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Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

miércoles, 29 de junio de 2022

Miércoles 3 agosto 2022, Miércoles de la XVIII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa por los Difuntos).

SOBRE LITURGIA

SANTA MESSA AL PONTIFICIO COLLEGIO PIO-BRASILIANO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 17 gennaio 1982

Miei cari fratelli e sorelle.
Sia lodato nostro Signore Gesù Cristo!

1. Sono pagine di alto tenore spirituale e di profondo significato pratico quelle che, in questa celebrazione eucaristica, si offrono alla nostra meditazione.

La prima è tratta dall’Antico Testamento. Nel cuore della notte Dio pronuncia con insistenza il nome di un giovane nel Tempio. La profondità della notte è immagine di tranquillità e di serenità: Samuele dorme presso l’Arca del Signore e il profeta lo invita a continuare a dormire. Un’immagine anche di ingratitudine nei confronti della Verità: “Samuele non aveva riconosciuto che era il Signore” – commenta il sacro cronista – “né che gli sarebbe stata rivelata la parola del Signore”.

Tuttavia, nel cuore della notte, il Signore non cessa di chiamarlo – Samuele, Samuele! – finché, istruito da Heli, il giovane risponde: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta!”.

La seconda pagina è tratta dal Vangelo di san Giovanni. Alla voce del Battista che indica l’Agnello di Dio, Andrea ed un altro discepolo intraprendono la “sequela Christi”: “Dove abiti?”. “Vieni e vedi”, risponde Gesù. “E rimasero con lui”. Rimarranno fino alla fine, come rimarrà Pietro, attirato dal fratello Andrea, come rimarranno tutti gli altri.

Come a prolungamento delle due prime pagine, eccone una terza, di san Paolo, che dice a tutti coloro che hanno risposto alla chiamata del Signore: “Tu non appartieni a te stesso! Il tuo corpo, il tuo essere è per la gloria di Dio! Giacché sei unito al Signore formi un solo spirito con lui!”. E aggiunge: “Fuggi la prostituzione”, cioè, ogni tradimento, ogni infedeltà, ogni idolatria.

2. Così, dunque, in questo inizio del “tempo ordinario”, la Liturgia pone davanti ai nostri occhi e davanti alla nostra coscienza il tema della chiamata del Signore. Bello e significativo, liturgicamente è questo “tempo ordinario”: poiché nessun mistero cristiano speciale o particolare, nessuna festa lo distingue, esso è, alla luce del mistero di Cristo, la celebrazione della nostra vita comune, di quella quotidiana, a volte opaca e irrilevante, ma luminosa perché portatrice della presenza e della grazia del Signore. Parlando della vocazione in questo inizio del “tempo ordinario” – o “tempus per annum” del Messale – la Liturgia ci dice che, giorno dopo giorno nella nostra esistenza, portiamo con noi una chiamata di Dio che dà significato alla nostra vita. E per noi qui riuniti il Signore ha riservato una chiamata speciale: la vocazione a servirlo, servendo la Chiesa e il prossimo, nel ministero sacerdotale.

È per voi questo messaggio, carissimi religiosi della Compagnia di Gesù, incaricati della direzione e della animazione di questo Collegio. Incaricati da Dio di assistere la vocazione dei seminaristi e dei sacerdoti qui presenti, a loro voi ripetete, con la parola e con una testimonianza di vita, le parole di Heli a Samuele: “Se ti chiama, dì: "Parla Signore, il tuo servo ti ascolta"”, o la parola del Precursore: “Ecco l’Agnello di Dio”.

È per voi questo messaggio, cari sacerdoti delle varie diocesi brasiliane, che risiedete in questa Casa per un periodo di perfezionamento a Roma.

È per voi, giovani seminaristi, qui inviati dai vostri Vescovi perché compiate i vostri studi filosofici e teologici e soprattutto una seria ed accurata preparazione al sacerdozio.

Per voi, religiose del Divino Amore, che, nella fedeltà alla vostra vocazione religiosa, prestate il vostro delicato servizio per il migliore andamento e l’instaurazione di un clima familiare nel Collegio.

È per voi questo messaggio ed io sono felice di proclamarlo in questa visita che da molto tempo desideravo farvi, quasi un prolungamento, in questa parte di Brasile che è in Roma, di quella indimenticabile visita che ho avuto la gioia di compiere nel vostro paese. Varie circostanze hanno ritardato la mia venuta qui; ma questo ritardo ha ancor più acuito il desiderio ed ha reso ancor più intenso il piacere di essere oggi qui con voi.

