Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

miércoles, 2 de noviembre de 2022

Miércoles 7 diciembre 2022, San Ambrosio, obispo y doctor de la Iglesia, memoria obligatoria.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A SEMINARISTI E SACERDOTI CHE STUDIANO A ROMA

Aula Paolo VI. Lunedì, 24 ottobre 2022

Domanda

Papa Francesco, in questi anni a Roma, insieme a un mio confratello, abbiamo seguito un gruppo di ragazzi dopo la Cresima in una parrocchia qui vicino. Tutti e due veniamo da altri Paesi. Un giorno un giovane mi ha detto: “Ma ti sei accorto che lui – riferendosi all’altro confratello – parla meglio di te l’italiano? Tu invece usi meglio le mani e i gesti”. Con questa osservazione di un ragazzo ho capito che nell’evangelizzazione tanto vale il parlare bene quanto accompagnare con le mani il discorso. Tanto importano le parole, quanto i gesti e forse per gli italiani sono i gesti che accompagnano le parole. Nella formazione verso il sacerdozio ci insegnano tanto come parlare, come usare bene le parole e la parola, a fare un discorso filosofico coerente, a interpretare la Scrittura, a fare un bel sermone in Chiesa. Tuttavia Lei, Santo Padre, ci ha fatto vedere l’importanza dei gesti, delle opere, della tenerezza concreta, e quanto sono potenti i gesti, quanto sono eloquenti i nostri gesti. Io vedo come Lei abbraccia i sofferenti, e quanto vorrei farlo pure io. Vedo come bacia i malati, e quanto vorrei farlo pure io. Vedo come tocca i bisognosi, e quanto vorrei farlo pure io. So che non si imparano i gesti dalla notte al giorno, e so che non sarò mai un sacerdote che predica con l’esempio se non imparo il linguaggio dei gesti da oggi. Come ha imparato Lei questi gesti di misericordia? Come possiamo arrivare anche noi nel seminario, come possiamo imparare questo linguaggio così importante?

Papa Francesco

Grazie. Dove ho imparato i gesti… Mah, i gesti, la vita te li insegna. Per esempio, una cosa che ho imparato dall’esperienza personale è che quando vai a visitare un malato, che sta male, non devi parlare troppo. Prendi la mano, guardalo negli occhi, di’ due parole e rimani così. Nell’intervento che hanno fatto a me, in cui mi hanno tolto una parte del polmone quando avevo 21 anni, venivano tutti gli amici, le zie, tutti a parlare: “Vai, vai ti riprenderai presto, parlerai, potrai giocare un’altra volta…”. Mi piaceva, ma mi stufava. Un giorno è venuta la suora che mi aveva preparato per la prima Comunione, suor Dolores, brava vecchia, e mi ha preso la mano, mi guardava negli occhi e mi disse: “Stai imitando Gesù”, e non ha detto niente di più. Quella mi ha consolato. Per favore, quando andate da un ammalato, non riempire di motivazioni di promesse del futuro. Il gesto della vicinanza parla più con la presenza che con le parole.

Un gesto ti ho fatto vedere. I gesti si imparano; i gesti della tenerezza li imparerai con i vecchi, andando dai vecchi. Il primo giorno li saluterai così, a distanza. Dopo due, tre volte che vai, li accarezzerai, i vecchietti. Lascia, lasciati esprimere. Lasciare che l’espressione sia totale. Anche nella predica. Una volta ho chiamato una nipote. “Come stai?” – era una domenica, a volte le domeniche chiamo mia sorella – “Come stai?”. “Bene, bene, ma un po’ annoiata perché siamo andati con il marito e i figli a Messa in quella parrocchia non abituale e ho sentito una bella spiegazione filosofica di 40 minuti, ma della Parola di Dio niente!”. Se tu non sei umano con i gesti, anche la mente si irrigidisce e nella predica dirai cose astratte che nessuno capisce, e qualcuno avrà la tentazione di andare fuori a fumare una sigaretta e tornare, come si fa… Ci sono tre linguaggi che ti fanno vedere la maturità di una persona: il linguaggio della testa, il linguaggio del cuore e linguaggio delle mani. E noi dobbiamo imparare a esprimerci in questi tre linguaggi: che io pensi quello che sento e faccio, senta quello che penso e faccio, faccia quello che sento e penso. Qui uso la parola equilibrio: un equilibrio fra queste cose. A volte ti viene voglia di fare uno scherzo a uno, e ti viene, ma… che sia il gesto con il pensiero e il cuore e le mani.

