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Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

sábado, 12 de noviembre de 2022

Viernes 16 diciembre 2022, Viernes de la III semana de Adviento, feria.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA COMUNITÀ DEL PONTIFICIO COLLEGIO NEPOMUCENO

Sala del Concistoro. Giovedì, 10 novembre 2022

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

Ringrazio il Rettore per le sue parole di presentazione; anche per questo programma di Rosario, grazie, perché mi dà forza.

Vorrei condividere con voi alcune riflessioni a partire dalla testimonianza del vostro Patrono, San Giovanni Nepomuceno. Lì c’è una radice forte, una radice sempre viva, capace di alimentare il presente e il futuro della vostra comunità, come ha fatto nel suo passato.

Sempre colpisce il fatto che egli fu ucciso perché volle rimanere fedele al segreto della Confessione. Questo è toccante. Disse “no” al re per confermare il suo “sì” a Cristo e alla Chiesa. E questo fa pensare a ciò che hanno dovuto subire tanti preti, tanti vescovi nel corso della storia sotto vari regimi autoritari o totalitari. Voi ne avete esperienza nella vostra storia. Per il vostro Collegio ciò è avvenuto durante i quarant’anni seguiti alla seconda guerra mondiale. E oggi rendo omaggio con voi alla memoria di tanti sacerdoti e vescovi, consacrate e consacrati, e anche tanti laici, che, con la grazia di Dio, hanno avuto il coraggio di dire “no” al regime per rimanere fedeli alla loro vocazione e missione. Questa moltitudine di martiri nascosti, che noi non conosciamo. Dietro alla vostra vita, alla vostra storia ci sono dei martiri.

Questa radice di coraggio e di fermezza evangelica – che risale al vostro santo Patrono – non deve mai diventare per voi come una lapide da mettere sul muro, come un oggetto da museo, come un’immaginetta, no, deve rimanere una radice viva, perché anche oggi c’è bisogno della sua linfa! Anche oggi, in Europa e in ogni parte del mondo, essere cristiani, e in particolare essere ministri della Chiesa, consacrate e consacrati, richiede di dire dei “no” ai poteri di questo mondo per confermare il “sì” al Vangelo. A volte si tratta di poteri politici, a volte invece sono ideologici e culturali e il loro condizionamento è più sottile, passa attraverso i mezzi di comunicazione, che possono esercitare pressione, gettare discredito, ricattare, isolare e così via, o, peggio ancora, portarvi a vivere nella mondanità. State attenti alla mondanità spirituale, che è il peggio che può accadere alla Chiesa, il peggio che può accadere a un uomo, a una donna consacrati. State attenti al vivere mondanamente, con criteri mondani.

La testimonianza di San Giovanni Nepomuceno ci ricorda, oggi più che mai, il primato della coscienza su qualunque potere mondano; il primato della persona umana, la sua dignità inalienabile, che ha il suo centro proprio nella coscienza, intesa non in senso meramente psicologico, ma nella sua pienezza, come apertura al trascendente. Auspico che il Collegio Pontificio che porta il nome del grande sacerdote e martire boemo sia sempre casa e scuola di libertà, libertà interiore, fondata sulla relazione con Cristo e con lo Spirito Santo. Una libertà che si manifesta anche nel senso dell’umorismo, come dimostrava ad esempio il padre Spidlik – che ho conosciuto tanto bene, l’ho conosciuto da vicino –, che per tanti anni ha svolto il suo ministero nel vostro Collegio, con quel senso dell’umorismo che era capace di ridere in ogni situazione, e anche di sé stesso. Un grande!

Un altro spunto di riflessione lo ha offerto il Rettore, ricordando che San Giovanni Nepomuceno è protettore dei ponti, lui, che fu gettato nella Moldava dal Ponte Carlo di Praga e così coronò la sua testimonianza. Un modo appropriato di onorare la sua memoria è allora quello di cercare, nella vita concreta, di gettare ponti là dove ci sono divisioni, distanze, incomprensioni. Anzi, di essere noi stessi dei ponti, strumenti umili e coraggiosi di incontro, di dialogo tra persone e gruppi diversi e contrapposti. Questo è un tratto che appartiene all’identità del ministro di Cristo, come dimostrano le biografie di tanti santi preti e vescovi, che in situazioni di conflitto sono stati operatori di pace e di riconciliazione. Ma questo lo fanno anche meglio le donne: fare dei ponti, perché una donna sa meglio di noi maschi come fare dei ponti. E voi [rivolto alle donne presenti], insegnate loro come si fanno i ponti!

