Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

martes, 21 de junio de 2022

Martes 26 julio 2022, Santos Joaquín y Ana, padres de la bienaventurada Virgen María, memoria obligatoria.

SOBRE LITURGIA

VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI PADOVA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI, AI RELIGIOSI E AI SEMINARISTI NEL DUOMO DI PADOVA

Domenica, 12 settembre 1982

Carissimi sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi.

1. Il mio incontro con voi, nel quadro della visita alla Chiesa che è in Padova, assume un valore ed un significato tutto particolare. In voi sono lieto di incontrare e di salutare la parte più eletta di questa comunità ecclesiale, coloro che il Signore ha chiamato più intimamente alla sua sequela e che a titolo speciale chiama suoi amici., coloro che portano le fatiche quotidiane del lavoro nella vigna del Signore. Con voi mi sento nella più profonda comunione di spirito.

È con questi sentimenti che mi rivolgo anzitutto a voi, carissimi presbiteri. Insieme con voi e per voi innalzo a Dio una lode ardente ed un commosso ringraziamento per la grazia dell’ordinazione, in virtù della quale siete stati consacrati e invitati a pascere questa comunità. Insieme con voi desidero rivolgere un pensiero pieno di ammirazione e di riconoscenza ai 45 sacerdoti del vostro presbiterio che svolgono il ministero nelle missioni del Brasile, del Kenya, dell’Ecuador. Saluto ancora ed esprimo la mia gratitudine agli altri 32 sacerdoti che la diocesi di Padova ha donato al servizio della Sede Apostolica e di altre Chiese sorelle. La sensibilità e l’afflato missionario che caratterizzano il vostro presbiterio sono il segno evidente di una generosità, che certamente ha la sua sorgente in un dono dello Spirito Santo. Ed oggi, insieme con voi, prego il Signore perché conservi e alimenti questo carisma che, arricchendo le altre Chiese, impreziosisce la vostra.

Il mio cuore si apre parimenti a voi, carissimi religiosi, carissime suore e appartenenti a Istituti laicali. Voi siete per eccellenza testimoni dell’assoluto di Dio e della trascendenza dei beni del Regno di Dio rispetto a qualsiasi altro valore. Vi esorto con tutte le mie forze a conservare il sapore ed il profumo di un genuino radicalismo evangelico. La vostra vita, che è in se stessa lode stupenda della grazia di Cristo e segno operante della presenza dinamica dello Spirito, diverrà allora un dono prezioso offerto non solo alla comunità cristiana, ma anche a quel mondo che ignora la grandezza della vostra vocazione ed il vostro eminente servizio.

Sono lieto poi di incontrarmi con voi, carissimi seminaristi, gioia e speranza di questa Chiesa. Vedo in voi i chiamati del Signore, coloro che lo Spirito Santo mette a parte per inviare domani, a proclamare il Vangelo come potenza di Dio. Coltivate generosamente il germe della divina vocazione con riconoscenza ed umiltà, nel raccoglimento, nella preghiera, nello studio, nelle prime esperienze di apostolato sotto la guida dei vostri Superiori. La missione che vi attende è così sublime ed affascinante, che deve suscitare in voi il desiderio di mettere fin d’ora tutto il vostro entusiasmo e le vostre energie al servizio di Cristo. Ricordatevi che il tempo del Seminario è decisivo per il vostro futuro ministero: sappiate viverlo intensamente.

2. Carissimi e carissime, guardando a voi tutti qui presenti, in questo momento di intensa comunione nel Signore, il mio spirito si eleva a contemplare la bellezza e la ricchezza della tradizione ecclesiale che vi è stata trasmessa e che oggi si trova affidata al vostro zelo ed alla vostra responsabilità. Da san Prosdocimo, primo padre della diocesi, percorrendo un cammino di secoli, su su fino alla gigantesca figura di san Gregorio Barbarigo, fino ai tempi più recenti, fino a san Pio X, alunno del vostro Seminario, sino al Cardinale Elia Dalla Costa e al beato Leopoldo, fino ai pastori che vi guidano oggi: che serie luminosa di apostoli! E penso ancora alla fioritura di tante famiglie religiose e alle innumerevoli opere sorte nella vostra diocesi, nel campo culturale, educativo, assistenziale.

Voi siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il miglior modo di apprezzare una eredità è quello di coltivarla e di arricchirla.

