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viernes, 24 de junio de 2022

Jueves 28 julio 2022, Jueves de la XVII semana del Tiempo Ordinario, feria (o misa por la santificación del trabajo).

SOBRE LITURGIA

VISITA PASTORALE A BRESCIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI SEMINARISTI
NEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
Brescia. Domenica, 26 settembre 1982

Cari Seminaristi.

1. Non poteva mancare, in questa mia visita alla città di Brescia, una sosta in questo Santuario, tanto caro al cuore di Papa Paolo VI.

In questo tempio di pregevole stile barocco, centro e fulcro della pietà mariana della città e della diocesi, elevato alla dignità di Basilica dal Santo Padre Giovanni XXIII, i fedeli bresciani da oltre quattro secoli venerano con speciale devozione la beata Vergine sotto il titolo di “Madonna delle Grazie”. Qui essi vengono nei momenti della gioia e in quelli del dolore, per confidarsi con la Madre e per trovare nei suoi occhi la risposta che sia luce e conforto nel cammino della vita.

E qui veniva sovente dalla vicina abitazione Giovanni Battista Montini, fanciullo ancora e poi ragazzo e giovane, per pregare, riflettere, aprire l’animo ai grandi ideali che cominciavano a dischiuderglisi dinanzi. Qui in particolare, egli maturò la decisione fondamentale della sua vita, il “sì” alla divina chiamata al sacerdozio. Lo ricordava egli stesso con parole soffuse di nostalgia: “In quel pio domicilio, casa e chiesa, di culto mariano, maturò la nostra giovanile vocazione sacerdotale” (cf. Insegnamenti di Paolo VI, XI [1973] 825). “Noi ricordiamo - ribadiva in altra occasione - che la Chiesa di santa Maria delle Grazie, a due passi dal nostro domicilio e da noi frequentata con quotidiana assiduità, è dedicata alla nascita della Madonna, la quale aveva ogni anno, in questa ricorrenza, tutta la nostra famiglia puntualmente convenuta intorno a sé” (cf. Ivi., XII [1974] 805).

2. Potete immaginare, pertanto, la profonda emozione con cui anch’io mi trovo oggi in questo Santuario. È un’emozione certamente condivisa anche da voi, cari seminaristi, che molto opportunamente avete scelto questo tempio come luogo per l’incontro col Papa: quale ambiente, quale “clima” migliore per un dialogo cordiale e costruttivo che la casa della Madre comune?

Guardando i vostri volti lieti ed aperti, un sentimento di profonda riconoscenza sale dal mio cuore a Dio, che nel suo meraviglioso progetto di salvezza continua a suscitare nei giovani, speranza del domani, il desiderio di lavorare per la causa del Regno dei cieli.

Accogliendo quest’interiore chiamata, voi siete entrati in Seminario ove state impegnandovi a crescere ed a maturare come uomini, come cristiani, come futuri sacerdoti. A somiglianza degli Apostoli, che Gesù volle accanto a sé per prepararli ai futuri compiti (cf. Mc 3, 13-14), voi state attendendo, nel raccoglimento del Seminario, alla vostra personale formazione in vista della missione che vi sarà un giorno affidata. Aiutati dai vostri Superiori e dai vostri Insegnanti, sostenuti dalla preghiera, voi scoprite le “meraviglie di Dio” attraverso lo studio delle scienze umanistiche, filosofiche e teologiche. Il vostro occhio è tuttavia già puntato verso le necessità di un mondo che attende, oggi più di ieri, guide spirituali sicure e preparate.

Carissimi, ricordate che il periodo del Seminario è unico, irripetibile, decisivo per il vostro futuro ministero.

Approfittatene per mettere alla base della quotidiana preparazione una forte spiritualità, che si alimenti ad una solida pietà eucaristica, cristocentrica e mariana.

Lasciatevi permeare sempre più in profondità dalla novità del Vangelo, e sul gioioso annuncio del messaggio cristiano improntate il vostro programma di vita.

3. Desidero esortarvi, altresì, a maturare in voi un forte e autentico “senso della Chiesa”, che vi renda aperti sia alle necessità e ai problemi della Chiesa locale bresciana, sia alle esigenze più vaste della Chiesa universale, per la quale so che lavorano già numerosi sacerdoti della vostra diocesi.

