Entrada destacada

Domingo 4 diciembre 2022, II Domingo de Adviento, ciclo A.

jueves, 16 de junio de 2022

Jueves 21 julio 2022, Jueves de la XVI semana del Tiempo Ordinario, feria o san Lorenzo de Brindis, presbítero y doctor de la Iglesia, memoria libre.

SOBRE LITURGIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE COLLABORATRICI DOMESTICHE DEI SACERDOTI

Giovedì, 22 aprile 1982

Signore, Signorine, care Collaboratrici domestiche dei sacerdoti.

1. Sono molto felice di unirmi alla vostra riunione festosa, di incontrarvi con i vostri cari cappellani, di portarvi i miei personali incoraggiamenti, come aveva già fatto in più occasioni il mio molto venerato predecessore Papa Paolo VI.

Lasciate che vi dica la mia prima impressione nel vedervi così numerose, provenienti da numerosi paesi d’Europa e anche dal Madagascar: le donne hanno il loro posto nella Chiesa! Al capitolo sesto della lettera ai Romani, l’apostolo Paolo ringrazia in particolare una decina di donne per la loro devozione e le loro fatiche al servizio delle prime comunità cristiane. Chi potrebbe contare al giorno d’oggi le donne con responsabilità di attività catechistiche, caritative e altre, a carattere parrocchiale, diocesano e anche nazionale? E questo in tutti i continenti. Siate felici e fiere di appartenere a questa stirpe di donne che hanno apportato all’opera di evangelizzazione il meglio di loro stesse, e molto spesso una autentica santità.

Ma vorrei soprattutto, in questo incontro molto importante per il vostro Movimento, meditare con voi su ciò che io chiamerei volentieri spiritualità delle Collaboratrici domestiche dei sacerdoti. Come ogni spiritualità essa trova la sua origine nelle convinzioni di fede, si incarna in obblighi specifici e, attraverso uno spiegamento di attitudini evangeliche e di qualità umane particolari, partecipa alla testimonianza che la Chiesa vuole rendere a Cristo redentore dell’umanità.

2. Voi siete nubili, o vedove, o qualche volta ancora con l’impegno della famiglia, o anche mamme o sorelle di sacerdoti, quando siete state chiamate a portare il vostro aiuto a un sacerdote o ad un’équipe sacerdotale. Avete allora percepito di dare la vostra vita per una grande causa: quella del sacerdote cattolico, indispensabile alla visibilità e alla vitalità delle comunità parrocchiali. Ma come essere in questa vocazione di laici cristiani senza mantenere vive in voi le convinzioni di fede circa l’identità del sacerdote, la missione del ministro di Cristo che agisce in suo nome per il suo Corpo che è la Chiesa, il significato delle sue responsabilità pastorali? Non ringrazierete mai abbastanza il Signore di avervi fatto la grazia di scegliere di servire il sacerdote. È sicuramente in momenti riservati ogni giorno alla preghiera, e anche nelle vostre riunioni e nei vostri ritiri, che bisogna approfondire questa bella vocazione, reale servizio alla Chiesa.

3. Questa spiritualità di venerazione profonda del sacerdote si incarna in ognuna di voi nell’umile compimento dei vostri doveri quotidiani. Siate innanzitutto felici di mantenere in ordine la casa del sacerdote, di liberarlo da compiti materiali che assorbirebbero una parte del suo tempo così necessario al lavoro apostolico e che convengono meglio al vostro carisma di donne. Sì, per i sacerdoti responsabili di parrocchia o di tutto un settore come per i loro fedeli, la vostra presenza, la vostra accoglienza, i vostri servizi sono fonte di felicità umana e spirituale e danno alla casa presbiterale un’attrattiva e un irradiamento particolari.

