Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

jueves, 10 de febrero de 2022

Jueves 17 marzo 2022, Jueves de la II semana de Cuaresma, feria o san Patricio, conmemoración.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL PONTIFICIO SEMINARIO LOMBARDO DEI SANTI AMBROGIO E CARLO IN URBE

Sala Clementina. Lunedì, 7 febbraio 2022

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Ringrazio il Rettore per le parole che mi ha rivolto e vi do il benvenuto. Sono contento che insieme a voi sacerdoti ci siano le persone che con il loro servizio animano la vita del Seminario e formano la grande famiglia del “Lombardo”. Ci rivediamo oggi, in occasione dei cent’anni dell’elezione di Papa Pio XI, vostro ex-alunno – e uno dei primi alunni! – che ebbe sempre a cuore il “suo caro” seminario, per il quale provvide l’area nella quale vi trovate, all’ombra della Salus populi romani. È bello che siate lì ed è anche l’occasione per me di pensarvi spesso. Da queste radici legate a Pio XI proviamo a ricavare qualche spunto: non per coltivare nostalgie del passato e chiuderci alla novità dello Spirito, che ci invita a vivere l’oggi, ma per rintracciare dei segni profetici per il vostro ministero e la vostra missione, in particolare a servizio della Chiesa e del popolo italiano.

Appena eletto, Pio XI scelse di affacciarsi non più all’interno della Basilica di San Pietro, ma dalla Loggia esterna. Volle così che la sua prima benedizione fosse rivolta Urbi et Orbi, alla città di Roma e al mondo intero. E con questo gesto – credo che hanno lavorato più di 40 minuti per aprire quel balcone che da anni non si apriva, e anche per svuotare quel posto, che era diventato un magazzino; e lui aspettò – con questo gesto ci ricorda che occorre aprirsi, dilatare l’orizzonte del ministero alle dimensioni del mondo, per raggiungere ogni figlio, che Dio desidera abbracciare con il suo amore. Per favore, non rimaniamo barricati in sacrestia e non coltiviamo piccoli gruppi chiusi dove coccolarci e stare tranquilli. C’è un mondo che attende il Vangelo e il Signore desidera che i suoi pastori siano conformi a Lui, portando nel cuore e sulle spalle le attese e i pesi del gregge. Cuori aperti, compassionevoli, misericordiosi.

E questo mi porta a pensare all’esperienza che c’è fra di voi, sui confessori di Santa Maria Maggiore: “Andate da quello, da quello… Ma da quello là no!, per favore, che ti rende la vita impossibile!”. Cercare preti misericordiosi per noi, e noi essere misericordiosi con gli altri. Così come noi vogliamo misericordia quando andiamo a chiedere perdono per i nostri peccati e cerchiamo il più misericordioso, voi siate misericordiosi. Con tutti. Non dimenticate che Dio mai si stanca di perdonare. Siamo noi a stancarci di chiedere perdono, ma Lui mai si stanca di perdonare. Quella larghezza del perdono, senza fare troppi problemi: perdono. Cuori aperti, compassionevoli, misericordiosi, dicevo, e mani operose, generose, che si sporcano e si feriscono per amore, come quelle di Gesù sulla croce. Così il ministero diventa una benedizione di Dio per il mondo.

Quel gesto di Pio XI valse più di mille parole. In genere, i gesti di Pio XI valevano più di mille parole, perché era un Papa con personalità, per dirlo in modo fine. In questi anni voi studiate e approfondite, è questo è un dono di Dio. Ma il vostro sapere non diventi mai astratto dalla vita e dalla storia. Non serve il Vangelo una Chiesa che ha tante cose da dire, ma le cui parole sono prive di unzione e non toccano la carne della gente. Per avere parole di vita occorre piegare la scienza allo Spirito nella preghiera e poi abitare le situazioni concrete della Chiesa e del mondo. Occorre la testimonianza di vita: siate preti bruciati dal desiderio di portare il Vangelo per le strade del mondo, nei quartieri, nelle case, soprattutto nei luoghi più poveri e dimenticati. La testimonianza, i gesti, come quel primo gesto di Pio XI.