In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un tornante tra i più decisivi della storia. Oggi, infatti, stiamo vivendo il travaglio di una nuova sintesi culturale. Una nuova civiltà sta lentamente forgiandosi. Alla vigilia del terzo millennio cristiano, la vostra missione si trova confrontata con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità.

E a questo mondo, è agli uomini di quest’epoca che voi siete inviati per annunciare la Buona Novella; sono gli uomini di questa generazione che voi dovete riunire per fare di essi il Popolo di Dio pellegrinante nella storia.

3. È questo, in verità, un tempo nel quale, per conservare, occorre rinnovare in feconda continuità la grande tradizione ecclesiale. È una missione esaltante la vostra, ma anche esigente. Ci vuole un’anima grande, ci vuole uno spirito ardente, ci vuole un cuore appassionato per vivere all’altezza della missione della Chiesa nel nostro tempo, che pone sfide così radicali a Cristo e al suo Vangelo. Se la mediocrità, la stanchezza, la rassegnazione non hanno mai potuto essere tollerate nella vita della Chiesa, chiamata sempre a rinnovarsi, tanto meno lo possono essere oggi.

Permettetemi, a questo proposito, di richiamarmi alla vostra tradizione. In un’altra epoca, il Concilio di Trento ha trovato nella vostra diocesi, sotto l’impulso di san Gregorio Barbarigo, un’applicazione tra le più esemplari. Da quella coraggiosa e lungimirante riforma, imperniata sul Seminario, sul rinnovamento della vita spirituale, culturale del clero e diretta principalmente alla catechesi, è nata una comunità ecclesiale che si è distinta per il suo impegno di vita cristiana.

Guardando al presente, sono lieto di costatare che, sotto la saggia guida, prima di Monsignor Bortignon, ed ora di Monsignor Franceschi, voi vi siete dedicati e vi state impegnando con dinamismo apostolico all’opera di evangelizzazione per formare comunità che siano autenticamente ecclesiali. Il mio augurio e la mia preghiera è che continuiate con saggezza, fervore ed unità di intenti in questo sforzo.

4. Per realizzare questa impresa, voi dovete avere una visione chiara della vostra identità e della vostra missione. Il punto costante di riferimento vitale è Gesù Cristo, Colui che il Padre ha consacrato e, unto di Spirito Santo, ha inviato nel mondo.

Voi siete dei consacrati. Tutto il vostro essere, fin nelle sue più intime fibre, è penetrato dallo Spirito Santo che vi ha conformati a Cristo per la gloria del Padre. Voi - mi riferisco in modo particolare ai sacerdoti - voi siete gli uomini di Dio, voi siete configurati a Cristo Buon Pastore non in virtù di una delega o per designazione della comunità, ma per la grazia sacramentale, e, dunque, per un intervento creativo di Dio. Riconoscete e testimoniate con gioia il fatto della vostra consacrazione a Dio.

Ma voi siete nel contempo, inviati al mondo. La vostra consacrazione a Dio non è una separazione al mondo. Il movimento che vi porta a donarvi interamente a Dio, vi porta, in pari tempo verso il mondo. L’autentica consacrazione, essendo partecipazione di quella di Cristo, è un vero impegno per gli uomini e nella storia, a somiglianza di Cristo, che ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la condizione degli uomini.

Dalla sintesi vitale di queste due componenti ugualmente essenziali, la consacrazione a Dio e il servizio dell’uomo, deriva l’autentica personalità del presbitero ed apostolo che la Chiesa desidera oggi. È la personalità di un uomo che, a somiglianza di Cristo e dei grandi apostoli e profeti, sta da solo sul monte penetrando, con occhi d’aquila, fin nelle profondità del mistero di Dio, e ridiscende poi luminoso e ardente, per portare il messaggio e la grazia di Dio fino alle estreme frontiere dell’attività e delle vicende umane.

Carissimi amici, è davvero esaltante la vostra vocazione e la vostra missione. Ma voi comprendete bene anche quanto sia arduo e quale itinerario ascetico si richieda per realizzare questo equilibrio. In verità, occorre essere nel mondo, ma senza essere del mondo (cf. Gv 17, 11.14.16) Occorre incarnarsi nella vita degli uomini d’oggi e condividere il loro ambiente, ma occorre nello stesso tempo essere testimoni e dispensatori di una vita diversa da quella terrena (cf. Presbyterorum Ordinis, 13).