Quando vedo dei ragazzi malati - “quanto soffrono i bambini”, diceva Dostoevskij - i ragazzi malati, lì, carezzarli… Qualcuno ti può accusare di essere pedofilo, ma no, no, fuori da questa possibile accusa. Come i vecchietti che hanno bisogno di carezze… Ricordo che andavo con frequenza a Buenos Aires alle case di riposo, e a volte celebravo la Messa. I vecchietti sono geniali, perché ti fanno le domande più impegnative… E alla messa poi dicevo: “Chi di voi fa la comunione?”. E passavo, perché non possono camminare tante volte, sono vecchi, vanno con il bastone. E andavo: “Chi vuole comunicarsi alzi la mano”. Tutti alzavano la mano… Do la comunione a una signora, poi lei mi prende la mano: “Grazie, padre, sono ebrea”. “Ma questo che ti ho dato era pure ebreo, vai avanti”. I vecchi vogliono carezze, vogliono che li ascolti, vogliono che li fai parlare dei loro tempi, e tu imparerai tanto.

La tenerezza. Qui cadiamo nello stile di Dio. Lo stile di Dio è la vicinanza. Lui stesso lo dice nel Deuteronomio: “Pensa, quale popolo ha i suoi dèi così vicini come tu hai me?” (cfr cap. 4). La vicinanza è lo stile di Dio. Si è fatto vicino nell’incarnazione di Cristo. È vicino a noi. Sempre la vicinanza. Ma una vicinanza con compassione, perché perdona sempre, e con tenerezza. Un buon prete è vicino, compassionevole e tenero. Sicuramente è più piacevole carezzare una ragazza bella che una vecchietta - state attenti lì! - ma la tenerezza cresce e si esprime meglio negli opposti, sia nei bambini, con i bambini piccolini che ti chiamano, e con gli anziani, ma… si impara...

Una volta un mio professore di filosofia – era un grande padre spirituale, ha pubblicato tanti libri anche sugli esercizi e sono tradotti in italiano, padre Fiorito – un giorno ha dato una conferenza sui comportamenti, i fondamenti filosofici, ma è scivolato subito sulla spiritualità, e una delle sue domande io la farei a tutti voi, seminaristi, teologi: voi giocate con i bambini? Sapete giocare con i bambini? Questa domanda lui la faceva sempre ai genitori, diceva: “Tu, papà, quando torni dal lavoro, o tu mamma, giochi con i tuoi figli?”. La tenerezza si impara con i bambini e con i vecchi. E l’abitudine che c’è di allontanare i vecchi perché disturbano, questo ci allontana da una delle fonti di tenerezza. Lo stile di Dio, non dimenticarti, è sempre vicinanza, compassione e tenerezza. E se tu sei vicino, con compassione e tenerezza, sei sulla strada buona. La tenerezza non è “fare il buono”. A volte nel fare il buono si può scivolare nel fare lo stupido. No. Tenerezza è questo che ho detto.

CALENDARIO

7 MIÉRCOLES. Hasta la Hora Nona:
SAN AMBROSIO, obispo y doctor de la Iglesia, memoria obligatoria


Misa de la memoria (blanco).
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. I o III de Adviento o de la memoria.
LECC.: vol. II.
- Is 40, 25-31.
El Señor todopoderoso fortalece a quien está cansado.
- Sal 102. R. Bendice, alma mía, al Señor.
- Mt 11, 28-30. Venid a mí todos los que estáis cansados. 
o bien: cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de la memoria.