Questo – lo sapete bene – non si fa senza preghiera. I ponti si costruiscono a partire da lì, dalla preghiera di intercessione: giorno per giorno, bussando con insistenza al cuore di Cristo, si gettano le basi perché due sponde distanti e nemiche possano tornare a comunicare. Vorrei ricordare a questo proposito una meditazione del Cardinale Martini, intitolata “Un grido di intercessione”, pronunciata nel gennaio 1991, al tempo della guerra del Golfo. Oggi, mentre infuria la guerra in Ucraina, quell’omelia è di grande attualità. In particolare, sottolineo un passaggio sulla preghiera di intercessione, là dove dice: «Intercessione vuol dire mettersi là dove il conflitto ha luogo, tra le due parti in conflitto. […] È il gesto di Gesù Cristo sulla croce».

E qui tocchiamo il punto centrale: è Gesù Cristo il ponte ed è Lui il pontefice. È Lui la nostra pace, è Lui che ha abbattuto e abbatte i muri dell’inimicizia (cfr Ef 2,14). Ed è a Lui che noi dobbiamo sempre orientare e attirare le persone, le famiglie, le comunità. È quello che facciamo nel momento centrale di ogni nostra giornata, quando celebriamo la Messa. Non possiamo e non dobbiamo essere noi al centro, ma Lui! Fuggiamo la tentazione del protagonismo mondano. Per favore, il Signore ci vuole tutti servitori, fratelli e sorelle, non primedonne o primi attori, non protagonisti, e a volte protagonisti di storie tristi e di storie mediocri. No. Il Signore ci vuole lottatori. Fuggiamo la tentazione di questo protagonismo mondano, che spesso ci illude rivestendosi di nobili cause. Per ognuno di noi vale sempre il motto di Giovanni il Battista: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30).

Cari fratelli e sorelle, oggi il Collegio Nepomuceno ospita, oltre a sacerdoti della Repubblica Ceca, altri provenienti da diversi Paesi, anche africani e asiatici. È un segno dei tempi che si riscontra in vari Collegi romani, sempre più formati da comunità miste, non più nazionali ma internazionali. E questa realtà, che dipende dalla diminuzione delle presenze europee, può diventare, se ben gestita, una ricchezza umana e formativa. In questa diversità potete meglio esercitarvi ad essere “ponti”, servitori della cultura dell’incontro, capaci di cogliere nell’altro l’originalità peculiare e nello stesso tempo la comune umanità.

Vi ringrazio per questa visita. Il Signore benedica sempre la vostra comunità e la Madonna la accompagni. Di cuore benedico tutti voi. E grazie per questo dono del Rosario; ma, finito questo, continuate a pregare per me! Perché questo lavoro non è facile. Grazie!

CALENDARIO

16 VIERNES DE LA III SEMANA DE ADVIENTO, feria

Misa de feria (morado). 
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. I o III Adv. 
LECC.: vol. II. 
- Is 56, 1-3a. 6-8. Mi casa es casa de oración, y así la llamarán todos los pueblos. 
- Sal 66. R. Oh, Dios, que te alaben los pueblos, que todos los pueblos te alaben. 
- Jn 5, 33-36. Juan es la lámpara que arde y brilla. 

Liturgia de las Horas: oficio de feria. 

Martirologio: elogs. del 17 de diciembre, pág. 723. 
CALENDARIOS: Barcelona, Tarragona y Urgell: San José Manyanet, presbítero (MO). Girona, Sant Feliu de Llobregat, Terrassa y Vic: (ML)

TEXTOS MISA

Viernes de la III Semana de Adviento.

Antífona de entrada
El Señor viene con esplendor a visitar a su pueblo con la paz y comunicarle vida eterna.
Ecce Dóminus véniet cum splendóre descéndens visitáre pópulum suum in pace, et constitúere super eum vitam sempitérnam.

Oración colecta
Dios todopoderoso, que tu gracia nos preceda y acompañe siempre, para que quienes anhelamos de todo corazón la venida de tu Unigénito encontremos auxilio para la vida presente y la futura. Por nuestro Señor Jesucristo.
Praevéniat nos, omnípotens Deus, tua grátia semper atque subsequátur, ut, qui advéntum Unigéniti tui summo cordis desidério sustinémus, et praeséntis vitae subsídia et futúrae páriter consequámur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Viernes de la III semana de Adviento, feria (Lec. II).

PRIMERA LECTURA Is 56, 1-3a. 6-8
Mi casa es casa de oración, y así la llamarán todos los pueblos
Lectura del libro de Isaías.