Un secondo spunto. Nella sua prima omelia solenne Papa Ratti parlò delle missioni e, più che dare risposte, invitò a porsi una domanda: «Che cosa posso offrire al Signore?» (Omelia nel 300° di fondazione della Congreg. de Propaganda Fide, 4 giugno 1922). È una bella domanda, che potete applicare a tutto quello che state facendo ora per prepararvi alla missione. Che cosa posso offrire è una domanda che non ruota attorno a voi, al desiderio di quella cattedra, di quella parrocchia, di quel posto in curia; no, è una domanda che chiede di aprire il cuore alla disponibilità e al servizio. È una domanda che ci difende dal carrierismo. State attenti al carrierismo, per favore! Alla fine non serve, non aiuta.

Chiediamoci “che cosa posso offrire?” all’inizio di ogni giornata. Spesso, anche qui in Italia, i discorsi ecclesiali si riducono a sterili dialettiche interne tra chi è innovatore e chi è conservatore, tra chi preferisce quel politico e chi quell’altro, e si dimentica il punto centrale: essere Chiesa per vivere e diffondere il Vangelo. Non preoccupiamoci dei piccoli orticelli di casa, c’è un mondo intero assetato di Cristo. Siate pastori del gregge, e non pettinatori di quelle “squisite” [migliori]. Vi esorto a coltivare con entusiasmo in questi anni e in questa città, nella dimensione universale romana e del Lombardo, un cuore aperto, un cuore disponibile, un cuore missionario!

L’ultimo spunto lo traggo da una delle numerose encicliche sociali di Pio XI. Leggo alcune parole, scritte quasi un secolo fa eppure attualissime: «Ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri tempi non vi è solo concentrazione della ricchezza, ma l’accumularsi di una potenza enorme, di una dispotica padronanza dell’economia in mano di pochi. […] Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, tenendo in pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso, di cui vive l’organismo economico, e hanno in mano, per così dire, l’anima dell’economia» (Lett. enc. Quadragesimo anno, 105-106). È duro!

Quanto è vero e quanto è tragico tutto ciò ora, mentre la forbice tra i pochi ricchi e i tanti poveri è sempre più larga. In questo contesto di disuguaglianze, che la pandemia ha accresciuto, vi troverete a vivere e operare come preti del Concilio Vaticano II, come segni e strumenti della comunione degli uomini con Dio e tra di loro (cfr Lumen gentium, 1). Siate perciò tessitori di comunione, azzeratori di disuguaglianze, pastori attenti ai segni di sofferenza del popolo. Anche attraverso le conoscenze che state acquisendo, siate competenti e coraggiosi nel levare parole profetiche in nome di chi non ha voce.

Grandi compiti vi attendono. Per realizzarli vi invito a chiedere a Dio di sognare la bellezza della Chiesa. La Chiesa è bella! Sognare la Chiesa italiana di domani più fedele allo spirito del Vangelo, più libera, più fraterna e gioiosa nel testimoniare Gesù, animata dall’ardore di raggiungere chi non ha conosciuto il «Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3). Una Chiesa italiana che coltivi una comunione più forte di ogni distinzione e sia ancora più appassionata ai poveri, nei quali Gesù è presente. Sant’Ambrogio e San Carlo vi accompagnino e la Salus populi vi custodisca. Io benedico voi e voi, per favore, pregate per me. Grazie!

CALENDARIO

17 JUEVES DE LA II SEMANA DE CUARESMA, feria o SAN PATRICIO, obispo, conmemoración 

Misa de feria (morado). 
MISAL: ants. y oracs. props. [para la conm.: 1.ª orac. prop. y el resto de la feria], Pf. Cuaresma. 
LECC.: vol. II. 
La Cuaresma: Confiar en los verdaderos valores. 
- Jer 17, 5-10. Maldito quien confía en el hombre; bendito quien confía en el Señor. 
- Sal 1. R. Dichoso el hombre que ha puesto su confianza en el Señor. 
- Lc 16, 19-31. Recibiste bienes, y Lázaro males: ahora él es aquí consolado, mientras que tú eres atormentado. 

Liturgia de las Horas: oficio de feria. Se puede hacer conmemoración del santo. 

Martirologio: elogs. del 18 de marzo, pág. 211. 
CALENDARIOS: Cartagena-ciudad: San Patricio, obispo (F). 
Málaga: Aniversario de la muerte de Mons. Antonio Dorado Soto, obispo, emérito (2015). 
Menorca: Aniversario de la muerte de Mons. Bartolomé Pascual Marroig, obispo (1967). 
Valladolid: Aniversario de la muerte de Mons. José Delicado Baeza, arzobispo, emérito (2014).