3. È stato per un servizio ai giovani brasiliani chiamati da Dio – come Samuele della prima lettura e Andrea e Simone del Vangelo – che l’Episcopato brasiliano, quasi cinquant’anni fa, nell’aprile del 1934, ha aperto le porte di questa Casa, costruita a prezzo di sacrifici e rinunce, edificata con amore e speranza. I busti degli eminentissimi Cardinali Sebastiano Leme da Silveira Cintra, allora Arcivescovo di Rio de Janeiro, e Benedetto Aloisi-Masella, allora Nunzio apostolico in Brasile, posti all’entrata del Collegio, vogliono essere un omaggio ai due principali ideatori e realizzatori di questa grande opera. Ma essi evocano anche molte altre persone che, nel silenzio e nel nascondimento, come pietre poste alle fondamenta, sono entrati nella costruzione di questo Collegio. Ricordando queste figure e ricordando quanti, in questi quasi cinquant’anni sono passati per questa Casa, come membri della Direzione o come alunni, viene naturale interrogarsi sulle finalità ed il significato di questo Collegio. La risposta a questo interrogativo dipende molto dalla vera efficacia del Collegio nell’ora attuale. Una semplice riflessione, che desidero condividere con voi, condurrà a questa risposta.

4. Imponente per il numero dei suoi fedeli, significativa per la sua vitalità, influente per l’autorità morale di cui gode e, nel medesimo tempo, sofferente di gravi problemi attuali, alcuni di ambito generale, altri tipici della sua situazione, la Chiesa in Brasile ha urgente bisogno di sacerdoti ben formati. Posso confidarvi che questa è stata una delle impressioni più vive e sentite che ho tratto dalla mia visita in Brasile. Certamente in Brasile numerosi laici, con esemplare disponibilità e ammirabile senso ecclesiale, partecipano alla missione della Chiesa ad ogni livello; ma l’esperienza mostra che tale partecipazione laicale, lungi dal dispensarla, esige ancor più la presenza qualificata dei sacerdoti, con il carisma loro proprio.

Né è difficile da comprendere che quanto meno numerosi saranno questi sacerdoti (come purtroppo è il caso del Brasile) migliore deve essere la loro formazione. Ma non esito ad aggiungere: nella misura in cui si verifica una rinascita vocazionale, di minore o maggiore proporzione in un paese, la formazione dei futuri sacerdoti si rivela altrettanto urgente come condizione indispensabile della validità, durata ed efficacia di tale rinascita. In altre parole, la gioiosa speranza di avere domani più sacerdoti vale quanto la certezza di avere sacerdoti ben formati.
5. I sacerdoti di cui il Brasile ha bisogno devono essere anzitutto buoni e devoti Pastori. La gente buona e semplice, erede di una fede semplice ma profondamente radicata, così come le fasce istruite della popolazione, le guide e i “costruttori di una società pluralista”, gli adulti come le generazioni emergenti hanno bisogno di Pastori rivestiti di qualità che li rendano realmente adatti ad essere autentici ministri di Gesù Cristo:

– pastori vicini al loro popolo per semplicità, comprensione ed apertura;

– pastori prudenti, coraggiosi, dotati di “sapientia cordis” per indicare il cammino della vita soprattutto nei momenti difficili;

– pastori che siano veri ministri, fedeli al Magistero ed educatori del Popolo di Dio nella fede, annunciatori della Parola di Dio, perché non si compia ciò che dice il libro di Samuele: “In quei giorni la Parola di Dio diventerà rara...”.

– pastori capaci di creare comunione riunendo i dispersi, riconciliando i distanti, costruendo con amore e pazienza la comunità;

– pastori che siano maestri di preghiera;

– pastori di vita santa: di fede solida e contagiante, di carità irradiantesi, di preghiera permanente, di purezza, bontà e mansuetudine, di coraggio aperto per essere a fianco soprattutto dei più poveri e bisognosi, senza escludere nessuno dalla propria sollecitudine di padri e pastori;

– pastori convinti della propria missione, gioiosi nella propria vocazione, che trovano la loro realizzazione nel ministero di cui sono investiti per grazia e predilezione del Signore.