A questo ruolo si può aggiungere - e ve lo auguro di tutto cuore - una assennata collaborazione, secondo le vostre forze fisiche e secondo i vostri rispettivi talenti, alle attività che rendono una parrocchia vivente e irradiante: l’insegnamento catechistico, l’animazione di gruppi di preghiera e di movimenti d’apostolato, la diffusione della stampa d’ispirazione cristiana, la visita a persone malate o isolate, la preparazione di cerimonie liturgiche, ecc. Di nuovo, mi felicito con il vostro Movimento di aver fatto molto per dare alle Collaboratrici domestiche dei sacerdoti, non solamente un titolo nuovo, ma uno stile di vita ed uno statuto ispirati al decreto conciliare sull’apostolato dei laici.

Vorrei ora proseguire le mie parole in tedesco, una lingua alla quale molte di voi appartengono.

Care Collaboratrici domestiche dei sacerdoti!

4. L’atteggiamento religioso di cui ho parlato finora, diviene concreto nei singoli compiti che vi si pongono. Esso esige da voi tutte il costante sviluppo di una condotta morale e delle virtù umane. Penso a questo proposito soprattutto ad un profondo spirito di fede e all’autentico atteggiamento di servizio che devono distinguervi. La vostra visione di fede vi fa riconoscere dietro la superficie umana dei sacerdoti le tracce di Cristo, vero Sacerdote supremo e Pastore. Questa fede vi ricorda che tutti i membri della comunità cristiana sono creature di Dio che hanno il loro posto nel suo cuore e che tutte le molteplici attività di una parrocchia rappresentano possibili vie all’annuncio della Lieta Novella.

Vorrei inoltre incoraggiarvi a sviluppare quelle qualità umane che rispondono così bene al vostro stato di vita. Penso in questo caso ad una sincera attenzione per ogni persona, ad un modo di essere naturale, aperto, libero da ogni familiarità non gradita, ad una tranquilla serenità e pazienza, gentilezza e prontezza a vedere in primo luogo il lato positivo di tutto e in ogni occasione.

L’esempio di tante sante donne che in modo eminente nel corso dei secoli hanno collaborato ai compiti della Chiesa deve infondervi entusiasmo e coraggio per l’adempimento del vostro incarico tanto prezioso e importante.

5. Vi ringrazio cordialmente per la vostra visita e formulo i migliori auguri per il futuro del vostro Movimento. A voi, che avete la gioia di essere a Roma, e a tutti i vostri fratelli e sorelle di lavoro rimasti nelle loro sedi di città o di campagna ma a voi uniti in questo momento di spirito e di cuore, imparto la mia benedizione apostolica.

Prima di terminare non posso non dire anche solo poche parole nella mia lingua nativa. Rivolgo un cordiale saluto al gruppo di collaboratrici domestiche venute dalla Polonia e dagli altri paesi slavi. Sono lieto che siate qui in questo gruppo internazionale di rappresentanti di una professione, anzi di una vocazione, molto delicata e molto importante per la Chiesa, per i sacerdoti, per la parrocchia. Siete a Roma presso il sepolcro di san Pietro, nella capitale della cristianità. Siete qui col desiderio di pregare, di meditare, di approfondire, nello scambio reciproco di esperienze, la vostra spiritualità, il vostro legame con la Chiesa, che servite in un modo specifico; desiderate anche scoprire e definire quale è il vostro posto nella Chiesa e realizzare voi stesse in questo servizio.

Ringrazio di cuore voi tutte per il vostro lavoro, le vostre offerte e le vostre preghiere. Portate la vostra esperienza di Roma nei vostri paesi e testimoniatela a tutte quelle donne che, come voi, nella loro ricerca di Cristo, hanno scelto la stessa strada specifica. Portate loro queste parole. Portate a loro, ai vostri connazionali, ai vostri parenti come a tutti i sacerdoti il cordiale saluto e la benedizione del Papa.

Vi affido a Maria, signora della casa di Nazaret.