TEXTOS MISA

Jueves de la II Semana de Cuaresma.


Antífona de entrada Sal 138, 23-24
Oh, Dios, ponme a prueba y conoce mis sentimientos; mira si mi camino se desvía y guíame por el camino eterno.
Proba me, Deus, et cognósce sémitas meas; vide si via iniquitátis in me est, et deduc me in via aetérna.

Oración colecta
Oh, Dios, que amas y devuelves la inocencia, atrae hacia ti los corazones de tus siervos para que, llenos del fervor de tu Espíritu, permanezcamos firmes en la fe y eficaces en las obras. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, innocéntiae restitútor et amátor, dírige ad te tuórum corda servórum, ut, Spíritus tui fervóre concépto, et in fide inveniántur stábiles, et in ópere efficáces. Per Dóminum.

En la conmemoración:
17 de marzo
San Patricio, obispo

Oración colecta propia y el resto de la feria de Cuaresma.

Monición de entrada
Conmemoramos hoy a san Patricio, obispo, nacido en Inglaterra hacia el año 385. Siendo joven fue llevado cautivo a Irlanda. Tras recuperar la libertad quiso regresar a la misma isla en la que estuvo preso. Elegido obispo, anunció con ardor el Evangelio y organizó con firmeza la Iglesia, hasta que murió el año 461. Es considerado el fundador de la Iglesia en Irlanda.

Oración colecta
Oh, Dios, que elegiste al obispo san Patricio para predicar tu gloria a los pueblos de Irlanda, concede, por sus méritos e intercesión, que cuantos se glorían del nombre cristiano proclamen siempre tus maravillas a los hombres. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui ad praedicándam Hibérniae pópulis glóriam tuam beátum Patrícium epíscopum providísti, eius méritis et intercessióne concéde, ut, qui christiáno nómine gloriántur, tua mirabília homínibus iúgiter annúntient. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Jueves de la II semana de Cuaresma (Lecc. II).

PRIMERA LECTURA Jer 17, 5-10
Maldito quien confía en el hombre; bendito quien confía en el Señor

Lectura del libro de Jeremías.

Esto dice el Señor:
«Maldito quien confía en el hombre,
y busca el apoyo de las criaturas,
apartando su corazón del Señor.
Será como cardo en la estepa,
que nunca recibe la lluvia;
habitará en un árido desierto,
tierra salobre e inhóspita.
Bendito quien confía en el Señor
y pone en el Señor su confianza.
Será un árbol plantado junto al agua,
que alarga a la corriente sus raíces;
no teme la llegada del estío,
su follaje siempre está verde;
en año de sequía no se inquieta,
ni dejará por eso de dar fruto.
Nada hay más falso y enfermo
que el corazón: ¿quién lo conoce?
Yo, el Señor, examino el corazón,
sondeo el corazón de los hombres
para pagar a cada cual su conducta
según el fruto de sus acciones».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 1, 1-2. 3. 4 y 6 (R.: Sal 39, 5ab)
R. 
Dichoso el hombre que ha puesto su confianza en el Señor.
Beátus vir qui pósuit Dóminum spem suam.

V. Dichoso el hombre
que no sigue el consejo de los impíos
ni entra por la senda de los pecadores,
ni se sienta en la reunión de los cínicos;
sino que su gozo es la ley del Señor,
y medita su ley día y noche.
R. Dichoso el hombre que ha puesto su confianza en el Señor.
Beátus vir qui pósuit Dóminum spem suam.

V. Será como un árbol
plantado al borde de la acequia:
da fruto en su sazón
y no se marchitan sus hojas;
y cuanto emprende tiene buen fin.
R. Dichoso el hombre que ha puesto su confianza en el Señor.
Beátus vir qui pósuit Dóminum spem suam.

V. No así los impíos, no así;
serán paja que arrebata el viento.
Porque el Señor protege el camino de los justos,
pero el camino de los impíos acaba mal.
R. Dichoso el hombre que ha puesto su confianza en el Señor.
Beátus vir qui pósuit Dóminum spem suam.