Impegnatevi a diventare degni eredi delle figure luminose di sacerdoti bresciani, che si sono distinti per l’intensità della vita spirituale e per la formazione culturale. Preparatevi ad essere i continuatori appassionati di quelle felici intuizioni pastorali che hanno rese ricche di operosità cristiana, particolarmente nelle iniziative catechetiche e di formazione della gioventù, le parrocchie della vostra diocesi.

4. Nel lungo itinerario di ascesa al monte del Signore, non scoraggiatevi per le difficoltà. Le grandi vette si raggiungono solo con il sacrificio.

Ricordate le parole di Gesù? “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amore del Regno di Dio, che non riceva molto di più in questo tempo, e la vita eterna nel secolo futuro” (Lc 18, 20-30). E ancora: “Ecco, io sono con voi, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Il Papa Paolo VI, che ebbe sempre per i Seminari parole di significativo apprezzamento, in occasione del IV Centenario della loro istituzione osservava: “Il Seminario è la scuola per il silenzio interiore, in cui parla la voce misteriosa di Dio, è la palestra per l’allenamento alle virtù difficili, è la casa dove abita Cristo, il Maestro. Ricordate? Due discepoli di Giovanni, udito ch’egli diceva a Gesù, che passava sulla riva del Giordano: ecco l’Agnello di Dio! andarono dietro a Gesù. Gesù si voltò e, notato che lo seguivano, domandò loro: chi cercate? Essi gli dissero: Rabbì (che tradotto vuol dire Maestro), dove abiti? Egli rispose loro: Venite e vedrete (Gv 1, 37-39)” (Insegnamenti di Paolo VI, I [1963] 291).

Cari seminaristi, se volete incontrare Cristo Signore, se volete conoscerlo, ascoltarlo, sappiate che per bocca della Chiesa, rappresentata dal Vescovo e dai vostri Superiori, la risposta è sempre la stessa: venite e vedrete!

Affidatevi sempre con tanta fiducia a Maria Immacolata, dispensatrice di ogni grazia, alla quale è dedicato il vostro bel Seminario. Vi accompagna anche la preghiera del Papa, il quale vi vuole bene e di vero cuore vi benedice.

CALENDARIO

28 JUEVES DE LA XVII SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria

Misa
de feria (verde).
MISAL: cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5), Pf. común.
LECC.: vol. III-par.
- Jer 18, 1-6.
Lo mismo que está el barro en manos del alfarero, así estáis vosotros en mi mano.
- Sal 145. R. Dichoso a quien auxilia el Dios de Jacob.
- Mt 13, 47-53. Reúnen los buenos en cestos y los malos los tiran.

Liturgia de las Horas: oficio de feria.

Martirologio: elogs. del 29 de julio, pág. 452.
CALENDARIOS: Institución Teresiana: San Pedro Poveda Castroverde, presbítero y mártir (S). Guadix, Jaén, Madrid y Getafe: (MO). Osma-Soria y Málaga: (ML).
Mallorca y Canónigos Regulares de Letrán: Santa Catalina Thomas, virgen (F). Menorca: (MO).
Betharramitas: Bienaventurada Virgen María de Betharrán (F).
Oviedo: San Melchor García Sampedro, obispo y mártir (MO).
León: Beatos Felicísimo Díez González, Lucio Martínez Mancebo y Saturio Rey Robles, presbíteros y mártires (ML).
San Sebastián, Paúles e Hijas de la Caridad: San Pedro Crisólogo, obispo y doctor de la Iglesia (ML).
Carmelitas Descalzos: Beato Juan Soreth, presbítero (ML).
OFM y Clarisas Capuchinas: Beata María Teresa Kowalska, mártir (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la feria: del XVII domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario)

Misa por la santificación del trabajo:
Por la santificación del trabajo humano B.

Antífona de entrada Gn 1, 1. 27. 31
Al principio creó Dios el cielo y la tierra. Y creó Dios al hombre a su imagen. Y vio Dios todo lo que había hecho, y era muy bueno.
In princípio creávit Deus caelum et terram. Et creávit Deus hóminem ad imáginem suam. Vidítque Deus cuncta quae fécerat, et erant valde bona.
O bien: Sal 89, 17
Baje a nosotros la bondad del Señor y haga prósperas las obras de nuestras manos.
Bónitas tua, Dómine, sit super nos, et opus mánuum nostrárum secúnda nobis.