Martirologio: elogs. del 8 de diciembre, pág. 709.
CALENDARIOS: Ciudad Rodrigo: Aniversario de la muerte de Mons. Demetrio Mansilla Reoyo, obispo, emérito (1998).
Santiago de Compostela: Aniversario de la muerte del cardenal Fernando Quiroga Palacios, arzobispo (1971).

7 MIÉRCOLES. Después de la Hora Nona:
Misa
vespertina de la solemnidad de la Inmaculada Concepción de la bienaventurada Virgen María (blanco o azul).
Liturgia de las Horas: I Vísp. del oficio de la solemnidad. Comp. Dom. I.

TEXTOS MISA

7 de diciembre
San Ambrosio, obispo y doctor de la Iglesia
Memoria

Antífona de entrada Cf. Eclo 15, 5
En medio de la Iglesia le abrirá la boca, y el Señor lo llenará del espíritu de sabiduría y de inteligencia, lo revestirá con un vestido de gloria.
In médio Ecclésiae apéruit os eius, et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus; stolam glóriae índuit eum.

Monición de entrada
Se celebra hoy la memoria de san Ambrosio, obispo y doctor de la Iglesia. Nació en Tréveris, hacia el año 340. Siendo aún catecúmeno fue elegido obispo por aclamación popular para presidir la Iglesia de Milán, ciudad de la que había sido gobernador. La Iglesia de Occidente lo venera como padre por su actividad pastoral, por sus escritos y por su defensa de la recta doctrina contra los arrianos. También lo recuerda la Iglesia por su libertad de espíritu y por su fortaleza de ánimo cuando hubo de enfrentarse al emperador Teodosio, cuya participación en la reunión eucarística tuvo que impedir, debido al escándalo que suponía la durísima represión que este gobernante cristiano había ordenado contra algunas ciudades del imperio sublevadas.

Oración colecta
Oh, Dios, que hiciste al obispo san Ambrosio doctor de la fe católica y ejemplo de fortaleza apostólica, suscita en tu Iglesia hombres según tu corazón que la gobiernen con fortaleza y sabiduría. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui beátum Ambrósium epíscopum cathólicae fídei doctórem et apostólicae fortitúdinis exémplum effecísti, éxcita in Ecclésia tua viros secúndum cor tuum, qui eam fórtiter et sapiénter gubérnent. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Miércoles de la II semana de Adviento (Lec. II).

PRIMERA LECTURA Is 40, 25-31
El Señor todopoderoso fortalece a quien está cansado

Lectura del libro de Isaías.

«¿Con quién podréis compararme,
quién es semejante a mi?», dice el Santo.
Alzad los ojos a lo alto y mirad:
¿quién creó esto?
Es él, que despliega su ejército al completo
y a cada uno convoca por su nombre.
Ante su grandioso poder, y su robusta fuerza,
ninguno falta a su llamada.
¿Por qué andas diciendo, Jacob,
y por qué murmuras, Israel:
«Al Señor no le importa mi destino,
mi Dios pasa por alto mis derechos»?
¿Acaso no lo sabes, es que no lo has oído?
El Señor es un Dios eterno
que ha creado los confines de la tierra.
No se cansa, no se fatiga,
es insondable su inteligencia.
Fortalece a quien está cansado,
acrecienta el vigor del exhausto.
Se cansan los muchachos, se fatigan,
los jóvenes tropiezan y vacilan;
pero los que esperan en el Señor
renuevan sus fuerzas,
echan alas como las águilas,
corren y no se fatigan,
caminan y no se cansan.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 102, 1bc-2. 3-4. 8 y 10 (R.: 1b)
R. 
Bendice, alma mía, al Señor.
Bénedic, ánima mea, Dómino.

