatore crocifisso e risorto desidera che voi un giorno celebriate l’Eucaristia: il sacramento del suo stesso sacrificio per la salvezza del mondo. Questo sacrificio ha il suo inizio eterno e senza fine nell’unione del Figlio con il Padre, di cui parla il Vangelo di oggi. Il sacrificio della messa, che è il centro del vostro sacerdozio, rimane per sempre il sacrificio del Figlio di Dio che si è fatto uomo per condurci al Padre.

4. Desidero attirare l’attenzione della Chiesa che è in Corea sull’importanza di compiere ogni possibile sforzo per suscitare le vocazioni e per fornire la miglior formazione al sacerdozio nei seminari. Abbondanza di vocazioni e una buona preparazione seminaristica: queste sono la prova della vitalità della Chiesa. Sono il segno che la croce e la risurrezione di Cristo, attraverso l’azione dello Spirito Santo, producono frutti preziosi nella Chiesa di Corea.

Nei vostri sforzi per alimentare le vocazioni, che Dio nella sua misericordiosa provvidenza vi manda in abbondanza, il vostro primo studio sia l’assidua preghiera per questa intenzione. Pregate con fiducia il padrone della messe, ricordandovi della promessa di Gesù che abbiamo oggi udito: “Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò” (Gv 14, 13).

Permettetemi di aggiungere una parola speciale per i responsabili della formazione di questi giovani. Cari fratelli in Cristo, non dubitate mai di quanto alta sia la stima della Chiesa per voi e per il vostro lavoro, di così vitale importanza per il futuro. Mentre vi assicuro che non vi mancherà il sostegno delle mie preghiere, vi esorto anche a trasmettere non solo la conoscenza di Cristo e della sua Chiesa, ma Cristo stesso. Cristo dev’essere comunicato attraverso la purezza e la forza della parola di Dio. Ispirate un profondo amore per la persona di Gesù. Possa l’esempio della vostra vita individuale renderlo presente. Possano le vostre parole e le vostre azioni essere un segno di quanto profondamente voi credete che Gesù Cristo è “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6).

Cari fratelli in Cristo: il sacerdozio è nato dall’amore di Dio. Per la Chiesa in Corea esso rappresenta tutto. Rendiamo lode a Dio per questo grande dono e per i giovani che lo trasmetteranno alle generazioni future in questa terra attraverso Cristo nostro Signore. Amen.

CALENDARIO

22 JUEVES DE LA IV SEMANA DE ADVIENTO, feria

Misa
de feria-22 de diciembre (morado).
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. II o IV Adv.
LECC.: vol. II.
- 1 Sam 1, 24-28.
Ana da gracias por el nacimiento de Samuel.
- Salmo: 1 Sam 2, 1-8. R. Mi corazón se regocija en el Señor, mi Salvador.
- Lc 1, 46-56. El Poderoso ha hecho obras grandes en mí.

Liturgia de las Horas: oficio de feria-22 de diciembre, ant. Mag. «Oh, Rey».

Martirologio: elogs. del 23 de diciembre, pág. 730.
CALENDARIOS: Guadix: Aniversario de la ordenación episcopal de Mons. Francisco Jesús Orozco Mengíbar, obispo (2018).

TEXTOS MISA

22 de diciembre. Feria de Adviento

Antífona de entrada Sal 23, 7
Portones, alzad los dinteles, que se alcen las puertas eternales: va a entrar el Rey de la gloria.
Attóllite, portae, cápita vestra, et elevámini, portae aeternáles, et introíbit rex glóriae.

Oración colecta
Oh, Dios, que, al ver al hombre caído en la muerte, quisiste redimirlo con la venida de tu Unigénito, concede a quienes profesan humildemente la fe en su encarnación participar también en los bienes del Redentor. Él, que vive y reina contigo.
Deus, qui, hóminem delápsum in mortem conspíciens, Unigéniti tui advéntum redímere voluísti, praesta, quaesumus, ut qui húmili eius incarnatiónem devotióne faténtur, ipsíus étiam Redemptóris consórtia mereántur. Qui tecum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del 22 de diciembre, feria de Adviento (Lec. II).

PRIMERA LECTURA 1 Sam 1, 24-28
Ana da gracias por el nacimiento de Samuel

Lectura del primer libro de Samuel.

En aquellos días, cuando Ana hubo destetado a Samuel, lo subió consigo, junto con un novillo de tres años, unos cuarenta y cinco kilos de harina y un odre de vino. Lo llevó a la casa del Señor a Siló y el niño se quedó como siervo.
Inmolaron el novillo, y presentaron el niño a Elí. Ella le dijo:
«Perdón, por tu vida, mi Señor, yo soy aquella mujer que estuvo aquí en pie ante ti, implorando al Señor. Imploré este niño y el Señor me concedió cuanto le había mi pedido. Yo, a mi vez, lo cedo al Señor. Quede, pues, cedido al Señor de por vida».
Y se postraron allí ante el Señor.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial 1 Sam 2, 1.4-5. 6-7. 8abcd (R.: cf. 1a)
R. 
Mi corazón se regocija en el Señor, mi Salvador.
Exsultávit cor meun in dómino salvatóre meo.