Nei Seminari, nelle Case di formazione, nelle vostre meditazioni personali e comunitarie, negli incontri di preghiera come in quelli di pastorale, approfondite questa prospettiva biblica e conciliare della vostra identità e della vostra missione.

Nel concludere questo colloquio, del quale rendo grazie a Dio, affido a voi tutti: sacerdoti, religiosi, religiose, anime consacrate al Signore, seminaristi, alla protezione materna di Maria, Madre della Chiesa, perché vi sostenga e vi conforti, mentre con sincero affetto tutti vi benedico. 

CALENDARIO

26 MARTES. SANTOS JOAQUÍN y ANA, padres de la bienaventurada Virgen María, m. obligatoria

Misa
de la memoria (blanco).
MISAL: ants. y oracs. props., Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Jer 14, 17-22.
Recuerda, Señor, y no rompas tu alianza con nosotros.
- Sal 78. R. Por el honor de tu nombre líbranos, Señor.
- Mt 13, 36-43. Lo mismo que se arranca la cizaña y se echa al fuego, así será al final de los tiempos.
o bien:
cf. vol. IV.

* JORNADA MUNDIAL DE LOS ABUELOS Y PERSONAS MAYORES (pontificia): Liturgia del día, alusión en la mon. de entrada y en la hom., intención en la orac. univ.

Liturgia de las Horas: oficio de la memoria.

Martirologio: elogs. del 27 de julio, pág. 447.
CALENDARIOS: Canarias-Las Palmas y Hermanas de la Caridad de Santa Ana: Santa Ana (S).
Tudela-ciudad: Santos Joaquín y Ana, padres de la bienaventurada Virgen María (S).

TEXTOS MISA

26 de julio
San Joaquín y santa Ana, padres de la Virgen María
Memoria

Antífona de entrada Cf. Eclo 44, 1. 25
Alabemos a Joaquín y a Ana por su hija: porque el Señor les dio la bendición de todos los hombres.
Laudémus Ióachim et Annam in generatióne sua, quia benedictiónem ómnium géntium dedit illis Dóminus.

Monición de entrada
Celebramos hoy la memoria de los santos Joaquín y Ana, padres de la bienaventurada Virgen María, Madre de Dios, cuyos nombres se conservaron gracias a la tradición de los cristianos desde el siglo II. El culto de san Joaquín y santa Ana se difundió por Oriente en tiempos de Justiniano, en el siglo VI, mientras que en Occidente solo comenzó a tener una amplia difusión a comienzos de la Edad Media.

Oración colecta
Señor, Dios de nuestros padres, que concediste a los santos Joaquín y Ana la gracia de que naciera de ellos la Madre de tu Hijo encarnado, concédenos, por la plegaria de ambos, la salvación prometida a tu pueblo. Por nuestro Señor Jesucristo.
Dómine, Deus patrum nostrórum, qui beátis Ióachim et Annae hanc grátiam contulísti ut ex eis incarnáti Fílii tui Mater nascerétur, utriúsque précibus concéde, ut salútem tuo promíssam pópulo consequámur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Martes de la XVII semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Jer 14, 17-22
Recuerda, Señor, y no rompas tu alianza con nosotros

Lectura del libro de Jeremías.

Mis ojos se deshacen en lágrimas,
de día y de noche no cesan:
por la terrible desgracia que padece
la doncella, hija de mi pueblo,
una herida de fuertes dolores.
Salgo al campo: muertos a espada;
entro en la ciudad: desfallecidos de hambre;
tanto el profeta como el sacerdote
vagan sin sentido por el país.
¿Por qué has rechazado del todo a Judá?
¿Tiene asco tu garganta de Sion?
¿Por qué nos has herido sin remedio?
Se espera la paz, y no hay bienestar,
al tiempo de la cura sucede la turbación.
Reconocemos, Señor, nuestra impiedad,
la culpa de nuestros padres,
porque pecamos contra ti.
No nos rechaces, por tu nombre,
no desprestigies tu trono glorioso;
recuerda y no rompas tu alianza con nosotros.
¿Tienen los gentiles ídolos de la lluvia?
¿Dan los cielos de por sí los aguaceros?
¿No eres tú, Señor, Dios nuestro;
tú, que eres nuestra esperanza,
porque tú lo hiciste todo?

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 78, 8. 9. 11 y 13 (R.: 9b)
R.
 Por el honor de tu nombre líbranos, Señor.
Propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos.

