Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

martes, 14 de junio de 2022

Martes 19 julio 2022, Martes de la XVI semana del Tiempo Ordinario (o misa por los enfermos)

SOBRE LITURGIA

VISITA PASTORALE A BOLOGNA E IN EMILIA ROMAGNA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SEMINARISTI NEL SANTUARIO DI SAN LUCA

Domenica, 18 aprile 1982

Carissimi!

1. Venendo pellegrino alla Chiesa di Dio, che è in Bologna, e, in particolare, sostando qui, nel celebre e suggestivo Santuario della “Beata Vergine di san Luca”, ho la gioia di incontrarmi con voi, giovani che nella vostra vita, per vie e circostanze note forse soltanto a Dio ed a voi, avete scoperto un giorno che Cristo vi chiamava al suo servizio totale ed esclusivo e vi voleva all’Altare come suoi Ministri, oppure sulle vie della consacrazione evangelica, mediante i voti religiosi.

Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, vi ha amati in maniera singolare; ha voluto fare di voi i suoi amici prediletti (cf. Gv 15, 15); si è messo a camminare accanto a voi; ha attraversato la vostra strada e vi ha chiamati.

Già il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia sono una manifestazione della chiamata da parte di Gesù, il quale mediante tali sacramenti rende gli uomini suoi seguaci, suoi discepoli. Tale sequela di Gesù viene approfondita, giorno dopo giorno, nella famiglia, nella parrocchia, nella scuola, nelle associazioni, luoghi privilegiati per il continuo, ininterrotto “cammino della fede”, compiuto dal cristiano, il quale deve conformare continuamente la propria vita ad immagine del Cristo (cf. Rm 8, 29) e deve vivere sempre in intima unione con lui (cf. Gv 15, 1-9; Gal 2, 20s).

2. Ma nella vostra giovinezza di cristiani, che nella fede - personalmente e comunitariamente approfondita, maturata, portata alle sue conseguenze vitali - cercavate il senso più autentico e totale da dare all’esistenza, voi avete compreso, o improvvisamente con una folgorante intuizione o lentamente dopo lunghe riflessioni, che Gesù voleva da voi ancora qualcosa di più. Avete compreso il significato di quelle sue parole, percepite come indirizzate personalmente a voi: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9, 38). Avete sentito che potevate - anzi dovevate - essere voi quegli operai, necessari per lavorare nella misteriosa e vasta “messe”, che è la Chiesa, il mondo intero, l’umanità tutta, assetata della Parola di Dio e capace, se ben coltivata, di dare frutti di bene.

Gesù vi ha chiamati. Ciascuno di voi. Per nome. E in modo singolare ed irrepetibile, come singolare ed irrepetibile è la vostra personalità, cui egli rivolgeva il suo dolce e pressante invito.

Vi saluto cordialmente ad uno ad uno, rivolgendo un particolare pensiero al Cardinale Arcivescovo di Bologna, che ringrazio per le parole che ha voluto avere nei miei riguardi qualche minuto fa e per la gioia procuratami con questo incontro.

3. Carissimi, Gesù vi ha chiamati a seguire Lui! “Sequere me!” (Mt 8, 22; Mc 2, 14). A seguirlo per una strada dura e difficile; per un cammino, che spesso può trasformarsi in una “Via Crucis”, e condurre al Calvario ed alla Crocifissione. Ma chi è chiamato a seguire più da vicino Gesù, sa che non aderisce ad un semplice uomo, per quanto geniale e prestigioso, ma si affida addirittura al Figlio di Dio Incarnato; a Gesù di Nazaret, il Messia, il Signore, il Redentore dell’uomo, il Giudice supremo e definitivo della storia!

Gesù vi ha chiamati ad essere i ministri dei suoi Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia e della Riconciliazione. Nella Chiesa, la presenza sacramentale del Cristo è intimamente legata alla presenza ed all’azione ministeriale del sacerdote; come pure, il dono mirabile della divina Misericordia viene normalmente elargito nella Chiesa mediante l’opera dei presbiteri. Un giorno - ed è un giorno atteso da voi nella preghiera fervida e nella intensa preparazione - voi “in persona Christi”, potrete dire sull’altare le misteriose sacramentali parole: “Questo è il mio corpo . . .”, e mediante la potestà sacra di cui sarete investiti compirete il sacrificio eucaristico e lo offrirete a Dio in nome di tutto il popolo (cf. Lumen Gentium, 10); ai vostri fratelli, chini nella consapevolezza della propria miseria umana, potrete dire con trepidazione, ma anche con rasserenante sicurezza: “Io ti assolvo . . .”.