Versículo antes del Evangelio Cf. Lc 8, 15
Bienaventurados los que escuchan la palabra de Dios con un corazón noble y generoso, la guardan y dan fruto con perseverancia.
Beáti qui in corde bono et óptimo verbum Dei rétinent, et fructum áfferunt in patiéntia.

EVANGELIO Lc 16, 19-31
Recibiste bienes, y Lázaro males: ahora él es aquí consolado, mientras que tú eres atormentado
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Lucas.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo Jesús a los fariseos:
«Había un hombre rico que se vestía de púrpura y de lino y banqueteaba cada día. Y un mendigo llamado Lázaro estaba echado en su portal, cubierto de llagas, y con ganas de saciarse de lo que caía de la mesa del rico.
Y hasta los perros venían y le lamían las llagas.
Sucedió que murió el mendigo, y fue llevado por los ángeles al seno de Abrahán.
Murió también el rico y fue enterrado. Y, estando en el infierno, en medio de los tormentos, levantó los ojos y vio de lejos a Abrahán, y a Lázaro en su seno, y gritando, dijo:
“Padre Abrahán, ten piedad de mí y manda a Lázaro que moje en agua la punta del dedo y me refresque la lengua, porque me torturan estas llamas”.
Pero Abrahán le dijo:
“Hijo, recuerda que recibiste tus bienes en tu vida, y Lázaro, a su vez, males: por eso ahora él es aquí consolado, mientras que tú eres atormentado.
Y, además, entre nosotros y vosotros se abre un abismo inmenso, para que los que quieran cruzar desde aquí hacia vosotros no puedan hacerlo, ni tampoco pasar de ahí hasta nosotros”.
Él dijo:
“Te ruego, entonces, padre, que le mandes a casa de mi padre, pues tengo cinco hermanos: que les dé testimonio de estas cosas, no sea que también ellos vengan a este lugar de tormento”.
Abrahán le dice:
“Tienen a Moisés y a los profetas: que los escuchen”.
Pero él le dijo:
“No, padre Abrahán. Pero si un muerto va a ellos, se arrepentirán”.
Abrahán le dijo:
“Si no escuchan a Moisés y a los profetas, no se convencerán ni aunque resucite un muerto”».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Mensaje para la Cuaresma 2017
La Cuaresma es el tiempo propicio para renovarse en el encuentro con Cristo vivo en su Palabra, en los sacramentos y en el prójimo. El Señor -que en los cuarenta días que pasó en el desierto venció los engaños del Tentador- nos muestra el camino a seguir. Que el Espíritu Santo nos guíe a realizar un verdadero camino de conversión, para redescubrir el don de la Palabra de Dios, ser purificados del pecado que nos ciega y servir a Cristo presente en los hermanos necesitados. Animo a todos los fieles a que manifiesten también esta renovación espiritual participando en las campañas de Cuaresma que muchas organizaciones de la Iglesia promueven en distintas partes del mundo para que aumente la cultura del encuentro en la única familia humana. Oremos unos por otros para que, participando de la victoria de Cristo, sepamos abrir nuestras puertas a los débiles y a los pobres. Entonces viviremos y daremos un testimonio pleno de la alegría de la Pascua.

Oración de los fieles
Oremos al Señor, nuestro Dios. Bendito quien confía en él.
- Por la Iglesia, llamada a anunciar a todos de palabra y de obra el Evangelio de Cristo. Roguemos al Señor.
- Por los que confían en sí mismos, apartando de Dios su corazón. Roguemos al Señor.
- Por los que se encierran en sí mismos, insensibles al sufrimiento ajeno. Roguemos al Señor.
- Por los que gritan en su dolor sin ser oídos. Roguemos al Señor.
- Por los que se dedican al cuidado de los más necesitados. Roguemos al Señor
- Por nosotros, necesitados de conversión. Roguemos al Señor.
Señor, Dios nuestro, tú penetras nuestros corazones para darnos según nuestra conducta; perdónanos y escúchanos. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Santifica, Señor, por este sacrificio, nuestra observancia cuaresmal, para que las prácticas externas transformen nuestro espíritu. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Praesénti sacrifício, quaesumus, Dómine, observántiam nostram sanctífica, ut, quod quadragesimális exercitátio profitétur extérius, intérius operétur efféctu. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA DE LA RECONCILIACIÓN I.