CALENDARIO

21 JUEVES DE LA XVI SEMANA DEL T. ORDINARIO, feria o SAN LORENZO DE BRINDIS, presbítero y doctor de la Iglesia, memoria libre

Misa
de feria (verde) o de la memoria (blanco).
MISAL: para la feria cualquier formulario permitido (véase pág. 67, n. 5) / para la memoria 1.ª orac. prop. y el resto del común de pastores o de doctores o de santos (para religiosos), o de un domingo del T.O.; Pf. común o de la memoria.
LECC.: vol. III-par.
- Jer 2, 1-3. 7-8. 12-13.
Me abandonaron a mí, fuente de agua viva, y se cavaron aljibes agrietados.
- Sal 35. R. En ti, Señor, está la fuente viva.
- Mt 13, 10-17. A vosotros se os han dado a conocer los secretos del reino de los cielos y a ellos no.
o bien:
cf. vol. IV.

Liturgia de las Horas: oficio de feria o de la memoria.

Martirologio: elogs. del 22 de julio, pág. 435.
CALENDARIOS: Capuchinos: San Lorenzo de Brindis, presbítero y doctor de la Iglesia (F). Familia Franciscana: (MO).
Mallorca: Beatos Simón Reynés y compañeros, mártires (ML).
Canónigos Regulares de Letrán: Beato Gabriel Pergaud, presbítero y mártir (ML).

TEXTOS MISA

Misa de la Feria: del XVI Domingo del T. Ordinario (o de otro Domingo del T. Ordinario).

Misa de la memoria:
21 de julio
San Lorenzo de Brindis, presbítero y doctor de la Iglesia

Oración colecta propia. El resto del formulario está tomado del común de pastores: III. Pastores, B. Para un pastor 1.

Antífona de entrada Cf. Sal 131, 9

Que tus sacerdotes, Señor, se vistan de justicia, que tus fieles vitoreen.
Sacerdótes tui, Dómine, índuant iustítiam, et sancti tui exsúltent.

Monición de entrada
Recordamos en esta celebración a san Lorenzo de Brindis, presbítero doctor de la Iglesia, de la Orden de los Hermanos Menores Capuchinos, que nació el año 1559. Predicador incansable por las regiones de Europa, de carácter sencillo y humilde, cumplió fielmente todas las misiones que se le encomendaron, como defender la Iglesia contra los infieles, reconciliar a los príncipes enfrentados y llevar el gobierno de su Orden religiosa. Murió en Lisboa, en Portugal, el 22 de julio de 1619.

Oración colecta
Oh, Dios, que para gloria de tu nombre y salvación de las almas otorgaste al presbítero san Lorenzo espíritu de consejo y fortaleza, Concédenos conocer, con el mismo espíritu, lo que debemos realizar y, una vez conocido, por su intercesión llevarlo a la práctica. Por nuestro Señor Jesucristo.
Deus, qui pro nóminis tui glória et animárum salúte beáto Lauréntio presbytero spíritum consílii et fortitúdinis contulísti, da nobis, in eódem spíritu, et agénda cognóscere, et cógnita, eius intercessióne, perfícere. Per Dóminum.

LITURGIA DE LA PALABRA
Lecturas del Jueves de la XVI semana del Tiempo Ordinario, año par (Lec. III-par).

PRIMERA LECTURA Jer 2, 1-3. 7-8. 12-13
Me abandonaron a mí, fuente de agua viva, y se cavaron aljibes agrietados
Lectura del libro de Jeremías.