Gesù vi ha chiamati e vi ha scelti fra gli uomini, per costituirvi a favore degli uomini (cf. Eb 5, 1) mediante il presbiterato, per farvi partecipare più intimamente alla sua missione profetica, sacerdotale e regale, al fine di rendergli una particolare testimonianza nella Chiesa e dinanzi al mondo.

Siete destinati ad essere i proclamatori, i portavoce, i ministri della Parola (cf. At 6, 4) di Dio, cioè i testimoni generosi ed instancabili - mediante la predicazione, l’evangelizzazione, la catechesi - delle meraviglie che Dio ha compiuto e compie continuamente per l’umanità; capaci, pertanto, e disponibili ad elargire sempre ai fratelli i frutti dell’amore e della pace, a donare ed a comunicare ad essi quella certezza della fede, acquistata non soltanto mediante lo studio diuturno delle varie discipline teologiche e bibliche, necessarie ed indispensabili per la vostra adeguata preparazione culturale e spirituale, ma specialmente nella continua preghiera. E questa vostra certezza, donata ai fratelli, li aiuterà alla comprensione profonda del senso ultimo dell’esistenza umana, redenta da Cristo, ed altresì alla animazione cristiana dell’ordine etico, nei loro rapporti con Dio, con se stessi, con gli altri.

4. Perché questa vostra sequela di Cristo, il quale vuole rendervi partecipi del suo Sacerdozio, sia totale, la Chiesa latina ha voluto e vuole che sia unita al dono del celibato “per il Regno dei cieli” (cf. Mt 19, 12), e lo fa perché il celibato “per il Regno” non è solo un segno escatologico, ma anche ha un grande significato sociale, nella vita presente, per il servizio del Popolo di Dio. Il cuore del sacerdote, per essere disponibile a tale servizio, alla sollecitudine per tutto il Popolo di Dio, deve essere libero. Il celibato è il segno di una libertà che è per il servizio (Giovanni Paolo II, Epistula ad universos Ecclesiae Sacerdotes adveniente Feria V in Cena Domini anno MCMLXXIX, 8, die 8 apr. 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II [1979] 852ss).

Nella meditazione, nella preghiera, nell’abnegazione, preparatevi a fare con gioia questo dono definitivo al Cristo ed alla Chiesa.

5. Carissimi! Qui, sul Colle della Guardia, sotto l’antica immagine di Maria santissima, che una pia e significativa tradizione attribuisce all’Evangelista san Luca, vorrei domandarvi in questo nostro incontro: a questa chiamata di Gesù, il quale vuole fare di voi i collaboratori, i continuatori più intimi della sua missione salvifica, come avete risposto? Come volete rispondere oggi?

Siate generosi con Gesù! Guardate a lei, a Maria, così come ce la presenta - potremmo dire, come ce la dipinge nel suo Vangelo - con straordinaria efficacia ed intensa delicatezza, san Luca descrivendo il mistero dell’Annunciazione. Alla chiamata di Dio, che la sceglie alla singolare, unica vocazione di Madre del Messia, Figlio dell’Altissimo, Ella, dopo l’iniziale turbamento di fronte all’eccezionale privilegio, risponde: “Ecce, ancilla Domini. Fiat mihi secundum verbum tuum” (Lc 1, 38). Imitate tale disponibilità assoluta della Madonna di fronte al progetto di Dio. Dite anche voi dinanzi alla chiamata di Gesù: “Eccomi, avvenga di me quello che hai detto”.

Nella preghiera assidua, nello studio serio, nella disciplina quotidiana, nella carità operosa, preparatevi gioiosamente al Sacerdozio!