Oración colecta
Oh, Dios, tú quisiste someter las fuerzas de la naturaleza al trabajo del hombre, concédenos, por tu bondad, entregados a nuestras tareas con espíritu cristiano, practicar la caridad sincera con nuestros hermanos y colaborar al perfeccionamiento de tu creación. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui naturálium rerum virtútes hóminum labóri súbdere voluísti, concéde propítius, ut, opéribus nostris christiáno spíritu inténti, sincéram caritátem cum frátribus exercére, et creatióni divínae perficiéndae sóciam óperam praestáre mereámur. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Jueves de la semana XVII del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Jer 18, 1-6
Lo mismo que está el barro en manos del alfarero, así estáis vosotros en mi mano

Lectura del libro del profeta Jeremías.

Palabra que el Señor dirigió a Jeremías:
«Anda, baja al taller del alfarero, que allí te comunicaré mi palabra».
Bajé al taller del alfarero, que en aquel momento estaba trabajando en el torno. Cuando le salía mal una vasija de barro que estaba torneando (como suele ocurrir al alfarero que trabaja con barro), volvía a hacer otra vasija, tal como a él le parecía.
Entonces el Señor me dirigió la palabra en estos términos:
«¿No puedo yo trataros como este alfarero, casa de Israel?
—oráculo del Señor—.
Pues lo mismo que está el barro en manos del alfarero, así estáis vosotros en mi mano, casa de Israel».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 145, 1b-2. 3-4. 5-6ab (R.: 5a)
R. 
Dichoso a quien auxilia el Dios de Jacob.
Beátus cuius Deus Iacob est adiútor.

V. Alaba, alma mía, al Señor:
alabaré al Señor mientras viva,
tañeré para mi Dios mientras exista.
R. Dichoso a quien auxilia el Dios de Jacob.
Beátus cuius Deus Iacob est adiútor.

V. No confiéis en los príncipes,
seres de polvo que no pueden salvar;
exhalan el espíritu y vuelven al polvo,
ese día perecen sus planes.
R. Dichoso a quien auxilia el Dios de Jacob.
Beátus cuius Deus Iacob est adiútor.

V. Dichoso a quien auxilia el Dios de Jacob,
el que espera en el Señor, su Dios,
que hizo el cielo y la tierra,
el mar y cuanto hay en él.
R. Dichoso a quien auxilia el Dios de Jacob.
Beátus cuius Deus Iacob est adiútor.

Aleluya Cf. Hch 16, 14b
R. 
Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Abre, Señor, nuestro corazón, para que aceptemos las palabras de tu Hijo. R.
Aperi, Dómine, cor nostrum, ut intendámus verbis Fílii tui.

EVANGELIO Mt 13, 47-53
Reúnen los buenos en cestos y los malos los tiran
╬ 
Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, dijo Jesús al gentío:
«El reino de los cielos se parece también a la red que echan en el mar y recoge toda clase de peces: cuando está llena, la arrastran a la orilla, se sientan y reúnen los buenos en cestos y los malos los tiran.
Lo mismo sucederá al final de los tiempos: saldrán los ángeles, separarán a los malos de los buenos y los echarán al horno de fuego. Allí será el llanto y el rechinar de dientes.
¿Habéis entendido todo esto?».
Ellos le responden:
«Sí».
Él les dijo:
«Pues bien, un escriba que se ha hecho discípulo del reino de los cielos es como un padre de familia que va sacando de su tesoro lo nuevo y lo antiguo».
Cuando Jesús acabó estas parábolas, partió de allí.