6. Ora, per formare o perfezionare tali pastori, è sorto a tempo debito questo Collegio. Possiamo ringraziare il Signore al vedere quanti sacerdoti qui si sono preparati per rendere un servizio esemplare a Gesù Cristo e alla sua Chiesa che è in Brasile: cito con piacere tra i molti altri, i cinquanta Vescovi brasiliani che sono passati di qui, uno dei quali, primo nella lista degli alunni fondatori, appartiene oggi al Sacro Collegio dei Cardinali: il Signor Don Agnelo Rossi. La mia visita desidera essere uno stimolo al Collegio perché continui ad essere fedele ai suoi obiettivi.

La Chiesa in Brasile, il popolo cattolico in Brasile, avrà ragione di sperare se vi sarà qui un ambiente adeguato per un numero sempre crescente di seminaristi che si preparano al sacerdozio e per gruppi di sacerdoti che conseguano quell’aggiornamento indispensabile ad un migliore esercizio del proprio ministero. Né vi è qui alcuno che non percepisca quali debbano essere le caratteristiche di questo ambiente.

Regni qui una vita comunitaria semplice e fraterna, fondata su di una carità stimolante e confortante.
Sia visibile la serietà e la responsabilità nello studio e nel lavoro: molti in Brasile tengono gli occhi volti verso questa Casa e accettano sacrifici di ogni tipo per mantenerla perché sperano molto da essa.

Si abbia qui un perfetto clima di studio e, nelle ore disponibili, di zelante attività pastorale: molte comunità cristiane di Roma sono grate per la presenza di sacerdoti venuti da altri paesi e che offrono ad una valida azione pastorale ore che rischierebbero di perdersi nell’ozio.

E, soprattutto, si faccia qui esperienza di vera vita e di formazione spirituale. Voi sacerdoti e futuri sacerdoti che siete qui, siete certamente venuti per progredire nelle scienze, soprattutto in quelle ecclesiastiche; ma la vostra presenza qui deve avere come scopo una reale crescita in uno spirito di preghiera, in un contatto personale con il Signore.

7. Non oso aggiungere nient’altro. Esiste certamente in questa nostra Roma – lo si percepisce sensibilmente – una grazia speciale. Grazia della imperitura presenza degli apostoli Pietro e Paolo.

Grazia della testimonianza di tanti martiri, che continua ad effondersi misteriosamente nell’anima di Roma. Grazia della cattolicità della Chiesa, tradotta in tanti modi nell’unità con il successore di Pietro. Grazia della perpetuità. Sarà per voi un arricchimento lasciarvi assorbire, durante il periodo dei vostri studi, da questa grazia di Roma.

Se così sarà, ogni anno la Chiesa che è in Brasile riceverà da questo Collegio ministri di Cristo, che si saranno avvantaggiati dei loro studi romani per approfondire ed irrobustire la propria vocazione e volgersi con accresciuta disponibilità di servizio nei vari ambiti che potranno aprirsi al vostro ministero.

8. Concludo ritornando alla Parola di Dio che ci viene offerta quest’oggi. Celebrando con voi questa Eucaristia, penso, ancora una volta, a quel tempio in cui riposava il giovane Samuele, ed a quella spiaggia della Galilea evocata da san Giovanni. Nell’uno e nell’altro caso la voce di Dio convoca, pronuncia forte i nostri nomi di figli suoi, che egli desidera chiamare ad opere che solo egli conosce. Questo deve essere il luogo in cui con coscienza più lucida e profonda, chi si sente chiamare risponda: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” o, dopo aver chiesto, “dove abiti?”, si metta silenziosamente alla sequela di un Maestro molto amato.

Il Signore ci conceda che queste ore vissute insieme siano per me e per voi, fratelli, una profonda esperienza spirituale di comunione con lui e tra di noi. E che tale esperienza ci sia utile per vivere meglio la nostra vocazione.

Ed ora, celebrando questo mistero eucaristico, domandiamo al Signore e impegniamoci a fare tutto il possibile perché il vostro Collegio – o il nostro Collegio, poiché è Pontificio – fedele alle sue origini, rimanga sempre ciò che deve essere: casa di formazione di autentici apostoli di Gesù Cristo per l’amato Brasile.