Siete qui presenti, alunni dei Seminari diocesani dell’Emilia-Romagna, del Seminario Regionale di Bologna, degli Studentati Religiosi. Guardando al futuro, non dimenticate di dare con me uno sguardo di compiacimento al passato, cioè alla storia dei pii Istituti, specialmente del Seminario Regionale, dove si sono formati ben tremila sacerdoti, e dove sono vissuti con fervorosa vita spirituale tanti “chiamati” come voi. Vorrei ricordare in particolare, a mia e vostra edificazione, il Servo di Dio Bruno Marchesini, alunno del Seminario Regionale, morto nel 1938; il Servo di Dio Fratel Venanzio Maria Quadri, chierico professo dei Servi di Maria, morto nel 1937; il Servo di Dio Monsignor Vincenzo Tarozzi, direttore spirituale del Seminario “Dodici Apostoli” di Bologna e del Seminario “Pio” di Roma, morto nel 1918.

Tali belle e feconde tradizioni di spiritualità debbono confortare voi, i Superiori, i sacerdoti, perché le vocazioni ecclesiastiche, nell’Emilia-Romagna, fioriscano sempre più numerose e siano adeguate alle molteplici e complesse esigenze spirituali dei fedeli.

Occorrerà forse continuare una intensa, articolata ed organizzata collaborazione tra sacerdoti, famiglie, parrocchie nell’ambito dei Centri diocesani per le Vocazioni di speciale consacrazione; studiare e realizzare una “pastorale delle vocazioni” a livello regionale ed a livelli diocesani, in fraterna sintonia ed in comune, concorde azione tra presbiteri diocesani e religiosi, religiose e laici.

La fecondità di una diocesi è intimamente collegata con la fecondità delle vocazioni.

Mi rivolgo, in questo momento ed in maniera particolare, a tutti i giovani ed alle famiglie cristiane: ogni vocazione sacerdotale o religiosa è un grande dono di Dio, un privilegio, che onora i “vocati” e i loro genitori e manifesta la particolare predilezione di Dio. Pregate perché il Signore si degni di concedervi la grazia di far fiorire nel vostro focolare, nella vostra “Chiesa domestica”, una vocazione presbiterale o religiosa!

Prima di dare a voi tutti, a conferma del mio affetto, la benedizione apostolica, desidero recitare per voi e con voi, dinanzi alla preziosa e venerata Immagine della “Beata Vergine di san Luca”, la preghiera per le vocazioni sacerdotali, missionarie e religiose. CALENDARIO

19 MARTES DE LA XVI SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- Miq 7, 14-15. 18-20.
Arrojará nuestros pecados a lo hondo del mar.
- Sal 84. R. Muéstranos, Señor, tu misericordia.
- Mt 12, 46-50. Extendiendo su mano hacia sus discípulos, dijo: «Estos son mi madre y mis hermanos».

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 20 de julio, pág. 431.
CALENDARIOS: Carmelitas Descalzos: Madre de la Divina Gracia (MO).
Burgos y Heraldos del Evangelio: San Apolinar, obispo y mártir (ML).
Sevilla: Santa Áurea, virgen y mártir (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XVI Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa por los enfermos:
Por los enfermos

Antífona de entrada Sal 6, 3-4
Misericordia, Señor, que desfallezco, cura, Señor, mis huesos dislocados. Tengo el alma en delirio.
Miserére mei, Dómine, quóniam infírmus sum; sana me, Dómine, quóniam conturbáta sunt ossa mea, et ánima mea turbáta est valde.
O bien: Cf. Is 53, 4
El Señor soportó nuestros sufrimientos, y aguantó nuestros dolores.
Vere languóres nostros Dóminus tulit, et dolóres nostros ipse portávit.

Monición de entrada
En esta eucaristía, nos hacemos eco del grito de dolor de todos los enfermos y pedimos al Señor, varón de dolores, que les dé esperanza consuelo, paciencia, y que les haga comprender la gran eficacia redentora de sus sufrimientos, unidos a los de Cristo en su pasión.