V. Bendice, alma mía, al Señor,
y todo mi ser a su santo nombre.
Bendice, alma mía, al Señor,
y no olvides sus beneficios.
R. Bendice, alma mía, al Señor.
Bénedic, ánima mea, Dómino.

V. Él perdona todas tus culpas
y cura todas tus enfermedades;
él rescata tu vida de la fosa,
y te colma de gracia y de ternura.
R. Bendice, alma mía, al Señor.
Bénedic, ánima mea, Dómino.

V. El Señor es compasivo y misericordioso,
lento a la ira y rico en clemencia.
No nos trata como merecen nuestro pecados
ni nos paga según nuestras culpas.
R. Bendice, alma mía, al Señor.
Bénedic, ánima mea, Dómino.

Aleluya
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Mirad que llega el Señor, para salvar a su pueblo; bienaventurados los que están preparados para salir a su encuentro. R.
Ecce véniet Dóminus, ut salvet pópulum suum; beáti qui paráti sunt occúrrere illi.

EVANGELIO Mt 11, 28-30
Venid a mí todos los que estáis cansados
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, Jesús tomó la palabra y dijo:
«Venid a mi todos los que estáis cansados y agobiados, y yo os aliviaré.
Tomad mi yugo sobre vosotros y aprended de mí, que soy manso y humilde de corazón, y encontraréis descanso para vuestras almas. Porque mi yugo es llevadero y mi carga ligera».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Josemaría Escrivá, Amigos de Dios 131.
Tú y yo -pobres criaturas- no debemos extrañarnos ni desalentarnos ante las propias miserias personales, ante nuestros tropiezos, porque continuaremos hacia adelante, si buscamos la fortaleza en Aquel que nos ha prometido: venid a mí todos los que andáis agobiados con trabajos y cargas, que yo os aliviaré (Mt 11, 28). Gracias, Señor, quia tu es, Deus, fortitudo mea (Sal 43, 2), porque has sido siempre Tú, y sólo Tú, Dios mío, mi fortaleza, mi refugio, mi apoyo.

Oración de los fieles
Presentemos nuestra oración a Dios, nuestro Padre: él es la fortaleza de quien está cansado.
- Para que renueve constantemente a su Iglesia. Roguemos al Señor
- Para que dé ánimos a los que tienen responsabilidades públicas. Roguemos al Señor.
- Para que haga recuperar la ilusión a los que se sienten fracasados. Roguemos al Señor
- Para que llene de esperanza a los que celebramos esta eucaristía. Roguemos al Señor.
Señor, Dios nuestro, que no te cansas ni te fatigas, sé para todos alivio y descanso. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Al celebrar estos divinos misterios, te pedimos, Señor, que el Espíritu Santo nos ilumine con aquella luz de la fe que alumbró a san Ambrosio para propagar siempre tu gloria. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Illa nos, quaesumus, Dómine, divína tractántes, Spíritus Sanctus fídei luce perfúndat, qua beátum Ambrósium ad glóriae tuae propagatiónem iúgiter collustrávit. Per Christum.

PREFACIO III DE ADVIENTO
CRISTO, SEÑOR Y JUEZ DE LA HISTORIA
En verdad es justo darte gracias, es nuestro deber cantar en tu honor himnos de bendicion y de alabanza, Padre todopoderoso, principio y fin de todo lo creado.
Tú nos has ocultado el día y la hora en que Cristo, tu Hijo, Señor y Juez de la historia, aparecerá, revestido de poder y de gloria, sobre las nubes del cielo.
En aquel día terrible y glorioso pasará la figura de este mundo y nacerán los cielos nuevos y la tierra nueva.
El mismo Señor que se nos mostrará entonces lleno de gloria viene ahora a nuestro encuentro en cada hombre y en cada acontecimiento, para que lo recibamos en la fe y por el amor demos testimonio de la espera dichosa de su reino.
Por eso, mientras aguardamos su última venida, unidos a los ángeles y a los santos, cantamos el himno de tu gloria:

Santo, Santo, Santo…

PLEGARIA EUCARÍSTICA I o CANON ROMANO

Antífona de la comunión Cf. Sal 1, 2-3

El que medita la ley del Señor día y noche da fruto en su sazón.
Qui meditábitur in lege Dómini die ac nocte, dabit fructum suum in témpore suo.