CALENDARIO

3 MIÉRCOLES DE LA XVIII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- Jer 31, 1-7.
Con amor eterno te amé.
- Salmo: Jer 31, 10-13. R. El Señor nos guardará como un pastor a su rebaño.
- Mt 15, 21-28. Mujer, qué grande es tu fe.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 4 de agosto, pág. 466.
CALENDARIOS: Segorbe-Castellón: Santa Teresa Benedicta de la Cruz, virgen y mártir (F).
Girona: San Alfonso María de Ligorio, obispo y doctor de la Iglesia (MO).
Cuenca: Santos Sixto II, papa, y compañeros, mártires (ML), o san Cayetano, presbítero (ML).
Osma-Soria: Beata Juana de Aza, viuda (ML).
Palencia: San Pedro de Osma, obispo (ML).
Canónigos Regulares de Letrán: San Pedro ad Víncula (ML).
Dominicos: Beato Agustín Kazotiz, obispo (ML).
Familia Franciscana, Hermanas de la Cruz y Hermanas del Ángel de la Guarda: San Eusebio de Vercelli, obispo, o san Pedro Julián Eymard, presbítero (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XVIII Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario)

Misa de Difuntos:
III. EN DIVERSAS CONMEMORACIONES.
B. Por varios o por todos los difuntos 6


Antífona de entrada Sal 83, 10-11
Fíjate, oh, Dios, escudo nuestro; mira el rostro de tu Ungido. Vale más un día en tus atrios que mil en mi casa.
Réspice, Deus, in fáciem Christi tui, quia mélior est dies una in átriis tuis super míllia.

Monición de entrada
La Iglesia siempre ha mantenido una gran veneración por los difuntos, orando por ellos, especialmente en la celebración de la eucaristía, donde rogamos al Señor de la Vida que tenga misericordia de ellos y los admita en el banquete del reino de los cielos. Por eso, en esta eucaristía, imploramos humildemente a Dios, que mire benignamente a nuestros hermanos, para que gocen eternamente de la compañía del Señor.

Oración colecta
Te pedimos, Señor, que concedas la misericordia perpetua a tus siervos difuntos, para que les aproveche eternamente lo que en ti esperaron y creyeron. Por nuestro Señor Jesucristo.
Quǽsumus, Dómine, fámulis tuis defúnctis misericórdiam concéde perpétuam, ut eis profíciat in ætérnum quod in te speravérunt et credidérunt. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Miércoles de la XVIII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Jer 31, 1-7
Con amor eterno te amé

Lectura del libro de Jeremías.

En aquel tiempo —oráculo del Señor—,
seré el Dios de todas las tribus de Israel,
y ellas serán mi pueblo.
Esto dice el Señor:
«Encontró mi favor en el desierto
el pueblo que escapó de la espada;
Israel camina a su descanso.
El Señor se le apareció de lejos:
Con amor eterno te amé,
por eso prolongué mi misericordia para contigo.
Te construiré, serás reconstruida,
doncella capital de Israel;
volverás a llevar tus adornos,
bailarás entre corros de fiesta.
Volverás a plantar viñas
allá por los montes de Samaría;
las plantarán y vendimiarán.
“Es de día” gritarán los centinelas
arriba, en la montaña de Efraín:
“En marcha, vayamos a Sion,
donde está el Señor nuestro Dios”».
Porque esto dice el Señor:
«Gritad de alegría por Jacob,
regocijaos por la flor de los pueblos;
proclamad, alabad y decid:
¡El Señor ha salvado a su pueblo,
ha salvado al resto de Israel!».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Jer 31, 10. 11-12ab. 13 (R.: cf. 10d)
R.
El Señor nos guardará como un pastor a su rebaño.
Dóminus custódiet nos sicut pastor gregem suum.

V. Escuchad, pueblos, la palabra del Señor,
anunciadla en las islas remotas:
«El que dispersó a Israel lo reunirá,
lo guardará como un pastor a su rebaño».
R. El Señor nos guardará como un pastor a su rebaño.
Dóminus custódiet nos sicut pastor gregem suum.

V. «Porque el Señor redimió a Jacob,
lo rescató de una mano más fuerte».
Vendrán con aclamaciones a la altura de Sion,
afluirán hacia los bienes del Señor.
R. El Señor nos guardará como un pastor a su rebaño.
Dóminus custódiet nos sicut pastor gregem suum.

V. Entonces se alegrará la doncella en la danza,
gozarán los jóvenes y los viejos;
convertiré su tristeza en gozo,
los alegraré y aliviaré sus penas.
R. El Señor nos guardará como un pastor a su rebaño.
Dóminus custódiet nos sicut pastor gregem suum.