Oración colecta
Oh, Dios, tú quisiste que tu Hijo unigénito soportara nuestras debilidades para manifestar el valor de la enfermedad y la paciencia humana; escucha benévolo nuestras plegarias por los hermanos enfermos, y concede a cuantos se hallan sometidos al dolor, la aflicción o la enfermedad, la gracia de sentirse elegidos entre aquellos que tu Hijo ha llamado dichosos, y de saberse unidos a Cristo en su pasión para la redención del mundo. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui languóres nostros voluísti ab Unigénito Fílio tuo portári, ut infirmitátis et patiéntiae virtútem osténderes humánae, preces nostras pro frátribus in aegritúdine pósitis benígnus exáudi, et praesta, ut, qui dolóribus, aerúmnis aliísve morbis premúntur, et inter eos qui beáti praedicántur se séntiant eléctos, et Christo pro mundi salúte patiénti se sciant unítos. Per Dóminum.
O bien:
Dios todopoderoso y eterno, salvación eterna de cuantos creen en ti, escucha las oraciones que te dirigimos por tus siervos enfermos, para quienes imploramos el auxilio de tu misericordia, para que, recuperada su salud, puedan ofrecer la acción gracias en tu Iglesia. Por nuestro Señor Jesucristo.
Omnípotens sempitérne Deus, salus aetérna credéntium, exáudi nos pro fámulis tuis infírmis, pro quibus misericórdiae tuae implorámus auxílium, ut, réddita sibi sanitáte, gratiárum tibi in Ecclésia tua réferant actiónes. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Martes de la XVI semana de Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Miq 7, 14-15. 18-20
Arrojará nuestros pecados a lo hondo del mar

Lectura de la profecía de Miqueas.

Pastorea a tu pueblo, Señor, con tu cayado,
al rebaño de tu heredad,
que anda solo en la espesura,
en medio del bosque;
que se apaciente como antes
en Basán y Galaad.
Como cuando saliste de Egipto,
les haré ver prodigios.
¿Qué Dios hay como tú,
capaz de perdonar el pecado,
de pasar por alto la falta
del resto de tu heredad?
No conserva para siempre su cólera,
pues le gusta la misericordia.
Volverá a compadecerse de nosotros,
destrozará nuestras culpas,
arrojará nuestros pecados
a lo hondo del mar.
Concederás a Jacob tu fidelidad
y a Abrahán tu bondad,
como antaño prometiste a nuestros padres.

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 84, 2-4. 5-6. 7-8 (R.: 8a)
R. 
Muéstranos, Señor, tu misericordia.
Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.

V. Señor, has sido bueno con tu tierra,
has restaurado la suerte de Jacob,
has perdonado la culpa de tu pueblo,
has sepultado todos sus pecados,
has reprimido tu cólera,
has frenado el incendio de tu ira.
R. Muéstranos, Señor, tu misericordia.
Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.

V. Restáuranos, Dios salvador nuestro;
cesa en tu rencor contra nosotros.
¿Vas a estar siempre enojado,
o a prolongar tu ira de edad en edad?
R. Muéstranos, Señor, tu misericordia.
Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.

V. ¿No vas a devolvernos la vida,
para que tu pueblo se alegre contigo?
Muéstranos, Señor, tu misericordia
y danos tu salvación.
R. Muéstranos, Señor, tu misericordia.
Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.

Aleluya Cf. Jn 14, 23
R.
 Aleluya, aleluya, aleluya.
V. El que me ama guardará mi palabra -dice el Señor-, y mi Padre lo amará, y vendremos a él. R.
Si quis díligit me, sermónem meum servábit, dicit Dóminus; et Pater meus díliget eum, et ad eum veniémus.

EVANGELIO Mt 12, 46-50
Extendiendo su mano hacia sus discípulos, dijo: «Estos son mi madre y mis hermanos»
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, estaba Jesús hablando a la gente, cuando su madre y sus hermanos se presentaron fuera, tratando de hablar con él.
Uno se lo avisó:
«Tu madre y tus hermanos están fuera y quieren hablar contigo».
Pero él contestó al que le avisaba:
«¿Quién es mi madre y quiénes son mis hermanos?».
Y, extendiendo su mano hacia sus discípulos, dijo:
«Estos son mi madre y mis hermanos. El que haga la voluntad de mi Padre que está en los cielos, ese es mi hermano y mi hermana y mi madre».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Juan Crisóstomo, homiliae in Matthaeum, hom. 44, 2
Lo que se acaba de decir nos enseña también otra cosa, a saber: que no se debe despreciar la virtud dejándose llevar de la confianza que puede inspirar el parentesco; porque si nada aprovecha a la Madre el ser Madre, si no tiene virtud, ¿quién podrá gloriarse de encontrar su salvación en el parentesco? Porque no hay más que una sola nobleza, el hacer la voluntad de Dios, y por eso sigue: "Cualquiera, pues, que hiciere la voluntad de mi Padre, que está en los cielos, es mi hermano, mi hermana y mi Madre". Muchas mujeres glorificaron a aquella Virgen santa, y a su vientre, y desearon ser madres parecidas a ella. ¿Quién se lo impide? Abierto tenéis el camino, y no sólo las mujeres, sino también los hombres pueden llegar a ser Madre de Dios.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XLI