Esto dice el Señor:
«Observad el derecho, practicad la justicia,
porque mi salvación está por llegar,
y mi justicia se va a manifestar.
Dichoso el hombre que obra así,
el mortal que persevera en esto,
que observa el sábado sin profanarlo
y preserva su mano de obrar el mal.
El extranjero que se ha unido al Señor no diga:
“El Señor me excluirá ciertamente de su pueblo”.
A los extranjeros
que se han unido al Señor para servirlo,
para amar el nombre del Señor
y ser sus servidores,
que observan el sábado sin profanarlo
y mantíenen mi alianza,
los traeré a mi monte santo,
los llenaré de júbilo en mi casa de oración;
sus holocaustos y sacrificios
serán aceptables sobre mi altar;
porque mi casa es casa de oración,
y así la llamarán todos los pueblos».
Oráculo del Señor, que reúne a los dispersos de Israel:
«Todavía congregaré a otros, además de los ya reunidos».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial SaI 66, 2-3. 5. 7-8 (R.:4)
R. Oh, Dios, que te alaben los pueblos, que todos los pueblos te alaben.
Confiteántur tibi pópuli, Deus, confiteántur tibi pópuli omnes.

V. Que Dios tenga piedad y nos bendiga,
ilumine su rostro sobre nosotros;
conozca la tierra tus caminos,
todos los pueblos tu salvación.
R. Oh, Dios, que te alaben los pueblos, que todos los pueblos te alaben.
Confiteántur tibi pópuli, Deus, confiteántur tibi pópuli omnes.

V. Que canten de alegría las naciones,
porque riges el mundo con justicia
y gobiernas las naciones de la tierra.
R. Oh, Dios, que te alaben los pueblos, que todos los pueblos te alaben.
Confiteántur tibi pópuli, Deus, confiteántur tibi pópuli omnes.

V. La tierra ha dado su fruto,
nos bendice el Señor, nuestro Dios.
Que Dios nos bendiga; que le teman
todos los confines de la tierra.
R. Oh, Dios, que te alaben los pueblos, que todos los pueblos te alaben.
Confiteántur tibi pópuli, Deus, confiteántur tibi pópuli omnes.

Aleluya
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Ven, Señor, visítanos con tu paz, para que nos alegremos en tu presencia de todo corazón. R.
Veni, Dómine, visitáre nos in pace, ut lætémur coram te corde perfécto.

EVANGELIO Jn 5, 33-36
Juan es la lámpara que arde y brilla
 Lectura del santo Evangelio según san Juan.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo Jesús a los judíos:
«Vosotros enviasteis mensajeros a Juan, y él ha dado testimonio en favor de la verdad. No es que yo dependa del testimonio de un hombre; si digo esto es para que vosotros os salvéis. Juan era la lámpara que ardía y brillaba, y vosotros quisisteis gozar un instante de su luz.
Pero el testimonio que yo tengo es mayor que el de Juan: las obras que el Padre me ha concedido llevar a cabo, esas obras que hago dan testimonio de mí: que el Padre me ha enviado».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Del Papa Benedicto XVI, Homilía 5-febrero-2011
En san Gregorio Magno se encuentra una hermosa palabra al respecto. Recuerda que Jesús llama a Juan el Bautista una "lámpara que ardía y brillaba" (Jn 5, 35) y sigue: "ardiente por el deseo celestial, brillante por la palabra. Por tanto, a fin de que se conserve la veracidad del anuncio, se debe conservar la altura de la vida" (Hom. en Ez 1, 11: 7 ccl 142, 134). La altura, la medida alta de la vida, que precisamente hoy es tan esencial para el testimonio en favor de Jesucristo, sólo la podemos encontrar si en la oración nos dejamos atraer continuamente por él hacia su altura.

Oración de los fieles
Oremos al Señor, nuestro Dios, para que la tierra conozca sus caminos y todos los pueblos su salvación.
- Para que la Iglesia sea, como san Juan, la lámpara que arde y brilla Roguemos al Señor.
- Para que el Padre haga resplandecer el rostro de su Hijo sobre la faz de todos los pueblos. Roguemos Señor.
- Para que la esperanza de la salvación que Cristo nos trae aliente a todos los que sufren por cualquier tipo de opresión. Roguemos al Señor.
- Para que todos nosotros, a ejemplo del Señor Jesús, demos testimonio del Padre con nuestras obras. Roguemos al Señor.
Padre misericordioso, ten piedad de nosotros y bendícenos; ilumina tu rostro sobre nosotros y acoge benigno nuestras súplicas. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Que los ruegos y ofrendas de nuestra pobreza te conmuevan, Señor, y al vernos desvalidos y sin méritos propios acude, compasivo, en nuestra ayuda. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Placáre, Dómine, quaesumus, nostrae précibus humilitátis et hóstiis, et, ubi nulla súppetunt suffrágia meritórum, tuae nobis indulgéntiae succúrre praesídiis. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA DE LA RECONCILIACIÓN I

Antífona de la comunión Flp 3, 20-21
Aguardamos un Salvador: el Señor Jesucristo. Él transformará nuestro cuerpo humilde según el modelo de su cuerpo glorioso.
Salvatórem exspectámus Dóminum Iesum Christum, qui reformábit corpus humilitátis nostrae, configurátum córpori claritátis suae.