V. Mi corazón se regocija en el Señor,
mi poder se exalta por Dios.
Mi boca se ríe de mis enemigos,
porque gozo con tu salvación.
R. Mi corazón se regocija en el Señor, mi Salvador.
Exsultávit cor meun in dómino salvatóre meo.

V. Se rompen los arcos de los valientes,
mientras los cobardes se ciñen de valor.
los hartos se contratan por el pan,
mientras los hambrientos engordan;
la mujer estéril da a luz siete hijos,
mientras la madre de muchos queda baldía.
R. Mi corazón se regocija en el Señor, mi Salvador.
Exsultávit cor meun in dómino salvatóre meo.

V. El Señor da la muerte y la vida,
hunde en el abismo y levanta;
da la pobreza y la riqueza,
humilla y enaltece.
R. Mi corazón se regocija en el Señor, mi Salvador.
Exsultávit cor meun in dómino salvatóre meo.

V. Él levanta del polvo al desvalido,
alza de la basura al pobre,
para hacer que se siente entre príncipes
y que herede un trono de gloria.
R. Mi corazón se regocija en el Señor, mi Salvador.
Exsultávit cor meun in dómino salvatóre meo.

Aleluya
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Rey de las naciones y Piedra angular de la Iglesia, ven y salva al hombre que formaste del barro de la tierra. R.
Rex géntium et lapis anguláris Ecclésiae: veni, et salva hóminem quem de limo formásti.

EVANGELIO Lc 1, 46-56
El Poderoso ha hecho obras grandes en mí
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, María dijo:
«Proclama mi alma la grandeza del Señor,
“se alegra mi espíritu en Dios, mi salvador;
porque ha mirado la humildad de su esclava”.
Desde ahora me felicitarán todas las generaciones,
porque el Poderoso ha hecho obras grandes en mí:
“su nombre es santo,
y su misericordia llega a sus fieles de generación en generación”.
Él hace proezas con su brazo:
dispersa a los soberbios de corazón,
“derriba del trono a los poderosos
y enaltece a los humildes,
a los hambrientos los colma de bienes
y a los ricos los despide vacíos.
Auxilia a Israel, su siervo, acordándose de la misericordia”
-como lo había prometido a “nuestros padres”-
en favor de Abrahán y su descendencia por siempre».
María se quedó con Isabel unos tres meses y volvió a su casa.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Josemaría Escrivá, Amigos de Dios 241
Nuestra Madre ha meditado largamente las palabras de las mujeres y de los hombres santos del Antiguo Testamento, que esperaban al Salvador, y los sucesos de que han sido protagonistas. Ha admirado aquel cúmulo de prodigios, el derroche de la misericordia de Dios con su pueblo, tantas veces ingrato. Al considerar esta ternura del Cielo, incesantemente renovada, brota el afecto de su Corazón inmaculado: mi alma glorifica al Señor, y mi espíritu está transportado de gozo en el Dios salvador mío; porque ha puesto los ojos en la bajeza de su esclava (Lc 1, 46-48). Los hijos de esta Madre buena, los primeros cristianos, han aprendido de Ella, y también nosotros podemos y debemos aprender.

Oración de los fieles
Invoquemos confiadamente al Padre, en nombre de Jesús, que viene a traernos la Buena Noticia, y pidámosle que escuche nuestra oración.
- Para que toda la Iglesia se sienta reconfortada con la nueva venida de Cristo. Oremos.
- Para que el Señor manifieste su salvación a cuantos aún no conocen a Cristo. Oremos.
- Para que en este tiempo de Navidad reine la paz en todas las naciones. Oremos.
- Para que el Señor Jesús, con la gracia de su venida, nos colme de gracia y nos libre de todo mal. Oremos.
Acoge, Padre, las súplicas de tus hijos. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Señor, confiando en tu bondad, nos presentamos con ofrendas ante tu santo altar, para que, purificados por tu gracia, quedemos limpios en virtud de estos misterios que ahora celebramos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
In tua pietáte confidéntes, Dómine, cum munéribus ad altária veneránda concúrrimus, ut, tua purificánte nos grátia, iísdem quibus famulámur mystériis emundémur. Per Christum.