Oremos, hermanos, a Dios, nuestro Padre, por nuestra salvación y por la de todos los hombres.
- Para que mande operarios a su mies y ministros a su Iglesia. Roguemos al Señor.
- Para que inspire pensamientos de paz, libertad a los gobernantes de las naciones. Roguemos al Señor.
- Para que conserve en la justicia y la concordia a los ciudadanos. Roguemos al Señor.
- Para que conceda la vuelta a su patria a los desterrados, empleo a los parados y ayuda a todos los que sufren. Roguemos al Señor.
- Para que nos haga a todos nosotros dignos de su reino eterno. Roguemos al Señor.
Tiende, Señor, tu mano al pueblo que espera en tu misericordia: que por tu ayuda se aparte de los males del mundo y encuentre los gozos eternos. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Oración sobre las ofrendas
Oh. Dios, bajo cuya providencia transcurre cada instante de la vida, recibe las súplicas y oblaciones que te ofrecemos implorando tu misericordia a favor de los hermanos enfermos, y así, quienes tememos por su enfermedad, nos alegremos de su salud. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Deus, cuius nútibus vitae nostrae moménta decúrrunt, súscipe preces et hóstias, quibus tuam pro frátribus aegrotántibus misericórdiam implorámus, ut, de quorum perículo metúimus, de eórum salúte laetémur. Per Christum.

PLEGARIA EUCARÍSTICA D 4

Antífona de la comunión Col 1, 24
Completo en mi carne lo que falta a los padecimientos de Cristo, en favor de su cuerpo que es la Iglesia.
Adímpleo, quae desunt passiónum Christi in carne mea, pro córpore eius, quod est Ecclésia.