El Señor me dirigió la palabra:
«Grita y que te oiga todo Jerusalén:
Esto dice el Señor:
Recuerdo tu cariño juvenil,
el amor que me tenías de novia,
cuando ibas tras de mí por el desierto,
por tierra que nadie siembra.
Israel era sagrada para el Señor,
fruto primero de su cosecha:
quien probaba de ella la pagaba,
la desgracia caía sobre él
—oráculo del Señor—.
Os traje a una tierra de huertos,
para comer sus frutos deliciosos;
pero entrasteis y profanasteis mi tierra,
hicisteis abominable mi heredad.
Los sacerdotes no preguntaban:
“¿Dónde está el Señor?”.
Los expertos en leyes no me reconocían;
los pastores se rebelaban contra mí,
los profetas profetizaban por Baal,
fueron tras ídolos que no sirven de nada.
Espantaos, cielos, de ello,
horrorizaos y temblad aterrados
—oráculo del Señor—,
pues una doble maldad
ha cometido mí pueblo:
me abandonaron a mí,
fuente de agua viva,
y se cavaron aljibes,
aljibes agrietados
que no retienen agua».

Palabra de Dios.
R. Te alabamos, Señor.

Salmo responsorial Sal 35, 6-7ab. 8-9. 10-11 (R.: 10a)
R. En ti, Señor, está la fuente viva.
Apud te, Dómine, est fons vitæ.

V. Señor, tu misericordia llega al cielo,
tu fidelidad hasta las nubes;
tu justicia hasta las altas cordilleras,
tus sentencias son como el océano inmenso.
R. En ti, Señor, está la fuente viva.
Apud te, Dómine, est fons vitæ.

V. ¡Qué inapreciable es tu misericordia, oh, Dios!,
los humanos se acogen a la sombra de tus alas;
se nutren de lo sabroso de tu casa,
les das a beber del torrente de tus delicias.
R. En ti, Señor, está la fuente viva.
Apud te, Dómine, est fons vitæ.

V. Porque en ti está la fuente viva,
y tu luz nos hace ver la luz.
Prolonga tu misericordia con los que te reconocen,
tu justicia con los rectos de corazón.
R. En ti, Señor, está la fuente viva.
Apud te, Dómine, est fons vitæ.

Aleluya Cf. Mt 11, 25
R. Aleluya, aleluya, aleluya.
V. Bendito seas, Padre, Señor del cielo y de la tierra, porque has revelado los misterios del reino a los pequeños. R.
Benedíctus es, Pater, Domine cæli et terræ, quia mystéria regni párvulis revelásti.

EVANGELIO 13, 10-17
A vosotros se os han dado a conocer los secretos del reino de los cielos y a ellos no
 Lectura del santo Evangelio según san Mateo.
R. Gloria a ti, Señor.

En aquel tiempo, se acercaron los discípulos a Jesús y le preguntaron:
«¿Por qué les hablas en parábolas?»
Él les contestó:
«A vosotros se os han dado a conocer los secretos del reino de los cielos y a ellos no. Porque al que tiene se le dará y tendrá de sobra, y al que no tiene, se le quitará hasta lo que tiene. Por eso les hablo en parábolas, porque miran sin ver y escuchan sin oír ni entender. Así se cumple en ellos la profecía de Isaías:
“Oiréis con los oídos sin entender;
miraréis con los ojos sin ver;
porque está embotado el corazón de este pueblo,
son duros de oído, han cerrado los ojos;
para no ver con los ojos, ni oír con los oídos,
ni entender con el corazón,
ni convertirse para que yo los cure”.
Pero bienaventurados vuestros ojos porque ven y vuestros oídos porque oyen.
En verdad os digo que muchos profetas y justos desearon ver lo que veis y no lo vieron, y oír lo que oís y no lo oyeron».

Palabra del Señor.
R. Gloria a ti, Señor Jesús.

San Juan Pablo II, Cruzando el umbral de la esperanza
Sí, en cierto sentido Dios calla, porque ya lo ha revelado todo. Habló «en los tiempos antiguos» por medio de los profetas y, «últimamente», por medio del Hijo (cfr. Hebreos 1, 1-2): en Él ha dicho todo cuanto tenía que decir. El mismo san Juan de la Cruz afirma que Cristo es «como abundante mina con muchos senos de tesoros, que, por más que ahonden, nunca les hallan fin ni término, antes van en cada seno hallando nuevas venas de nuevas riquezas acá y allá» (Cántico espiritual, B, 37, 4). Es necesario, pues, volver a escuchar la voz de Dios que habla en la historia del hombre. Y si esta palabra no se oye, puede ser porque el oído interior no se abre a ella. En este sentido hablaba Cristo de los que «viendo no ven, y oyendo no oyen» (cfr. Mt 13, 13), mientras que tener experiencia de Dios está siempre al alcance de todo hombre, el cual puede acceder a Él en Jesucristo y en virtud del Espíritu Santo.