Aleluya Lc 7, 16
R.
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Un gran Profeta ha surgido entre nosotros. Dios ha visitado a su pueblo. R.
Prophéta magnus surréxit in nobis, et Deus visitávit plebem suam.

EVANGELIO Mt 15, 21-28
Mujer, qué grande es tu fe
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, Jesús se retiró a la región de Tiro y Sidón.
Entonces una mujer cananea, saliendo de uno de aquellos lugares, se puso a gritarle:
«Ten compasión de mí, Señor Hijo de David. Mi hija tiene un demonio muy malo».
Él no le respondió nada. Entonces los discípulos se le acercaron a decirle:
«Atiéndela, que viene detrás gritando».
Él les contestó:
«Solo he sido enviado a las ovejas descarriadas de Israel».
Ella se acercó y se postró ante él diciendo:
«Señor, ayúdame».
Él le contestó:
«No está bien tomar el pan de los hijos y echárselo a los perritos».
Pero ella repuso:
«Tienes razón, Señor; pero también los perritos se comen las migajas que caen de la mesa de los amos».
Jesús le respondió:
«Mujer, qué grande es tu fe: que se cumpla lo que deseas».
En aquel momento quedó curada su hija.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Ángelus 20-agosto-2017
Este episodio evangélico nos ayuda a entender que todos tenemos necesidad de crecer en la fe y fortalecer nuestra confianza en Jesús. Él puede ayudarnos a encontrar la vía cuando hemos perdido la brújula de nuestro camino; cuando el camino no parece ya plano sino áspero y arduo; cuando es fatigoso ser fieles con nuestros compromisos. Es importante alimentar cada día nuestra fe, con la escucha atenta de la Palabra de Dios, con la celebración de los Sacramentos, con la oración personal como «grito» hacia Él –«Señor, ayúdame»–, y con actitudes concretas de caridad hacia el prójimo.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario IV

Nos hemos reunido aquí, hermanos, para conmemorar el misterio de nuestra redención; roguemos, por lo tanto, a Dios todopoderoso, para que todo el mundo se llene de bendiciones y de vida.
- Por todos los consagrados a Dios, para que con su ayuda puedan cumplir fielmente su propósito. Roguemos al Señor.
- Por la paz de los pueblos, para que, sin ninguna perturbación, puedan servirle en libertad de espíritu. Roguemos al Señor.
- Por los ancianos que viven en soledad o enfermedad, para que sean confortados por nuestra fraternal caridad. Roguemos al Señor
- Por nosotros, aquí congregados, para que sepamos usar de tal modo los bienes presentes, con los que Dios no deja de favorecernos, que merezcamos alcanzar los eternos. Roguemos al Señor.
- Por nuestros hermanos difuntos. Roguemos al Señor.
Sé propicio, Señor, con tu pueblo suplicante, para que reciba con prontitud lo que te pide bajo tu inspiración. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa de difuntos:
Oración sobre las ofrendas
Que este sacrificio, Señor, con el que tu Hijo inocente, inmolado por nosotros, quitó todos los pecados del mundo, libre a tus siervos [N. y N.] de todas las culpas propias de la condición humana. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Fámulos tuos (N. et N.) Dómine, ab ómnibus vítiis condiciónis humánæ sacrifícium hoc absólvat, quo peccáta mundi ábstulit univérsa Fílius tuus pro nobis ínnocens immolátus. Qui vivit et regnat in sǽcula sæculórum.

PREFACIO I DE DIFUNTOS
LA ESPERANZA DE LA RESURRECCIÓN EN CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
En él brilla la esperanza de nuestra feliz resurrección; y así, aunque la certeza de morir nos entristece, nos consuela la promesa de la futura inmortalidad.
Porque la vida de tus fieles, Señor, no termina, se transforma; y, al deshacerse nuestra morada terrenal, adquirimos una mansión eterna en el cielo.
Por eso, con los ángeles y arcángeles, tronos y dominaciones, y con todos los coros celestiales, cantamos sin cesar el himno de tu gloria:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
In quo nobis spes beátae resurrectiónis effúlsit, ut, quos contrístat certa moriéndi condício, eósdem consolétur futúrae immortalitátis promíssio.
Tuis enim fidélibus, Dómine, vita mutátur, non tóllitur, et, dissolúta terréstris huius incolátus domo, aetérna in caelis habitátio comparátur.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia caeléstis exércitus, hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes:

Santo, Santo, Santo…

PLEGARIA EUCARÍSTICA I o CANON ROMANO

Antífona de comunión Cf. Sal 41, 2-3

Como busca la cierva corrientes de agua, así mi alma te busca a ti, Dios mío; mi alma tiene sed de Dios, del Dios vivo.
Quemádmodum desíderat cervus ad fontes aquárum, ita desíderat ánima mea ad te, Deus: sitívit ánima mea ad Deum fortem vivum.