Oración después de la comunión
Oh, Dios, singular protector en la enfermedad humana, muestra el poder de tu auxilio con tus siervos enfermos, para que, aliviados con el auxilio de tu misericordia, merezcan presentarse sanos en tu santa Iglesia. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Deus, infirmitátis humánae singuláre praesídium, auxílii tui super infírmos fámulos tuos osténde virtútem, ut, ope misericórdiae tuae adiúti, Ecclésiae tuae sanctae incólumes repraesentári mereántur. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 20 de julio
San Apolinar, obispo, que, al mismo tiempo que propagaba entre los gentiles las insondables riquezas de Cristo, iba delante de sus ovejas como buen pastor, y es tradición que honró con su ilustre martirio a la iglesia de Classe, cerca de Rávena, en la vía Flaminia, en la Italia actual, donde pasó al banquete eterno el día veintitrés de julio. (c. s. II)
2. Conmemoración de san Elías Tesbita, profeta del Señor en tiempo de Ajab y Ococías, reyes de Israel, que defendió los derechos del único Dios ante el pueblo infiel a su Señor, con tal valor que prefiguró no sólo a Juan Bautista sino al mismo Cristo. No dejó oráculos escritos, pero se le ha recordado siempre fielmente, sobre todo en el Monte Carmelo.
3. Conmemoración del bienaventurado José, llamado “Bársabas”, y por sobrenombre “el Justo”, discípulo de Cristo, a quien, junto con san Matías, los seguidores del Señor presentaron a los apóstoles para que uno de ellos desempeñase la misión apostólica en sustitución de Judas. Aunque la elección recayó en Matías, también José sirvió al Señor con su predicación y santidad. (s. I)
4. En Antioquía de Pisidia, actual Turquía, santa Marina o Margarita, que es tradición que consagró su cuerpo a Cristo en la virginidad y en el martirio. (s. inc.)
5. En Etiopía, san Frumencio, obispo, que, habiendo sido hecho prisionero, vivió primero como esclavo, y después, ordenado obispo por san Atanasio, propagó el Evangelio en esta región. (s. IV)
6. En Cartago, hoy Túnez, san Aurelio, obispo, firmísimo pilar de la Iglesia, que protegió a sus fieles para que no se dejasen arrastrar por las costumbres paganas y colocó su sede episcopal en el mismo lugar donde primero se encontraba una estatua de la diosa del cielo. (c. 430)
7. En la región de Boulogne, en la Galia, actualmente Francia, san Vulmaro, presbítero, que, siendo humilde pastor, interesado en instruirse adquirió una buena formación y fue ordenado sacerdote, tras lo cual se retiró en un eremo siguiendo las costumbre de los antiguos padres, y finalmente, en Hautmont, en el Hainaut, en los bosques de su patria, fundó dos monasterios, uno de monjes y otro de vírgenes. (c. 700).
8. En Córdoba, ciudad de la región hispánica de Andalucía, san Pablo, diácono y mártir, que, aleccionado con el ejemplo y la palabra de san Sisenando, no temió reprochar a los príncipes y dignatarios sarracenos la falsedad de su culto, y fue muerto por haber confesado a Cristo como verdadero Dios. (851)
9. En Hildesheim, ciudad de Sajonia, en Germania, hoy Alemania, beato Bernardo, obispo, que, pese a ser ciego, rigió en paz su Iglesia durante veintitrés años. (1153)
10. En la ciudad de Seúl, en Corea, santas Magdalena Yi Yong-hui, Teresa Yi Mae-im, Marta Kim Song-im, Lucía Kim, Rosa Kim y Ana Kim Chang-gum, María Won Kwi-im, virgen, y san Juan Bautista Yi Kwang-nyol, todos ellos mártires. (1839)
11. En la ciudad de Nam Dinh, en Tonkín, actual Vietnam, san José María Díaz Sanjurjo, obispo, de la Orden de Predicadores y mártir, que durante la persecución ordenada por el emperador Tu Duc, fue condenado a muerte por quienes odiaban la fe cristiana. (1857)
12. En Zhoujiahe, aldea cercana a la ciudad de Yingxian, en la provincia de Hebei, en China, pasión de los santos León Ignacio Mangin y Pablo Denn, presbíteros de la Orden de la Compañía de Jesús, los cuales, en la persecución desencadenada por los Yihetuan fueron atravesados con lanzas ante el altar, cuando estaban dando ánimo a los fieles. Con ellos fue asesinada santa María Zhou Wuzhi, que intentaba proteger con su cuerpo al celebrante san León. (1900)
13. En el pueblo de Lujiazhuang, cerca también de Yingxian, en la misma provincia china de Hebei, san Pedro Zhou Rixin, mártir, que en la misma persecución por los Yihetuan, ante el prefecto que le exigía abjurar, afirmó que no podía renegar de Dios Creador del mundo, por lo que fue decapitado. (1900)
14. En el lugar de Daliucun, en Wuyi, de nuevo en la provincia china de Hebei, santa María Fu Guilin, maestra, que durante la misma persecución fue entregada a los enemigos del Evangelio, siendo decapitada mientras invocaba a nuestro Salvador Jesucristo (1900).
15. En el pueblo de Wuqiao Zhaojia, también en Hebei, conmemoración de santa María Zhao Gouzhi y de sus hijas Rosa Zhao y María Zhao, que en la citada persecución, para no ser violadas, se arrojaron a un pozo, pero sacadas de él consumaron el martirio. (1900)
16. En el lugar de Dechao, también en la provincia china de Hebei, conmemoración de san Xi Guizi, mártir, que, cuando aún no era más que catecúmeno, ante una multitud desaforada se confesó cristiano y, herido de muerte, fue bautizado con su propia sangre. (1900)
17*. En Madrid, en España, beatas Rita Dolores del Corazón de Jesús Pujalte y Sánchez, y Francisca del Sagrado Corazón de Jesús Aldea y Araujo, vírgenes del Instituto de Hermanas de la Caridad del Sagrado Corazón de Jesús y mártires, las cuales, durante la guerra, fueron hechas prisioneras en la capilla del colegio por los enemigos de la Iglesia y fusiladas poco después, cuando las trasladaban a otro lugar. (1936)
- Beato Luigi Novarese (1914- Rocca Priora, Roma 1984). Sacerdote diocesano, renovador en la pastoral de los enfermos, fundador de la Pía Unión de los Silenciosos Obreros de la Cruz y del Centro Voluntario del Sufrimiento.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.