V. No recuerdes contra nosotros las culpas
de nuestros padres;
que tu compasión nos alcance pronto,
pues estamos agotados.
R. Por el honor de tu nombre líbranos, Señor.
Propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos.

V. Socórrenos, Dios, Salvador nuestro,
por el honor de tu nombre;
líbranos y perdona nuestros pecados
a causa de tu nombre.
R. Por el honor de tu nombre líbranos, Señor.
Propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos.

V. Llegue a tu presencia el gemido del cautivo:
con tu brazo poderoso, salva a los condenados a muerte.
Nosotros, pueblo tuyo, ovejas de tu rebaño,
te daremos gracias siempre,
cantaremos tus alabanzas de generación en generación.
R. Por el honor de tu nombre líbranos, Señor.
Propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos.

Aleluya.
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. La semilla es la palabra de Dios, y el sembrador es Cristo; todo el que lo encuentra vive para siempre. R.
Semen est verbum Dei, sator autem Christus: omnis qui ínvenit eum, manébit in ætérnum.

EVANGELIO Mt 13, 36-43
Lo mismo que se arranca la cizaña y se echa al fuego, así será al final de los tiempos
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, Jesús dejó a la gente y se fue a casa. Los discípulos se le acercaron a decirle:
«Explícanos la parábola de la cizaña en el campo». 
Él les contestó:
«El que siembra la buena semilla es el Hijo del hombre; el campo es el mundo; la buena semilla son los ciudadanos del reino; la cizaña son los partidarios del Maligno; el enemigo que la siembra es el diablo; la cosecha es el final de los tiempos y los segadores los ángeles.
Lo mismo que se arranca la cizaña y se echa al fuego, así será al final de los tiempos: el Hijo del hombre enviará a sus ángeles y arrancarán de su reino todos los escándalos y a todos los que obran iniquidad, y los arrojarán al horno de fuego; allí será el llanto y el rechinar de dientes. Entonces los justos brillarán como el sol en el reino de su Padre. El que tenga oídos, que oiga».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Juan Crisóstomo, homiliae in Matthaeum, hom. 47, 2
Es, en efecto, obra del diablo el mezclar el error con la verdad. Sigue: "La mies es la consumación del siglo". Dice en otro lugar, pero hablando de los samaritanos: "Levantad vuestros ojos y considerad las regiones que ya están blancas para la siega" ( Jn 4, 35). Y: "la mies, en verdad, es mucha, sus operarios pocos" ( Mt 9, 37; Lc 10), en cuyas palabras expresa que la siega ha llegado ya. ¿Cómo, pues, dice aquí que llegará? Porque está tomada en sentido diferente la palabra siega. Allí ( Jn 4) se dice: "Uno es el que siembra, y otro es el que siega"; y aquí se dice que es uno mismo el que siembra y el que siega. Cuando establece la distinción entre el que siembra y el que siega, diferencia a los apóstoles, no de si mismo, sino los profetas, porque el mismo Cristo es el que sembró por medio de los profetas entre los judíos y los samaritanos. El toma, pues, bajo dos aspectos en este pasaje, las palabras simiente y siega. Así, cuando habla de la obediencia y de la persuasión a la fe, usa la palabra siega, porque es la perfección de las cosas. Pero cuando trata del fruto que se saca de oír la palabra de Dios, llama a la siega consumación, como sucede en este lugar.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XLVII