Oración después de la comunión
Fortalecidos, Señor, con el vigor de este sacramento, concédenos seguir de tal modo las enseñanzas de san Ambrosio que, caminando con decisión por tus sendas, nos preparemos para el gozo del banquete eterno. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Huius sacraménti, Dómine, virtúte roborátos, fac nos beáti Ambrósii documéntis ita profícere, ut, viríliter per tuas sémitas festinántes, ad aetérni suavitátem convívii praeparémur. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 8 de diciembre
S
olemnidad de la Inmaculada Concepción de la Bienaventurada Virgen María, que, realmente llena de gracia y bendita entre las mujeres en previsión del nacimiento y de la muerte salvífica del Hijo de Dios, desde el mismo primer instante de su Concepción fue preservada de toda culpa original, por singular privilegio de Dios. En este mismo día fue definida, por el papa Pío IX como verdad dogmática recibida por antigua tradición. (1854)
2. En Alejandría de Egipto, conmemoración de san Macario, mártir, el cual, en tiempo del emperador Decio, al aconsejarle el juez con muchas razones que renegase de Cristo, él profesó con mayor constancia la fe, por cuyo motivo finalmente fue quemado vivo. (250)
3. En Roma, en el cementerio de Calixto, en la vía Apia, sepultura de san Eutiquiano, papa(283)
4. En Tréveris, en la Galia Bélgica, actual Alemania, san Eucario, considerado el primer obispo de esta ciudad. (s. III)
5. Conmemoración de san Patapio, ermitaño, el cual, oriundo de la región de Tebaida, vivió en Constantinopla, en Blaquernas, y fue sepultado en el monasterio de los egipcios. (s. V/VI)
6. En los montes Vosgos, en Burgundia, hoy Francia, san Romarico, abad, que siendo noble del rey Teudeberto, se retiró al monasterio de Luxueil, y después fundó un cenobio en una propiedad suya, que el mismo dirigió. (653)
7*. Cerca de Vaux-de-Cernay, en la región de París, también en la actual Francia, san Teobaldo de Marly, abad de la Orden Cisterciense, que prestaba los más humildes servicios a sus hermanos. (1247)
8. En la región de Ontario, en Canadá, pasión de san Nadal Chabanel, presbítero de la Orden de la Compañía de Jesús y mártir, el cual, habiendo hecho voto ante Dios de permanecer hasta la muerte en su querida misión del territorio Hurón, caminando por el bosque con un apóstata que odiaba la fe, fue muerto por él. Su memoria se celebra el diecinueve de octubre, junto con sus compañeros. (1649)
9*. En Lima, en Perú, santa Narcisa de Jesús Martillo Morán, virgen, que, privada de padres y desprovista de sustento, después de muchos trabajos fue recibida en la hospedería de un cenobio, donde se dio a la oración continua y a la austera penitencia. (1869) Canonizada 2008.
10*. En el pueblo Picadero de Paterna, de la región de Valencia, beato José María Zabal Blasco, mártir, el cual, siendo padre de familia, en la persecución contra la fe superó los tormentos de su pasión con la fortaleza de Cristo. (1936)
11*. En el campo de concentración de Dachau, cercano a Munich, en la región de Baviera, en Alemania, beato Luis Liguda, presbítero de la Sociedad del Verbo Divino y mártir, que, encarcelado al ser invadida Polonia durante la guerra, fue cruelmente asesinado por los guardias de la prisión, confesando a Cristo hasta la muerte. (1942)

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.