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

Papa Francisco, Carta apostólica en forma de «motu proprio» Aperuit illis n. 10.
Con Jesucristo la revelación de Dios alcanza su culminación y su plenitud; aun así, el Espíritu Santo continúa su acción. De hecho, sería reductivo limitar la acción del Espíritu Santo sólo a la naturaleza divinamente inspirada de la Sagrada Escritura y a sus distintos autores. Por tanto, es necesario tener fe en la acción del Espíritu Santo que sigue realizando una peculiar forma de inspiración cuando la Iglesia enseña la Sagrada Escritura, cuando el Magisterio la interpreta auténticamente (cf. Dei verbum, 10) y cuando cada creyente hace de ella su propia norma espiritual. En este sentido podemos comprender las palabras de Jesús cuando, a los discípulos que le confirman haber entendido el significado de sus parábolas, les dice: «Pues bien, un escriba que se ha hecho discípulo del reino de los cielos es como un padre de familia que va sacando de su tesoro lo nuevo y lo antiguo» (Mt 13, 52).

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XLIX

Invoquemos, hermanos, con corazón unánime, a Dios Padre todopoderoso, fuente y origen de todo bien.
- Por la santa Iglesia católica, extendida por todo el universo. Roguemos al Señor.
- Por nuestro santo padre el papa N., por nuestro obispo N., por los sacerdotes y demás ministros de Dios. Roguemos al Señor.
- Por esta ciudad (este pueblo) de N., por su prosperidad y por todos los que en ella (él) habitan. Roguemos al Señor.
- Por los que sufren, por nuestros hermanos enfermos o encarcelados. Roguemos al Señor.
- Por los que cuidan de los ancianos, pobres y atribulados. Roguemos al Señor.
- Por todos nuestros difuntos: para que Dios los reciba en su reino de luz y de paz. Roguemos al Señor.
Dios todopoderoso y eterno, que gobiernas cuanto existe en el cielo y en la tierra: escucha las oraciones de tu pueblo y concede a nuestro tiempo la paz. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa por la santificación del trabajo:
Oración sobre las ofrendas
Acepta, Señor, los dones de tu Iglesia en oración, y haz que, por el trabajo del hombre que ahora te ofrecemos, merezcamos asociarnos a la obra redentora de Cristo. Él, que vive y reina por los siglos de los siglos.
Súscipe, Dómine, múnera supplicántis Ecclésiae, et praesta, ut, per humánum quem tibi offérimus labórem, óperi Christi redemptóris consociári mereámur. Per Christum.

PREFACIO COMÚN V
PROCLAMACIÓN DEL MISTERIO DE CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno, por Cristo, Señor nuestro.
Porque con amor celebramos su muerte, con fe viva proclamamos su resurrección, y con firme esperanza anhelamos su venida gloriosa.
Por eso, con los santos y todos los ángeles, te alabamos, proclamando sin cesar:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Cuius mortem in caritáte celebrámus, resurrectiónem fide vívida confitémur, advéntum in glória spe firmíssima praestolámur.
Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis, te collaudámus, sine fine dicéntes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Cf. Col 3, 17

Todo lo que de palabra o de obra realicéis, sea todo en nombre del Señor Jesucristo, dando gracias a Dios Padre por medio de él.
Omne quodcúmque fácitis in verbo aut in ópere, ómnia in nómine Dómini Iesu Christi, grátias agéntes Deo et Patri per ipsum.