PREFACIO II DE ADVIENTO
LA DOBLE EXPECTACIÓN DE CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
A quien todos los profetas anunciaron, la Virgen esperó con inefable amor de madre, Juan lo proclamó ya próximo y señaló después entre los hombres.
El mismo Señor nos concede ahora prepararnos con alegría al misterio de su nacimiento, para encontrarnos así, cuando llegue, velando en oración y cantando su alabanza.
Por eso, con los ángeles y arcángeles, tronos y dominaciones, y con todos los coros celestiales, cantamos sin cesar el himno de tu gloria:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Quem praedixérunt cunctórum praecónia prophetárum, Virgo Mater ineffábili dilectióne sustínuit, Ioánnes cécinit affutúrum et adésse monstrávit. Qui suae nativitátis mystérium tríbuit nos praeveníre gaudéntes, ut et in oratióne pervígiles et in suis invéniat láudibus exsultántes.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:

Santo, santo Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Lc 1, 46. 49

Proclama mi alma la grandeza del Señor, porque el Poderoso ha hecho obras grandes en mí.
Magníficat ánima mea Dóminum, quia fecit mihi magna qui potens est.

Oración después de la comunión
Nos fortalezca, Señor, la participación en tu sacramento, para que, acompañados por las buenas obras, merezcamos salir al encuentro del Salvador que viene y recibir el premio de la bienaventuranza. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Róboret nos, Dómine, tui sacraménti percéptio, ut veniénti Salvatóri mereámur cum dignis opéribus obviáre, et beatitúdinis praemia promeréri. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 23 de diciembre
S
an Juan de Kety
, presbítero, el cual, siendo sacerdote, se dedicó a la enseñanza durante muchos años en la Academia de Cracovia, después recibió el encargo pastoral de la parroquia de Olkusia, donde, añadiendo a la recta fe un cúmulo de virtudes, se convirtió para los cooperadores y discípulos en ejemplo de piedad y caridad hacia el prójimo, y después emigró, el 24 de diciembre, a los gozos celestiales en Cracovia, ciudad de Polonia. (1473)
2. En Gortina, de la isla de Creta, diez santos mártires: Teódulo, Saturnino, Euporio, Gelasio, Euniciano, Zótico, Poncio, Agatopio, Basílides y Evaristo, todos los cuales, durante la persecución bajo el emperador Decio, negándose a sacrificar públicamente en la dedicación del templo de la diosa Fortuna, sufrieron tormentos y fueron finalmente decapitados. (250)
3. En Roma, conmemoración de san Sérvulo, que, paralítico desde la primera infancia, recostado en un pórtico, cerca de la iglesia de san Clemente, daba siempre gracias a Dios en el dolor, como escribe san Gregorio Magno, y entregaba a los pobres lo que recogía en limosnas. (c. 590)
4*. En Chartres, en la Galia,hoy Francia, san Ivón, obispo, que reformó la orden de los canónigos e hizo y escribió mucho en favor del sacerdocio, la concordia del imperio y la utilidad de la Iglesia. (1116)
5*. En Bressanone, en el Alto Adigio, en la actual Italia, beato Hartman, obispo, el cual, siendo canónigo regular, fue elevado al episcopado y gobernó aquella Iglesia con prudencia y fidelidad. (1164)
6*. En Islandia, san Thorlaco, obispo de Skalholt, empeñado en la reforma de las costumbres del clero y del pueblo. (1193)
7. En Canterbury, en Inglaterra, conmemoración de san Juan Stone, presbítero de la Orden de San Agustín y mártir, que durante el reinado de Enrique VIII defendió valientemente la fe católica y consumó su martirio en el patíbulo. (1539)
8*. En Valencia, en España, beato Nicolás, llamado "Factor", presbítero de la Orden de los Hermanos Menores, que, encendido en ardentísima caridad, experimentó raptos místicos. (1583)
9. En Montreal, en Canadá, santa María Margarita d’Youville, religiosa, que habiendo enviudado educó piadosamente a sus dos hijos, encauzándoles hacia el sacerdocio, y se entregó con todas sus fuerzas a la asistencia de los ancianos y pobres de todo género, para lo cual fundó la Congregación de Hermanas de la Caridad. (1771)
10*. En Sao Paulo, en Brasil, san Antonio de Santa Ana Galvao de França, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores, que se dedicó con fruto al ministerio de la predicación y de la penitencia, y fundó el Retiro de la Luz, en donde dirigió con gran discreción espiritual una comunidad de Hermanas. (1822) Canonizado en 2007.
11. En el territorio de Tjyen-Tiyon, en Corea, san José Cho Yun-ho, mártir, que todavía joven, siguiendo las huellas de san Pedro Cho Hwa-so, su padre, murió ahorcado a causa de su fe cristiana. (1866)
12*. En la región de Valencia, en España, beato Pablo Meléndez Gonzalo, mártir, el cual, siendo padre de familia, al arreciar la persecución contra la fe siguió el ejemplo de Cristo sin arredrarse, y por su gracia llegó al reino eterno. (1936)

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