Pidamos, hermanos, a Dios, nuestro Padre, en cuyas manos están los destinos del universo, que escuche las oraciones de su pueblo.
- Por la santa Iglesia de Dios, para que sea fiel a la voluntad de Cristo y se purifique de sus faltas y debilidades. Roguemos al Señor.
- Por los que gobiernan las naciones, para que trabajen por la paz del mundo, a fin de que todos los pueblos puedan vivir y progresar en justicia, en paz y en libertad. Roguemos al Señor.
- Por los pobres y los afligidos, por los enfermos y los moribundos, y por todos los que sufren, para que encuentren el consuelo y la salud. Roguemos al Señor.
- Por todos los que estamos aquí reunidos, para que perseveremos en la verdadera fe y crezcamos siempre en la caridad. Roguemos al Señor.
Dios todopoderoso y eterno, que por tu Hijo y Señor nuestro Jesucristo nos has dado el conocimiento de tu verdad: mira con bondad al pueblo que te suplica, líbralo de toda ignorancia y de todo pecado para que llegue a la gloria del reino eterno. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Propia de la memoria:
Oración de los fieles
Oremos a Dios Padre, que eligió a san Joaquín y a santa Ana como padres de la Virgen María, por quienes nos vino el Salvador del mundo.
- Por la Iglesia, el nuevo Israel, el pueblo definitivo de Dios. Roguemos al Señor.
- Por el pueblo judío, del que nació Cristo, el hijo de María. Roguemos al Señor.
- Por las familias cristianas y por todas las familias del mundo, y especialmente por los abuelos. Roguemos al Señor.
- Por los matrimonios que viven desunidos, sin amor, y por los que están separados o divorciados. Roguemos al Señor.
- Por todos los que esperan el consuelo de Dios sin conocer a Cristo. Roguemos al Señor.
- Por cuantos estamos aquí recordando a los santos Joaquín y Ana, y celebrando a aquel cuya venida ellos prepararon. Roguemos al Señor.
Escucha, Señor, la oración de tu Iglesia, que hacen suya san Joaquín y santa Ana, intercesores nuestros con María, la Madre de Jesús. Él, que vive y reina por los siglos de los siglos.

Oración sobre las ofrendas
Recibe, Señor, los dones de nuestro servicio y haz que merezcamos participar de la misma bendición que prometiste a Abrahán y a su descendencia. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Super oblata
Súscipe, quaesumus, Dómine, múnera nostrae devotiónis, et praesta, ut eiúsdem benedictiónis, quam Abrahae et eius sémini promisísti, mereámur esse partícipes. Per Christum.

PREFACIO COMÚN IV
NUESTRA MISMA ACCIÓN DE GRACIAS ES UN DON DE DIOS
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno.
Pues aunque no necesitas nuestra alabanza, ni nuestras bendiciones te enriquecen, tú inspiras y haces tuya nuestra acción de gracias, para que nos sirva de salvación, por Cristo, Señor nuestro.
Por eso, unidos a los coros angélicos, te alabamos proclamando llenos de alegría:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Quia, cum nostra laude non égeas, tuum tamen est donum quod tibi grates rependámus, nam te non augent nostra praecónia, sed nobis profíciunt ad salútem, per Christum Dóminum nostrum.
Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de comunión Cf. Sal 23, 5
Recibieron la bendición del Señor, les hizo justicia el Dios de salvación.
Accepérunt benedictiónem a Dómino, et misericórdiam a Deo salutári suo.