Oración de los fieles
Ferias del Tiempo Ordinario XLIII

Imploremos, hermanos, la piedad de Dios Padre todopoderoso, y pidámosle que escuche nuestra oración.
- Para que conceda a la Iglesia el gozo del Espíritu Santo, Roguemos al Señor
- Para que dé a los gobernantes el sentido de la justicia, de la libertad y de la paz. Roguemos al Señor.
- Para que otorgue a los pueblos la concordia leal y pacífica. Roguemos al Señor.
- Para que dé a los desterrados el gozo del retorno. Roguemos al Señor.
- Para que a nosotros, su pueblo, nos haga crecer en la fe, nos purifique el corazón y nos abra la puerta del reino eterno. Roguemos al Señor.
Muestra, Padre celestial, tu bondad al pueblo que te suplica, para que reciba sin tardanza lo que pide confiadamente, siguiendo tu inspiración. Por Jesucristo, nuestro Señor.

Misa de la memoria:
Oración sobre las ofrendas
Recibe, Señor, la ofrenda que traemos a tu altar en conmemoración de san N. y, así como a él le concediste la gloria por estos santos misterios, concédenos también a nosotros el perdón. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Praeténde múnera, quaesumus, Dómine, altáribus tuis pro beáti tui N. commemoratióne propósita, ut, sicut per haec beáta mystéria illo glóriam contulísti, ita nobis indulgéntiam largiáris. Per Christum.

PREFACIO COMÚN III
ALABANZA A DIOS QUE NOS CREÓ Y NOS HA CREADO DE NUEVO EN CRISTO
En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación darte gracias siempre y en todo lugar, Señor, Padre santo, Dios todopoderoso y eterno. Porque has querido ser, por medio de tu amado Hijo, no sólo el creador del género humano, sino también su bondadoso restaurador.
Por eso, con razón te sirven todas las criaturas, con justicia te alaban todos los redimidos y unánimes te bendicen tus santos.
Con ellos, unidos a todos los ángeles, nosotros queremos celebrarte y te alabamos diciendo:

Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Qui per Fílium dilectiónis tuae, sicut cónditor géneris es humáni, ita benigníssimus reformátor.
Unde mérito tibi cunctae sérviunt creatúrae, te redémpti rite colláudant univérsi, et uno Sancti tui te corde benedícunt.
Quaprópter et nos cum ómnibus te Angelis celebrámus, iucúnda semper confessióne dicéntes:

Santo, Santo, Santo...

PLEGARIA EUCARÍSTICA II

Antífona de la comunión Cf. Mt 24, 46-47

Bienaventurado el criado a quien el Señor, al llegar, lo encuentre velando; en verdad os digo que le confiará la administración de todos sus bienes.
Beátus servus, quem, cum vénerit Dóminus, invénerit vigilántem; amen dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.
O bien: Cf. Lc 12, 42
Este es el siervo fiel y prudente a quien el Señor ha puesto al frente de su servidumbre, para que les reparta la ración de alimento a sus horas.
Fidélis servus et prudens, quem constítuit Dóminus super famíliam suam, ut det illis in témpore trítici mensúram.

Oración después de la comunión
Dios todopoderoso, que la mesa celestial robustezca y acreciente la fuerza de lo alto en quienes celebramos la festividad de san N., para que guardemos íntegro el don de la fe y caminemos por la senda de la salvación que se nos ha revelado. Por Jesucristo, nuestro Señor.
Mensa caeléstis, omnípotens Deus, in ómnibus festivitátem beáti N. celebrántibus supérnas vires firmet et áugeat, ut et fídei donum íntegrum custodiámus, et per osténsum salútis trámitem ambulémus. Per Christum.