Oración después de la comunión
Saciados con el alimento espiritual, te pedimos, Señor, que, por la participación en este sacramento, nos enseñes a sopesar con sabiduría los bienes de la tierra y amar intensamente los del cielo. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Repléti cibo spiritális alimóniae, súpplices te, Dómine, deprecámur, ut, huius participatióne mystérii, dóceas nos terréna sapiénter perpéndere, et caeléstibus inhaerére. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 17 de diciembre
1. En Jerusalén, san Modesto, obispo, el cual, después de que la Santa Ciudad fuese conquistada y devastada por los árabes, reconstruyó monasterios y los llenó de monjes, y con mucho trabajo rehizo los santuarios destruidos por el incendio. (634)
2. En Eleuterópolis, de Palestina, pasión de los santos soldados*, que, en número de cincuenta, y en tiempo del emperador Heraclio, a causa de su fe en Cristo fueron muertos por los sarracenos que asediaban Gaza. (638)
*Entre los cuales: santos Juan, Pablo, otro Juan, otro Pablo, Fotino, Zitas, Eugenio, Muselio, Juan, Esteban, Teodoro, Juan, otro Teodoro, hijo del precedente, Jorge, Teopento, otro Jorge, Sergio, otro Jorge, otro Teodoro, Ciríaco, otro Juan, Zitas, Filoxeno, otro Jorge, otro Juan y otro Jorge, todos de la cohorte de los Escitas; Teodosio, Epifanio, Juan, Teodoro, Sergio, Jorge, Tomás, Esteban, Conón, otro Teodoro, Pablo, otro Juan, otro Jorge, otro Juan, otro Juan, Paulino, Cayumas, Abramio, Marmises y Marino, todos de la cohorte de los Voluntarios.
3*. En Bretaña menor, en la actual Francia, san Judicael, que procuró en gran manera la concordia entre los bretones y los francos, y, tras abdicar de su realeza, se dice que vivió en el monasterio de Saint-Méen. (c. 650)
4. En Andenne, lugar de Brabante, también en Francia, santa Bega, viuda, la cual, después del asesinato de su marido, fundó el monasterio de la Bienaventurada Virgen María, bajo la Regla de san Columbano y san Benito. (693)
5. En el monasterio de Fulda, en Austrasia, san Esturmio, abad, discípulo de san Bonifacio, que evangelizó Sajonia, y por mandato del maestro edificó este célebre monasterio, que gobernó como primer abad. (779)
6. En las estribaciones del monte Mercurio, en la antigua región italiana de Lucania, san Cristóbal de Collesano, monje, que, junto con toda su familia trabajó para extender la vida monástica. (s. XI)
7. Cerca de Bruselas, en la región de Brabante, en Lotaringia, actualmente Bélgica, santa Vivina, primera abadesa del monasterio de la Beata María de Grand-Bigard. (1170)
8. En Roma, en el monte Celio, san Juan de Mata, presbítero, el cual, francés de origen, fundó la Orden de la Santísima Trinidad, para la redención de los cautivos. (1213)
9*. En Barcelona, en España, san José Manyanet y Vives, presbítero, que fundó las Congregaciones de Hijos e Hijas de la Sagrada Familia, para que, a ejemplo de la santa Familia de Nazaret, Jesús, María y José, todas las familias se orientaran hacia la perfección (1901). (Canonizado 17-mayo-2004).
10*. En Don Benito, localidad cercana a Badajoz, en España, beata Matilde del Sagrado Corazón Téllez Robles, virgen, que, contemplando en el hombre la imagen de Cristo, se consagró con afable diligencia al auxilio espiritual y, sobre todo, material de los pobres, y fundó la Congregación de Hijas de María, Madre de la Iglesia. (1902)
11*. En Roma, en Santa Sabina del Aventino, beato Jacinto (Enrique) Cormier, presbítero, que siendo maestro general, gobernó prudentemente la Orden de Predicadores, fomentando los estudios teológicos y espirituales. (1916)

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