Oración después de la comunión
Te rogamos, Señor, que gobiernes con los auxilios temporales a quienes te dignas renovar con los misterios eternos. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Gubérna, quaesumus, Dómine, temporálibus adiuméntis quos dignáris aetérnis recreáre mystériis. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 29 de julio
M
emória sanctórum Martha, Maríæ et Lázari, germanorum, qui, spíritu familiari Dóminum Iesum domo Bethaniæ famulanter exceperunt, aperiéntes cómiter aures et corda in audiendis verbis divinis super regno cælorum credentes in illum, qui resurrectione mortem vicit.
Memoria de santa Marta, que recibió en su casa de Betania, cerca de Jerusalén, a Jesús el Señor, y muerto su hermano Lázaro, profesó: «Tú eres el Cristo, el Hijo de Dios vivo, que has venido al mundo». (s. I)
2. Conmemoración de los san Lázaro, hermano de santa Marta, a quien lloró el Señor al saber que había muerto y después resucitó, y santa María, su hermana, la cual, mientras Marta se ocupaba inquieta y nerviosa en preparar todo lo necesario, ella, sentada a los pies del Señor, escuchaba sus palabras. (s. I)
3. En Gangra, de Papflagonia, hoy Turquía, san Calínico, mártir(s. II/III)
4. En Roma, en la tercera milla de la vía Portuense, en el cementerio dedicado a su nombre, san Félix, mártir. (s. III/IV)
5. También en Roma, en el cementerio de Generosa, santos Simplicio, Faustino, Beatriz y Rufo, mártires(s. III/IV)
6. En Troyes, en la Galia Lugdunense, actual Francia, san Lupo, obispo, que con san Germán de Auxerre fue a Bretaña para combatir la herejía de los pelagianos, defendió con la oración a su ciudad del furor de Atila y, habiendo ejercido de modo admirable el sacerdocio durante cincuenta años, descansó en paz. (c. 478)
7. En Orleans, ciudad también de la Galia Lugdunense, san Próspero, obispo(s. V)
8. En Nídaros, en Noruega, san Olav, mártir, que, siendo rey,  de su pueblo, difundió con gran diligencia la fe cristiana que había conocido en Inglaterra, liberando a su pueblo de la idolatría, y finalmente, atacado por sus enemigos, murió asesinado. (1030)
9*. En Roma, en la basílica de San Pedro, beato Urbano II, papa, que defendió la libertad de la Iglesia de las intromisiones de los laicos, combatió la simonía y la corrupción del clero, y en el Concilio de Clermont exhortó a los soldados cristianos a que liberasen, bajo el signo de la cruz, a sus hermanos cristianos oprimidos por los infieles y recuperasen el sepulcro del Señor. (1099)
10. En la ciudad de Saint-Brieuc, en la Bretaña Menor, actual Francia, san Guillermo Pinchón, obispo, que se preocupó por la construcción de la iglesia catedral, brilló por su benignidad y sencillez y, por defender con decisión y fortaleza a sus ovejas y los derechos de la Iglesia, tuvo que sufrir muchas vejaciones y el destierro. (1234)
11*. En Omura, en Japón, beatos mártires Luis Bertrán, presbítero, y Mancio de la Santa Cruz y Pedro de Santa María, todos ellos religiosos de la Orden de Predicadores, que por su fe en Cristo fueron quemados vivos. (1627)
12*. En la costa de Francia, ante la ciudad de Rochefort, beato Carlos Nicolás Antonio Ancel, presbítero de la Congregación de Jesús y de María, mártir, que durante la Revolución Francesa, por su condición de sacerdote, fue encarcelado en condiciones inhumanas en un barco convertido en prisión, donde murió como auténtico mártir, víctima de una enfermedad contagiosa. (1794)
13. En la ciudad de Quigyan, en la provincia china de Guizhou, santos mártires José Zhang Wenlan, Pablo Chen Changpin, seminaristas, Juan Bautista Lou Tingyin, administrador del seminario, y Marta Wang Louzhi, viuda, que, encerrados en una cueva calurosa y húmeda, sufrieron atroces vejaciones y fueron finalmente decapitados. (1861)
14*. En la población de Esplugas, cerca de Barcelona, en España, beato Juan Bautista Egozcuezábal Aldaz, religioso de la Orden Hospitalaria de San Juan de Dios, que fue asesinado durante la persecución contra la fe desencadenada en tiempo de guerra. (1936)
15*. En Calanda, población cercana a Teruel, también en España, beatos Lucio Martínez Mancebo, presbítero de la Orden de Predicadores, y compañeros*, mártires, que, apoyándose en la fortaleza de Cristo, dieron su vida durante la misma persecución. (1936)
*Cuyos nombres son: Antonio López Couceiro, Felicísimo Díez González, Saturio Rey Robles, Tirso Manrique Melero, presbíteros; Gumersindo Soto Barros y Lamberto de Navascués y de Juan, religiosos, de la Orden de Predicadores; y Manuel Albert Ginés, presbítero.
16*. En Valencia, igualmente en España, beato José de Calasanz Marqués, presbítero de la Sociedad de San Francisco de Sales y mártir, que derramó su sangre por Cristo en esa misma persecución. (1936)
- San Louis Martin (1823- Arnières, junto a Evreux 1894), laico y padre de familia, casado con santa María Azelia Guérin (ver 28-agosto). Juntos formaron una familia en un clima de fe y amor del que surgieron las vocaciones de las hijas, entre ellas santa Teresa del Niño Jesús.

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