Oración después de la comunión
Te pedimos, Señor, que tus siervos y cuantos descansan en Cristo participen en la luz eterna, ya que, mientras vivieron en este mundo, recibieron tu sacramento. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Invéniant, quǽsumus, Dómine, fámuli tui, omnésque in Christo quiescéntes, lucis ætérnæ consórtium, qui, in hac luce pósiti, tuum consecúti sunt sacraméntum. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 4 de agosto
M
emoria de san Juan María Vianney, presbítero, que durante más de cuarenta años se entregó de una manera admirable al servicio de la parroquia que le fue encomendada en la aldea de Ars, cerca de Belley, en Francia, con asidua predicación, oración y ejemplos de penitencia. Diariamente catequizaba a niños y adultos, reconciliaba a los arrepentidos y con su ardiente caridad, alimentada en la fuente de la santa Eucaristía, brilló de tal modo que difundió sus consejos a lo largo y a lo ancho de toda Europa, y con su sabiduría llevó a Dios a muchísimas almas. (1859)
2. Conmemoración de san Aristarco de Tesalónica, que fue discípulo del apóstol san Pablo, fiel compañero en sus viajes y prisionero junto a él en Roma. (s. I)
3. En Roma, en la vía Tiburtina, santos Justino y Crescencio, mártires. (258)
4. En Tarsia, lugar de Bitinia, hoy Turquía, san Eleuterio, mártir. (s. IV)
5. En Persia, actual Irak, santa Ia, mártir durante el reinado de Sapor II. (c. 632)
6. En Tours, población de Neustria, actual Francia, conmemoración de san Eufronio, obispo, que participó en varios concilios, restauró muchas iglesias en la ciudad, erigió parroquias en las aldeas y promovió con gran esmero la veneración de la Santa Cruz (573).
7*. En los bosques de Panaia, cerca de Catanzaro, en la actual región italiana de Calabria, san Onofre, eremita, insigne por sus ayunos y por la austeridad de vida. (995)
8*. En Split, en Dalmacia, actual Croacia, san Rainero, obispo y mártir, que en primer lugar fue monje, después sobrellevó grandes padecimientos por defender los derechos de la Iglesia en la sede episcopal de Cagli y posteriormente murió apedreado en la de Split. (1180)
9*. En Bolonia, en la actual región italiana de Emilia-Romaña, beata Cecilia, virgen, que recibió el hábito de religiosa de manos de santo Domingo, de cuya vida y de cuyo espíritu fue testimonio fidelísima. (1290)
10*. En Londres, en Inglaterra, beato Guillermo Horne, mártir, monje en la Cartuja de esta ciudad, en la que nunca se apartó del cumplimiento de la Regla. Debilitado por una larga permanencia en la cárcel durante el reinado de Enrique VIII, y sometido finalmente al suplicio en el patíbulo de Tyburn, emigró a la diestra de Cristo. (1540)
11*. En Montreal, en la región de Quebec, en Canadá, beato Federico Janssoone, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores, el cual, para el progreso de la fe, difundió notablemente las peregrinaciones a Tierra Santa. (1916)
12*. En Madrid, en España, beato Gonzalo Gonzalo, religioso de la Orden Hospitalaria de San Juan de Dios y mártir, que en tiempo de persecución contra la religión, confirmó con la sangre el testimonio de su fe en Cristo. (1936)
13*. En Barcelona, también de España, beatos mártires José Batalla Parramón, presbítero, José Rabasa Bentanachs y Egidio Gil Rodicio, religiosos de la Sociedad de San Francisco de Sales, que durante la misma persecución, alcanzaron la vida eterna con la defensa de la fe. (1936)
14*. En el campo de concentración de Dachau, cerca de Munich, en Alemania, beato Enrique Krzysztofik, presbítero y mártir, el cual, deportado, en tiempo de guerra, desde Polonia a una cárcel extranjera por haberse profesado cristiano, consumó entre suplicios su martirio. (1942)

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