Antífona de comunión Sal 118, 1

Dichoso el que, con vida intachable, camina en la ley del Señor.
Beáti immaculáti in via, qui ámbulant in lege Dómini.

Oración después de la comunión
Te pedimos, Señor, que el fruto de este sacrificio permanezca en nosotros y se manifieste siempre en nuestras obras. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Haec in nobis sacrifícia, Deus, et actióne permáneant, et operatióne firméntur. Per Christum.

Oración sobre el pueblo
Se puede añadir ad libitum
V. 
El Señor esté con vosotros. R.
V. 
Inclinaos para recibir la bendición.
Asiste, Señor, a tus siervos que imploran el auxilio de tu gracia, para que obtengan la defensa y la guía de tu protección. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Adésto, Dómine, fámulis tuis, implorántibus grátiae tuae auxílium, ut protectiónis tuae munímen et régimen obtíneant. Per Christum.
V. Y la bendición de Dios todopoderoso, Padre, Hijo +, y Espíritu Santo, descienda sobre vosotros y os acompañe siempre. R.

MARTIROLOGIO

Elogios del 18 de marzo
S
an Cirilo, obispo
 de Jerusalén y doctor de la Iglesia, que, a causa de la fe, sufrió muchas injurias por parte de los arrianos y fue expulsado con frecuencia de la sede. Con oraciones y catequesis expuso admirablemente la doctrina ortodoxa, las Escrituras y los sagrados misterios. (444)
2. Conmemoración de san Alejandro, obispo y mártir, que, yendo de Capadocia a Jerusalén, recibió el encargo pastoral de la Ciudad Santa, donde fundó una importante biblioteca e instituyó una escuela. En su ya venerable y longeva edad, durante la persecución desencadenada bajo Decio fue conducido a Cesarea de Palestina, en el actual Israel, donde completó con un glorioso martirio su confesión de Cristo. (c. 250)
3. En Lucca, en la región italiana de Toscana, san Frigidiano, obispo, el cual, oriundo de Irlanda, reunió clérigos en un monasterio, y por el bien del pueblo desvió el curso del río Serchio, para conseguir un fértil nuevo territorio, y convirtió a la fe católica a los lombardos que habían invadido el territorio. (c. 588)
4. En Tours, en Neustria, hoy Francia san Leobardo, que, recluido en la celda llamada Mayor, cercana a un monasterio, brilló por su admirable abstinencia y humildad. (c. 593)
5. En Zaragoza, ciudad de la Hispania Tarraconense, san Braulio, obispo, que, amigo íntimo de san Isidoro, colaboró con él para restaurar la disciplina eclesiástica en toda Hispania y fue semejante a él en elocuencia y ciencia. (651)
6. Cerca de la localidad de Wareham, en Inglaterra, san Eduardo, rey, que, todavía adolescente, fue asesinado dolosamente por los criados de la madrastra. (978)
7. En Mantua, en la región italiana de Lombardía, tránsito de san Anselmo, que, siendo obispo de Lucca, en la controversia de las investiduras, fidelísimo a la Sede de Roma, puso en manos del papa san Gregorio VII el anillo y el báculo pastoral que, a su pesar, había recibido de manos del emperador Enrique IV, y, expulsado de la sede por los canónigos que rechazaban la vida comunitaria, fue enviado a Lombardía como legado del Papa, que le tuvo como un valioso colaborador. (1086)
8. En Cagliari, en la isla italiana de Cerdeña, san Salvador Grionesos de Horta, religioso de la Orden de los Hermanos Menores, que para la salvación de cuerpos y almas se hizo humilde instrumento de Cristo. (1567)
9*. En Lancaster, en Inglaterra, beatos Juan Thules, presbítero, y Rogerio Wrenno, oriundos ambos de esa misma región, mártires de Cristo en tiempo del rey Jacobo I. (1616)
10*. En el cenobio Saint-Sauveur-le-Vicomte, en la región de Normandía, en Francia, beata Marta (Amada) Le Bouteiller, virgen de las Hermanas de las Escuelas Cristianas de la Misericordia, que, apoyándose sólo en Dios, cumplió los más humildes oficios, siempre con toda paciencia. (1883)
Beata Celestina de la Madre de Dios (Florencia, Italia 1848-1925). Fundó la congregación de las Hijas Pobres de San José de Calasanz, llamadas calasancianas.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.