Oración después de la comunión
Oh, Dios, tú has querido que tu Unigénito naciera de los hombres, para que los hombres renaciesen de ti por un sacramento admirable, concédenos, por tu misericordia, que cuantos hemos sido saciados con el pan de los hijos seamos santificados por el espíritu de adopción. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Deus, qui Unigénitum tuum ex homínibus nasci voluísti, ut hómines ex te mirábili mystério renasceréntur, quaesumus, ut, quos filiórum pane satiásti, adoptiónis spíritu benignitáte tua sanctífices. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 27 de julio
1. Conmemoración de los Siete Santos Durmientes, que, como cuenta la tradición, tras haber sido martirizados descansan en paz en Éfeso, esperando el día de la resurrección. (s. inc.)
2. En Nicomedia, ciudad de Bitinia, hoy Turquía, san Pantaleón o Pantalaimón, mártir, venerado en Oriente por haber ejercido como médico sin esperar retribución alguna. (c. 305)
3*. En Lons-le-Saulnier, en los montes del Jura, en Francia, san Desiderato, a quien se tiene por obispo de Besanzón. (s. V)
4. En Roma, en el cementerio de Priscila, en la vía Salaria, san Celestino I, papa, que esforzándose para que la Iglesia se mantuviese en la verdadera fe y ampliase su extensión, instituyó el episcopado en Gran Bretaña e Irlanda y promovió la celebración del Concilio de Éfeso, en el que se condenó a Nestorio y se saludó a María como Madre de Dios. (432)
5. Cerca de Antioquía de Siria, en la actual Turquía, san Simeón, monje, que durante muchos años vivió sobre una columna, por lo que recibió el sobrenombre de “Estilita”, y cuya vida y trato con todos fueron admirables. (459)
6*. En Loches, lugar del territorio de Tours, junto al río Indre, en la actual Francia, san Urso, abad, padre de muchos cenobios, célebre por su abstinencia y sus virtudes. (s. V/VI)
7*. En Ravena, en la vía Flaminia, actualmente en Italia, san Eclesio, obispo, que fue compañero del papa san Juan I en las resistencia a las crueldades del rey Teodorico y, después de haberlas sobrevivido tan sólo él, llevó a su Iglesia a un nuevo esplendor. (c. 532)
8*. En Béarn, región cercana a los Pirineos vasco-franceses, san Galactorio, honrado como obispo y como mártir en Lescar. (s. VI)
9. En Mantinea, cerca de Claudiópolis, en la Honoríada, hoy Grecia, santa Antusa, monja, que, siendo emperador Constantino Coprónimo, por defender el culto de las sagradas imágenes sufrió la pena de azotes, tras lo cual fue desterrada, aunque, pasado un tiempo, pudo volver a la patria, donde murió en paz. (s. VIII)
10. En Córdoba, en la región hispánica de Andalucía, santos mártires Jorge, monje originario de Siria y diácono, Aurelio y Sabigótona, esposos, y Félix y Liliosa, esposos también, quienes, en la persecución desencadenada por los sarracenos, deseando dar testimonio de su fe, no cesaron de alabar a Cristo en la cárcel, en la cual fueron finalmente decapitados. (852)
11*. En Ochrida, en el Ilírico, actual Mecedonia, san Clemente, obispo de Velica, insigne por su erudición y por sus conocimientos de las ciencias sagradas, que llevó la luz de la fe al pueblo búlgaro. Se conmemoran con él a los santos obispos Gorazdo, Nahum, Sabas y Angelario, continuadores en Bulgaria de la obra de los santos Cirilo y Metodio. (s. IX/X)
12*. En el cenobio de Garsten, en Estiria, actualmente Austria, beato Bertoldo, abad, que estuvo siempre dispuesto a aconsejar a quienes se lo pedían y a favorecer a los necesitados que acudían a él. (1142)
13*. En Piacenza, ciudad de Emilia-Romaña, en Italia, beato Raimundo Palmerio, padre de familia, que, al quedar privado de su esposa y de sus hijos, fundó un albergue para recibir a los pobres. (1200)
14*. En Faenza, también en la región de Emilia-Romaña, beato Nevolone, insigne por sus santas peregrinaciones, por su austeridad y por la práctica de la vida eremítica. (1280)
15*. En Amelia, en Umbría, de nuevo en la actual Italia, beata Lucía Bufalari, virgen, hermana del beato Juan de Rieti y oblata de la Orden de San Agustín, ilustre por sus penitencias y por su celo en salvar almas. (c. 1350)
16*. En la ciudad de Stafford, en Inglaterra, beato Roberto Suton, presbítero y mártir, ahorcado en tiempo de Isabel I por su condición de sacerdote. (1588)
17*. En Beaumaris, del País de Gales, en el actual Reino Unido, beato Guillermo Davies, presbítero y mártir, que durante la misma persecución, sólo por ser sacerdote, orando por los presentes sufrió el mismo suplicio. (1593)
18*. En Brescia, en la región de Lombardía, en Italia, beata María Magdalena Martinengo, abadesa de la Orden de las Clarisas Capuchinas, insigne por su abstinencia. (1737)
19*. En Olleria, pueblo de la provincia de Valencia, en España, beato Joaquín Vilanova Camallonga, presbítero y mártir, que en tiempo de persecución contra la fe consiguió la gloria celestial. (1936)
20*. En el pueblo de Llisà, cerca de Barcelona, también en España, beato Modesto Vegas Vegas, presbítero de la Orden de los Hermanos Menores Conventuales y mártir, que derramó su sangre por Cristo durante la misma persecución. (1936)
21*. También en Barcelona, beatos Felipe Hernández Martínez, Zacarías Abadía Buesa y Santiago Ortiz Alzueta, religiosos de la Sociedad de San Francisco de Sales y mártires, que sufrieron el martirio durante la mencionada persecución. (1936)
22*. En Auschwitz, lugar cercano a Cracovia, en Polonia, beata María Clemente de Jesús Crucificado Staszewska, virgen de la Orden de Santa Úrsula y mártir, que, internada en un campo de exterminio por quienes odiaban la fe, murió a causa de los terribles suplicios a los que fue sometida. (1943)
Beata Madre María de la Pasión de nuestro Señor Jesucristo (María Gracia Torello, 1866- 1912). Virgen, religiosa de la Congregación de las Crucificadas Adoratrices de la Eucaristía.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.