MARTIROLOGIO

Elogios del 22 de julio
F
iesta de santa María Magdalena, que, liberada por el Señor de siete demonios, se convirtió en su discípula, siguiéndole hasta el monte Calvario, y en la mañana de Pascua mereció ser la primera en ver al Salvador retornado de la muerte y llevar a los otros discípulos el anuncio de la resurrección. (s. I)
2. En Ankara, ciudad de Galacia, actualmente Turquía, san Platón, mártir(s. III/IV)
3. En la provincia romana de África Mauritana, actual Marruecos, santos mártires Masilitanos, acerca de los cuales san Agustín predicó un sermón a los fieles en el aniversario de su muerte. (s. III/IV)
4. En Antioquía de Siria, hoy en Turquía, san Cirilo, obispo, que fue encarcelado y desterrado en tiempo del emperador Diocleciano. (c. 306)
5. En la fortaleza de Schemaris, en los montes del Cáucaso actualmente georgiano, san Anastasio, monje, el cual, discípulo de san Máximo el Confesor, por defender la fe ortodoxa, sufrió con él la cárcel y torturas, y habiendo partido hacia esta fortaleza, en ella, o tal vez en camino, entregó su vida. (662)
6. En el monasterio de Fontenelle, en Neustria, hoy Francia, san Vandregisilo, abad, que, habiendo renunciado a vivir en la corte con el rey Dagoberto, hizo vida monástica en varios lugares, y promovido al sacerdocio por san Audeno, obispo de Rouen, en el bosque llamado Gemeticense fundó y rigió el monasterio de ese mismo nombre. (c. 668)
7. En Menat, en la Galia Arvernense, también Francia en la actualidad, san Meneleo, abad(c. 700)
8*. En Pavía, en la actual región italiana de Lombardía, san Jerónimo, obispo(s. VIII)
9*. En Lodi, también en Lombardía, san Gualterio, fundador de la Casa Hospital de la Misericordia. (1224)
10*. En Venecia, también en la Itallia actual, beato Agustín de Biella Fangi, presbítero de la Orden de Predicadores, que derramó grandes bondades en Soncino, en Viglebano y en la misma Venecia. (1493)
11. En Lisboa, en Portugal, san Lorenzo de Brindis, cuya memoria se celebró ayer. (1619)
12. En Cardiff, ciudad de Gales, en el Reino Unido, santos Felipe Evans, de la Orden de la Compañía de Jesús, y Juan Lloyd, presbíteros y mártires, que en tiempo del rey Carlos II fueron ahorcados al descubrirse que ejercían el sacerdocio en su patria. (1679)
13*. Ante el litoral de Rochefort, en Francia, beato Jacobo Lombardie, presbítero de Limoges, mártir, que en la terrible persecución desencadenada contra la Iglesia durante la Revolución Francesa, por ser sacerdote fue encarcelado en una pequeña nave, en condiciones insalubres, donde falleció consumido por una enfermedad incurable. (1794)
14. En un lugar llamado Majiazhuang, cerca de Daining, en la provincia de Hebei, en China, santos mártires Ana Wang, virgen, Lucía Wang Wangzhi y su hijo Andrés Wang Tianqing, asesinados por el nombre de Cristo durante la persecución desedncadenada por los Yihetuan. (1900)
15. También cerca de Daining, igualmente en la provincia china de Hebei, santa María Wang Lizhi, mártir, que en la misma persecución, cuando algunos paganos intentaban salvarla pidiéndole que dijera no ser cristiana, ella afirmó abiertamente ser sierva de Cristo Jesús y por esto fue ejecutada de inmediato. (1900)

No hay comentarios:

Publicar un comentario

No publico comentarios anónimos.